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Autore: everlily    05/06/2012    4 recensioni
Love does that, Damon. It changes us.
Post 3x22, una quarta stagione alternativa.
Elena è in transizione. Da questo momento, per lei si apre un percorso attraverso i suoi lati oscuri che la porterà a cambiare, forse per sempre, la sua visione della vita e dell'amore.
Dal primo capitolo: "Sempre stretta in quell’abbraccio, qualcosa attirò il suo sguardo oltre la spalla di Stefan. Oltre il vetro di quella stanza asettica (una stanza d’obitorio realizzò, mentre un brivido le correva lungo la schiena), Damon la stava osservando, lo sguardo smarrito, frustrato, infuriato. E subito Elena sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Chiuse gli occhi un secondo, cercando di riprendersi dalla sofferenza che la vista di Damon le aveva procurato. Quando li riaprì, lui era sparito."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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4.
Overwhelming

“Buongiorno, BonBon.”

“Damon”. Bonnie entrò decisa, senza neanche alzare lo sguardo.

“Fai pure come se fossi a casa tua” – la apostrofò Damon di rimando.

La raggiunse nel soggiorno e si diresse verso le bottiglie di bourbon. Ne versò un bicchiere, e lo alzò in direzione di Bonnie. “Te ne offrirei un po’, ma non vorrei mai che si spargesse la voce che incito i minori all’alcolismo. Dimmi, qual buon vento?”

Bonnie mantenne uno sguardo distaccato. “Dobbiamo parlare, è importante. Elena è qua?” Bonnie si guardò intorno, come se potesse scorgerla da un momento all’altro.

“E’ a scuola, sciocchina. Dove se non sbaglio dovresti essere anche tu.”

“Sono stata impegnata con altre questioni.” Bonnie evitò il suo sguardo. “E’ sicuro lasciarla andare a scuola? Jeremy mi ha detto che non è molto … controllata” – aggiunse con una nota di preoccupazione.

“Stefan crede che le faccia bene. Sai, per tutta la storia di restare connessi alla propria umanità, eccetera eccetera.” – Damon con una smorfia agitò le mani nell’aria – “Dice che la tiene d’occhio, ma, se vuoi la mia opinione, ne riparleremo dopo che insieme avranno squarciato qualche gola.”

Si prese una pausa bevendo un sorso dal bicchiere. “Uhm, mi sembra di capire che non abbiate passato molto tempo insieme ultimamente. Le sue montagne russe emozionali sono uno sballo … credimi.”

Bonnie ignorò il suo commento e girò intorno al divano. “Ci sono cose di cui dobbiamo parlare. Klaus è vivo.”

Damon strinse lo sguardo, e scosse energicamente la testa. “No, impossibile. L’ho visto impalettare personalmente. Conservo ancora la sua bara come souvenir. E comunque, vallo a dire a Tyler Lockwood” – aggiunse con una smorfia, al pensiero che la stessa sorte sarebbe potuta toccare a lui.

“E’ vivo” – ripeté Bonnie pazientemente - “Klaus ed io abbiamo fatto un patto quella sera al magazzino. Ho fatto un incantesimo per trasferirlo nel corpo di Tyler.”

Damon aggrottò le ciglia in modo interrogativo. “Mi stai dicendo che grazie a te abbiamo ancora uno psicopatico omicida Originario a piede libero nelle strade?”

Grazie a me, Damon, tu sei ancora vivo” – rispose Bonnie freddamente, ma i suoi occhi tradivano una certa ira - “Ho fatto quello che dovevo fare per salvare tutti voi.”

Damon si lasciò andare sulla poltrona e si portò al bicchiere alla fronte nel tentativo di processare quella nuova informazione.

“Tutti a parte Tyler Lockwood” – replicò Damon sarcasticamente.

“Da quando ti interessa la sorte di Tyler?” - Bonnie gli rispose con un’alzata di sopracciglio.

“E chissenefrega di Tyler Lockwood.” – rispose Damon sogghignando di rimando – “Sono solo sorpreso che non interessi a te.”

Bonnie sospirò. “Tyler sta bene. E’ solo … temporaneamente in prestito fino a che Klaus non trova il modo di tornare al suo vero corpo.”

“Quindi, fammi capire …” – Damon si alzò per andarle vicino e piantare gli occhi nei suoi . “… al momento stai lavorando per Klaus?”

“Io non lavoro per nessuno, Damon.” – Bonnie sostenne il suo sguardo con fermezza – “Ho fatto un accordo perché era l’unico modo per salvare Caroline, Stefan e mia madre …” - si premurò di non inserirlo nello lista. “Ma Klaus sta diventando impaziente.” – proseguì – “Tutti credono che Tyler sia morto e lui è stanco di nascondersi. I rapporti con i suoi fratelli non sono dei migliori, dopo che Rebekah ha provocato la morte di Elena ed ha saputo che Elijah desidera vederlo essiccato quasi quanto noi.”

“Ma guardati … la nuova BFF di Klaus.” – Damon la interruppe con un ghigno.

Bonnie alzò gli occhi al cielo. “Come ho detto, ho stretto un patto necessario. Fine della storia. Ma sono qua per avvertirvi. Klaus vuole indietro il suo corpo e non ci metterà molto a capire di doverlo cercare nel tuo scantinato. In più, ha un disperato bisogno di una strega in questo momento, sa che non può fidarsi di me, e si è già messo al lavoro per trovarne un’altra.”

“E quindi?" - Damon alzò le spalle con noncuranza - "Se tutto ciò che vuole è il suo corpo mezzo bruciacchiato, che venga pure a prenderselo. A quanto pare, l’immenso piacere di strappare il suo cuore ibrido purtroppo non rientra nei capricci che posso concedermi.” – commentò prima di andare nuovamente a riempire il bicchiere.

“Non è tutto.”

Ovviamente.”

“E’ furioso per quello che è successo a Elena.” Lo sguardo di Bonnie era serio. “Sta cercando un incantesimo …. per farla tornare umana”.

Damon rise di gusto. “Stronzate. Se una cosa del genere fosse possibile, credimi, lo saprei. Nel corso degli anni ho avuto il piacere di intrattenermi con streghe molto più potenti e, soprattutto, molto più eccitanti di te.” – finì con un sorrisetto, agitando il bicchiere nella sua direzione.

“Credi quello che vuoi, Damon. Ma se esiste anche solo una remota possibilità, sarà meglio metterci sopra le mani prima che lo faccia Klaus.”

“Qualche suggerimento?”

Prima che Bonnie potesse rispondere, la porta si aprì con un rumore secco e, con un solo gesto, Elena gettò sul divano due ammassi rotondi di carta bianca e rossa. Stefan, che l’aveva seguita a breve distanza, si fermò appoggiandosi alla parete.

“Beh, questa sì che è … una sorpresa” – commentò Damon con un’alzata di sopracciglio di fronte alla vista di Elena raggiante nella sua divisa da cheerleader.

“Ehi, Damon. Bonnie.” – accennando un passo di danza si diresse distrattamente verso di loro e prese il bicchiere ancora pieno dalle mani di Damon.

“Uhm!” – esclamò dopo che lo ebbe assaporato – “E’ nuovo questo? Mi piace.” – sorrise e gli fece l’occhiolino puntando un dito nella sua direzione.

Damon rispose con un vago cenno del capo e si girò verso Stefan con sguardo interrogativo, ma il fratello si limitò a scuotere la testa.

“Niente che vuoi condividere con noi, Elena?” – le chiese Damon, tamburellandosi un dito sul mento.

“Oh, certo! Sono tornata in squadra. Go Timberwolves!” – esclamò alzando un braccio al grido di incoraggiamento. “Avreste dovuto vedere la faccia di Rebekah! Ah! Del resto mi ha uccisa dovrò torturarla in qualche modo, no?” – aggiunse con un’alzata di spalle.

“Mi sembra logico.” – la assecondò Damon.

Bonnie raccolse la propria borsa dal divano.

“Sarà meglio che vada. Ci sentiamo” - aggiunse rivolta a Damon. Si girò verso Elena e fece per dire qualcosa, ma Elena si limitò a fissarla da dietro il bicchiere. Bonnie esitò un attimo, quindi si voltò e se ne andò senza aggiungere altro.

Quando Bonnie ebbe chiuso la porta, Damon tornò a guardare in direzione di Elena. “Cosa era quello?”

Elena alzò le spalle e nascose lo sguardo in un altro sorso. “Quello cosa?”

“Bonnie. Voi due.”

“Non so.” – Elena posò il bicchiere ormai vuoto, prima di proseguire in tono noncurante – “Non posso mica stare dietro a tutti i suoi bronci.”

Damon alzò le mani. “Ehi, sono il primo a dire che siano incredibilmente fastidiosi, ma … di solito è quello che fai.”

“Nel caso non lo avessi notato, Damon, Elena ha cambiato molte sue abitudini ultimamente.” – commentò Stefan con un’alzata di sopracciglia.

“Sai, Stefan, un po’ di divertimento ogni tanto non ti ucciderebbe.” – Elena alzò gli occhi al cielo. “Niente doppi sensi, eh” – con un sorriso si appoggiò in modo malizioso alla balaustra, quindi in un lampo sparì al piano di sopra.

***

“Posso sentirti, Elena, non importa quanto ti impegni per sorprendermi alle spalle.”

Elena sorrise e scosse la testa. “Oh, Damon, non sai stare al gioco.”

Posò distrattamente una sacca di sangue sul tavolo, quindi si avvicinò al divano dove Damon era seduto e si appoggiò alla spalliera, la testa sui gomiti, per sbirciare alle sue spalle.

“Uhm. Edgar Allan Poe.”

“Cosa vuoi che ti dica, ho il gusto del macabro.” – Damon voltò una pagina e proseguì nella lettura, continuando a non guardarla. “Desideri qualcosa in particolare?”

Elena inclinò la testa di lato. “Cosa state tramando, tu e Bonnie?”

“Intendi Bonnie la tua amica strega a cui hai a malapena rivolto parola?”

Elena sbuffò. “L’ho chiamata, ok? Le ho detto che mi … dispiace, ecco.” Fece una pausa mentre le tornava in mente la telefonata di pochi minuti prima. Aggrottò leggermente la fronte. “Non sembrava molto convinta, però.”

“Non riesco a immaginare perché.” – commentò Damon piegando leggermente gli angoli della bocca.

Elena si rialzò svogliatamente e prese un bicchiere per rovesciarci il sangue fresco che aveva portato su dalla cantina.

“Vuoi darmi anche tu lo sguardo serio alla Stefan, Elena-sono-preoccupato-per-te?”

“Certo che no, quando posso tormentarti con il mio pungente sarcasmo.” Damon chiuse il libro, la osservò stringendo le sopracciglia e si alzò nella sua direzione.

“Ehi, quanti ne hai bevuti finora? Avrei giurato di avertene visti prosciugare almeno altri due solo mezz’ora fa.”

Elena alzò le spalle. “Non lo so, che importa?”

“Importa. Dammi qua.” – le intimò Damon allungando la mano verso il suo bicchiere.

“No.” – Elena si ritrasse e lo guardò con espressione di sfida. “O preferisci che vada in giro ad aprire qualche gola?”

Damon rise e scosse la testa. “Lo avresti già fatto, Elena.”

“Ne sei così sicuro?” – Elena si avvicinò nuovamente a lui – “Perché è tutto ciò a cui riesco a pensare. Ogni singolo giorno, non appena mi sveglio, e spesso pure nei miei sogni.” I suoi occhi si accesero mentre li fissava in quelli di Damon. “Sono sicura che al confronto un paio di sacche di sangue in più non dovrebbero fare la differenza.”

Damon sostenne il suo sguardo con determinazione. “Non è questo il punto. Devi imparare a controllarti, a gestirlo. Non puoi berne così tanto o sarà il sangue a controllare te.” Mosse un ulteriore passo verso di lei. “Dammi il bicchiere.”

Elena indietreggiò, ma mantenne il contatto visivo. “No.”

“Elena.”

Elena cercò di usare la propria nuova velocità nel tentativo di sfuggirgli, ma Damon fu altrettanto veloce nell’afferrarla, una mano sul fianco e l’altra a stringerle il polso. Il bicchiere colmo di sangue andò a rovesciarsi rovinosamente sul tappeto con un tonfo smorzato, mentre la loro collisione li fece maldestramente crollare sul divano.

Sopra di lei, Damon continuava saldamente a tenerle i polsi.

“Quel tappeto era uno dei miei preferiti, sai?” – le sussurrò.

Elena sentì una deliziosa stretta allo stomaco, ed il suo corpo fu percorso da un brivido. Come ogni volta che gli occhi di Damon scavavano nei suoi, come ogni volta che si trovava stretta nella sua presa, come in un bacio a sorpresa sul portico, come contro il muro di un motel senza nome. Pensò a Stefan, a quanto fosse ingiusto nei suoi confronti, a quanto fosse profondamente sbagliato soffermarsi su quella sensazione … Ma una parte di lei le intimò di tacere e di abbandonarsi a quello sbaglio. Socchiuse leggermente le labbra ed alzò gli occhi per fermarli in quelli di Damon.

Damon fu colto di sorpresa da quell’atteggiamento. Eppure, d’istinto, si avvicinò con lentezza alle sue labbra. Non doveva baciarla. Elena aveva scelto Stefan, sarebbe sempre stato Stefan. Un solo cedimento a quella tentazione ed il suo cuore ne sarebbe rimasto distrutto per l’ennesima volta, più di quanto potesse sopportare. Ma, vicino a lei, perdeva ogni capacità di valutazione, e tutto ciò che importava era la consapevolezza del suo corpo disteso, così vicino al proprio. Solo qualche millimetro e l’avrebbe sfiorata, incapace di mantenere ancora il controllo …

Un fragore metallico proveniente dal piano inferiore li distrasse l’uno dall’altra. Fulmineo, Damon lasciò Elena libera dalla sua presa per correre verso lo scantinato.

La serratura della cella in cui si trovava la bara con Klaus era inservibile. Damon aprì la pesante porta di legno con un brutto presentimento, ma la bara era ancora lì, avvolta dalla polvere giallastra che fluttuava nell’aria. Sbirciò per assicurarsi che la faccia menomata e inaridita di Klaus facesse ancora capolino. Klaus era lì, ma il coperchio non avrebbe dovuto essere semi-aperto.

“Dannazione” – mormorò richiudendo la bara con un colpo secco.

“Cosa diavolo è stato?” – Stefan lo raggiunse all’interno della stanza, mentre Elena rimase sulla porta, attenta a sfuggire gli sguardi di entrambi.

“Qualcuno è stato qui.” – lo informò Damon stringendo i denti – “Il nostro amico è ancora sottovuoto, ma qualcuno adesso sa che è qui.”

Stefan si strinse le braccia al petto e lo guardò in modo interrogativo. “Perché mai qualcuno dovrebbe essere interessato al cadavere di Klaus?”.

“Oh, già … riguardo a quello.” – Damon girò gli occhi su di lui. “Dobbiamo parlare.”


   
 
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