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Autore: XKiraraX    23/12/2006    2 recensioni
il vento e la pioggia lo circondarono mentre lentamente si dirigeva all'abitazione del suo bel ufficiale superiore. L'aveva vista una volta, e ora ne aveva bisogno come una forma di copertura. Si erano accordati affinché tornasse dopo una settimana con Alphonse, suo fratello minore... ma Edward Elric non tornò mai con l'armatura. Non questa volta almeno. RoyXEd

scusate ma in seguito ad un sensato consiglio ho dovuto ripostare la storia con un altro account come dice il regolamento... scusate lo sbaglio... Ladykokatorimon
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Catturato nella pioggia

Questa fic non è mia, ma è stata tradotta da me dall’inglese. L’autrice è Kirara. Io amo Full metal alchemist, e aspettando che un giorno lontano sia io a scriverci una fic bella come questa ho deciso di tradurre.

Io sono molto lenta a tradurre, ma vi assicuro che farò del mio meglio.

Se interessa questo è l’indirizzo della fic originale:

http://www.fanfiction.net/s/3237590/1/

 

Naturalmente tutti i commenti verranno tradotti e comunicati all’autrice. Buona lettura.

 

 

Catturato nella pioggia.

 

il vento e la pioggia lo circondarono mentre lentamente si dirigeva all'abitazione del suo bel ufficiale superiore. L'aveva vista una volta, e ora ne aveva bisogno come una forma di copertura.

 

Si erano accordati affinché tornasse dopo una settimana con Alphonse, suo fratello minore... ma Edward Elric non tornò mai con l'armatura.

Non questa volta almeno.

 

Ed era stato mandato via per rintracciare un certo alchimista pazzo e l’aveva acciuffato in qualche modo. Appena dopo un recente avvenimento aveva dovuto tornare alla centrale, nella speranza di trovare aiuto, come ultima risorsa.

 

 Le orecchie impallidite dal freddo si contrapponevano notevolmente con i suoi capelli quasi scuriti e ora tendenti all’arancio, che gli incorniciavano il viso, e gli contornavano le orecchie sotto gli attacchi della pioggia. Un lamento gli venne dalla gola mentre guardava in avanti, esaminando la porta di fronte a lui. Sollevando una mano artigliata, pallida e tremante, Edward bussò rapidamente. Il suo braccio si ritirò sull’altro sopra il suo torace nel tentativo disperato di trattenere il calore mentre attendeva Roy Mustang, che sarebbe stato il suo presunto “salvatore” ancora una volta.

 

Roy sospirò e si rotolò per l’ennesima volta nel letto.

Non seppe perchè, ma non era stato colto dal sonno. Forse era il rumore del vento e della pioggia che lo mantenevano sveglio, che ascoltava battere calma sul tetto.

 

Dopo aver girato il corpo per quella che sembrò la milionesima volta, sentì un rumore provenire dalla porta.

Aguzzò l’udito, per rendersi conto che il rumore che aveva appena sentito non erano le molli gocce di pioggia che aveva sentito zampillare nel vento tutta la notte. Sospirando si era seduto, ed aveva oscillato i piedi al lato del letto per poi levarsi in piedi.

Si mosse pigro verso la porta e la aprì, solo per essere salutato da quel viso, nonostante tutto familiare, ma scosso. Luminosi, gli occhi d’oro si fissarono in quelli scuri di Roy, brillanti di supplica.

“Uh… mi spiace importunarla… ma potrei stare qui?” chiese dolcemente, considerando che non riteneva di essere solitamente gentile con quell’uomo, più maturo.

Ma era comprensibile. Stava cercando un posto dove stare, ed essere gentile era il modo più facile per ottenerlo, data la situazione relativamente disperata.

 

“Capisco che non sarebbe piacevole, ma non posso stare fuori con un tempo come questo” aggiunse Ed rapidamente, indicando le orecchie, la coda e dei segni sul viso.

 

Guardandolo gli apparve davvero strano, bizzarro, senza il suo solito cappotto, senza la maglietta, senza il suo usuale abbigliamento.

. “Uh… s-sicuro…” Roy ha balbettato. “Um…” ha pensato tra sè, “forse mi sono addormentato per davvero, dopotutto”.

 

Si volse dall’altra parte rispetto all’ospite e si mosse all’interno della casa, facendogli cenno di fare lo stesso.

Roy mantenne il silenzio per un istante, fino a che non resistette dall’infrangerlo.

 

“Bene Fullmetal, In che guai ti sei immischiato stavolta?”

 

 Chiese, esplorando suoi occhi che svettavano sopra il corpo ovviamente cambiato di Edward.

I suoi occhi vennero a contatto con quelli di Edward mentre supplicava silenziosamente il ragazzo affinché gli dicesse tutto.

 

Edward fece un passo silenziosamente dentro l’abitazione, chiudendo la porta dietro di lui mentre gli si parava davanti, rabbrividendo mentre l'acqua gocciolava lentamente e costantemente sul pavimento sotto di lui.

 

“Calmo, colonnello, sono andato in missione per voi. Ho avuto un incidente con lui per un ordine. Si è sacrificato, così ora sono bloccato in cerca di rimedio.” disse, balbettando qui e là, mentre i suoi denti vibravano.

 

Il Full Metal Alchemist inconsciamente gemette, gocciolando sulla pozza d’acqua che aveva generato casualmente con i suoi vestiti e capelli bagnati, che a loro volta avevano impregnato la sua pelle.

 

“Me ne vado se non sono gradito…’‘ aggiunse, guardando la parete.

Imbarazzante.

Aveva dovuto strisciare ai piedi del maggior bastardo esistente, che oltretutto si portava dietro il suo “complesso dell’ego”.

 

Altrimenti detto… profondo egocentrismo.

 

 

“No” Disse tagliando corto Roy. “Puoi rimanere. Ti ammalerai soltanto andando in giro con questo tempo.” .

Uscì dalla stanza ritornando poco dopo con alcuni asciugamani

“Qui,” disse, gettandoli su Edward. Roy si sedette sul divano. Edward prese ad asciugare il pavimento prima che cominciasse lui stesso.

“Puoi sederti sul divano se vuoi, sai…non devi stare sul pavimento.” Era calmo per il momento. Si sedettero scomodamente nella stanza, insieme, in silenzio.

“Non voglio che mi bagni i mobili” disse fulmineo.

“ E Tu…” Roy incominciò titubante, “sai come ripararlo…?”

“Certo, so come entrare nella biblioteca senza essere spedito ad un laboratorio in cui mi analizzerebbero?” eruppe Edward, irritabile.

“Scusa per ciò che dico comunque… ” aggiunse, sedendosi sugli asciugamani bagnati che aveva usato, sul pavimento, mentre continuava a tastarsi le  orecchie e la coda. I capelli avevano assorbito molta acqua e gocciolavano.

“Um… non ho vestiti.” Precisò Ed, nervoso.

Bene, questo rese le cose più scomode di prima. Come… tristi. Edward aveva raggiunto i livelli più alti della sfortuna.

Roy afferrò con forza il braccio di Ed e lo spinse sul divano. “Siediti.” Ordinò.

“Non mi preoccupo per i mobili. Non stare sul pavimento. E i vestiti li vuoi si o no? Anche se dubito che ti vadano esattamente a pennello, dato che sei così picc… “

S’interruppe di scatto e scosse la testa. In breve non era tempo di scherzare. Si levò in piedi, attendendo la risposta di Edward.

“Li vuoi questi vestiti si o no?” Edward dette un occhiata maligna all’alchimista più anziano, prima di sospirare.

Va bene. Roy stava provando almeno ad essere un buon padrone di casa per lui al momento, ne fu perlomeno stupito.

“Va bene. Non preoccuparti comunque; fa come se non ci fossi neppure!” dichiarò il biondo con sguardo rallegrante, offrendo un sorriso pieno di denti.

Un silenzioso avvertimento che diceva a chiare lettere che aveva la sua arma da usare, nel bisogno. Zanne ed artigli.

E quello funzionò abbastanza bene per Ed.

Roy sorrise timidamente e si diresse fuori dalla stanza. “Torno tra  un minuto,” promise ed uscì alla ricerca di vestiti che soddisfacessero la taglia del ragazzo.

Avanzò nella sua stanza e sospirò. Era un disastro.

Vestiti - sporchi e puliti- erano dappertutto, i libri dappertutto.

“Forse dovrei pensare a dare una pulita uno di questi giorni…” mormorò. Roy marciò davanti al suo armadio ed iniziò a scavare attraverso i vestiti. Estrasse una normale camicia bianca che gli andava decisamente stretta e dei pantaloncini che vagamente identificò come da palestra.

Sospirò ancora sapendo quello che avrebbe dovuto fare. Si diresse di nuovo verso il soggiorno e gettò  i vestiti a Edward.

“Spiacente,” disse al ragazzo più giovane, “è il meglio che ho potuto fare… “ Edward esaminò tranquillamente i vestiti prima di rannicchiarsi in ringraziamento.

Aveva una coda, così aveva dovuto rovinarsi i pantaloni per farci un buco, ovvi motivi.

“Uno, dov’è il bagno dove mi posso cambiare. Due, posso farci un buco per la mia … coda ……?” chiese, alzando i pantaloni mentre l’adorabile coda lo picchiava amabilmente in faccia.

Quella cosa era così… soffice. E quel che è peggio era anche naturale per chissà quale ragione. E neppure sapeva quale ipotetico essere era diventato!

Il giovane ragazzo, scosse il capo mentre i capelli rossi gli ricadevano sul viso. Non voleva sapere cosa quella invasione aveva provocato nel padrone di casa, dato che l’altro esibiva uno sguardo meravigliato guardando la sua treccia sfatta, e pensando di aver sbagliato vestiti.

“Il bagno è di là… a destra,„ disse, indicando una porta poco lontana.

 

Poteva a malapena trattenersi dal ridere.

Ah, se soltanto avesse avuto una macchina fotografica.

Quella coda era troppo divertente, soprattutto dato che riguardava Edward. Era soffice!

 

“Ah sì, puoi farci il buco se vuoi…„

 

‘Comunque cosa sarà successo a quei vestiti …?’

Si domandò Roy dopo un po’.

Gli servì un secondo per formulare una spiegazione logica, al di fuori di quelle che tenevano tanto impegnata la sua mente di pervertito.

 

 ‘Ah, forse si sono strappati quando si è trasformato…’

 

Ed annuì col capo, scomparendo per andarsi a cambiare.

Ma delle imprecazioni vennero dalla stanza da bagno prima che Ed riemergesse fissandolo con sguardo scuro

 

“Fin quando non scopro che cosa cavolo sono diventato li ucciderò uno per uno!„ scattò portandosi il suo solito broncio, cercando di trattenere la sua coda fremente con sguardo di odio puro mentre metà si rannicchiava e l’altra si accovacciava e sbatteva sul divano.

 

Quella cosa continuò a muoversi a suo piacimento, secondo le emozioni o i pensieri del proprietario.

 

Respirò profondamente.

 

Un sospiro morbido fuoriuscì dalle sue labbra mentre lasciava andare la sua coda, riluttante. S’immaginò mentre dormiva beatamente sul divano, così almeno da essere un po’ più comodo.

 

“A quali domande vuoi che risponda dato che dubito che anche solo uno dei due possa dormire„ ridacchiò Roy e subito si fece silenzioso.

 

Continuò a gettare lo sguardo guardando la coda di Edward.

 

La sua mano fremeva.

La coda di Edward sembrava così morbida e tenera.

 

Desiderava anche solo allungare la mano ed accarezzarla.

“Com’è che la tua coda si muove così tanto?„

 

Gli chiese, cercando disperatamente un modo per distrarsi.

 

“Beh… sembra si muova secondo le mie emozioni. Nervosismo, tensione e irritazione possono causare una reazione del genere. È bizzarro secondo me.„ dichiarò, distendendosi come la coda arricciata confortevolmente intorno a lui. “Ora mi rilasso.„

 

Precisò Edward, annuendo col capo al pensiero di evitare ulteriori giri di parole su un qualcosa che ormai era un dato di fatto.

 

Doveva perlomeno bastare come spiegazione per Roy, giusto? O almeno per il suo punto di vista almeno.

 

“Niente altro che desideriate sapere, colonnello?„

 

Interrogò Ed mentre inclinava la sua testa di lato abilmente, i suoi orecchi che si contraevano stavolta dimostrando la sua curiosità.

 

Roy arrossì languidamente e distolse lo sguardo, evitando gli occhi adorabili che lo fissavano.

 

“Perchè mi sembra così dannatamente carino?„

 

Si domandò, incominciando a battere la testa contro il divano nel tentativo di punirsi.

“No, NO Roy.„ si disse. “Non puoi pensare una cosa del genere.„ Si sgridò, casualmente ad alta voce, ma sommessamente. Le pallide orecchie si drizzarono mentre Edward si sedeva fissando l'uomo più anziano con un sopracciglio alzato. “Non può pensare cosa?„ chiese tranquillamente, tranquillità che veniva viceversa sostenuta dalla sua curiosità.

 

Forse era una specie di gatto… no.

Non lo sembrava eccessivamente e comunque quella coda era troppo sensibile per essere quella di un gatto.

Il Full Metal Alchemist lo fissò appena, aspettando la risposta che doveva uscire dalla bocca dell'uomo più anziano.

 

Era bizzarro, vedere una versione meno bastarda e meno professionale del suo superiore. Ma era ancora la stessa persona con cui Ed aveva dovuto scendere a patti diverse volte.

“Non ho detto nulla!„ disse Roy rapidamente, in tono vago.

“Merda, l’ho detto ad alta voce.„ Pensò tra se e se.

“Non ho detto nulla.„ Si alzò in piedi il più velocemente possibile. “Vuoi dormire qui o nel mio letto?„ chiese. “Posso dormire io sul divano„ Per qualche strana ragione Roy si sentì strano chiedendolo.

 

“Come ho detto prima, non ti accorgerai nemmeno che sono qui! Dormo io sul divano così puoi tenerti il letto„ disse Edward con un brusco cenno del capo, raggomitolandosi all’indietro e socchiudendo gli occhi.

Avrebbe dormito per circa un'ora o due comunque. Cosa avrebbe potuto fare per passare il tempo? Magari dare una pulita non sarebbe stato male.

Ed sapeva che Roy ancora lavorava sempre a meno che non avesse una qualche remota malattia, così Ed semplicemente poteva preparargli la colazione la mattina.

Yah. Questo è lavoro...

 

Malgrado la credenza generale, era un buon cuoco, ciò per il fatto che Al non poteva avere buoni risultati ai fornelli col corpo che si ritrovava, e sicuramente non avrebbe potuto chiederlo a nessun’altro. E Ed non aveva avuto altra scelta che imparare.

Roy annuì col capo. “D’accordo. Io vado a letto adesso. Prova anche tu a dormire un po’ ok?„

Detto questo corse fuori dalla stanza prima che un altro stimolo lo spingesse a fare qualcosa di assolutamente strano a quella adorabile creatura che ora dimorava nel suo soggiorno.

 

Roy si buttò a pesce sul suo letto e sospirò.

Aveva ancora due ore prima che si facesse mattina e avesse dovuto andare a lavoro.

Oppure poteva farsi passare per malato.

Roy si allungò e afferrò il telefono.

“Credo di aver vissuto una buona vita… “ si lamentò Roy silenziosamente.

Compose il numero. “CHE COSA VORREBBE FARE?!„

Sbraitò una voce forte ma stanca dal telefono.

 

“Um… Yeah, Hawkeye, l’ho chiamata giusto per dirle che sono ammalato e non potrò venire a lavoro domani. Mi scusi per averla chiamata così presto… Arrivederci Um…. „

Roy riagganciò telefono e socchiuse gli occhi, provando a far distrarre seppur vagamente il suo cervello.

 

  
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