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Autore: xtwobananasforapound    05/06/2012    4 recensioni
Alex non pensava che la scelta di suo padre di farle scarrozzare in giro per Los Angeles una band di quelli che lei considerava solo fastidiosi ragazzini, avrebbe portato ad uno stravolgimento di quel calibro nella sua vita.
Doveva studiare - per un esame che non voleva passare - e doveva rendere fiero suo padre - presentandosi in un modo che non era la vera lei. Non aveva tempo per certe cose. Quando poi entrano in gioco i sentimenti, è un gran casino.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai erano nella limousine da un’ora e sarebbero arrivati a momenti. La band si divertiva un sacco con le due amiche, e ridevano tantissimo, fino a far male la milza.        
«Signorina Alex, apra il finestrino»parlò l’uomo di mezza età, che li avrebbe portati in quel posto tanto importante per la ragazza.                                                                                  
Lei obbedì e mise la testa al di fuori del finestrino. Vide due cavalli correre liberi che facevano a gara con la loro macchina. Erano delle creature perfette e meravigliose. Uno di loro aveva la lunga criniera nera che svolazzava a contatto col vento, l’altro era completamente l’opposto, bianco e candido come la neve. Insieme sfrecciavano come non mai, superando di gran lunga la limousine.                                                                                                                                                                                                  La castana rientrò, finalmente era a casa. Non poteva essere più felice.
«Siamo arrivati, signorini» enunciò dolcemente il signore, che anche lui, conosceva la castana da quando era piccolissima. E lui, come tutti gli addetti all’hotel, l’adorava. I ragazzi quando uscirono restarono a bocca aperta. ‘Wow’ solo questo riuscirono a spiaccicare per tutto il tempo. In effetti quello era uno dei maneggi più belli di Los Angeles, era accogliente e si entrava a contatto con la natura. C’erano tante staccionate, cavalli ovunque, vari box dove i cavalli dormono e una casa. In quella casa ci viveva una persona molto cara a Alex, sua cugina Dani. Beh, parli del diavolo, spuntano le corna, no?
Sua cugina, di figura esile, portava una t-shirt bianca, dei fuseau neri e i soliti stivali che s’indossano quando si va a cavallo. I suoi lunghi capelli castani, così simili ai suoi, erano raccolti in una coda alta. Era di spalle e stava dando da mangiare carote alla cavalla che Alex tanto amava, la sua Ginger. Ginger. Sua madre gliel'aveva regalata un anno prima della sua morte.  Era una cavalla bellissima, era imponente e aveva una criniera lunghissima nera, come la coda. Il suo corpo era di un marrone scuro, mentre le zampe di una tonalità più chiara. A quanto pareva sua cugina non era venuta a meno alla parola data, cioè di darle affetto e averne cura quando Alex non c’era.
«Guarda un po’ chi c’è, Charlie!»esclamò allora all’amica che aveva di fianco, abbastanza forte da farsi sentire da sua cugina. I ragazzi le guardarono sconcertati e aggrottarono la fronte. «Chi?»esclamò Louis, dondolando la testa a destra e a manca.
«Oddio, dici di salutarla con un abbraccio da diabete, di saltarle addosso o di farla cadere nel fango?»chiese Charlie divertita, anche lei alzando la sua voce di qualche ottava. Dani si accorse della loro presenza e scosse la testa in senso di negazione, ma continuò a far finta di niente dando alla cavalla il suo pranzo.
«Ma, io direi un abbraccio da diabete, dato che le piacciono molto»rispose la castana, urlando quasi. Intanto Ginger, che si era accorta della presenza della padrona, cominciò ad agitarsi, scuotendo la testa, facendo sì che la lunga chioma volasse col vento. Alex ne fu onorata, la sua amata cavalla non si era dimenticata di lei.
«Okay, pronta?»esclamò Charlie, facendo l’uno, due, tre con le dita. Al tre, gettarono le valigie ai loro piedi e cominciarono a correre da quella povera ragazza, che non appena si accorse della presenza di quelle due pazze si girò immediatamente per fermarle, portando un braccio davanti a sé, e mostrando finalmente la sua faccia, era bellissima, come sempre. E poi quegli occhi color ghiaccio, riuscivano a coinvolgerti o a gelarti sul momento.
«Fermatevi, immediatamente»protestò quella, ancora col braccio davanti a sé, quasi fosse uno scudo che l’avrebbe protetta da quelle due furie.
Le amiche si scambiarono un’occhiata complice e fecero un risolino inquietante. Dani, si spaventò e cominciò a scappare come una pazza, inseguita da sua cugina e da Charlie. I ragazzi ridevano nonostante non sapessero cosa stesse succedendo in quel momento, ma Alex gli avrebbe spiegato tutto, ne erano certi. Alla fine, le ragazze raggiunsero Dani, e l’abbracciarono talmente forte da farle male.
«Okay, basta, con questo abbraccio sto bene per un anno intero»esclamò la ragazza dagli occhi di ghiaccio, scrollandosi di dosso quelle due, che ridevano come delle cretine.
«Esagerataaa»rispose Charlie per le rime, meritandosi un’occhiataccia da Dani.
«Oh, mi sei mancata Dani la burbera»urlò Alex, portandosi la mano alla pancia per il tanto ridere.
«Non ho parole»protestò quella, portandosi una mano sul fianco e sbuffando come non mai.
«Hey, venite qua - urlò Alex alla band, la quale si avvicinò senza troppe cerimonie sorridenti – questa è Dani, mia cugina»concluse lei, presentandola.
«Sì, purtroppo sono imparentata con questa qui, piacere»rispose la cugina mostrando un sorriso a trentadue denti ai ragazzi. Nonostante fosse un po’ burbera e distaccata all’inizio con le persone nuove, era sempre e comunque gentile. Aveva un cuore d’oro, quella ragazza; la castana era orgogliosa e si riteneva fortunata ad avere una cugina così, che in più aveva i suoi stessi interessi. Erano sempre andate d’accordo, anche con Charlie. Insieme ne combinavano sempre qualcuna quando erano piccole.
I ragazzi si presentarono uno per uno. La ragazza appena conosciuta fece loro strada fino ad arrivare in quella grandissima casa, che Alex conosceva a memoria. Era ancora bellissima, proprio come la castana si ricordava. Il grande salone aveva un grosso camino e poltrone comodissime. Sul camino c’erano varie foto, e lei si avvicinò per vedere.
«Queste foto le hai messe da poco, vero?»urlò la castana a sua cugina, che si trovava in cucina adiacente al salotto. I componenti della band vennero portati nelle loro camere, questa volta guidati da Charlie, un’altra che conosceva a memoria quella grandissima casa. Ci passavano intere estati in quel posto.
«Sì, le ho cambiate…- rispose lei, con tono basso entrando in sala – ma se vuoi le ricambio»concluse lei, preoccupata.
Perché preoccupata? Beh, molte di quelle foto raffiguravano loro tre da piccole, ma in altre c’era la madre di Alex e suo padre David, insieme, sorridenti e felici.
Una foto la colpì maggiormente. C’era suo padre, che non era cambiato un granché. Avrà avuto una ventina di anni in quella foto, era alto, di figura esile, capelli corti castani e mossi, un sorrisone adornato da fossette simpatiche e gli occhi castani. Adesso aveva quarant’anni e li portava davvero molto bene. Poi, c’era sua madre. Alta, bellissima, occhi grandi, capelli tra il biondo cenere e il castano e con un sorriso rassicurante. In quel sorriso, vedeva sempre un qualcosa che aveva anche Eve, la forza di tranquillizzare le persone soltanto con un sorriso. Poi c’era lei, piccolissima, avrà avuto due anni, era su un cavallo. Probabilmente è stato il primo cavallo su cui era stata. I due la sorreggevano sull’animale, ridevano, si divertivano semplicemente. Ad Alex scappò una lacrima, che asciugò immediatamente per non farsi vedere dalla cugina. Si schiarì la voce e prese parola.
«Ma che dici, è casa tua e decidi tu..- disse- vado a salutare Ginger»Dani non parlò, stette in silenzio e acconsentì.
Una volta uscita tirò un sospiro di sollievo, quelle quattro pareti erano cominciate a sembrare improvvisamente una galera. Quando alzò gli occhi, la sua cavalla stava correndo di qua e di là in una staccionata, ammirata da due addestratori. Le si avvicinò e Ginger, sentendo la sua presenza, non fece altro che avvicinarsi pure lei. La cavalla sbuffò felice di avere accanto a sé la padroncina, che una volta saltata la staccionata l’accarezzò. Quanto le era mancata. Decise che il miglior modo per recuperare tempo era quello di farsi una bella passeggiata insieme, da sole.
Prese le briglie e le montò in groppa, uscirono dalla staccionata aperta dai due addestratori e insieme si avviarono verso il bosco, luogo in cui i cavalli venivano liberati per farli correre e pascolare in libertà, lì non c’era nessun tipo di pericolo. Corsero per una mezz’oretta, Alex era estremamente felice, in realtà tutto ciò che riguardava i cavalli o gare, la facevano esaltare e appassionare. Insieme erano una sola cosa, erano una forza della natura. Erano in simbiosi, come accade a molti animali, solo che qui si trattava di una persona e di un cavallo. Si fermarono a un ruscello dove Ginger bevve e Alex si distese sul prato per rilassarsi. La leggera brezza e il rumore dell’acqua che scorreva la fecero rilassare completamente.
Quando si riprese da quella specie di stato comatoso più che meraviglioso, si accorse che era pomeriggio inoltrato e in più non aveva pranzato, la pancia cominciava a brontolare, era ora di ritornare a casa anche se preferiva stare lì in compagnia della sua amata cavalla. Insieme arrivarono, accompagnò Ginger al suo box, e la lasciò lì. Entrando in casa, si accorse che erano le cinque e mezza passate, dall’orologio posto nella parete di fianco alla porta e dalla sala provenivano delle risate. Probabilmente i ragazzi e Dani avevano fatto già conoscenza. Quella ragazza, quando voleva, faceva scompisciare dalle risate.
Entrando i ragazzi zittirono, Charlie e Dani sorrisero.
«Come è andata la cavalcata?»chiese la rossa felicemente. Alex si avviò in cucina e prese una mela, poi mangiandola si buttò accanto a Lou con molta poca grazia. D’altronde, quello non era nel suo dna.
«Bene, mi era mancato farlo - rispose lei addentando la sua mela – di che stavate parlando? Appena entrata ho sentito delle risate assurde».
«Gli abbiamo raccontato di quando Charlie salendo a cavallo è caduta nel fango e si è sporcata talmente tanto da essere imbacuccata da buste della spazzatura pur di non sporcare casa»esclamò Dani ridendo, coinvolgendo sua cugina in una fragorosa risata. La castana, dovette stare attenta a non affogarsi con l’ultimo pezzo della mela.
«Fa pure la sbruffona che non è mai caduta da cavallo»le rinfacciò Charlie diventando rossa.
«Il mio è un talento, Charlie»si vantò Alex, guardandola con sufficienza.
«Ma guarda questa qua, oh»controbatté la rossa alzando la mano verso l’amica. Si levò una risata generale, i ragazzi stavano letteralmente morendo. Alex interruppe il tutto guardandosi intorno disorientata.
«Cosa stai cercando Alex?»rise Dani.
«Ma..gli zii? Dove sono gli zii? Non li ho salutati»esclamò quella portandosi una mano sulla fronte. Aveva sempre avuto un buon rapporto con loro. Il padre di Dani, Carl, era fratello di suo padre David. Si assomigliavano molto loro due.
«Adesso te ne sei resa conto? Non preoccuparti, loro sono in viaggio»la tranquillizzò, lei diede un sospiro.
«Io ho fame»disse Niall, interrompendo quel silenzio che durava da due minuti e poco più.
Alex si alzò di scatto e corse verso la cucina. «Niall, ti preparerò la pizza più buona di questo mondo».
«E io ti amo sempre di più»urlò seguendola a ruota. Evidentemente era per incoraggiarla a fare più veloce che poteva. E il ricciolo vedendo la situazione decise di seguirli in cucina ad aspettare la famigerata pizza, era affamato anche lui.
Intanto, in sala, rimasero a chiacchierare tutti gli altri del più e del meno.
«Che si fa da queste parti per divertirsi?»bofonchiò Lou, assonnato.
Dani, lo squadrò male immediatamente. «E’ un maneggio, se volevi divertirti restavi in città»rispose alterata la ragazza.
«Scusa, non volevo urtare i tuoi sentimenti»continuò lui, questa volta sedendosi meglio sul divano, trovando nella ragazza una scappatoia dalla noia. Saranno stati gli occhi color ghiaccio o il modo in cui lei accarezzava quel cavallo e gli dava da mangiare, ma quella ragazza lo incuriosiva non poco.
Lei in risposta però si alterò maggiormente. Si vedeva, poi si fece più seria.
«Ci vuole ben altro per urtare i miei sentimenti»concluse lei, sorprendendolo. Uscì dalla casa, non aveva mai sopportato gli sbruffoni.
«Ma che ho fatto?»chiese occhioni azzurri stranito dalla reazione della cugina di Alex.
Charlie alzò le spalle per far intendere che non lo sapeva, ma poi prese parola. «Toccale tutto, lamentati su tutto, ma non nominare il maneggio o i cavalli, se sono cose negative quelle che vuoi dire».
«Posso toccarle tutto? Okay, posso scendere ad un compromesso»disse interrotto immediatamente dalla rossa che gli aveva tirato un cuscino in faccia, il tutto accompagnato dal risolino di Zayn e Liam.
«Ben ti sta, Boo bear»esclamò Liam, ridendo. Lou lo guardò male e si diresse di fuori, sapeva già cosa fare. Una volta uscito, si guardò intorno per cercare Dani, quando la vide dirigersi verso i box dei cavalli. Fece una corsa e in quattro e quattrotto, riuscì a raggiungerla.
«Che minchia vuoi?»lo attaccò lei appoggiandosi al box di un cavallo tutto nero. Era bellissimo e si chiamava River, o almeno, era il nome scritto sulla porta.
«E’ bellissimo - sospirò lui. Dani alzò un sopracciglio e lo guardò stupita - quel cesto pieno di carote è semplicemente il paradiso»urlò subito dopo saltellando su sé stesso, facendo sobbalzare alcuni cavalli. Dani sbuffò peggio di un cavallo. Ma da dove cavoli era uscito quello lì?
«Oh mio dio, allora ci ho visto bene, sei un totale cretino»disse lei, prendendo una carota da dare al suo cavallo. Louis, la guardava insistentemente, era affascinato da come Dani e la sua amica Alex fossero così appassionate di quegli animali. Restò in silenzio ad ammirare quella scena. Da River andava a Dani, da Dani ritornava a River.
«Com’è possibile amare così tanto un animale?»chiese lui all’improvviso. Non poteva continuare a stare zitto? Pensò la castana. Sbuffò e si degnò di guardarlo.
«Non è una cosa imposta, quando ami una persona non lo decidi tu, ma il tuo corpo, i tuoi pensieri, la tua anima..la stessa cosa è quando ami un animale – rispose lei, accarezzando il cavallo in muso e guardandolo adorante – e poi, gli animali sono meglio delle persone, la maggior parte delle volte»concluse così, non una parola in meno ne una parola in più.
Louis, le prese il viso e le stampò un bacio sulle labbra, così, di spontanea volontà. Si guardarono per vari secondi, erano tutti e due sorpresi per l’accaduto, Louis scappò praticamente quando vide Dani aprire bocca. Rientrò frettolosamente in casa e si avviò in cucina dove c’era il resto della band e le ragazze, pronti a mangiare le loro pizze. Probabilmente lo avrebbe insultato, se lo meritava infondo, si conoscevano da soltanto qualche oretta e già l’aveva baciata.
No, ma bravo coglione che sei, si disse.
«Dov’è Dani?»chiese Alex incuriosita, addentando un pezzo di pizza.
«Mah, l’ho vista dai cavalli, io sono andato a fare un giro qua intorno»rispose vagamente Lou, sedendosi su una sedia e rubando dal piatto di Niall un pezzo di pizza. Alex lo guardò stranita, non era per niente convinta della versione di occhioni azzurri.
«Stasera facciamo un falò, vi va?»chiese Charlie tutta contenta. Quel posto riusciva ogni volta a metterla di buonissimo umore, strano da dirlo quando parli di lei.
«Certo, i tramonti qui sono la cosa più bella che ci sia»rispose Dani entrando magicamente in cucina. Lou si irrigidì immediatamente e lei pure. Qualcosa non quadrava, Alex era brava a fiutare ogni tipo di situazione, bella o cattiva che fosse.
«Anche tu li noti strani?»sussurrò Harry all’orecchio della castana, la quale si spaventò, distolta dai suoi pensieri, e rabbrividì. Lo guardò e annuì, sorridendogli come un’ebete. Lui assentì e sorrise maliziosamente.
«Dobbiamo indagare», sussurrò ancora. Un’altra volta, un’altra volta e sarebbe morta. Basta, basta sussurrarle nell’orecchio. Lo allontanò da sé e prese le redini della situazione.
«Bene, a preparare il falò»la castana si alzò di scatto e uscì di casa quasi di corsa. Harry sorrise, a quanto pare, la muraglia stava per cadere.
 
 
 
 
Hey, ciao :3
Non sono morta, tranquille! Ho aggiornato, yuh-uh, ce l’ho fatta! Sì lo so, faccio schifo perché ho aggiornato tardi, scusatemi ç_ç Ringrazio tutte le lettrici, chi recensisce e anche chi non lo fa! Bene, spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! Al prossimo :D
Byeee!
  
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