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Autore: Franca    24/12/2006    0 recensioni
Venezia. Metà 700'. Una ragazza nobile in un mondo che non le appartiene e un amore impossibile. non giusto, scandaloso. Leggete e commentate numerosi!! Franca
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I CAPITOLO

I CAPITOLO

 

Venezia. 1753.

Una giovane di 17 anni stava leggendo attenta un libro sulla sua poltrona di taffettà azzurra. Non si accorse nemmeno che un batuffolo bianco, il suo gatto, stava graffiando con le unghie la gamba del prezioso scrittoio di ciliegio.

Arrivata alla fine del capitolo, alzò lo sguardo, pensierosa. era una ragazza piuttosto bella: lunghi capelli ramati , raccolti in un fermaglio di tartaruga, le ricadevano ordinati sulle spalle, incorniciando il viso di un candore eccezionale. Le labbra erano piene e rosse, mentre gli occhi piccoli e verdi.

Sentì uno strano rumore provenire dalla sua sinistra. Si girò e vede il gatto che si stava facendo le unghie sul prezioso mobile. si alzò Velocemente, e lo sollevò da terra, procurandosi un graffio sulla mano destra, risultato della stizza del gatto per essere stato bloccato nella sua attività preferita. Si avvicinò alla finestra, sempre tenendo l’animale fra le braccia, avvolte dalle maniche di un bellissimo abito rosso intenso, con merletti dorati e pieghe.

Guardò fuori, al di là del vetro: la vita mattutina di Venezia, era sempre la stessa: il Canal Grande era solcato da gondole e barche, con a borda nobili o non; le strette vie erano gremite di gente: chi si allontanava indaffarato verso la propria bottega, chi passeggiava tranquillo coi propri bambini, chi chiedeva l’elemosina, camminando disperato fra la folla con in mano un cappello malconcio.

La giovane si girò verso il tavolo dov’era poggiato l’orologio: le 9:27. di lì a pochi minuti sarebbe arrivato il precettore, per la solita lezione mattutina. La voce della sua matrigna non tardò ad arrivare. Eh già, matrigna. Matrigna poiché la ragazza, era rimasta orfana fin da piccola, ed era stata adottata da una famiglia nobile veneziana in cui viveva da ormai 14 anni, con altre 4 ragazze, pure loro adottate. Non andava d’accordo con i suoi genitori: la giovane era di carattere vivace, frizzante, sempre pronta alle novità. Ma spesso i genitori le tappavano le ali, considerando il fatto che era una donna, sottomessa ai doveri della società, e quindi, non era giustificato il fatto che

Potesse dedicarsi a svaghi di ogni genere. Ma era proprio questo di cui aveva bisogno. Tante volte aveva sognato di andarsene da quella casa, correre nei prati, visitare quei magnifici luoghi che erano descritti nei numerosissimi libri che aveva letto. Come le Americhe. Oh si le Americhe, che sogno… posti sterminati, spiagge bianche e immense, foreste, animali ed uccelli colorati….

-CARLOTTAAAAAAAAA???? FORZA SBRIGATI, C’E’ IL MAESTRO-

La ragazza tornò velocemente alla realtà. Fece scendere il gatto, si stirò velocemente l’abito con le mani, si sistemò i capelli e sbuffando, prese dei grossi volumi dal vano dello scrittoio.

Uscì frettolosamente dalla sua camera e fece un timido inchino al suo precettore Antonio Crespi, un aitante giovanotto di vent’anni, che da quando era stato assunto in quella casa, aveva messo gli occhi addosso a Carlotta, e progettava già di chiedere la sua mano al padre. Carlotta si avvicinò al tavolo per appoggiare i libri mentre Le sue 4 sorelle adottive, due più piccole di due anni, e due più grandi di un anno, guardavano con sguardo sognante il maestro, di grande fascino (secondo il loro parere), mentre Carlotta lo trovava estremamente noioso e monotono, con le sue storie, sempre uguali, di grandi avventure (perlopiù inventate) propinate durante le cene in cui era ospite.

Dopo aver salutato cortesemente le sorelle e la madre di Carlotta, che si ritirarono chiacchericciando fra loro in un’altra stanza, il ragazzo si avvicinò al tavolo e si sedette, mettendosi gli occhiali a mezzaluna, che gli conferivano un aspetto, se possibile, ancor di più noioso.

-Buon giorno Carlottina mia, come stai oggi?- chiese alla ragazza facendole segno di sedersi

Carlotta fece una smorfia di disgusto fra sé e sé a sentire il nomignolo “Carlottina” che Antonio le aveva conferito ormai da parecchi mesi

-bene, grazie signore- rispose in modo distaccato la ragazza

Antonio la osservò per una frazione di secondo, pensando a quanto sarebbe stato difficile riuscire ad ottenere l’amore della fanciulla.

-bene, apri il libro a pagina 32. ripetiamo un po’ di algebra-

Carlotta aprì diligentemente il libro e cominciò a leggere le difficili regole, mentre il suo maestro la guardava sorridendo.

 

  
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