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Autore: Drake_o    06/06/2012    5 recensioni
Harry avvertì uno strano calore appena notò la mano di Draco, i suoi occhi umidi e la matita nera che colava in righe verticali sul suo viso. Si morse un labbro, trattenendo un sorriso.
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La notte di Halloween succede qualcosa che forza i due ragazzi ad una estrema intimità. Ma non è così facile cambiare le cose da un giorno all'altro. Dopo quella notte Harry comincia ad approfondire il suo sguardo su Draco e scopre molti segreti. Harry trascina anche i suoi amici in questa sua impresa, ma non senza conseguenze.
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La storia inizia il 31 Ottobre del terzo anno di Hogwarts. I Protagonisti hanno 13/14 anni.
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(Sul mio profilo c'è una nota esplicativa sul tema di questa storia.
L' Omorashi)
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Autore: Drake_o
Beta: Boann
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Note del capitolo:
 
TRAD TITOLO: Mio Luogo E Mio Tempo 
Ciao a tutti,
questo è il capitolo che non vedevo l'ora di postare. Spero che vi piaccia.
lo dedico a chi si domandava come fosse una scena erotica e omorashi.
questo è solo l'inizio di quello che potrebbe essere. E che sarà ;)
baci a tutti e grazie perché seguite la mia storia!! siete importanti!
 
adesso prendetevi la calma necessaria e attacate la musica! (link in fondo al capitolo)
enjoy. 
D. 

 
 





Capitolo Quindici

 
My Place And Time
 
 Senza titolo 


 
Qui
Sono il mio luogo e il mio tempo
Qui nella mia pelle
Posso finalmente iniziare
A lasciar passare oltre, il tardo secolo
 sotto questo il cielo notturno
Il domani non significa niente
 
Here
Are my place and time
And here in my own skin
I can finally begin
Let the century pass me by
Standing under night sky
Tomorrow means nothing

( Arcade Fire: Deep Blue)
 



 
Quella notte Ron non riusciva proprio a chiudere occhio. L'ira gli ribolliva dentro e continuava a rivedere in loop la scena di Draco nel letto di Hermione, immaginandosi le cose più assurde e che lo facevano rabbrividire.
Allungò il braccio sul comodino col cuore che martellava. Ringraziò mentalmente Fred e George per avergli insegnato l'incantesimo del sonno profondo, che usavano per assicurarsi di non svegliare i genitori mentre sgattaiolavano via di casa nella notte.
Lo lanciò sugli altri tre. Poi si alzò e andò verso il divano. Si fermò a guardare il Serpeverde che dormiva disteso su un fianco con il viso sprofondato nel cuscino e una mano aggrappata a un lembo della coperta.
Ron strinse gli occhi. Ricordandosi di tutte le volte che il biondo la aveva insultato e aveva deriso apertamente la sua famiglia e di quando lo aveva visto con Hermione e alle sue mani che gli stringevano il collo.
In quel momento avrebbe voluto prenderlo a calci, ma cercò di calmarsi e pensò a cosa avrebbero fatto i gemelli nella loro astuta malignità goliardica. Un sorriso gli si aprì sulle labbra.
Andò in bagno vuotò il bicchiere degli spazzolini e lo riempì di acqua tiepida.
Poi tornò al divano alzò la coperta e versò l'acqua piano piano tra le gambe di Draco. Per assicurarsi che si vedesse bene ne versò un altro bicchiere. Poi prese la bacchetta di Draco e la nascose sotto il letto di Hermione, rimise a posto gli spazzolini, e tornò a letto tutto soddisfatto.
Si addormentò come un bambino.
La mattina seguente Draco si svegliò e subito sgranò gli occhi. Si tirò su a sedere e sollevò le coperte in orrore.
Nello stesso momento Hermione, appena alzata, camminava verso la finestra legandosi i capelli e notò lo sguardo preoccupato del ragazzo.
"Che è successo?" gli chiese.
Draco abbassò le coperte di scatto e la guardò impassibile. Poi si voltò e vide che la sua bacchetta era scomparsa. Si sentì il cuore in gola.
"Draco?" Hermione lo scrutava con aria interrogativa.
 
Ron nel frattempo si era svegliato e si godeva la scena seduto sul letto facendo finta di stiracchiarsi. "Che cosa c'è Hermione?" chiese ad alta voce attirando anche l'attenzione di Harry.
Draco si voltò verso di lui fulminandolo con lo sguardo.
Harry si stropicciò gli occhi e si mise gli occhiali. 
Draco abbassò lo sguardo mentre Hermione ancora lo fissava.
Improvvisamente si alzò dal divano, ci gettò sopra la coperta con rabbia e andò a chiudersi in bagno.
Hermione, Harry e il soddisfattissimo Ron lo videro passare con il pigiama bagnato e rimasero in silenzio.
 
Poi Ron scoppiò a ridere.
"Ron!" Hermione lo riprese subito con un tono piuttosto duro.
Harry si alzò e andò al divano, sollevò la coperta e vide la macchia bagnata.
Ron riprese a ridere "Malfoy! Quanti anni hai?" gridò.
"Piantala Ron" disse Harry serio.

Draco rimase con la schiena sulla porta e le braccia incrociate.
Da bambino gli era capitato, a volte di bagnare il letto ma...non dopo i tre anni! Non poteva credere che gli fosse successo proprio ora e proprio là!
Chiuse gli occhi ingoiando la rabbia alla voce di Ron che lo chiamava. Si guardò i pantaloni e li toccò con sospetto.
 
Hermione incrociò le baraccia guardando il divano. Poi prese la bacchetta e la roteò sulla macchia bagnata.
"Opus aperi!" disse e tutto il liquido si staccò dalla stoffa del divano e si sollevò lasciandolo asciutto. Fluttuò sopra di esso rivelando la sua composizione chimica come H2O.
Harry e Ron la guardarono stupiti.
"E' acqua!" disse Hermione. E la fece sparire con un gesto veloce della bacchetta.
Sentendo la voce di Hermione, Draco ebbe la conferma dei suoi dubbi e capì subito cos'era successo.
Ron deglutì e perse il sorriso. "Beh... se uno beve acqua.." cercò di deviare i sospetti ma non fece altro che attirarsi due sguardi accusatori.
"Ok Ron, perché questo scherzo di dubbio gusto?" chiese Harry guardandolo negli occhi.
Draco uscì dal bagno guardando Ron "Restituiscimi la bacchetta! Adesso!" disse freddamente.
Ron lo guardò corrucciato. "Io non l'ho presa!" mentì.
Hermione, sospirò. "Adesso basta. Ron, la bacchetta." disse.
 
"Senti come lo difendi... neanche fosse tuo figlio!" disse Ron infuriato e il gelo calò nella stanza.
Draco si avvicinò a Ron che era ancora seduto sul letto sotto le coperte "Non te lo voglio chiedere un'altra volta, Weasley"
Ron si alzò e andò prendere la bacchetta sotto il letto di Hermione che lo rimproverò subito.
"Speravi di dare la colpa a me?!" disse guardandolo con sufficienza.
"N...No..Io.." Ron era in imbarazzo. Intanto Draco gli strappò di mano la bacchetta, prese i suoi vestiti e si chiuse in bagno.
"Non mi aspettavo che fossi tanto maligno!" disse la ragazza.
Harry lo guardava serio senza dire niente. Cosa che ferì Ron più di una raffica di insulti.
 
Quella mattina Ron e Draco camminavano a un miglio di distanza, per le strade della città. Harry e Hermione fianco a fianco si voltavano di tanto in tanto a guardarli.
"Che vacanza pietosa..." sibilò Hermione.
Harry sorrise tristemente e scosse la testa. "Senti, ma dove hai imparato quell'incantesimo per rivelare la composizione chimica? Sembra roba molto avanzata"
Hermione lo guardò confusa "Hem...strano...Non me lo ricordo" disse sembrando molto sincera.
Si rilassarono nel giardino botanico. Poi verso l'ora di pranzo si sedettero a mangiare un panino sulle panchine di un parco. Hermione aveva provveduto a tutto. I panini con ogni tipo di prelibatezza toscana e le bevande babbane da lei preferite.
Ron si attaccò alla bottiglia da un litro di tè freddo alla pesca e se la scolò tutta nel giro di mezz'ora.
Gli altri si divisero della Coca Cola che Draco in principio assaggiò con diffidenza.
Passarono il pomeriggio camminando per il mercato aperto di San Lorenzo e le strade del centro. Harry e Hermione camminavano sempre insieme, Ron li ignorava mantenendosi a distanza e Draco camminava quasi sempre dietro tutti.
Così facendo aveva notato che Ron continuava a guardarsi intorno con un espressione preoccupata.
Mentre erano dentro un grande negozio di caramelle lo vide stringersi una mano al cavallo dei pantaloni e piegarsi in avanti mentre era fuori dalla vista degli altri.
Più tardi mentre camminavano per una strada un po' isolata, Draco si fermò. Vide Ron bloccato in mezzo al marciapiede che tremava pestando i piedi a terra. Conoscendo bene la situazione si rese conto meglio di lui cosa stava per succedere. Guardò Harry e Hermione che erano molto più avanti. Prima che si voltassero afferrò il braccio di Ron e lo trascinò in un vicolo deserto.
"Lasciami!! Malfoy! Che vuoi fare??" si dimenava Ron e si piegò in avanti mugolando.
Il biondo lo spinse voltando l'angolo, in un altro vicolo. Quando lo lasciò, Ron si guardò con orrore i pantaloni fradici e la pozza che si stava allargando ai suoi piedi.
Draco si voltò di spalle per dargli un po' di privacy. Tirò fuori la bacchetta e si sporse dietro l'angolo controllando che Harry e Hermione non li stessero seguendo. Ron improvvisamente si avvicinò a lui, lo spinse contro il muro e gli tirò una ginocchiata tra le gambe.
Draco si piego in due con un gemito e Ron gli dette un pugno in faccia buttandolo a terra. La bacchetta di Draco rotolò sul pavimento.
"Bastardo! Adesso come torno da Hermione!!" Urlava Ron furioso "Ti volevi vendicare? Non ti basta quello che già stai facendo?"
Draco ebbe la conferma che il Grifondoro non conosceva incantesimi di pulizia. Si sollevò sulle braccia tremando e cercando di sopprimere la voglia di vomitare. Sputò il sangue e si passò il dorso della mano sulla bocca.
"Weasley, sei un completo idiota!" disse con la voce sforzata.
"Ron! Draco!" La voce di Hermione venne da in cima al vicolo"
Il rosso entrò nel panico. "Maledetto! Che faccio adesso?! Questa me la paghi!"
Draco lo guardò accigliato, si sforzò di arrivare alla bacchetta e un secondo dopo Ron sentì un soffio di aria calda andare dalla punta dei suoi piedi fino ai capelli.
Hermine sbucò dal vicolo insieme a Harry.
Ron si guardò i pantaloni asciutti e sospirò. Poi guardò Draco indignato.
"Draco!" Harry si chinò su di lui. "Che è successo?"
"Gli ho dato un calcio nelle pa..." Ron si fermò rendendosi conto di non avere una prova contro di lui o una motivazione al suo gesto.
"Ron!" Hermione era sempre più disgustata.
 
 
Mentre Draco era seduto su una panchina con i gomiti sulle ginocchia, Hermione tornò dalla fontanella con un fazzoletto bagnato e si chinò davanti a lui passandoglielo sul labbro sanguinante.
Draco la guardò un po' malinconico.
Gli ricordò come sua madre si prendeva cura di lui senza quasi mai fare uso della magia. Quei gesti babbani di Hermione erano così materni e così familiari.
"Grazie Grang... Hermione" si sforzò di dire.
Hermione per poco non cadde all'indietro "Figurati... come ti senti?" gli chiese alzandosi in piedi davanti a lui.
"Meglio" disse Draco, anche se il dolore era ancora piuttosto forte.
Hermione si chinò su di lui e lo baciò sulla fronte.
 
Poco lontano Ron ruggì di rabbia "L'ha baciato!!"
"Ron guardami!" diceva Harry "Stava cercando di aiutarti!"
"Ti dico di no Harry! Voleva che tornassi da Hermione coi pantaloni bagnati per vendicarsi! E poi visto che lo avevo picchiato, mi ha asciugato prima che arrivaste così sembrava che io avessi fatto tutto da solo! E proprio furbo!"
Harry alzò gli occhi al cielo "No, non è andata così... stai delirando."
Ron incrociò le braccia e guardò verso Draco ed Hermione.
Harry sospirò "Possibile che non ti rendi conto che così stai peggiorando le cose? Fermati un attimo e pensa! Tutto quello che stai combinando spinto dalla gelosia ti sta facendo sembrare peggiore di lui! Invece che conquistare Hermione o far sembrare Draco meno attraente stai facendo tutto il contrario! Ti stai mettendo dalla parte del torto! Sei quello prepotente e arrogante... e a Hermione non piacerai mai così!"
Ron lo guardò e sbuffò.
"Per l'amor di Merlino! Tu sei Ron Weasley e lui e Draco Malfoy non il contrario!" disse guardandolo negli occhi. "Ti consiglio di andare a chiedergli scusa, tanto per cominciare"
"Non me ne importa niente!" ululò Ron con lacrime di rabbia negli occhi "Che stiano insieme se vogliono!"
Harry strinse gli occhi. "Non esiste! Non staranno insieme!"
Ron lo guardò stupito. "Sei geloso?"
Harry arrossì.
"Non dirmi che anche a te piace Hermione!" il rosso sgranò gli occhi in orrore.
Harry lo guardò confuso. "N...No..." disse con cautela.
"Ah, meno male... mi ha fatto prendere un colpo" disse Ron sospirando.
"Vai a chiedergli scusa, dammi retta.." Harry si affrettò a cambiare discorso.
 
Dopo un po' Ron si avvicinò alla panchina e Draco alzò lo sguardo stringendo gli occhi alla luce diretta del tramonto.
"Mi dispiace" disse il rosso guardandolo dall'alto in basso, con un tono veramente poco convinto.
Draco ricambiò lo sguardo senza rispondere.
 
Tornarono in albergo con cartoni di pizza e bottiglie di acqua.
Mentre Hermione preparava il tavolo della camera, e Ron si toglieva la maglia, Draco si lavava le mani in bagno quando Harry entrò "Scusa posso? Non ce la faccio più!" disse.
Draco lo guardò. "Ok...Potter"
"Scusa, scusa" disse lui sbottonando in fretta i pantaloni e sollevando la tavoletta. Subito si udì lo scroscio nel water.
Draco sentì un brivido sulla schiena e le gambe gli tremarono per un attimo. Si immobilizzò senza capire il significato della sua reazione. Guardò Harry di spalle e senza rendersene conto apprezzò il sedere alto e piccolo che disegnava la sua forma attraverso i suoi pantaloni. Poi si voltò verso la sua immagine nello specchio guardandosi stupito. Si asciugò le mani ed usci in fretta dal bagno.
 
Mentre mangiavano Hermione guardò Draco che prendeva piccoli morsi dalla pizza, seduto elegantemente. Poi guardò Harry e Ron che si ingozzavano disordinatamente mentre parlavano. Sorrise pensando che non le dispiaceva nessuno di loro.
"Mi mancherà questa pizza!" disse Harry.
"Mi mancherà tutto di questa vacanza " disse Ron. "Tranne Malfoy!"

Draco lo guardò sopra l'orlo del bicchiere da cui stava bevendo, senza dire niente.
"Già, anche se stai zitto, lo so cosa stai tramando..." disse Ron.
"Basta Ron!"  Hermione sbuffò. "Ho preso un dolce ne volete?" disse mettendo a tavola una torta con panna e fragole.
"No grazie" disse Draco quando lei gli passò il piatto.
"Che hai paura di ingrassare?" lo schernì Ron.
"Tu di sicuro non ne hai" rispose lui freddo.

Ron prese un cucchiaino di panna poggiò l'indice sulla punta del cucchiaino e lo lanciò a mò di catapulta sulla faccia di Draco.
Il biondo trasalì quando la panna si spiaccicò sul suo viso.
"Ron ! Ma che ca..." Harry lo guardò male.

Draco si passò una mano sul viso e guardò Ron con disprezzo. "Cosa sei, ritardato?"
"Sì sono ritardato! E allora? Meglio che essere un maniaco dell'autocontrollo e figlio di un Mangiamorte!" lo schernì il rosso.
"Ron!" Hermione lo fissava fin troppo arrabbiata.
Draco lo guardò in quel modo che Ron odiava. In fondo agli occhi grigi c'era qualcosa di imprevedibile e inquietante. Un bagliore rosso...

Il biondo si alzò da tavola e andò a lavarsi il viso nel bagno. Cercò di calmarsi, sentì il braccio bruciare leggermente. Quando tornò nella camera, andò davanti alla finestra e guardò fuori.

Ron si alzò da tavola e si avvicinò a lui.
"Vorrei chiarire un punto, Malfoy. Qualsiasi cosa tu abbia cercato di fare oggi, non l'ho apprezzata! Non voglio favori dai figli dei Mangiamorte!"
Draco chiuse gli occhi "Chiudi quella bocca Weasley"
"Ron, per favore. Smettila" Harry si alzò in piedi.
"Lo so cosa stai cercando di fare!" urlò Ron inseguendo Draco che stava camminando verso la porta della camera deciso ad uscire.
"Stai cercando di portare Harry dalla parte di quelli come tuo padre! Sei molto astuto ad usare Hermione come esca! Ma io non ci cadrò nella tua trappola.."

Draco si voltò, ma con tutta la forza di volontà non riuscì a fermarsi, si avventò su Ron buttandolo a terra come un animale sulla preda.
Era sopra di lui, il corpo teso come un arciere, con una mano lo teneva per il collo e l'altra in alto pronta a tirare un pugno.
Ron si copriva il viso con le braccia.
Draco lo guardò un momento e abbassò la mano "Complimenti per il coraggio, leone!" si alzò e uscì dalla camera.
 
Quando Ron tolse le braccia dal gli occhi trovò Harry e Hermione che lo fissavano seri.
"Avete visto la reazione?! Ho ragione! Altrimenti perché se la prenderebbe così?"
Harry sospirò.
"Ron" disse Hermione "Tu non lo conosci... non è come credi"
"Tu invece lo conosci bene vero?" insinuò Ron.
Hermione si voltò e uscì dalla stanza.
 
Draco si era appoggiato alla ringhiera del balcone nel corridoio dell'albergo.
La ragazza uscì sul balcone e lo abbracciò da dietro.
"Mi dispiace, Draco"
Ma lui si alzò e la respinse scuotendo la testa.
La ragazza si sentì spezzare il cuore.
"Weasley è geloso di te. Ti vuole bene" disse Draco, trovandosi sorpreso delle sue stesse parole. Non sapeva perché, ma era certo che Ron voleva bene a Hermione. Mentre lui... era solo un pericolo per tutti loro.
"Ha ragione" disse poi, mentre lei lo guardava triste, "Weasley ha ragione" ripeté.
"Non devi starmi vicino, nessuno di voi deve farlo. Io... non vi voglio intorno! Quando saremo di nuovo a Hogwarts non saremo amici e non andremo in giro insieme!"
Hermione aveva gli occhi lucidi. "Ho capito" disse piano. Rientrò nel corridoio e andò verso la camera.
Harry e Ron erano sul terrazzo della stanza.
"Ron se non ti dai una calmata la perderai per sempre!"
"Ma Harry! Non capisci che è pericoloso? Ho sentito dire a mio padre che secondo lui Lucius Malfoy è impelagato con i Mangiamorte!"
"Questo non vuol dire che lo sia anche Draco! Lascia che ognuno di noi abbia la sua opinione!" disse Harry innervosito.
Ron lo guardò perplesso.
 
-*-
 
La mattina successiva dormirono un po' di più. Ron e Draco sotterrarono momentaneamente le asce di guerra nel silenzio e la giornata trascorse senza troppi litigi. Hermione portò i ragazzi a passeggiare lungo il fiume, e al tramonto giunsero a Ponte Vecchio.
"Qui gli amanti sigillano il loro patto in lucchetti di ferro, alla ringhiera del ponte e poi gettano la chiave in acqua" disse la ragazza guardando I grappoli dorati appesi all'antico ferro battuto.

Mentre Ron e Harry leggevano incuriositi i nomi sui lucchetti, Draco si appoggiò alla ringhiera e guardò il panorama.
Hermione si affiancò a lui.
"Domani tuo padre ci aspetterà, dobbiamo essere pronti. Forse se arriviamo con un piano... Siamo sempre quattro contro uno." disse ottimista.
"Non credo che mio padre si farà fottere da quattro tredicenni.. Ma grazie per la stima" disse Draco toccando casualmente i lucchetti appesi. Ne sollevò uno e lo guardò.
"Andiamo?" disse Harry da lontano, "Ho una fame!" e cominciò a camminare.

Hermione sorrise guardando Draco. Sollevò una mano e lentamente gli accarezzò il viso
"Tu sei più intelligente di tuo padre. Non avere paura di lui" gli disse.
Draco la guardò turbato e strinse gli occhi.
"Granger?"
"Sì?"
La fissò ancora per un attimo.
"No, niente..." disse lui, poi si voltò e si incamminò dietro a Harry.
Hermione si trattenne un momento sul ponte. Di nascosto, tirò fuori dalla tasca un lucchetto antico, lo avvicinò alla bocca e sussurrò qualcosa. Poi lo attaccò alla ringhiera. Lo chiuse con tre chiavi, ne gettò una in acqua e mise le altre due in tasca.
Si allontanò girandosi una volta guardare il lucchetto.
 
                    
 
-*-
 
Quella notte Harry fece uno strano sogno. Due mani si stringevano per i polsi mentre del sangue colava lentamente sotto di esse.
Si svegliò a notte fonda e si sedette sul letto grattandosi la cicatrice. Inforcò gli occhiali e vide Draco di spalle, seduto sul divano con il viso tra le mani.
Guardò Ron e Hermione che sembravano dormire profondamente. Per sicurezza lanciò un incantesimo Muffliato e isolò i suoi due amici dai suoni della stanza.  Si alzò piano e andò davanti al divano.
"Tutto bene?" chiese .

Draco alzò lo sguardo spostando le dita.
"Sì" disse e si distese sul divano con un braccio sugli occhi.
Harry si sedette sul tappeto davanti a lui e prese a dondolarsi avanti e indietro, abbracciato alle ginocchia. "Stai pensando a domani?" chiese.
 "Sì" disse di nuovo il biondo. Scostando un poco il braccio dal viso, girò la testa verso Harry che in quella posizione, alla luce ambrata dei lampioni che entrava dalla finestra, sembrava proprio un bambino.
"Pensi che il piano di Hermione possa funzionare?"  

Draco si girò lentamente sulla pancia e poggiò il mento sulle braccia. "Onestamente, non lo so" disse. "Odio dire questo ma mio padre non può non sapere cos'è un Passatempo e sarà lì ad aspettarci. Non se ne sarà andato. E anche Hermione lo sa. Però è un'ottima leader e pensa che abbiamo bisogno di un piano anche se non lo useremo, per sentirci meno vulnerabili. Sono certo che non abbia parlato in modo ingenuo."

Harry lo ascoltava a bocca aperta. Come aveva capito bene Hermione in poco tempo! E come la stimava! Aveva ragione e...beh se lei lo avesse sentito in quel momento, gli avrebbe chiesto di sposarla! Magari pure di fronte a Ron...
Pensando alla scena, gli venne da ridere. Gli partì una di quelle risate isteriche a scoppio che cercò di trattenere per non fare troppo rumore.

Draco si voltò verso di lui "Cosa ti diverte tanto, Potter?" disse con tono offeso.
Harry lo guardò e il fatto che si fosse già offeso lo fece ridere ancora di più, "Pppfffffffff " si portò una mano sulla bocca.
Un attimo dopo con un rumore sordo, un cuscino colpì la faccia di Harry.
Quando cadde e rivelò il ragazzo con i capelli dritti e gli occhiali storti. Draco si morse un labbro per non sorridere. "Perché ridi di me?"
"Non rido di te!" si lamentò Harry aggiustandosi gli occhiali "Certo che sei permaloso!"

"Ti sto parlando seriamente e tu scoppi a ridere?" ribatté Draco. "Sei proprio cerebroleso!"
Harry scoppiò di nuovo in una risata silenziata. Aveva le lacrime agli occhi e le guance rosse. Gli sembrava di essere in classe, davanti a Piton in preda ai fumi della pozione esilarante.

Nascose il viso tra le ginocchia cercando di fermare la risata, che gli partiva direttamente dal petto.
"Dimmi perché ridi di me!" Draco lo guardava con un sorriso nervoso, che lo divertì un sacco.
Gli rivolse gli occhi lacrimanti "Non sto ridendo..." si fermò e deglutì in preda ai singhiozzi "di te-heehehehe" non riusciva a fermarsi. "Paranoico!" disse in un ultimo sforzo.
"Potter la finisci? Sei ubriaco?" Draco lo guardò pesando che avesse davvero qualche rotella fuori posto. Però doveva ammettere che era buffo.
"Scusa..." disse Harry cercando di respirare "Non so cosa mi stia prendendo, mi sento come... quando sei in classe e non puoi ridere..capisci?"

"Certo!" disse Draco seccamente "E' perché sei folle." e si sdraiò di nuovo sulla schiena.
Harry prese un cuscino e glielo tirò in faccia. Draco sollevò il cuscino ma Harry saltò sopra il divano a cavallo del suo stomaco, fermandogli un braccio con il ginocchio.
"Potter che ca..."

Harry gli pressò il cuscino sulla faccia "Non dire parolacce!" disse. Poi subito alzò il cuscino e lo guardò. Una striscia rosa attraversava il viso di Draco per orizzontale sotto gli occhi indignati e semicoperti dai ciuffi di capelli.
"Scendi, Potter!" ordinò a denti stretti.
Harry gli pressò di nuovo il cuscino sul viso, ridendo piano "Ssshhh! Sveglierai quei due!"
e rialzò il cuscino.

"Potter alzati da lì! Mi scappa!" si lamentava Draco con gli occhi lucidi, contorcendosi sotto le gambe di Harry mentre cercava di respingere con il braccio libero, il cuscino che il moro stava riabbassando su di lui.
La risata di Harry era cristallina come quella di un bambino. Alzò il cuscino ancora. "Che hai detto?" chiese con innocenza.
"Aah! Aha! Piano!" Draco stringeva gli occhi mentre Harry si aggiustava seduto su di lui.
"Devo fa.." il cuscino ripiombò sul suo viso.
"Falla pure, ci sono abituato!" disse Harry.

Draco si liberò il braccio dal suo ginocchio "Potter!"
Lottarono uno contro l'altro, con in mezzo il cuscino finché Draco non lo spinse via e Harry perse l'equilibrio cadendo in avanti sopra di lui.
Un secondo dopo i loro occhi erano alla distanza minima di messa a fuoco.
Harry smise di sorridere e si sentì un po' strano. Guardò gli occhi grigi brillare nella penombra dietro i ciuffi biondi disordinati, la pelle bianca e liscia del suo viso, le belle labbra semiaperte e provò l'impulso di continuare a scendere e toccarle con le sue. Draco rimase immobile per un attimo fissando gli occhi verdi che lo ipnotizzavano.

"Scendi, maledizione!" ringhiò poi in un fremito, spingendolo.
"No!" disse Harry e si sedette un po' più indietro sopra di lui, notando improvvisamente che Draco sembrava piuttosto eccitato... Arrossì. Ma la cosa gli fece solo venire voglia di continuare.

"Giuro che te la faccio addosso se non ti alzi!" si lamentò il biondo.

"Avanti falla, non sarebbe la prima volta!" disse Harry con una malizia molto infantile.

"Scendi!"

"No"

"Ok!" disse Draco in tono di sfida.
Harry lo guardò mentre ancora gli teneva i polsi bloccati e sgranò gli occhi quando sentì il calore sotto di sé. Subito dopo, un sorriso gli distese le labbra.

"Guarda che scherzavo!" disse, ma non si spostò.
Draco sorrise ma il suo sguardo era ancora un po' offeso e incrociò le braccia sul petto "Cavoli tuoi Potter! Io non riesco più a fermarmi!"
Harry scoppiò a ridere, senza domandarsi quanto tutto quello fosse così assurdo, perché si sentiva terribilmente euforico.
Sentiva tutto, il getto e il calore che si ampliava sotto di lui, che scendeva tra le sue gambe sull' addome di Draco e poi sul divano. Era una sensazione nuova, era eccitante, ma somigliava molto a un gioco innocente o a un dispetto tra bambini. Decise che gli piaceva ma non sapeva come esprimere quello che sentiva.

"E' calda" fu tutto quello che riuscì a dire.

"Bella scoperta, genio" ribatté Draco che ormai si era rilassato con le bracci a dietro a testa. E si lasciò andare fino alla fine, sospirando.

"Non ci credo che lo hai fatto davvero!" rise Harry sapendo di metterlo in imbarazzo e trovò adorabile lo sguardo che ricevette in risposta.

"L'hai voluta Potter. Così impari a scherzare con me!"

"Ppfff! Sbruffone!" Harry sbuffò ridendo poi lo guardò negli occhi.  "Tra un po' affoghiamo se non ti fermi"

"Ti affogo io Sfregiato, non so cosa ti faccia venire queste idee..."
 
Ci fu un attimo di silenzio in cui Harry sentì un brivido dietro la nuca e si tuffò su di lui.
 Draco lo bloccò, le mani aperte sul suo petto "Che cavolo fai Potter?"

"Come se quello che abbiamo fatto finora, fosse normale!" sussurrò Harry, gli spostò le mani, si abbassò e lo baciò sulle labbra.
Draco tremò. Il suo braccio cominciò a bruciare e la cicatrice di Harry a pizzicare.
Le labbra calde di Harry premevano sulle sue. Era una sensazione che non assomigliava a niente che avesse mai provato prima. Il cuore gli batteva all'impazzata.... e si mise a piangere.
Si staccarono e si guardarono.

Harry spalancò gli occhi quando notò le sopracciglia chiare, tese in un'espressione ferita e le lacrime che scendevano sulle tempie bagnando i capelli biondi.

"Ti ho fatto male?" chiese preoccupato e lo fissò mentre lo sentiva, sotto di lui, scosso dai singhiozzi. Cosa lo aveva fatto piangere?

"No!" disse Draco asciugandosi gli occhi.

"Ma.. perché...?"

"Alzati Potter!" ribatté Draco, cercando di ignorare cos'era appena successo e l'erezione di Harry che gli premeva sulla pancia.

Harry si spostò all'indietro e si sedette sul divano tra le ginocchia aperte di Draco. Lui si tirò su, trovandosi Harry di nuovo a due millimetri dal naso e le gambe incastrate sotto le sue. I pigiami bagnati gli si appiccicavano addosso ma nessuno dei due provò disagio per quello o si guardò con disgusto.
Draco si sentiva un cumulo di malinconia e frustrazione nel petto. Non gli piaceva essere fuori controllo e in quel momento, lo era stato totalmente. Si era fatto rapire da qualcosa di ignoto e più grande di lui.

"Cosa vuoi da me?" gli chiese tra le lacrime.
Harry in risposta lo strinse tra le braccia.
Draco chiuse gli occhi arrendendosi alla forza inesorabile che scorreva in tutto il suo corpo, come sangue bollente nelle vene. Lentamente portò le sue braccia intorno a Harry ma senza stringere, poggiò le mani sulla sua schiena.
Harry sospirò alla sensazione di benessere che quel gesto gli provocò. Sentì le lacrime bruciare negli occhi e avvertì l'ultimo singhiozzo soffocato, far fremere le spalle dell'altro.


Draco sentì il profumo di Harry. Era soave e rassicurante, il calore della sua pelle e la forza del suo abbraccio erano la cosa più bella che avesse mai provato, ma per qualche motivo ebbe paura e si tirò indietro cercando di evitare il contatto visivo.
Scese dal divano in silenzio e prese la bacchetta per ripulire tutto.
Anche Harry si alzò.
 
Lanciati gli incantesimi, Draco sospirò e si sdraiò di nuovo sul divano accavallando le gambe e incrociando le braccia dietro la testa.
Harry lo guardò asciugandosi gli occhi. "Se vuoi dormire me ne vado" disse piano. "Io non ho sonno..." aggiunse stiracchiandosi.
Draco lo scrutò in silenzio.
"Allora resta. Neanche io ho sonno" disse poi.
Harry sorrise mentre Draco prendeva i grandi cuscini dello schienale del divano glieli passava.
"Grazie!" disse lui stendendoli sul tappeto accanto al divano. Erano così comodi che sembravano quasi un letto.

Harry cercò di cambiare discorso e divagare da ciò che era successo per non cadere nell'imbarazzo che aveva gelato quel momento meraviglioso. "Tornando alle cose serie... Domani dovremo essere pronti a tutto."
"Sì" disse Draco e lo guardò negli occhi "Però promettimi che tu e gli altri ve ne andrete subito."
"Lo sai che non posso promettertelo" la notte era fredda e rabbrividì stringendosi nelle braccia.

Draco aprì la grande coperta e la divise con lui.
"Oh, grazie!" sibilò Harry quasi commosso.
"Dovete correre più veloce che potete e lasciare la stanza."
"Faremo del nostro meglio per correre. Va bene?"
"Allora non vuoi capire." disse Draco freddamente.
"Non ti lascerò là con lui!" ribatté Harry
"Harry! E' mio padre!" il biondo lo guardò adirato. " Che farai? Verrai a salvarmi dalle vacanze estive?"

Harry lo fissò smarrito. Lo aveva appena chiamato per nome. "Certo che verrò" disse fermamente.

Draco sospirò e si girò dall'altra parte "Buona notte, Potter"

"Notte.." disse Harry un po' imbronciato. Non avevo voglia di dormire! pensò.
Si sdraiò tirando su la coperta fino al naso. Non capiva perché, ma avere Draco lì accanto, lo faceva sentire al sicuro e rilassato. Alla fine si addormentò e per la prima volta dopo tanti anni con il sorriso sulle labbra. Dormì un sonno profondo e riposante come quello di un neonato.
Dopo un po' Draco si voltò. Vide che Harry già dormiva, poggiò il viso su un braccio osservando qualche istante l'espressione serena del bambino sopravvissuto.
Si sentì improvvisamente scaldare il cuore da quelle labbra rosa semiaperte e sorridenti e i capelli spettinati che scoprivano la cicatrice sulla fronte.

"Chissà che hai da ridere" sussurrò. Poi gli sfilò piano gli occhiali, li chiuse e li poggiò sul tavolino, prima di sdraiarsi di nuovo chiudendo gli occhi.
 
-*-
 
La mattina seguente Hermione si svegliò per prima, scese dal letto e si voltò verso il divano. Si avvicinò e guardò con un tenero sorriso i due ragazzi che dividevano la coperta.
Draco si svegliò più tardi con il rumore della doccia. Si voltò e vide Harry. Un canto stonato gli disse che sotto la doccia c'era Weasley.
Si sedette sul divano stropicciandosi la faccia e improvvisamente si ricordò ogni singolo particolare della notte precedente. Si abbracciò le ginocchia.
La sua mente era bianca come un foglio di pergamena, come se niente dentro di lui avesse il desiderio di muovere un qualsiasi giudizio, positivo o negativo, su ciò che era successo. Un'aula  di tribunale vuota e l'imputato che si guardava intorno smarrito.
Harry si svegliò di colpo ad un acuto di Ron.
Guardò l'immagine sfocata sul divano, che lo rassicurò dicendo "Weasley in doccia"
Draco soffiò leggermente col naso sorridendo alla faccia di Harry, mentre tastava il pavimento alla ricerca degli occhiali, che peraltro non ricordava di aver tolto. Sembrava una talpa appena uscita da un buco. Una talpa carina.
Il biondo allungò un braccio sul tavolino e gli passò gli occhiali.
"Ah, grazie" disse Harry.
 
-*-
 
L'ultimo giorno trascorse in fretta. Dopo tutta la tensione di quelli precedenti, Hermione era riuscita a pacificare l'atmosfera. Harry non capiva come facesse ma in quei giorni l'aveva trovava diversa, più matura del solito, ancora più esperta e un po' incauta.
La ragazza aveva parlato con Ron mentre Harry e Draco avevano passeggiato fianco a fianco in silenzio. Non erano riusciti dirsi una parola su quello che era successo. Un incredibile imbarazzo, rispetto alla disinvoltura con cui avevano gestito almeno parte della cosa.
Draco continuava a chiedersi cosa lo avesse fatto piangere. Concluse che erano state lacrime di paura, per aver perso il controllo di sé come mai prima di allora.
Quel bacio era stato inevitabile come la forza che attrae due calamite. Era stato assurdo come fare meno per meno o zero per zero. Fuori dal tempo e dallo spazio come un triangolo delle bermuda, in cui tutto ciò che li circondava era sparito per un lunghissimo minuto.
Era stato solenne, ancestrale, atavico,
come se lì, su quelle labbra, fossero il suo tempo e il suo luogo.
Per sempre.
Senza che il domani avesse più un significato.
 
-*-
 
Prima che arrivasse la mezzanotte, i quattro si prepararono per tornare. Riuniti al centro della stanza d'albergo si guardarono negli occhi.
Hermione si tolse l'orologio da polso e lo tenne in mano contando i minuti.
 



...Continua
 
h+d
 

 




Note conclusive:
 
Grazie per aver letto, spero che la scena omorashi non vi abbia disgustato!
vi prometto che non passerà troppo tempo prima che i due cuccioli si incontrino di nuovo.
intanto vi prego di esprimere il vostro commento! sono molto curiosa!
D.
E come sempre la musica vale la pena di un'ascolto e anche il video è proprio carino!
MUSIC http://www.youtube.com/watch?v=oeuLtcVuFHU&feature=related 



 
  
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