Ok,
prima di iniziare con il terzo capitolo, vorrei dirvi che questa
storia sarà aggiornata ad un ritmo abbastanza veloce, quindi
aspettatevi di
vedere almeno un capitolo al giorno. Magari anche due, quando ci riesco.
CAPITOLO
3 – COSA MI SUCCEDE?
Narratore:
Brittany
(Sogno)
“Dove mi trovo?”,
mi chiesi mentre mi guardavo intorno,
vedendo un posto deserto… beh, più che altro una
giungla. Raggiunsi un albero e
mi arrampicai per avere una visione migliore del posto.
Mi guardai intorno e notai che
parecchie cose di questo
posto erano parecchio familiari… fin troppo. ‘Questa
è… mi trovo… no, è
impossibile che sia successo, e lo proverò’,
pensai tra me e me mentre scendevo dall’albero. Andai in
cerca di un altro
albero. Mi sentii ancora più a disagio, poiché
sapevo esattamente dove stessi
andando.
Dopo qualche minuto trovai
l’albero che stavo cercando, ed
andai alla ricerca di qualcosa tra le sue radici. Andai dietro
all’albero e
trovai esattamente quello che stavo cercando. Una sorgente termale
nelle
radici. ‘No! Lo sapevo, sono
tornata
sull’isola! Ma come è successo?’
Ero confusa. Mi sedetti
sull’albero, pensando di continuo
come ho fatto a tornarci. Poi pensai ‘Aspetta
un attimo… forse anche gli altri sono qui!’.
Quindi mi alzai ed andai in
cerca della casa sull’albero di Zoe. Camminai per qualche
minuto e vidi
finalmente le corde che Zoe usava di solito per andare alla sua casa.
Seguii da terra le corde fino a dove
conducevano, fino a che
non vidi la casa di Zoe. Entrai per vedere se Zoe fosse dentro, ma per
mia grande
delusione non c’era nessuno. Mi inginocchiai, sentendo una
sensazione di
solitudine attorno a me spingermi da ogni direzione, come se volesse
spremermi.
Iniziai a sentire delle lacrime nei miei occhi. ‘Noooo!
Sono così sola!’
Rimasi a piangere lì,
inginocchiata con gli occhi rivolti
verso il basso. Tenni le palpebre chiuse, per impedire alle lacrime di
cadere.
Stavo piangendo da qualche minuto, ormai, quando sentii una voce.
“Non sei sola”,
mi disse. Alzai le sopracciglia, poiché
sapevo benissimo a chi appartenesse quella voce. Girai leggermente la
mia
testa, per vedere se le mie previsioni fossero vere, e vidi una figura
che non
mi sarei mai aspettata di vedere proprio in questo posto.
“Alvin”, dissi io.
“Sì, sono
io”, replicò lui, avvicinandosi a me. Potevo
sentirlo avvicinarsi. Il suo braccio era alzato, e la sua mano destra
fu posata
sul mio gomito. “Non sei sola, Britt”, disse,
provando a confortarmi.
Guardai il suo volto, e trovai un
sorriso confortante sulle
sue labbra. “Va tutto bene, sono qui”, mi disse
mentre prendeva l’altro suo
braccio e lo metteva attorno a me, dandomi un delicato e confortante
abbraccio.
Quando successe, tutta la solitudine che sentivo fu immediatamente
rimpiazzata
da una sensazione dolce e calda, che non riuscivo a capire cosa fosse.
Sentii l’abbraccio
farsi più stretto e la sensazione rafforzarsi.
‘Cosa
mi succede? Dov’è
andata tutta la tristezza e la solitudine? Come può una
brutta sensazione
essere rimpiazzata da una che non riesco nemmeno a capire?’,
pensai. Mi
sentivo sempre più a mio agio immersa in questa sensazione a
tal punto che non
mi recai nemmeno il fastidio di sciogliere l’abbraccio ed
iniziare a porre
domande. Lui sciolse l’abbraccio, ma la strana sensazione
rimase nella mia
testa.
“Alvin, dove
siamo?”, chiesi io.
“Va tutto bene. Siamo qui
ora, e questo è tutto quello che
conta”, disse lui. In alcuni momenti sentii che alla strana
sensazione si
aggiungevano benessere e comfort. Ma non potevo non ricevere risposta,
quindi
gli chiesi “Come siamo finiti qui?”
“Non importa, siamo
qui”, disse Alvin.
“Alvin, cosa
succede?”. Provai a porgli una domanda diversa,
ma la risposta fu la stessa.
“Siamo qui”,
disse di nuovo.
“Alvin, stai iniziando a
farmi arrabbiare!”, disse
frustrata.
“Siamo
qui, siamo qui, siamo qui…”
“EHI BRITTANY! SVEGLIATI,
SIAMO QUI!”
“Eh? Cos…
asp… cosa è sta- ah, solo un sogno”,
dissi quando
fui svegliata da mia sorella Eleanor che mi diceva che eravamo arrivati
in
California.
“Dammi solo un
minuto”, dissi io.
“Okay”. Eleanor,
stranamente, ridacchiò mentre andava a
svegliare gli altri. Non capii perché stesse ridendo, ma
decisi di non
curarmene minimamente.
Riposai la mia testa e chiusi gli
occhi per riprendermi
dallo stordimento del sonno, ma in quel momento notai qualcosa. Ero
distesa su
qualcosa di soffice, con il mio braccio su qualcosa di duro, ma non per
questo
meno confortevole.
Aprii gli occhi per guardare il
‘cuscino’ sul quale stavo
distesa. I miei occhi si dilatarono quando vidi una felpa rossa proprio
davanti
a me. La cosa soffice su cui era posata la mia testa era un braccio, e
la cosa
dura era un petto.
Mi alzai leggermente per vedere chi
fosse. E proprio come
pensavo, era Alvin, ancora disteso ed addormentato. ‘Ma
che…? Ho davvero dormito comodamente sul corpo di Alvin?
Sono stata
io, o è stato lui?’, pensai.
“Hai iniziato tu,
Britt”, disse Eleanor, mentre continuavo a
guardare Alvin.
“Quindi è per
questo che stavi ridendo?”, chiesi.
“Sì, si
può dire così”, rispose lei.
“Ehm… ti
dispiacerebbe dirmi cosa è accaduto esattamente?”,
chiesi. A questo punto ero curiosa su come ero finita a dormire sopra
Alvin.
“Beh, ero sveglia quando
Alvin ti ha dato la gomma. Poi ti
ho visto addormentarti, mentre Alvin e Simon hanno iniziato un litigio.
Ero mezza
addormentata quando Alvin è tornato al suo posto, accanto a
te. Theodore era
già accanto a me, quando ho notato che Alvin ti stava
guardando… o meglio,
fissando per un po’ di minuti, poi è tornato a
fissare il soffitto. Infine so
che ti sei accucciata su di lui e, beh… il resto lo sai.
Diceva qualcosa tipo ‘Ehm…
Britt…’ quando lo hai fatto”
Guardai Alvin per un po’ e,
in poche parole, non sapevo cosa
dire. Una parte di me diceva ‘Whoa’, mentre
un’altra diceva ‘Ma che
diavolo…?’.
Lo guardai mentre sentii che l’aereo atterrava in sicurezza
su uno spazio
libero sull’asfalto, pronto a scaricare passeggeri e stiva.
“Meglio andare a svegliare
gli altri”, mi disse Eleanor. “Oh,
me lo svegli tu, per favore?”, aggiunse lei.
“Ops,
già… me ne ero dimenticata”. Mi sentii
quasi
imbarazzata quando mia sorella mi fece quella richiesta.