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Autore: AriandRiley    06/06/2012    15 recensioni
Scossi vigorosamente la testa ritornando al presente, e pensando a tutto e a niente, abbassai la testa, notando che le due bambine non c'erano più, ma al loro posto, per terra, era depositato un piccolo libricino bianco [...] chi l'avrebbe mai detto che quel pezzo di carta sarebbe stato il mio nuovo inizio?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raise your hands up to burn the sky.




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Mi avvolsi maggiormente la sciarpa rossa di lana ,fatta a mano da mia nonna materna per il mio sedicesimo compleanno, intorno al collo, e iniziai a correre. 
Ormai l'unica cosa che mi faceva sciogliere i muscoli, e liberava la mente dalle urla dei mie genitori era il vento freddo di Dicembre e i fiocchi di neve che si intrecciavano ai mie boccoli.
Corsi fino a che le mie gambe me lo permisero, raggiungendo con gli ultimi sforzi rimanenti una panchina verniciata di verde, ormai scrostata dalla vernice.
Iniziai a guardare due bambine che erano intente a giocare con quello che presumi fosse un CD, forse di uno di quei cartoni che si vedono da bambina...
Ma cosa ne sapevo io? Alla fine la mia infanzia era tutt'altro che normale,
cosa ne sapevo io di un CD,
di un giocattolo, di un mp3..
era tutto così lontano dai miei ricordi...

Trovavo quel poco di conforto in vecchi bambolotti di pezza e un pallone un po sgonfio, fin da bambina ero stata abituata a ricevere elemosina,
mai regali ,
piccoli pacchetti luccicanti sotto l'albero natalizio,
mai un dolcetto, mai una voglia di croissant caldo soddisfatta...
anche se i  soldi ai miei di certo non mancavano. 

Non una volta che alimentassero quella luce che mi si dipingeva negli occhi alla vista di una collana o di un anellino piccolino, uno di quelli che costano piu del dovuto ma che prometti di custodire per sempre,dal tronde ero stata educata in modo diverso, ero stata amata in modo diverso.. ero diversa..nessuno sceglie di essere diverso, le persone se ne accorgono solo quando è troppo tardi per cambiare.
Ho sempre desiderato cambiare, mi rintanavo nella mia stanzetta spoglia di colori e mi truccavo e pettinavo con i pochi cosmetici a mia disposizione, pensavo che la bellzza esteriore avrebbe purificato la mia anima...
I miei genitori imprecavano sempre che la mia vita era inutile, che nessuno avrebbe avuto bisogno di me...
Solo con il tempo mi accorsi che ero frutto di una birra di troppo e di una pillola non ingerita all'età di sedici anni,
solo con il tempo capii che non ero io il problema , ma che coloro che l'anagrafe definiva genitori mi avevano affibiato le colpe e le responabilità che avevano dimenticato di assumersi,solo con il tempo capii che dovevo fuggire per cercare una vita perchè quella non era la mia. 

Più volte avevo dato la colpa di tutto questo alla biologia e al DNA che caratterizza il genere umano... Credevo fossi frutto di un paio di geni danneggiati, che non era solo colpa mia...
Ma è inutile negare che il DNA era solo una puttanata così come la biologia utilizzata e studiata dai nerd patentati che cercavano sempre un perchè ai comportamenti degli umani... Crebbi nella scienza, voletti credere che fosse stata quella a scegliere i miei geni marci...
Come li definiva Justine (mia madre), per una volta c'era qualcuno che cercava una risposta alternativa come me a questa vita ingiusta.


Per una volta avrei voluto essere me stessa come due bambine che aumentano il loro tono di voce nella gioia di un pezzo di plastica ricoperto da un involucro colorato, due bambine che ritrovavano i loro spazi in questo parco in un inverno londinese... Quanto invidiavo quei sorrisi mai presentatomi sul mio viso, avrei voluto emozionarmi e vivere come loro cose sconosciute, avrei semplicemente voluto affidare la mia incoscienza a un oggetto, a una parola, a un libro... In modo che mi conducesse ad una via migliore, una piu affidabile della scienza.

Alzai gli occhi al celo, scacciando quei pensieri che mi affliggevano da una vita e guardando il cielo di un colore burbero e i suoi piccoli fiocchi tutti diversi, che cadevano lentamente sulla mia faccia, ormai umidiccia per via del sudore della corsa e degli stessi cristalli di neve che si depositavano non solo sull'asfalto, ma anche sulle mie gotte di un colore pompelmo per via del freddo.
Come ero arrivata li?
Cosa avevo fatto?
Da cosa ero scapata? 
Dall'ennesima litigata dei miei genitori, perchè mio padre finalmente aveva deciso di ammettere a mia madre che da più di un mese era stato licenziato, e per la troppa vergogna se l'era tenuto per se, ma io, passando davanti a un bar dopo aver marinato al scuola, mi accorsi di un uomo in giacca e cravatta seduto in uno squallido bar frequentato da prostitute.
Così decisi di avviarmi verso il suo ufficio, e sul grande portone in mogano scuro era affisso un cartello bianco della banca, con le scritte in rosso, che proclamava che l'agenzia di mio padre era andata in banca rotta.


Scossi vigorosamente la testa ritornando al presente, e pensando a tutto e a niente, abbassai la testa, notando che le due bambine non c'erano più, ma al loro posto, per terra, era depositato un piccolo libricino bianco.

--NOTE FINALI--


Ricordiamo che questa è una Fan Fiction a quattro mani.
Eccoci qui con il prologo, un brevissimo e sunto prologo, speriamo che abbia attirato la vostra attenzione a tal punto di seguire questa fan fiction,
speriamo inoltre che il video abbia reso l'idea della storia abbastanza chiara,
anche se è solo un accenno rispetto allo sviluppo che questa avrà con il tempo!
Aspettiamo un vostro parere e un vostro commento,
che speriamo sia positivo :)
Grazie a voi lettori che vi siete fermati per pochi ma preziosi minuti a leggere questa storia che speriamo vi coinvolga quanto coinvolge noi..

Al prossimo capitolo!

-Aria e Riley



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