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Autore: AlvinFan95    06/06/2012    0 recensioni
Quando Chipwrecked è finito, dopo il concerto all'International Music Awards, i Chipmunks e le Chipettes stanno tornando a casa. Ma cosa succede quando tutti e sei i chipmunk iniziano a scoprire che provano qualcosa in più per le loro controparti?
Principalmente Alvittany, ma presenti anche Simonette e Theonor.
Rating giallo dovuto a 'certi riferimenti' nella storia, se capite cosa intendo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ok, prima di iniziare con il terzo capitolo, vorrei dirvi che questa storia sarà aggiornata ad un ritmo abbastanza veloce, quindi aspettatevi di vedere almeno un capitolo al giorno. Magari anche due, quando ci riesco.

CAPITOLO 3 – COSA MI SUCCEDE?

Narratore: Brittany (Sogno)

“Dove mi trovo?”, mi chiesi mentre mi guardavo intorno, vedendo un posto deserto… beh, più che altro una giungla. Raggiunsi un albero e mi arrampicai per avere una visione migliore del posto.

Mi guardai intorno e notai che parecchie cose di questo posto erano parecchio familiari… fin troppo. ‘Questa è… mi trovo… no, è impossibile che sia successo, e lo proverò’, pensai tra me e me mentre scendevo dall’albero. Andai in cerca di un altro albero. Mi sentii ancora più a disagio, poiché sapevo esattamente dove stessi andando.

Dopo qualche minuto trovai l’albero che stavo cercando, ed andai alla ricerca di qualcosa tra le sue radici. Andai dietro all’albero e trovai esattamente quello che stavo cercando. Una sorgente termale nelle radici. ‘No! Lo sapevo, sono tornata sull’isola! Ma come è successo?’

Ero confusa. Mi sedetti sull’albero, pensando di continuo come ho fatto a tornarci. Poi pensai ‘Aspetta un attimo… forse anche gli altri sono qui!’. Quindi mi alzai ed andai in cerca della casa sull’albero di Zoe. Camminai per qualche minuto e vidi finalmente le corde che Zoe usava di solito per andare alla sua casa.

Seguii da terra le corde fino a dove conducevano, fino a che non vidi la casa di Zoe. Entrai per vedere se Zoe fosse dentro, ma per mia grande delusione non c’era nessuno. Mi inginocchiai, sentendo una sensazione di solitudine attorno a me spingermi da ogni direzione, come se volesse spremermi. Iniziai a sentire delle lacrime nei miei occhi. ‘Noooo! Sono così sola!’

Rimasi a piangere lì, inginocchiata con gli occhi rivolti verso il basso. Tenni le palpebre chiuse, per impedire alle lacrime di cadere. Stavo piangendo da qualche minuto, ormai, quando sentii una voce.

“Non sei sola”, mi disse. Alzai le sopracciglia, poiché sapevo benissimo a chi appartenesse quella voce. Girai leggermente la mia testa, per vedere se le mie previsioni fossero vere, e vidi una figura che non mi sarei mai aspettata di vedere proprio in questo posto.

“Alvin”, dissi io.

“Sì, sono io”, replicò lui, avvicinandosi a me. Potevo sentirlo avvicinarsi. Il suo braccio era alzato, e la sua mano destra fu posata sul mio gomito. “Non sei sola, Britt”, disse, provando a confortarmi.

Guardai il suo volto, e trovai un sorriso confortante sulle sue labbra. “Va tutto bene, sono qui”, mi disse mentre prendeva l’altro suo braccio e lo metteva attorno a me, dandomi un delicato e confortante abbraccio. Quando successe, tutta la solitudine che sentivo fu immediatamente rimpiazzata da una sensazione dolce e calda, che non riuscivo a capire cosa fosse. Sentii l’abbraccio farsi più stretto e la sensazione rafforzarsi.

‘Cosa mi succede? Dov’è andata tutta la tristezza e la solitudine? Come può una brutta sensazione essere rimpiazzata da una che non riesco nemmeno a capire?’, pensai. Mi sentivo sempre più a mio agio immersa in questa sensazione a tal punto che non mi recai nemmeno il fastidio di sciogliere l’abbraccio ed iniziare a porre domande. Lui sciolse l’abbraccio, ma la strana sensazione rimase nella mia testa.

“Alvin, dove siamo?”, chiesi io.

“Va tutto bene. Siamo qui ora, e questo è tutto quello che conta”, disse lui. In alcuni momenti sentii che alla strana sensazione si aggiungevano benessere e comfort. Ma non potevo non ricevere risposta, quindi gli chiesi “Come siamo finiti qui?”

“Non importa, siamo qui”, disse Alvin.

“Alvin, cosa succede?”. Provai a porgli una domanda diversa, ma la risposta fu la stessa.

“Siamo qui”, disse di nuovo.

“Alvin, stai iniziando a farmi arrabbiare!”, disse frustrata.

“Siamo qui, siamo qui, siamo qui…”

“EHI BRITTANY! SVEGLIATI, SIAMO QUI!”

“Eh? Cos… asp… cosa è sta- ah, solo un sogno”, dissi quando fui svegliata da mia sorella Eleanor che mi diceva che eravamo arrivati in California.

“Dammi solo un minuto”, dissi io.

“Okay”. Eleanor, stranamente, ridacchiò mentre andava a svegliare gli altri. Non capii perché stesse ridendo, ma decisi di non curarmene minimamente.

Riposai la mia testa e chiusi gli occhi per riprendermi dallo stordimento del sonno, ma in quel momento notai qualcosa. Ero distesa su qualcosa di soffice, con il mio braccio su qualcosa di duro, ma non per questo meno confortevole.

Aprii gli occhi per guardare il ‘cuscino’ sul quale stavo distesa. I miei occhi si dilatarono quando vidi una felpa rossa proprio davanti a me. La cosa soffice su cui era posata la mia testa era un braccio, e la cosa dura era un petto.

Mi alzai leggermente per vedere chi fosse. E proprio come pensavo, era Alvin, ancora disteso ed addormentato. ‘Ma che…? Ho davvero dormito comodamente sul corpo di Alvin? Sono stata io, o è stato lui?’, pensai.

“Hai iniziato tu, Britt”, disse Eleanor, mentre continuavo a guardare Alvin.

“Quindi è per questo che stavi ridendo?”, chiesi.

“Sì, si può dire così”, rispose lei.

“Ehm… ti dispiacerebbe dirmi cosa è accaduto esattamente?”, chiesi. A questo punto ero curiosa su come ero finita a dormire sopra Alvin.

“Beh, ero sveglia quando Alvin ti ha dato la gomma. Poi ti ho visto addormentarti, mentre Alvin e Simon hanno iniziato un litigio. Ero mezza addormentata quando Alvin è tornato al suo posto, accanto a te. Theodore era già accanto a me, quando ho notato che Alvin ti stava guardando… o meglio, fissando per un po’ di minuti, poi è tornato a fissare il soffitto. Infine so che ti sei accucciata su di lui e, beh… il resto lo sai. Diceva qualcosa tipo ‘Ehm… Britt…’ quando lo hai fatto”

Guardai Alvin per un po’ e, in poche parole, non sapevo cosa dire. Una parte di me diceva ‘Whoa’, mentre un’altra diceva ‘Ma che diavolo…?’. Lo guardai mentre sentii che l’aereo atterrava in sicurezza su uno spazio libero sull’asfalto, pronto a scaricare passeggeri e stiva.

“Meglio andare a svegliare gli altri”, mi disse Eleanor. “Oh, me lo svegli tu, per favore?”, aggiunse lei.

“Ops, già… me ne ero dimenticata”. Mi sentii quasi imbarazzata quando mia sorella mi fece quella richiesta.

  
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