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Autore: Emmy_Nerisse    05/06/2012    4 recensioni
Eccomi qui^^ Inizialmente questa doveva essere una One-Shot, ma dato che mi sono accorta che verrà lunghissima ho deciso di trasformarla in una FanFiction. Ma questo a voi non interesserà... Quindi arrivo al sodo.
Questa è una storia, la storia, di Farfalà e Blumiere. L'ho costruita riavvolgendo la pellicola del videogioco "Super Paper Mario", risalendo a tutti i Ricordi che compaiono tra le varie Porte della Torre di Svoltadilà e sviluppando una mia versione dei fatti sul tempo che hanno trascorso insieme, prima di quel giorno...
Spero vi piacerà e vi annuncio subito che ci saranno particolari... particolari, che nella vera storia non vengono citati e che probabilmente neanche esistono, ma... chi lo sa?
Inoltre cercherò di andare a fondo su alcuni punti, per esempio... Oh, ma che sto qui ad annoiarvi! Leggete la storia e lo saprete, no? ^^
Genere: Drammatico, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo V - Una Giornata Come Tutte Le Altre, Con Nuove Ipotesi...

- Ma si può sapere dove diamine sei stato?! E' tutta la mattina che ti cerco! -
Blumiere non aveva neanche avuto il tempo di entrare nell'enorme edificio che era stato letteralmente assalito da Kozìkozì.
- Kozì, calmati. Ero qui in biblioteca... - cercò di scusarsi.
- Bugiardo! E per due motivi che ora ti elenco per bene: uno, sei appena arrivato in biblioteca, quindi non potevi esserci già dentro... - iniziò Kozì.
Blumiere lo interruppe - Magari se mi saltavi addosso un po' prima non avrei avuto nemmeno il tempo di fare quello. Eheh... -
- Zitto, lasciami finire! E due: ho appena parlato con Brack e ha detto che sei venuto qui alle sei del mattino e poi sei uscito prima dell'orario di apertura, circa tre ore fa quindi! Dove sei stato? - terminò guardando storto l'amico.
Blumiere sospirò. "Poi sarei io il bugiardo, eh, Brack? Sono arrivato qui alle nove di sera e sono venuto via alle cinque di stamattina, ma comunque ti perdono, anche perché qualche bugia non fa mai male. In questo caso, poi!"
Poi gli rispose - E va bene, mi hai beccato. Sono dovuto... tornare a casa. Sì, sai, mia madre non sta molto bene, si è presa quella brutta e rara malattia di cui non mi ricordo il nome... infatti è praticamente impronunciabile. Poi sono andato al campo fuori dalle mura e mi sono esercitato un po' da solo e credo che tu questo lo abbia capito, così sono di nuovo andato a casa per medicarmi - mentì accennando alle bende di cui era "adornato", quelle che in realtà Farfalà aveva usato per fasciargli le ferite provocate dalla caduta dalla collina - E infine stavo giusto tornando qui per finire di leggere un libro. Ecco tutto. - concluse sicuro.
Kozì fece spallucce - Vabbe'... Chiudiamola qui, va', non voglio diventare un investigatore. - si voltò e si avviò verso gli scaffali colmi di libri.
Blumiere ne approfittò per cambiare argomento - Sai, invece ti ci vedo proprio. Non sei mai contento di nulla, ti fissi irremovibilmente su qualcosa e vuoi sempre andare fino al sodo. Ne hai pienamente la stoffa! - disse con espressione angelica in faccia all'amico.
Kozì lo guardò in cagnesco - Questo pomeriggio, fuori dalle mura, giuro che ti disfo! -

Farfalà si era concentrata a pulire la sua camera, eliminando eventuali "tracce" che avrebbero potuto far risalire alla presenza di Blumiere di circa un'ora prima. E più ci pensava, più frequentemente l'immagine dell'Obscurio le compariva nella mente.
"Certo che è strano... Avrei scommesso che appena mi avesse visto non avrebbe esitato ad attaccarmi, invece sembrava alquanto spaventato dalla mia presenza. Forse perché non era in piena forma, ma comunque non quadra. Eppure erano stati loro, gli Obscuri, ad attaccarci senza pietà. Ma allora perché questa paura? A meno che..." quel pensiero le volò accanto come una frustata di vento gelido "A meno che queste siano state tutte bugie! Che ci fosse stata una guerra sì, d'accordo, ma se l'avessimo scatenata noi Antiquos anziché loro? Oppure... che ci sia stato un qualcosa, qualcuno, che ha messo una Tribù contro l'altra? Questo è un mistero, intricato e pieno di interrogativi. Dovrò risolverlo... Dovremo risolverlo. Questa è una faccenda di massima importanza che coinvolge entrambe le nostre popolazioni e per trovare una soluzione comune dobbiamo collaborare. Assolutamente." gettò il panno umido con cui stava pulendo i vetri delle finestre sul tavolo e uscì di casa.
Svoltato l'angolo del quartiere, diede una rapida occhiata alla meridiana affissa alla parete. Segnava mezzogiorno e mezzo.
- Dannazione, sono in ritardo! Mi ero completamente dimenticata degli allenamenti. Oh, questa volta le sento! - esclamò preoccupata iniziando a correre per i viali del Villaggio, non badando alle persone contro cui andava a sbattere, ricevendo rimproveri come - Ehi, attenta a dove vai! - oppure - Non si corre per la strada, puoi farti male -, ma non ci faceva neanche caso, rispondeva dei distratti - Mi scusi - e - Sono mortificata -. Ora doveva raggiungere il prima possibile la palestra.
Arrivata al portone d'ingresso, si ricordò di una piccola cosa "Ma dimmi te! Perché non mi sono teletrasportata? Avrei fatto decisamente prima... Ma che ci posso fare, poi? L'abitudine di usare le gambe resta."
Comunque pensò di non aver ritardato molto, il controllore non era ancora arrivato. Ma ritirò tutto ciò che aveva formulato in testa quando si ritrovò davanti un armadio a due ante, o meglio l'omone che gestiva le entrate e gli ingressi fuori orario all'edificio.
- Giustificazione, prego. - disse serio, allungando la mano verso la ragazza, che aveva dovuto frenare di piombo la corsa.
Farfalà arrossì - Ehm... Non ce l'ho... -
Il guardiano ritirò la mano - Dinne una convincente ora, signorina Ydal. -
- Ho... Uhm... Ho perso lo scorrere del tempo...? - abozzò poco convinta.
Stranamente l'"armadio" si spostò, lasciandola passare - Che sia l'ultima volta, però. -
Farfalà entrò, camminando veloce - Va bene... Arrivederci, Mejoritus*. -
Arrivata a metà corridoio, si lasciò sfuggire una risatina "Dice sempre così, ma questa sarà la ventesima volta che arrivo tardi e non mi ha mai fatto o detto niente! Peccato che ora abbia esaurito le scuse a disposizione..."
Scese la rampa di scale, saltando frettolosamente alcuni gradini. Quando raggiunse la porta con scritto "ESERCITAZIONI, 6° ANNO - Antiquos dell'Acqua" entrò, senza badare a bussare. Non ebbe il tempo di richiudere la porta dietro di sé che venne travolta da un getto d'acqua, ritrovandosi inzuppata fino all'osso. Da dietro le colonne sparse per la stanza che sorreggevano il soffitto giunsero delle risatine divertite da parte di tutti gli altri Antiquos. Erano circa una decina i giovani con il controllo dell'Acqua, decisamente pochi in confronto alle generazioni passate.
- Ahahahahah! Scusa Farfalà, credevamo fosse il prof. Lo scherzo era diretto a lui! Ahahahahah! - le spiegò Saffron**, tenendosi la pancia.
L'Antiqua dapprima guardò tutti con una nota di stupore, poi scoppiò a ridere anche lei e con un rapido gesto della mano si levò tutta l'acqua di dosso raggruppandola in una sfera che lasciava galleggiare sul palmo. Li guardò uno a uno, ma fermò lo sguardo dritto verso Saffron.
Questa sgranò gli occhi - Oh-oh... -
- Siete dei vandali! - gridò ridendo la rossa prima di lanciare la sfera dritta sulla compagna, riducendole fradici i capelli castani corti, così come i vestiti.
Iniziò una lotta acquatica tra scherzi e risate e in un quarto d'ora la sala fu praticamente ridotta a una piscina.
Gli studenti decisero di asciugare l'acqua prima dell'arrivo del prof. per evitare varie punizioni, di sicuro più gravose di quelle che lo scherzo arrivato a Farfalà avrebbe potuto provocare. Quando questi arrivò, qualche istante dopo aver rimesso tutto in ordine, la lezione cominciò, noiosa e lenta al seguire di quei minuti di divertimento trascorsi troppo in fretta.
Finalmente, finite quelle due ore dove la maggior parte degli Antiquos dell'Acqua si era schiacciata un bel sonnellino, i ragazzi uscirono nel Parco dello Scambio, dove sostavano dopo la lezione e poi se ne tornavano a casa oppure arrivavano quelli del corso dopo. O almeno questo valeva per chi controllava solo un Elemento. Gli altri, come Farfalà, dovevano cambiare la sezione e dirigersi verso quella corrispondente all'altro controllo. Lei e Saffron erano le uniche tra coloro che dominavano l'Acqua ad averne due. Per di più, Saffron era una di quegli Antiquos che si definivano Nulli: quando in pratica si possiedono due controlli opposti tra loro, nel suo caso l'Acqua e il Fuoco. Ma il fatto che fossero comunemente definiti in questo modo non significava che fossero deboli, anzi, tutt'altro. Erano tra i più potenti Antiquos del Villaggio.
- Scusa ancora, Farfalà, davvero. - le disse Saffron, avvicinandosi all'angolo dove la giovane si rintanava sempre.
Farfalà fece spallucce - Tranquilla, non importa. Me ne combinano anche di peggiori... -
- Tipo? - domandò l'altra, incuriosita.
- Mah, nulla di che. Semplicemente i due gemelli, Thud e Ley***, mi hanno tormentata per un pomeriggio intero facendomi volare sopra una nuvoletta che non la smetteva di farmi piovere in testa. Lo scherzo che hai architettato tu oggi non è stato nulla in confronto - ridacchiò ripensando a quell'episodio.
Anche Saffron scoppiò a ridere - So che tu sei una tipa che perdona, ma immagino che almeno a questo ti sia vendicata! -
- Non proprio vendicata, la vendetta non è una bella cosa nemmeno per gioco. Comunque gliel'ho fatta pagare molto cara... - disse con espressione furbetta.
- Oh cielo, che hai fatto? Dài, non tenermi sulle spine! - chiese Saffron senza riuscire a trattenersi.
Farfalà le si avvicinò all'orecchio - A Thud ho rivoltato il getto dello sciacquone della tazza dei servizi pubblici mentre ci era seduto sopra! -
Saffron cercò di evitare di scoppiare a ridere incontrollatamente, ma la sua resistenza durò poco, per poi esplodere in una fragorosa risata - No! Farfalà, non ci credo! Quella non eri tu, eri posseduta da qualche spiritello dispettoso. Ahahahahahah! Oddio, non vorrei essere stata al suo posto. - le vennero addirittura le lacrime agli occhi.
- Invece ero io, e fortuna che non mi ha scoperto, altrimenti mio padre mi avrebbe fatto una ramanzina di quelle. Comunque questo è accaduto circa... cinque o sei anni fa, quel periodo in cui non facevo altro che combinare monellate a destra e a manca. Oh, e non ti ho ancora detto cos'ho fatto a Ley! - spiegò ridendo la rossa, aggiustandosi il fiocchetto colorato e dandogli la solita forma a farfalla.
Saffron, rossa in volto per le risate, le fece gesto con la mano di aspettare - Ti prego... Aspetta un attimo... Altrimenti mi fai venire un infarto... Ok... Ok, dimmi. - le disse calmandosi un po'.
- Dato che comunque l'ideatore dello scherzo è stato Thud, Ley ho deciso di risparmiarlo un po'. Gli ho solo fatto esplodere l'idrante del Terzo Quartiere mentre passava per la strada. Ahahah! Dovevi vedere che volo ha fatto! Peccato che abbia investito anche due allegre vecchiette che passeggiavano e... -
- ... E anche me. - disse Luvbì spuntando accanto a loro. - Una povera ragazza innocente! -
- Ahahahahahah! Se è per questo lo erano anche le nonnine! Spero non si siano fatte troppo male. - esclamò Saffron, rischiando di farsi venire l'ennesimo infarto.
- Ahah! No, quando ho visto che stavo esagerando un po' troppo ho smesso, la botta è arrivata tutta a Ley. Mi sono accorta solo dopo di aver preso anche te, Luv. - si scusò arrossendo Farfalà.
Luvbì le puntò contro l'indice della mano destra - Sì, te ne sei accorta solo dopo che sono venuta a farti una bella lezioncina appendendoti a testa in giù per l'albero del parco pubblico per due ore! -
Farfalà si pietrificò, al ricordo di quell'orribile esperienza - Già... Eheh... -

Circa alle tre del pomeriggio, Blumiere e Kozì tornarono ad allenarsi, continuando poi fino alle sei di quella sera, con miglioramenti nel controllo del Fulmine da parte del ragazzo coi capelli blu, tanto che per due volte di seguito rischiò di ustionare l'amico per davvero.
- Per oggi credo possa bastare. Che ne dici? - propose il viola.
Blumiere gli diede le spalle - Non avevi detto che dovevi disfarmi? -
Kozì ghignò - Infatti, non me n'ero mica dimenticato. -
- Sì, come no, Ko... - si voltò verso l'Obscurio, ma non lo vide - ... zì? -
Sentì un tuono alle sue spalle e venne travolto all'improvviso da un Onda Fulminea che lo fece letteralmente finire almeno dieci metri più in là.
Kozì gli si riformò davanti e gli fece la linguaccia.
Blumiere, mezzo ammaccato a causa del colpo, lo guardò con odio fasullo - Ti detesto! -
Con uno scatto si rimise in piedi e rispose con una Scintilla Elettrica di Minima Espansione, abrustolendo per l'ennesima volta il ragazzo - Ora possiamo anche andare. -
- Idiota... - sussurrò Kozì.
- Ti ho sentito! - rispose Blumiere, ridacchiando.
Quella notte, Blumiere rientrò alla Torre Conteica per la cena, sedendosi di malavoglia alla tavola della sala da pranzo. Odiava cenare solo con suo padre. Non era in ottimi rapporti con lui e  in un modo o nell'altro finivano sempre con una discussione poco gradevole, riguardante semplicemente le sue birichinate infantili nei casi meno gravi.
Arishot entrò nella sala, trovando già Blumiere che aveva appena iniziato a mangiare e il pasto servito. Dalla sua faccia, il giovane capì subito come anche quella serata si sarebbe conclusa.
Dopo i primi minuti di silenzio, Arishot attaccò con il discorso - Allora, oggi cos'hai combinato? -
Blumiere non sollevò gli occhi dal piatto e rispose cambiando argomento - Come sta la mamma? -
Arishot si innervosì a quella deviazione - Sta abbastanza meglio - si limitò a dire - Che hai combinato? -
- Vi interessa proprio saperlo? - chiese il blu con fare svogliato, dando del voi al padre più per automaticismo che per rispetto, appoggiando la testa al palmo della mano.
- Blumiere, rispondimi. - insisté il Conte.
Il giovane Obscurio roteò gli occhi - Ho vissuto, forse? -
L'uomo questa volta decise d'ignorarlo. Doveva arrivare al sodo. - Cosa mi dici riguardo ai Libri Proibiti, piuttosto? -
Blumiere si bloccò, la forchetta a mezz'aria.
Silenzio.
Poi ancora silenzio.
Un silenzio incessante...
- Blumiere! Si deve sempre rispondere quando qualcuno, specialmente se questi è tuo padre e per di più il Conte del Castello, fa una domanda! Ormai ho addirittura perso il conto di quante volte te l'ho ripetuto! - gridò il Conte fuori di sé. "Smettila di dirlo, così poi non soffri di amnesia..." pensò il ragazzo sbuffando. - Quindi ora parla: perché hai cercato di leggere i Libri Proibiti? - gli ordinò Arishot, alzandosi rumorosamente dalla sedia. Quel gesto che squarciava il silenzio più assoluto in un istante avrebbe potuto far sobbalzare chiunque, ma Blumiere ormai ne aveva fatto l'abitudine.
- Io li ho letti. - rispose correggendo il padre.
Gli occhi di Arishot erano sul punto di incendiarsi. - Rispondi alla mia domanda. - formulò calcando e scandendo bene le parole.
Blumiere si alzò in piedi, più silenziosamente, però. Rimase con lo sguardo puntato a terra - Voglio sapere di più sugli Antiquos, sulla Collina Rocciosa e su quella stramaledettissima guerra! Tutte cose di cui non mi avete mai parlato, né voi né gli altri Obscuri! - gridò di rimando, poi si avviò alla grande porta che dava sul corridoio interno.
- E ora dove hai intenzione di andare? - disse freddo e acido il Conte.
Blumiere lo guardò con rabbia - Dalla mamma. Vado a vedere di persona come sta. Sono certo che voi non siate nemmeno passati a trovarla, perché a voi non importa nulla di lei, padre. Nulla! - gridò, poi corse fuori, sbattendo il pesante portone.
Arishot si riaccomodò a tavola e riprese a mangiare, di malumore, come del resto ormai accadeva sempre.
Blumiere batté i pugni su una colonna "Ogni volta così. Ogni sera! Non ne posso più! A questo punto ho la totale certezza che gli Antiquos non siano così egoisti... E la prova è Farfalà... Se loro fossero davvero come tutti gli Obscuri dicono, a quest'ora io non esisterei più. Ho bisogno di parlare con lei, sono sicuro che ora più che mai nessun Libro Proibito potrebbe mai raccontarmi la verità su di loro. Lei è la risposta concreta alle mie domande..."

Intanto una figura nascosta nell'ombra lo osservava: da tempo lo pedinava di nascosto, seguiva le sue mosse e studiava le sue reazioni. Lui era senza dubbio lui, in tutto e per tutto. Lo aveva sempre saputo. Per questo appena saputa la nascita del principino aveva cominciato ad intrufolarsi di nascosto nel Castello per tenerlo d'occhio. Nonostante quel suo bizzarro abbigliamento, non era ancora stato notato da nessuno. Eppure una maschera veneziana non passa inosservata... Ma a lui non interessava, era meglio così. Doveva solo attendere il momento più adatto per agire, un momento che sarebbe arrivato a breve...


*** Asterischi ***

* ) Mejoritus  -  il nome Spagnolo di quello strambo di un Elargisto... Chi ha il gioco credo sia riuscito a capire che è tutt'altro che uguale xD
**) Saffron  -  il nome inglese della cuoca di Dolci Sorrisi a Svoltadilà, Cipollina. Nemmeno lei c'entra qualcosa... Però la sua reazione a rischio infarto è la stessa che mi provocano le storie del Fantasma xD
***) Thud e Ley  -  nome scomposto di "Thudley", versione inglese del Pixl Kilo. Comunque non c'entra nada u.ù


Eccomi qua!^^ Dopo un sacco di tempo che non posto manco una parola, sono riuscita a mettere il capitolo xD
Questo è un capitolo un po' strano... Anzi, molto strano... Forse noiosetto... Sinceramente non so nemmeno cosa sia, è un capitolo un po' così, non so.
"Sììì??" nd Kozì
"Non parlavo con te -.-" nd Me
"Ma hai..." nd Kozì
"Ho detto 'così', non 'Kozì' -.-" nd Me
"Ah... Ok... ç_ç" nd Kozì
Comunque spero vi sia piaciuto, come gli altri, del resto. Anche se ammetto non sia una meraviglia... E' un capitolo d'intermezzo, più che altro xD
Ora vi lascio^^ Alla prossima!
    Emmy_Nerisse

  
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