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Autore: ruka88    23/12/2006    6 recensioni
Stavano entrambi facendo un gioco di ruolo. Lei indossava la maschera della sofferenza e dell’indifferenza.Lui quella dell’orgoglio e del dolore. Un gioco le cui regole non facevano altro che renderli prigionieri, renderli schiavi e succubi di una recita che non sentivano propria. Ne andava del loro futuro. Ne andava della felicità dell’altro. E questa era per loro la cosa più importante. Lui amava lei.Lei amava lui. Lui non voleva perderla.Lei non voleva vederlo fuggire. Lui non voleva rovinare i loro momenti insieme.Lei non voleva che lui la guardasse con pietà. Perciò stavano zitti nella loro sofferenza. Maschere sempre più spesse coprivano il volto... sarebbero riuscite a toglierle?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciò che il getto d’acqua bollente gli scorresse tra le scapole, mentre appoggiava la fronte alle piastrelle fredde della doccia e vi tirava un potente pugno

Gioco di Ruolo

 

 

 

 

 

 

 

Lasciò che il getto d’acqua bollente gli scorresse tra le scapole, mentre appoggiava la fronte alle piastrelle fredde della doccia e vi tirava un potente pugno.

 

 

Eppure faceva più male quella situazione.

 

 

Socchiuse gli occhi, ricordando l’attimo in cui rientrò in sala grande, essendo riuscito a sgattaiolare via dalle grinfie di Loren dopo averle spiegato con tutta la gentilezza possibile che non aveva intenzione di inziare una ralazione con lei.

 

Ci era rimasta male, ma poi aveva accettato dignitosamente la sconfitta e lo aveva salutato.

 

 

 

Peccato che Hermione se ne fosse già andata dal banchetto e, cosa ben peggiore, aveva capito tutto.

 

Perché, maledizione, il giorno in cui avrebbe voluto confessargli tutto senza più freni inibitori, dovevano succedere dei casini??

 

Possibile che non fossero destinati a stare insieme??

 

Si passò furiosamente una mano tra i capelli rossi, scostandoli dalla fronte.

 

No.

 

 

Non si trattava di destino.

 

Si trattava di loro.

 

Lui voleva stare insieme a Hermione e lui sperava che lei volesse altrettanto.

 

 

Chiuse il getto d’acqua e prese il suo accappatoio tornando in camera.

 

Harry era sdraiato sul letto ancora in pigiama.

 

 

-Ehi.-

 

-Ehi…- rispose Ron

 

-Come va?-

 

-Come vuoi che stia…-

 

 

-Senti Ron, te lo dico con tutto il cuore… dovresti parlare con Hermione-

 

-Per sentirmi dire cosa?-

 

-Non per sentirti dire qualcosa… basta solo che tu le dica quello che provi tu…ad esempio che sei innamorato di lei da anni…-

 

-Non ci penso neanche! Rovinare la nostra amicizia per un mio capriccio…-

 

-Perché, secondo te non è già rovinata? Ron, tu non guardi ormai più Hermione come un’amica e lo dimostrano i fatti! Ieri sera le avresti confessato tutto se solo…-

 

-Se solo non fossi stato così stupido?- domandò feroce mettendosi la biancheria.

 

-Beh, non direi proprio così… però ad ogni modo la situazione è insostenibile per te e per lei.-

 

 

-Dici che dovrei parlarle?-

 

-Devi!-

 

-Ok…-

 

 

Si infilò un maglione dolcevita bello pesante marrone e un paio di jeans chiari.

 

-Ok… ora vado da lei…-

 

-Possibilmente senza salire le scale del dormitorio che farai un bel volo!-

 

-Giusto! In biblioteca! Sarà senz’altro in biblioteca!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ginny l’aveva lasciata sola solo da qualche minuto e già aveva voglia di raggiungerla.

 

Non le andava di rimanere seduta in quel tavolo sperduto e nascosto nella più completa solitudine.

 

Chiuse il libro e si appoggiò stancamente allo schienale della poltrona, alzando il collo del suo dolcevita di lana bianco fin sopra la bocca per scaldarsi  un po’.

 

Si sentiva stanca e delusa.

 

Stanca perché non riusciva a sostenere quella situazione con Ron.

 

Delusa perché si era ancora una volta illusa dopo i suoi sguardi, che lei fosse più di un’amica di per lui… ma evidentemente si sbagliava.

Prese una matita dal tavolo e si legò alla bell’e meglio i capelli e cominciò ad arrotolarsi una ciocca attorno all’indice.

 

Cosa doveva fare?

 

Fare finta che non fosse accaduto nulla la sera prima?

 

Forse era la cosa migliore…

 

Dare a Ron l’impressione che lui contasse qualcosa per lei non sarebbe stata la cosa migliore.

Non voleva perderlo come amico…

 

Avrebbe sofferto nell’averlo sempre a fianco, ma sapendo che il suo cuore era impegnato con un’altra…

Ma tanto aveva sofferto per anni… uno in più non le avrebbe cambiato la vita!!

 

Alzò lo sguardo e vide la fonte dei suoi crucci proprio di fronte a lei con le orecchie leggermente rosse.

 

 

“Fai finta di niente! Amici amici amici amici amici!”

 

-Ciao Ron!- cercò di sorridere, senza rendersi conto che la sua smorfia vista dall’esterno lasciava intendere tutta la sua tristezza.

 

-Ciao Herm…- biascicò lui.

 

-Come mai qui? Pensavo che tu non sopportassi la biblioteca!- gli disse.

 

Lui rimase un po’ stupito dal suo atteggiamento, ma piano piano si avvicinò a lei e si sedette sulla sedia vicino alla sua.

 

-Infatti la biblioteca non la sopporto!- la prese in giro.

 

 

 

 

 

 

Stavano entrambi facendo un gioco di ruolo.

 

Lei indossava la maschera della sofferenza e dell’indifferenza.

 

Lui quella dell’orgoglio e del dolore.

 

Un gioco le cui regole non facevano altro che renderli prigionieri, renderli schiavi e succubi di una recita che non sentivano propria.

Ne andava del loro futuro.

Ne andava della felicità dell’altro.

 

E questa era per loro la cosa più importante.

 

Lui amava lei.

 

Lei amava lui.

 

Lui non voleva perderla.

 

Lei non voleva vederlo fuggire.

 

 

Lui non voleva rovinare i loro momenti insieme.

 

Lei non voleva che lui la guardasse con pietà.

 

 

 

Perciò stavano zitti nella loro sofferenza.

 

 

 

 

 

 

-Alla fine com’è andata ieri? Io ero un po’ stanca e sono salita prima!- disse lei.

 

-Abbastanza bene… io e Harry credo che siamo saliti poco dopo…-le rispose

 

-Oh… Beh, io allora vado! Devo trovare Ginny assolutamente! Ci vediamo dopo Ron!- gli diede il solito leggero bacio sulla guancia di saluto e scappò via, mentre Ron la fissava tristemente.

 

 

Il rosso abbassò il capo, coprendosi quasi interamente gli occhi con i capelli.

La sua mano destra salì dolcemente a raggiungere il punto in cui le labbra di Hermione avevano toccato la sua pelle.

 

Avrebbe voluto sorridere di quella piccola e consuetudinaria conquista, eppure gli saliva alle labbra solo un sorriso amaro.

 

 

Non era questo quello che voleva.

 

Avrebbe rovinato la loro amicizia?

 

Avrebbe abbattuto il suo personaggio?

 

Avrebbe rischiato troppo?

 

Per Hermione doveva provare.

 

 

Non voleva vivere di rimpianti.

 

Se l’avrebbe rifiutato se ne sarebbe fatto una ragione, ma lei doveva sapere…

Aveva il diritto di sapere le sensazioni che il suo profumo scatenava dentro di lui, i pensieri che gli passavano per la testa quando lei sorrideva o si stiracchiava in sala comune dopo un’intensa ora di studio… e il suo corpo si allungava come quello di una pantera e dal tessuto della maglia usciva una leggera striscia di pancia piatta….

 

 

Camminava velocemente e si accorse di averla quasi raggiunta, quando vide la testa della sua indistinguibile compagna scomparire dietro il ritratto.

 

“Maledizione!” pensò sperando che non salisse nei dormitori e accelerando il passo.

 

 

Balbettò la parola d’ordine senza neppure sentire i lamenti della signora grassa sulla maleducazione dei giovani ed entrò correndo.

 

La vide sul primo gradino della scala, intenta a salire.

 

 

-Hermione!- la chiamò.

 

Lei si voltò stupita.

 

-Ron! Che ci fai qui?- gli chiese.

 

-Ti dovrei parlare…- prese a grattarsi nervosamente la nuca.

 

 

 

 

 

 

 

Come poteva dirgli di no quando si comportava in maniera così irresistibile??

 

Annuì, sedendosi accanto a lui sul divano.

 

Ron divaricò le gambe e appoggiò i gomiti sulle ginocchia, cercando le parole più adatte per iniziare un discorso.

Lo vedeva in difficoltà e non sapeva se compiacersene malignamente o provare tenerezza per lui.

 

-Ron, è una cosa importante?-

 

Sperava che la definisse futile, almeno avrebbe potuto prendere un respiro di sollievo e rimandare lo scontro… eppure da una parte voleva che la ritenesse una cosa importante…

 

Che ritenesse LEI una cosa importante…

 

-Hermione… vedi ieri, come dire… tu sei salita…-

 

-Si, lo so, ero stanca…-

 

-Ecco…-

 

-Quindi?-

 

-Ma niente… cioè, volevo dirti che ho parlato con Loren mentre tu eri fuori…-

 

 

Il suo cuore fece un piccolo sobbalzo.

 

Allora era davvero intenzionato ad andare fino in fondo?

 

-Ah si?- fece la finta ingenua.

 

 

Aveva mentito per anni, un piccola bugia non avrebbe cambiato la vita.

 

 

 

 

Ma le maschere si stavano solidificando.

 

 

 

 

 

 

 

Si sentiva uno scemo.

Un perfetto idiota.

 

-Si…beh, vedi… con lei non ho mai conbinato niente! Non mi è mai interessata!- buttò fuori tutto d’un fiato.

 

Sentì Hermione deglutire.

 

-Ah… e perché me lo vieni a dire così dal nulla?-

 

 

 

 

 

 

 

La ceramica copriva interamente i volti.

 

La pittura dorata penetrava nella pelle…

 

 

 

 

 

-Io…-

 

Non sapeva cosa dire.

 

Si voltò a fissare Hermione, ma lei sembrava molto interessata al tappeto sotto il divano.

 

Cosa aveva sperato?

 

-Volevo solo dirtelo…-

 

 

 

 

Reggere il gioco.

 

Essere coerente con il proprio personaggio.

 

 

 

 

 

-…visto che siamo amici…-

 

 

 

 

Hermione sentì il proprio cuore rompersi con un sonoro Crack.

Sperò ardentemente che Ron non l’avesse sentito.

 

Gli mise affettuosamente una mano sulla spalla.

 

-Troverai la ragazza giusta per te…-

 

E lo sperava davvero.

 

Aveva sperato di poter essere lei la fortunata, ma si era dannatamente illusa.

 

Come sempre.

 

 

-Lo spero.-

 

Ron coprì con la sua grande mano la sua.

 

Com’era calda.

 

Lui gliela prese delicatamente e se la portò alla bocca, baciando le nocche delle dita e lanciandole uno sguardo che lei non aveva mai notato.

 

 

 

 

 

 

L’unica parte del viso che una maschera non avrebbe mai potuto coprire erano gli occhi.

 

 

 

 

Poi li chiuse, stringendo più forte quella mano minuta tra la sua.

Piegò la testa verso il basso, facendo si che le piccole dita di Hermione toccassero la sua fronte.

 

 

 

-Io non ce la faccio…- bisbigliò lui.

 

-Come?- chiese lei curiosa.

 

-Non ce la faccio Herm- disse questa volta con più sicurezza rialzando il viso.

 

-A fare cosa?-

 

Voleva prolungare quella conversazione il più possibile, voleva sentire nuovamente la mano di Ron stringere la sua, voleva sentire le sue labbra sulla sua pelle, il suo corpo così vicino…

 

-A stare con te-

 

 

 

Sbarrò leggermente gli occhi, indecisa.

 

Un altro Crack.

 

 

 

 

 

La sua maschera sempre più spessa si stava cementificando.

 

Il personaggio del suo gioco stava prendendo il sopravvento.

 

 

Indifferenza.

 

 

Mostrare indifferenza.

 

Aveva paura del solo formarsi di una piccola crepa su di essa.

 

 

 

 

Ma non era la sua, di maschera, a stare per sgretolarsi.

 

Quella di Ron aveva un’enorme crepa, proprio nel mezzo.

 

Il personaggio di Ron stava cedendo.

 

Il gioco di ruoli stava prendendo un’altra strada.

 

 

 

 

 

 

-Che… che intendi?- cercò di non far tremare la sua voce.

 

Ron la guardò nuovamente.

Doveva diglielo.

 

Non ce la faceva più.

 

-Io non voglio averti come amica Herm. Io sono innamorato di te.-

 

 

 

 

 

 

Un viso finto rotto.

 

Una maschera bianca cadde lentamente per terra, finendo per infrangersi contro il pavimento nero.

 

 

Il volto di un ragazzo libero.

 

Ron Wealey si era liberato.

 

 

 

 

 

 

Cosa doveva fare ora?

 

Lui era davvero sincero?

 

 

-Ne sei sicuro?-

 

Si pentì di quella domanda così stupida, ma voleva sapere…

Erano quasi giunti alla verità.

 

 

Ron la guardò stranito, ma notando il suo sguardo insicuro le sorrise, accarezzandole una guancia.

 

-Si.- soffiò.

 

 

 

 

Ed Hermione sorrise.

 

 

 

 

La maschera femminile cadde.

 

Si ruppe.

 

I suoi pezzi si mischiarono con quelli di lui.

 

 

 

 

La riccia lo abbracciò di slancio e li, sul divano della sala comune, si baciarono.

 

 

 

Il gioco di ruolo era terminato.

 

Chi aveva vinto?

 

 

 

 

La verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terminataaaa!!!!! Bene!!! Ditemi che ne pensate!!:-)

Le recensioni sono sempre gradite!In effetti rileggendola non mi soddisfa come altre storie…ma non mi sembra sia da buttare…a voi la scelta!^__^

 

Ringrazio chi ha recensito il capitolo precendente, sia che abbia criticato, dato qualche suo parere personale o semplicemente fatto i complimenti!

 

Robby, flyingstar16, fly…, karmyGranger, Ekija89, Vichan, SiJay.

 

Baci!

 

*ruka88*

  
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