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Autore: blupen    06/06/2012    0 recensioni
introduzione provvisoria/
Cosa succederebbe se Naruto non fosse un semplice Anime/Manga?
E se in un mondo parallelo qualcuno scoprisse che un pizzico di vero esiste?
Crosswer parziale con The sims e L'ultimo dominatorie dell'aria ma con tutti i famosi personaggi di sempre di Naruto!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Introduzione

-...Come posso cominciare a raccontare come tutto ebbe inizio?-
-per favore zia, raccontaci ancora quella storia- mi disse una bambina di furbi occhietti grigi e capelli castani molto mossi.
-si per favore, racconta- dissero anche alcuni dei bambini riuniti intorno a me.
Esasperata mi sedetti accanto a loro e cercando di ricordare mi preparai a raccontare .
-questa è una delle parti che adoro. La partenza, il punto di inizio da dove tutto è cominciato. La storia di Naomi Jafferson e della sua famiglia.-

Capitolo 1: Egoista, presuntuosa, e permalosa. 
 


Tutte successe una sera, molto probabilmente il 2 maggio, appena finita la festa nazionale.
Naomi era in camera sua seduta alla scrivania a fantasticare, annoiata dalle pesanti pagine di storia da studiare per il giorno successivo.
La sua mente gravitava altrove immaginando già come sarebbe stata la gita che ci sarebbe stata il giorno dopo.
Era entusiasta di partire con la sua classe, forse anche troppo per i suoi standard.
Ormai la scuola permetteva di rado di organizzare delle gite formative anche nella propria città.
Dopo mesi e mesi di studio, trovava necessario uscire dalla rotine quotidiana e svagarsi un po'.

Naomi era comodamente seduta sul divanetto della sua cameretta mentre leggeva un libro preso a caso dalla libreria. Non ci aveva fatto caso a ciò che aveva preso: che fosse un fantasy, un giallo di sua madre oppure persino un libro per ragazzine della sorella.
Naomi stranamente adorava leggere e anche a volte scrivere. Leggere per lei era fonte di rilassamento quasi quanto un bel film. Le teneva la mente occupata e le portava via gran parte del suo tempo libero.
Era tardi, l'ora di cena era passata da un pezzo e fuori c'era ancora quel fastidioso temporale che forse la mattina dopo avrebbe reso il viaggio in autubus più insopportabile.
Forse perchè c'era uno strano silenzio, forse perchè era distratta ,forse perchè aveva sonno...venne sorpresa da un suono.
Nel silenzio della sua camera si poteva sentire un lento, ma ben udibile, rumore di sottofondo.
 Le pulsazioni a battiti regolari non lasciavano far capire l'origine. A Naomi sembrava che quel suono battesse da ogni dove: dalle pareti, dal pavimento, dall'armadio ,da sotto il letto e dal suo corpo.
Normalmente non l'avrebbe mai ammesso, ma aveva cominciato ad agitarsi. Lei dentro di se si allarmava sempre di tutto, soprattutto negli ultimi anni.
Poteva benissimo essere un terremoto ma non sentiva vibrazioni e di scosse recentemente non ne erano stata registrate. 
Quei secondi infernali sembravano aver congelato la mente di Naomi, che si sentiva come paralizzata.



-Cosa fece?-

Aspettò che finisse il suono per quanti istanti potesse ma si rese presto conto di non essere in grado ,così agitata, di pensare lucidamente.
Fu una reazione involontaria: si mosse di scatto ed uscì dalla stanza.
Si sorprese persino lei di quel gesto e , cercando di  non far notare l'agitazione, si diresse nel soggiorno dove i suoi genitori guardavano un talent-show.
Passarono diversi minuti prima che tornasse in camera, ancora più dubbiosa e perplessa di prima.
Infatti ,prima ,per ragionare e convincersi di quanto fosse irrazionale stare a riflettere su una cosa così superficiale, era andata a  trovare la sorellina che in camera sua ascoltava della musica pop di qualche gruppo del momento.
Stupidamente pensò anche di raccontare alla sorella quanto successo, ma per una volta si trattenne.
La piccola Lucrezia non aveva dato importanza alle stranezze della sorella pensando solo che la scuola la stesse davvero stressando.
Naomi era andata  persino a chiedere successivamente ai genitori se avessero fatto qualcosa di rumoroso o se avessero anche loro sentito qualcosa. Anche con la televisione accesa il rumore si poteva comunque sentire.
Ma come la sorella, anche loro non le diedero importanza e continuarono a fare commenti sul caldo torrido che ormai preannunciava l'estate imminente.

"lo dicevo io che era una settimana stressante" pensò Naomi buttandosi sul letto.
Non ci pensò più, aveva altre cose per la testa fra cui il profilo da aggiornare e le email da inviare.” Roba da adolescenti” come le chiamava lei.

Si addormentò però molto nervosa e ci volle molto tempo prima che si abbandonasse alle confortevoli braccia di Morfeo.



La mattinata successiva fu però dominata da solo due preoccupazioni, oltre alla stanchezza della notte quasi insonne: le interssogazioni e la gita.
 Naomi all'inizio della gita era abbastanza giù di morale.
Il mondo le era caduto improvvisamente addosso, poichè ogni volta che era con i suoi compagni si sentiva a volte un fantasma ed altre un'estranea.
L'invidia da tempo la corrodeva anche se non lo dava a vedere. Definire complicato il suo carattere era un euferismo: Naomi era una ragazzina con grandi paradossi sulla propria vita.
Voleva essere diversa da quel che era: voleva cambiare ma allo stesso tempo essere uguale agli altri. Voleva essere come le sue amiche: alte, magre, simpatiche e intelligenti.
Volevo essere nella media, diventare come lei vedeva le altre persone che stimava.



-Non doveva essere molto simpatica-
 
La giornata poteva anche andare peggio, ne combinò di tutti i colori in gita.
La destinazione era Venezia , la metropoli che affascina tutta Italia.
In treno rimase con lei, il suo idolo: Caterina.
Lei disegnava mentre Naomi leggeva un libro che avevo estratto a caso dalla libreria sulla storia di Venezia.
Non c'era neanche posto sul quel treno, era molto affollato oltre che molto piccolo.
In quella situazione, con a disposizione diverso tempo per se stessi e per i propri pensieri, Naomi si poteva lasciare andare a quel piccolo tratto del suo carattere che la definiva egocentrica.
Pensò solo a se stessa, alla sua vita, alla gita, ai compagni e alle brutte figure che presto avrebbe sicuramente fatto.
Ma anche lei si rendeva conto di quanto quei pensieri non le appartenessero e che quel suo comportamento era in tutto e per tutto una pazzia.
La parola "pazzi" le ricordò subito il rumore in camera sua. Poteva essere stato il vento, si diceva.
Anche se doveva essere davvero bello forte per produrre un suono così prolungato. Aveva qualcosa di sinistro quel suono, come se venisse da lontano e che lei stesse sentendo solo l'eco del vero rumore.
Di stranezze però le succedevano tantissime da tanto tempo soprattutto quando si rilassava e si distraeva, oppure quando le emozioni la controllavano.
C'erano tante cose in lei che le sembravano sempre strane: ad esempio a volte quando in macchina guardavo fuori le piante le sembrava sempre di vedere qualche punto nero che saltava da un ramo all'altro oppure vedeva figura strane che appena si girava sparivano.
La cosa più buffa era che quando succedevano tutte quelle cose per lei era naturale e difficilmente era abbastanza attenta da rendersene conto. Lei era per natura, la classica ragazza con la testa tra le nuvole anche se quando non era concentrata non sapeva neppure lei a cosa pensava.
Sognare per lei era la cosa più bella del mondo . Era la liberazione dei problemi.
Ma da quando non riusciva più a fantasticare come una volta vedeva il mondo in un modo diverso. Le sembrava di andare con "il navigatore automatico",senza avere la possibilità di rendersi conto di ciò che faceva.



Scesi dal treno fece in media 15 chilometri a piedi esclusi battelli, a causa dell'insegnante che in un solo giorno pretendeva di far vedere mezza città.
Di Naomi si è detto il carattere ma non l'elemento principale che caratterizza tante ragazze : i ragazzi e le cotte.
Lei era sempre stata la ragazza da cotta e infatuazione ma mai si era osata manifestare i suoi sentimenti. Preferiva tenerli per se, convinta che questi non fossero veri ma solo confusione momentanea.
La sua attenzione era gravitata su molti coetanei di cui per adesso si può fare a meno di citare.
L'unica cosa che si può affermare era che uno dei suoi compagni, che gli era particolarmente simpatico, durante la gita l'aveva profondamente ferita.
Infatti si era sentita umiliata ,inferiore e superficiale, una ragazzina stupida non degna neppure di parlargli.
Lui ,il ragazzo più promettente della classe e lei una nullità.
Nemmeno al pianoforte era brava, e a scuola era in una classe di geni.


Appena cercò di non pernsarci più e concentrarsi , ecco che notò la prima "stranezza".
Come al solito appena toglieva l'attenzione da se stessa, arrivava la prima" stranezza".
Disagio, confusione e poi si sentiva osservata.
Persino una sua amica che era accanto a lei la vedeva strana. Ma come la sera prima non si lasciò andare a quella sensazione e subito si distrasse.
Infatti appena si aggrappava a qualcosa intorno a lei, che fosse un pensiero o una voce, subito si concentrava sul presente, riuciva a capire di cosa parlavano le amiche o seguire una lezione.



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A scuola i giorni seguenti furono molto snervanti: la professoressa principale, quella di letteratura, aveva cominciato un nuovo argomento legato  al tempo e la percezione di esso in alcuni autori.
Diceva che presto sarebbe stato importante per le lezioni successive.
Però Naomi non sapeva quanto quell'argomento potesse essere importante per lei.

Successe una sera: i suoi erano usciti con sua sorella per un giro in centro e sarebbero rincasati tardi.
Era tornata neanche mezz'ora prima, cercando disperatamente di trattenere le lascrime.
Era stata a pianoforte e si era resa conto che se prima poteva considerarsi bravina, in realtà non lo era.
Dopo di lei era venuta una ragazzina più piccola di lei che aveva suonato dieci volte meglio. E in più quella era entrata un anno dopo al corso.
Si era sentita profondamente umiliata e inutile.
Perciò quella sera voleva solo stare sola.



Normalmente i suoi genitori sarebbero tornati per controllarla appena tornati ma quella sera li pregò di non svegliarla perchè era davvero stanca.
Non avrebbe mai immaginato quanto sarebbe stato determinante se avessero controllato dove fosse. Perché neppure lei avrebbe potuto spiegare dove fosse capitata.

L'orologio sembrava non volersi più muovere: le 7.49. Non aveva neppure fame e anche se l'avesse avuta c'era la dieta a vincolarla.
Ormai era una fissazione dimagrire: prima era per un senso estetico ma poi anche per sensazioni personali. Quando era più magra e perdeva peso si sentiva più agile.
Andò in bagno per cambiarsi ma come sempre il suo pigiama non c'era.
Essere disordinati non era molto vantaggioso, soprattutto per ragazze così distratte come lei.
Tornata in camera ,cercò un pantalone leggero da usare per dormire.
Stufa di cercare si sedette sul letto sconsolata con ancora le gambe nude.
Guardò le sue gambe per un po': l'estate era vicina e forse sarebbe stato veramente meglio dimagrire.
Le sfregò con un parlo per un attimo guardando la sua pelle cambiare colore per lo spostamento di sangue.
Si infilò i suoi jeans e una felpa, finalmente trovati sotto uno scatolone.

Poi all'improvviso sentii un suono duro e secco come pezzi di legno che si spezzano.
Rumori confusi quasi come quelli di una tempesta che agitava gli alberi.
Sentiva la necessità di uscire e cercare l'origine di quel rumore, forse proveniente da fuori . Tuttavia decise di rimanere ad ascoltare cullata da quel suono che ormai si era fatto soave e tranquillo.
Lacrime amare le contornavano il volto, non voleva lottare perchè non aveva motivi per cui non proseguire, anzi le sarebbe piaciuto prendere il coraggio per una volta e affrontare il presente. 
Poi si fece tutto buio non notando che le famigliari mura della sua camera avevano lasciato posto a un altro luogo completamente diverso.

                                                                                                                                                                                                                                                    
                                                                                                                                                                                                                      
ANGOLO LETTORI
Ciao!
Allora questo capitolo è un po' lunghetto e forse troppo descrittivo e non attinente all'argomento che interesserebbe: Naruto.
Ma ci vorra un po' di tempo.
Se avete domande non esistate a commentare.
La storia spero possa interessare.
Ditemi se faccio errori di lessico, morfologia e bla bla bla.

Al prossimo aggiornamento, fatemi sapere se non è una storia vi piace!
ps: la parte iniziale è una introduzione che però sarà più chiara in seguito. Ogni tanto ci sono delle frasi sottolineate che riprendono la parte iniziale. Però il narratore non sta raccontando così precisamente come viene scritto nei capitoli.

Prossimo aggiornamento: prima di Domenica.

Blu pen

  
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