Nient'altro che noi
“Bene dovrebbe essere questo”
pensò Nami avvicinandosi all' ombrellone, abbassò la testa finendo sotto di esso e spostando lo sguardo verso l'alto vide con sollievo la sua borsa arancione, sollevando le braccia tentò di afferrarla ma era troppo in alto, si diede della stupida ricordando che non era stata lei ad appenderla ma la sua sorellona che era di qualche centimetro più alta di lei, di conseguenza Nami non riusciva ad arrivarci, mise le mani sui fianchi innervosita, non aveva fatto tutta quella strada per poi rinunciare, vide lì vicino a pochi passi la sdraio, le venne la sciocca idea di aprirlo e di mettersi in piedi sopra di esso per arrivare alla borsa, ora ci arrivava anche se in precario equilibrio, l'afferrò ma nel tirarla troppo velocemente perse completamente stabilità finendo a terra con un ginocchio dolorante per la forte botta presa, si lasciò sfuggire un “Ahi che male! Accidenti!”
non con voce troppo alta era più un'imprecazione silenziosa, nel darsi della sciocca per essere caduta in maniera così stupida ed essersi procurata ora che stava notandola meglio una gran brutta sbucciatura, probabilmente aveva beccato prima della sabbia fredda anche un angolo dello sdraio,
“che caduta stupida!”
Pensò ancora....
“Namiii!!! sei quiiii?!”
Una voce da lei conosciuta fin troppo bene gli fece battere forte il cuore e pensare poco dopo
“Lui! arriva sempre nel momento in cui necessito del suo aiuto”
“Rufy!!”
Chiamò
Il capitano riconoscendo la voce della sua compagna, sorrise per poi correre in quella direzione, una volta arrivato di fronte a lei però il suo sorriso scomparve nel vedere la ferita sul ginocchio della ragazza
“Nami! Sei ferita”
disse prima di abbassarsi alla sua altezza
“Non è niente Rufy, tranquillo”
disse la navigatrice cercando di alzarsi
“Ti aiuto io!”
Lui gli porse la mano ma lei testarda, lo scostò dicendole
“Sto bene! Ce la faccio anche da sola!”
Ma quella bugia si rivelò nel momento in cui Nami una volta in piedi con il ginocchio piegato che continuava a sanguinare, tentò di fare un passo “Ah!” disse debolmente prima di cadere in avanti, dove finì contro il petto del suo capitano, entrambi arrossirono, Rufy la guardò e gli disse scostandogli una ciocca ribelle dal viso
“Sei una sciocchina Nami, non ce la fai da sola sai?”
Lei sbuffò cercando di mandar via anche l'imbarazzo, un tentativo fallito, e quindi sospirò prima di dire
“Allora...aiutami capitano”
“Ora ti riconosco, tranquilla ci sono qui io”
il tono così dolce che Rufy aveva usato fece arrossire ancora di più Nami, ma il gesto successivo la fece avampare del tutto, il capitano l'aveva sollevata da terra con dolcezza e presa tra le sue braccia forti, quasi fosse un principessa, lei non riuscì a guardarlo in viso voltando il capo dall'altro lato e Rufy sorrise per il dolce imbarazzo di Nami,
“Nami?”
“S-sì?”
balbettò lei
“Mi dici perchè sei venuta fin qui di notte? Sai Usop mi ha detto che avevi dimenticato qualcosa di importante....sai ero preoccupato, cosa cercavi?”
La domanda in un istante fece voltare Nami verso il viso di Rufy e chiese poi guardando verso il basso
“Rufy mi prenderesti la borsa?”
Lui annuì tenendola sollevata con un braccio, cosa che mise ancora un bel po' di colorito sulle guance di Nami visto che avvertiva per la prima volta da così vicino i muscoli del ragazzo tesi, Rufy gli passò la borsa e rimise il braccio intorno alle gambe di lei non intenzionato per il momento a farla scendere e...beh neanche Nami lo voleva a dirla tutta, aprì la borsa e prese in fondo da essa un cofanetto piccolo e grazioso dei colori del tramonto
“Che cos'è?”
chiese Rufy guardandolo
“Shsss zitto ora vedrai” le disse lei, aprendolo estrasse una collanina d'argento molto fine che si mise subito al collo, guardando poi Rufy
“Sai questa è un..ricordo..importante per me, me l'ha regalata mia madre insieme a Genzo e Nojiko, ricorderò per sempre quel momento, perchè era qualche giorno prima che accadesse...” non terminò la frase avvertendo il capo del suo capitano avvicinarsi al suo e posare la fronte sulla sua come per rassicurarla, Nami strofinando il naso con quello di Rufy sorrise, poi staccandosi proseguì “ Tu sei il primo che la vede, ha talmente tanti ricordi, me la porto dietro da prima di tutto questo, senza indossarla spesso perchè ho..paura che...”
Rufy questa volta parlò dolcemente interrompendola
“Non preoccuparti Nami, tranquilla”
Lei sentì gli occhi pizzicare, ma ricacciò indietro le lacrime, posando poi il volto nell'incavo della spalla di Rufy e passargli le mani intorno al collo stringendolo debolmente, anche Rufy l'abbracciò più stretta prima di incamminarsi...
Continua...