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Autore: Dark soul_    05/06/2012    1 recensioni
Questa storia si ispira a varie canzoni dei Rammstein.
"- E' tanto bella ... -
- La Porta di Brandeburgo? Certo che è bella amore mio ... certo che è bella ma.. -
- Non la porta. La pioggia .... è tanto bella la pioggia -
- Mein Schatz, la pioggia la puoi vedere anche dalla finestra della tua cameretta, andiamo a casa -
- La pioggia li porterà via -
Ingrid la guardò stranita cercando di asciugarla con un panno e cercando di coprirla con l'ombrello:
- Chi piccola mia? Chi porterà via la pioggia? -
- I nostri peccati ... la pioggia ci purificherà dai nostri peccati, li farà scivolare via, lontano da noi e ci concederà la pace eterna, la pioggia è buona - "
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DAS ALTE LEID

Wo bist du?


Richard era tornato a casa dopo aver riconosciuto il corpo di Anja; non stava male per la sua morte, provava una sensazione strana, era spaesato e non sapeva cosa pensare. Tornò a ricordarsi di Anke, chissà cosa stava facendo? Magari .. avrebbe potuto chiamarla .. a Berlino dovevano essere le 8 di mattina, sicuramente era già arrivata e aveva trovato una sistemazione, probabilmente era a piangere sulla spalla di Paul, quei due erano diventati così uniti, troppo uniti, forse si sarebbero messi insieme e, chissà, magari lei avrebbe tenuto i bambini. Basta fantasticare, il ragazzo prese la cornetta e compose il numero di casa di Till. Squillò a vuoto tre o quattro volte prima che qualcuno si degnase di rispondere: per l'appunto Paul:

- Pronto? -
- Paul sono Richard, Ti prego dimmi che Anke è lì con te -
l'altro sorrise:
- Certo, te la passo -
Il chitarrista passò la cornetta alla ragazza che rispose con voce insicura:
-Pronto? -
Richard tirò un sospiro di solievo:
- Ascolta, ti prego non riattaccare, se vuoi puoi abortire, se vuoi puoi non vedermi più ma, ti prego, lascia che ti versi un assegno che ti sistemi almeno fino a 120 anni. E' un mio dovere, ti ho fatta soffrire -
Anke rispose inizialmente con voce fredda:
- No. Ascoltami tu. Non voglio i tuoi soldi ma non voglio neanche abortire e non voglio non poterti più rivedere. Sono stata stupida ma, capiscimi, mi sono sentita presa in giro .. Io ti ho amato e .. ti amo, ti amo ancora Richard, tantissimo ma mi devi promettere che una cosa del genere non accadrà mai più. Anzi, non voglio neanche più sentirne parlare, voglio dimentic...-
La sensazione di qualcosa di umido e caldo che scendeva lungo le gambe bloccò le parole della ragazza che guardò il pavimento. Sangue. Sagnue che colava lungo i polpacci e che aveva creato una macchia intorno ai suoi piedi, che le aveva sporcato il vestito a fiori, quello che Richard amava tanto:
- Anke ci sei? -
Ma anche non rispose, un grido soffocato arrivò all'orecchio del ragazzo, Paul, sentendola, corse e la trovò accasciata a terra in una pozza di sangue, il telefono in mano che ormai segnava linea occupata poichè Richard si stava fiondando in aereoporto. Vedendo la in quelle condizioni si affrettò a prendere la cornetta e a chiamare un'ambulanza, mentre i paramedici davano istruzioni su come prestare i primi soccorsi Till entrò in casa rischiando di farsi venire un infarto:
- Cosa è successo? Perchè lei è qui? -
Paul lo fulminò con lo sguardo:
- Uno: Ma dove minchia eri finito?! Due: è una lunga storia -
L'ambulanza arrivò, con la solita lentezza infernale, venti minuti dopo portando Anke in ospedale.

Inizialmente tutti avevano pensato che i bambini sarebbero morti entrambi, tutti avevano perso le speranze. Ma una signorina, molto giovane e con dei grandissimi occhi castani, entrò nella stanza della ragazza con un foglio, Anke era stravolta, riusciva a malapena a stare sveglia e l'unica cosa che mantaneva il contatto fra lei e la terra era la mano di Paul appoggiata sulla sua, Richard arriverà presto, l'aveva rassicurata il chitarrista che, vedendo entrarre l'infermiera si alzò in piedi e lasciò che parlasse con la paziente:
- Lei è Anke, giusto? -
La ragazza annuì cercando di rispondere:
- Perfetto .. lei è il padre? -
Paul si indicò con un dito come se l'infermiera, la poverina non poteva sapere di tutto quello che nascondeva una diciottenne che rischiava di morire di parto, avesse sparato la cazzata più colossale del mondo:
- No, no .. il padre dei bambini sta arrivando da New York, è già in volo, dovrebbe essere qui entro stasera -
La signorina annuì poi tornò a guardare Anke, era quello che odiava del suo mestiere: dover informare i pazienti di brutte e belle notizie, non sapeva come comportarsi e finiva sempre per essere scortese o fuoriluogo:
- Ci sono due notizie, una buona e una cattiva, anche se infondo sono entrambe la stessa notizia. -
Fece una breve pausa che le servì per cercare le parole giuste da dire in un'occasione simile:
- Dunque, siamo riusciti a salvare una delle due gemelle. L'altra non ce l'ha fatta, come saprà nasce prima la gemella minore che è riuscita a prendere ossigeno in tempo mentre la maggiore si è soffocata, Potrà vedere la sua bambina stasera all'ora della poppata. -
Anke annuì mentre una lacrima premeva contro le palpebre stanche che cedettero e lasciarono che Anke fosse portata nel mondo dei sogni. Ma non c'erano sogni ad aspettarla fra le braccia di Morfeo, bensì un incubo. Si trovava in una stanza bianca, all'interno della quale c'erano due bambine di 5 o 6 anni massimo. Giocavano tranquille con giochi che sembravano fatti di un materiale impalpabile, quasi inesistente. Man mano che il tempo passava una delle due bambine smetteva di crescere mentre l'altra diventava sempre più grande. Doveva avere 12 anni mentre l'altra sembrava essere regredita a 2, nonostante tutto, continuavano a giocare. Poi la più piccola iniziò ad assumere un colorito bluastro e, infine, trasformata quasi in feto, cadde a terra quasi morta, solo alcuni spasmi le attraversavano il corpo, la più grande si avvicina a lei, poi si gira verso Anke che sembra stare guardando la scena dal fondo della stanza, forse dietro a un vetro. La maggiore prende in braccio quella minuscola creautura che prima era sua coetanea e l'avvicina al naso, la sta annusando, la culla per qualche minuto finchè gli spasmi non cessano e la bambina diventa feto e da feto embrione, la grande la afferra per quella che sembra essere una specie di coda e, come se niente fosse, apre la bocca e la inghiottisce. Poi, con la stessa calma, torna a giocare, ma i suoi giochi non sono più impalpabili, sono rossi, sono rosso sangue, sono avvolti dal sangue e la bambina si sporca le mani fino a quando non torna a sembrare una di 5 anni e si accascia a terra, anche lei sembra morta, ma il suo ventre si sviluppa sempre di più, la bambina che si è mangiata è ancora viva e sta crescendo, le sue manine perforano la pelle della pancia e la trafiggono finchè non riesce a uscire completamente, ma non lascia la gemella da sola a terra, si sdraia accanto a lei e le accarezza il volto con le mani sporche di sangue.
Anke si svegliò con un sussulto completamente sudata, la vista appannata e il fiatone. La prima immagine che riuscìsce a distinguere è Richard, doveva essere notte perchè lui stava dormendo ed era accesa solo una piccola luce sul comodino sul quale erano appoggiati anche dei fiori, provò ad alzarsi ma appena pogiò un piede a terra sentì un rumore sordo cadere sul pavimento: una neonata immersa nel sangue, Anke urlò e s svegliò. Un sogno in un sogno, o meglio, un incubo in un incubo, che è la cosa peggiore che possa capitare.
C'era davvero Richard, ma stava in piedi a parlare con l'infermiera, quella troia doveva stare lontana dal suo ragazzo, eppure nembravano discutere. Era sera, il tramonto infuocava la stanza e Paul si era addormentato sulla sedia con la testa appoggiata al muro; Una nuova infermiera entrò con in braccio una bambina minuscola, ma doveva essere l'impressione data dal fatto che la donna era piuttosto corpulenta, si avvicinò ad Anke e le mostrò il fagotto:
- Pesa meno di un pacco di farina! Sono 950 g, ma la bambina è sanissima, la vuole tenere? -
A conoscenza delle molte ragazze colte da depressione post-partum che, in genere se ragazzine, si rifiutano di vedere o di toccare e tantomeno di allattare i propri figli, Rose cercava di essere con le pazienti più giovani molto delicata e positiva cercando di sottolineare la bellezza dei loro prodotti. Ma Anke era diversa, non sembrava svogliata, allungò le mani verso la neonata come per dire "Dammela lei è mia" e la prese stringendola fra le braccia, intanto anche  il padre si avvicinò al letto e si sedette accanto a lei e le cinse le spalle con un braccio mentre con l'altra mano sembrava voler esplorare il corpo minuscolo della bambina che, sentendo le dita del ragazzo su di lei si contrasse leggermente e essunse un'espressione che sembrava approvare. Come fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo avesse sempre fatto, Anke si scoprì un seno e lasciò che la sua piccolina si nutrisse di lei. Avrebbe voluto vederla la sorella, ma sapeva che era una richiensta macabra e incoscente. Richard le diede un bacio sul collo, ma l'attenzione della ragazza era centrata sulla bambina, e sembrava non essersi nemmeno accorta del fatto che il suo fidanzato fosse lì con lei:
- Che nome le diamo? -
Allora Anke si distrasse e guardò Richard:
- Sylvia. -
Un'espressione convinta troneggiava sul volto della ragazza, Richard le diede un'altro bacio:
- Mi piace tanto, Sylvia Kruspe ... suona bene! -
L'infermiera si riprese la bambina riportandola in incubatrice, i due ragazzi erano in stanza soli, o quasi, ma Paul addormentato non contava:
- Scusa, ho esagerato, non dovevo andarmene ... -
Il ragazzo le diede un bacio molto intenso:
- Sono io che sono un cretino, ho fatto tanti errori e.. -
- Basta, non ci voglio più pensare, ti amo Richard -
- Anche io e non smetterò mai di farlo, mai -


****

Per tutti quelli che stanno pensando "ma un bambino non può nascere a 5 mesi e sopravvivere, sì, può succedere. Ambra, la mia sorellastra, è nata che pesava 900 g.
Ora, questo capitolo l'ho scritto il 4.6 ovvero il giorno del mio compleanno (yeeeah!) ma anche quello di Denise, un'amica a cui dedico questo capitolo, in parte.
Sylvia (che si legge Zylvia) è il nome tedesco di Silvia.
Molte mie amiche si chiamavano Silvia e voglio dedicare questo capitolo sopratutto a tutte le Silvie che ho conosciuto e che mi sono state accanto ma in particolare a quella ragazza che mi commenta tutti i capitolo e a cui tengo molto.
Grazie a tutti.
Ora che questa sembrava la perfetta conclusione per la fanfiction vi dico che non lo è :D già ci saranno altri capitoli U-U
  
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