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Autore: boreal lele    06/06/2012    1 recensioni
Salve a tutti popolo di EFP!
SI AVVISANO COLORO CHE SEGUIVANO LA FIC CHE ESSA RIMARRà IN SOSPENSIONE FINO A NUOVO RITROVAMENTO DELLA PASSIONE PER ESSA DELLO SCRITTORE.
Spero che ciò che ho scritto fino ad adesso sia di vostro gradimento, vi auguro buona lettura!
Estratto:
... Solo in quel momento avvertì una fitta di dolore alla spalla destra. Un dolore lancinante che fece scomparire ogni cosa intorno a lui. E sentì una voce familiare chiamarlo, o , per essere più precisi, insultarlo...
(i personaggi sono un po' OOC, vi chiedo perdono)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Le cronache dei mercenari

-05
Non lo so

Scott ghignò. Il ragazzo davanti a lui corrugò la fronte senza capire il motivo della strana reazione del suo interlocutore.
-Possiamo parlarne in un posto più tranquillo? Ho alcune domande da porti, se non ti dispiace, alle quali pretendo che tu dia una risposta.- Disse tranquillo il rosso. L’ altro fece spallucce e si alzò, dirigendosi verso le scale. Salirono di due piani, arrivando in un corridoio al quale almeno una ventina di stanze si affacciavano. Entrarono in una camera spoglia, con solamente un letto e un mobile di piccole dimensioni. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio si volse verso il Demone Rosso. Questo richiuse la porta alle sue spalle, e con un gesto fulmineo prese il moro per il colletto della maglia, e lo sbatté con forza contro il muro della stanza, sollevandolo da terra.
-Adesso io e te facciamo due chiacchiere, è?- Sibilò. Il cappuccio del ragazzo appeso si scostò leggermente dal capo, lasciando intravedere una cresta verde che spiccava sui capelli neri. Il poveraccio cercò in tutti i modi di divincolarsi dalla presa ferrea del suo aggressore, senza tuttavia riuscirci. Scott lo scaraventò a terra costringendolo a tenere la schiena sul pavimento facendo pressione sul suo petto con il piede.
-Perché il tuo amico incappucciato non ci ha avvertito del fatto che i tesori erano due ragazze? Poteva anche dircelo, non ti pare? E che cosa hanno di così speciale da richiederne il rapimento? Rispondi, cane!- L’ altro mugolò qualcosa di incomprensibile. Scott allentò la presa su di lui per permettergli di rispondere, ma non ottenne altro che un silenzio insopportabilmente ostinato. Allora tolse il piede dal petto del ragazzo e lo rialzò in piedi. Una volta libero quello cercò di ribellarsi, menando un destro nella sua direzione, mancandolo. Il Demone Rosso gli prese il braccio prima che potesse tentare un altro colpo e glielo torse dietro la schiena. Occhi di ghiaccio si voltarono per fissarlo, in una muta richiesta di pietà. Lasciò la presa, ma solo per assestargli un gancio che lo fece volare dall’ altro capo della stanza.
-Allora? Sto ancora aspettando una risposta per ognuna delle mie domande. Ma prima voglio sapere il tuo nome. - Riprese ancora. Il moro si rialzò dolorante, massaggiandosi la guancia colpita. Un rivolo di sangue gli scese dal labbro inferiore.
-Mi chiamo Duncan … - Borbottò l’ altro. -E non so perché il mio Lord non vi abbia detto cos’ erano i tesori. Non so nemmeno cosa abbiano di così speciale. So solo che il mio Lord le vuole per sé. - Scott ghignò una seconda volta. Dunque il loro mandante era un nobile, un Lord. Nonostante la notizia appresa non era ancora soddisfatto. Si portò di fianco a Duncan, ancora riverso a terra, e strattonandolo per il cappuccio lo fece rialzare malamente.
-Sei sicuro di sapere solo questo? Come si chiama il tuo Lord?- Chiese. Ma il moro non accennò a voler rispondere. Allora lo prese per il collo con una mano e lo sbatté nuovamente contro il muro. Le mani dell’ altro si avvinghiarono attorno alla sua cercando di allentarne la presa, ma invece che diminuire essa aumentò. Un sorriso tetro attraversò il volto del rosso, nel vederlo soffrire. Si stava sfogando alla grande. Avrebbe torturato e minacciato il ragazzo finchè non gli avesse rivelato tutto ciò che davvero sapeva. Probabilmente in seguito gli avrebbe aperto la gola da un orecchio all’ altro. Ma questo ovviamente non glielo avrebbe rivelato subito. Se cinque anni prima avesse pensato una cosa simile, avrebbe sussultato per il disgusto e i sensi di colpa lo avrebbero torturato per mesi. Ma ormai era diventato un uomo fatto, nonostante l’età dicesse che era solo un ragazzo. L’ idea di uccidere non lo spaventava più. O meglio, non gli provocava il ribrezzo di un tempo. Mike invece quando era possibile evitava di uccidere. Lo dimostrava il fatto che il capo dei soldati a guardia della camera dei tesori fosse ancora vivo. Scott lo vedeva spesso, dopo un combattimento, pregare i suoi dei di perdonarlo. Il rosso ormai non credeva più in loro da tempo. Improvvisamente si riscosse da quei pensieri. Non era quello il momento adatto ai ricordi.
-Bada bene, cane, che se non mi rispondi ti faccio sputare le budella a suon di botte.- Lo minacciò innervosito. L’altro parve notevolmente spaventato.
-Non so chi sia in realtà! Te lo giuro! So che tutti lo chiamano il Signore dell’ Ovest e che alcuni suoi piani più prossimi prevedono la guerra con gli Elfi Madyr. Non so nient’ altro, te lo giuro sulla mia testa!- Si affrettò a rispondere Duncan.
Scott lasciò la presa.
-Non sai nemmeno il suo nome. - Sibilò con disprezzo.
-Il mio Lord mi ha affidato l’ incarico di prendere i tesori e di consegnarglieli. Io non so altro!- Disse flebilmente.
-Beh, vai a dire al tuo Lord che avrà le ragazze solo quando mi avrà spigato a cosa gli servono. Fino ad allora rimarranno sotto la mia personale protezione. Inoltre pretendo un supplemento sulla paga per il rischio supplementare fattoci correre, a me ed ai miei compagni. Io tornerò qui la settimana prossima, alla stessa ora nello stesso angolo della sala di sotto. E bada bene che lui ci sia. Ti saluto Duncan.- Detto questo uscì dalla stanza entrando in corridoio. Da dietro udì il moro sputare a terra, probabilmente il suo stesso sangue misto alla saliva. Il rosso se ne andò dalla locanda mettendo insieme le informazioni. Il tizio incappucciato era un Lord, più precisamente un Lord megalomane che si faceva chiamare il Signore dell’ Ovest. La freccia piantata nella spalla di Mike era una freccia speciale, quella di un soldato di un Lord dell’ Ovest di cui non ricordava il nome. Poteva esserci qualche collegamento fra le due cose? Se così fosse stato, allora probabilmente il loro mandante non voleva che riuscissero nell’ impresa e aveva inviato alcuni suoi arcieri per assicurarsene.
Rimuginando su quel che aveva appreso da Duncan, il ragazzo si trovò a girare senza meta per la città affollata. Stava calando la sera, la gente cominciava a tornare in casa, le bancarelle venivano ritirate e i bottegai chiudevano. Solo le birrerie e le locande rimanevano aperte. Girò ancora un po’ a casaccio, poi prese la strada per la locanda dove lo attendevano i suoi compagni, facendo in modo che le vie imboccate sembrassero scelte a caso, per sviare i sospetti di eventuali inseguitori. Per essere sicuro si addentrò anche in un’ altra locanda, uscendone dal retro. Una volta arrivato si diresse verso la sua camera, ed entrandovi ci trovò solo la ragazzina bionda, Dawn. Era seduta accanto al letto, intenta a sistemare le fasciature sulla spalla di Mike. Non si voltò nemmeno. Forse non lo aveva sentito. O forse no… Ma in quel momento al rosso importava solo di come stesse il suo migliore amico. Si diresse verso il letto, arrivando alle spalle della ragazzina come un’ ombra.
-Buona sera Scott.- Sussurrò. Il Demone Rosso rimase sorpreso. Era sicuro di non aver fatto il benché minimo rumore. Eppure quella strana biondina lo aveva sentito. Il ragazzo si accostò al bordo del giaciglio e si accovacciò.
-Come sta?- Chiese senza nemmeno rispondere al saluto. Lei lo guardò e scosse la testa. Non c’ erano miglioramenti. Lui digrignò i denti e prese la mano al moro e la strinse, sperando con quel gesto di farlo risvegliare.
-Dove sono Cameron e tua sorella?- Esordì per rompere il silenzio che si era creato. Lei lo guardò, i suoi occhi azzurro grigi riflettevano tristezza.
-Sono andati in cerca di un guaritore quando voi siete uscito. Vostro fratello è forte, ma necessita di qualcuno esperto nell’ arte della medicina.- Rispose. Nella sua voce si sentiva chiara la preoccupazione. Erano passate delle ore da quando erano partiti. Riprese a parlare dopo qualche minuto.
-Involontariamente ho sentito il discorso che avete fatto a vostro fratello … So cosa state provando. Zoey qualche anno fa cadde da cavallo e rimase in coma per due mesi. Gli dei la graziarono e le permisero di risvegliarsi.- Lo guardò timidamente in cerca di una qualsiasi risposta.
-Non è mio fratello, non di sangue, ma ci consideriamo tali. Siamo cresciuti insieme io e lui … - Rispose il rosso. Non sapeva perché, ma aprirsi a qualcuno che non fosse Mike gli faceva una strana sensazione.
-E comunque questo poltrone non rimarrà in queste condizioni così a lungo. Io e lui abbiamo dei progetti da realizzare. Si sveglierà presto, ne sono sicuro.- Si voltò verso di lei osservandola bene per la prima volta. Indossava un lungo vestito verde, degno della principessa che era. I suoi capelli color biondo albino erano lisci e ben raccolti dietro la schiena, fatta eccezione per qualche ciocca che le cadeva davanti a coprirle gli occhi. Per un momento lei sollevò lo sguardo da terra e lo incrociò con il suo. Poi riprese a mettere a posto la fasciatura, leggermente imbarazzata.
-Perché vostro zio vi ha rapito?- Chiese ad un tratto Scott. Dawn non si girò e continuò a fare il suo lavoro.
-Non lo so. – Sussurrò piano.
-Perché siete chiamate i tesori degli Elfi Madyr? Forse  avete qualcosa che vi rende speciali? O è solo un soprannome datovi dai vostri genitori?- Continuò imperterrito. Voleva saperne di più su di loro. Sapere cosa si era prefissato di proteggere.
-Non lo so. – Rispose ancora Dawn. Il suo tono però questa volta si alzò. Non voleva rispondere. Lei conosceva la risposta a quelle domande ma la negava.
-Perché ci state aiutando, perché non scappate e tornate dai vostri genitori?- Chiese  per l’ ultima volta il rosso. In effetti si era posto tante volte questa domanda. Lei non si girò verso il suo interlocutore, teneva lo sguardo fisso sul pavimento in legno. La sua risposta fu un sussurro, appena udibile, che lui capì a stento.
-Non lo so. -

Angolo autore
Salve a tutti! Vi è piaciuto il capitolo? Lo confesso, la parte del pestaggio è quella che personalmente mi è piaciuta di più nello scriverla! Se volete dirmi che vi è piaciuto, o che vi ha fatto schifo, o se volete darmi consigli non esitate a recensire! Intanto ringrazio calorosamente chi mi segue, chi mi ha messo come autore preferito e chi ha messo la storia fra le preferite/ricordate/seguite e chi ha recensito. Vi saluto
Boreal Lele

  
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