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Autore: Horrorealumna    06/06/2012    2 recensioni
C’è un posto abbandonato e dimenticato nel profondo del cuore di ogni essere umano, dove la realtà e la finzione sono un’unica cosa, dove la verità e la bugia non hanno alcun valore e la paura del silenzio non esiste, così come quella della morte.
E io ne ero completamente a conoscenza.
Il resto del mio cuore era accanto ad una bambina sui sette anni, dai capelli corti e neri, in una città lontana, chiamata Silent Hill.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Mason
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fear of ...'
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Un Demone Tentatore
 
Il dolore alla testa stava sparendo, ma la mia paura e il mio terrore stavano aumentando a dismisura. Mi sentii quasi oppresso da quell’oscurità sovrannaturale, dal puzzo di marcio e sangue nell’aria e dal mio cuore che sembrava stesse per esplodere come una bomba ad orologeria.
- Questa volta è diverso. Lo sento – bisbigliai.
Un freddo innaturale mi spezzò il respiro. Un impetuoso vento gelato mi scompiglio i capelli bagnati dal sudore. Mi sentivo osservato, più che mai. Ma ero solo, per ora.
Stava iniziando a piovere.
Ma il cielo sembrava sparito. Solo nero ai miei occhi.
La pioggia era gelida.
Dovevo andarmene da questo posto.
I muri dei negozi e delle case erano scomparsi; al loro posto, solo del filo spinato, che divideva la strada con dall’oblio. Eppure, sulle grate arrugginite, per terra, c’era quel sigillo dal nome strano, che la donna voleva fermare. Il sigillo di Samael? Chi l’aveva scritto? Pochi minuti fa non c’era!
Era diverso... lo sentivo. Questa volta sì.
E dovevo trovare Cheryl, pria che fosse troppo tardi. Pria che questo inferno prenda totalmente per sempre il mio mondo. Un mondo pieno di vita e felicità... se c’era mia figlia con me.
Ecco perché dovevo portarla via di qui... per me, e per lei!
La terra fu scossa come da un piccolo terremoto; caddi ancora a terra. Mi graffiai le mani, umide di pioggia, sulle grate arrugginite, creando tagli, alcuni davvero profondi.
Gemetti.
Perché?
Il dolore era insopportabile. Avrei preso qualche malattia? Sarei diventato un mostro?
Mi rialzai, con non poca fatica, e cominciai a correre, prima che l’odore del sangue, portato dal forte vento, attirasse quelle bestie.
Intorno a me solo sigilli e sigilli.
Erano disegnati con precisione quasi maniacale. Scritti col sangue.
Sembrava un simbolo solenne e religioso.
Ma in quella circostanza aveva perso il suo significato.
Ero un uomo di fede. Frequentavo la Chiesa con Jodie e Cheryl. Ho sempre pregato che la mia piccola crescesse bella e forte, come sua madre. Ho pregato anche per mia moglie, soprattutto nel periodo peggiore della sua malattia.
Ma lì, tra sangue e ruggine, sapevo che Dio non c’era.
Ero nel Limbo.
Nel Purgatorio... eppure non avevo colpa... se non quella di amare mia figlia...
Ero nell’Inferno.
Ero in un altro-mondo.
E Cheryl forse c’era imprigionata...
Le tenebre avevano reso questa città, il più oscuro dei posti.
Per non parlare dei segreti che nasconde Silent Hill, nelle sue viscere.
Dovevo trovare Cheryl... prima della fine.
 
Correvo cercando di non badare alle ferite, quando uno sciame di quelli che sembravano scarafaggi con la testa da corvo mi fu addosso. Erano tantissimi e si attaccavano dappertutto strappandomi vestiti e ciocche di capelli, avidi e affamati.
Erano, come tutti gli insetti, attirati dalla luce; quindi, i bastò spegnere la torcia e scappare via a gambe levate per salvarmi. Combattere era inutile: erano a centinaia, avrei perso solo munizioni e tempo.
Mi tenni dalla parte del lago Toluca, cercando di scorgere qualcosa... o qualcuno.
Vidi una barca, ancorata ad una piccola passerella di legno, al molo, poco lontana da me. La luce interna era accesa. Mi ci fiondai subito. Per fortuna, la porta era aperta.
Un cadavere era appeso ad una delle pareti. Scuoiato e, sembrava, bruciato.
Raggiunsi immediatamente la cabina di comando, sperando...
Aprii la porta.
- Harry!
- Cybil!
La poliziotta bionda stava esaminando i comandi dell’imbarcazione ma, appena mi vide entrare,  lasciò perdere tutto e si fece vicina.
 
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Mi sorrise, radiosa. Finalmente, dopo l’incontro con Lisa, potevo vedere un sorriso familiare... e non quell’orribile ghigno del dottore.
- Come sei arrivata fino qui? – chiesi sorpreso, cercando di sorridere.
- Semplice: ti ho seguito, quando hai attraversato le fogne. Poi ti ho perso di vista – rispose.
- Bene. Ero in pensiero. Sono felice di vederti ancora intera – ripresi.
- E tu, Harry? Non sembra tu stia benone... – disse facendosi leggermente più vicina.
Osservò le ferite delle infermiere, i graffi sul viso e i tagli sulle mani.
- Sto... bene... ecco, resisto – mentii. In effetti non c’era una parte del mio corpo che sembrasse non andare in fiamme.
- Avevo visto, qui, da qualche parte una... – disse voltandosi e aprendo degli scatoloni per terra – Ah! Ecco: una scatola di pronto soccorso.
Non riuscii a trattenere un sorriso di soddisfazione.
C’erano bottigliette d’acqua, che io e Cybil bevemmo avidamente.
Non sapevo da quanto tempo... o giorni... ero a Silent Hill.
Il tempo sembrava essersi fermato, ma soffrivo lo stesso la fame e la sete.
Mi disinfettai le ferite più gravi e, aiutato da Cybil, mi fasciai i palmi delle mani e una brutta ferita al ginocchio.
- Grazie mille... per l’aiuto, per tutto... – rantolai, finito il medicamento.
- Non preoccuparti, Harry.
Si sedette sulla sedia del comandante, logorata dal tempo e chiese:
- Voglio ancora capire... cosa sta succedendo qui? Cosa sta accadendo a Silent Hill?
Tutte le stranezze che ho incontrato... tutte quelle mostruosità...
E la mia Cheryl... persa in quel mondo...
Guardai Cybil, dritto negli occhi e iniziai a parlare, spronato da una forza... che non sembrava mia:
- Ascoltami bene. Quello che sto per dirti potrebbe sembrarti strano; potrei sembrare matto. Ma devi credermi. Non sono pazzo. E non ti sto prendendo in giro. Te lo dico. All’inizio pensavo di aver perso il lume della ragione, con mostri e roba simile. Ma non è così! E’ la città! Non noi, capisci? La città! Silent Hill!
Cybil inarcò le sopracciglia.
Diglielo Harry. Lei è scettica, non crede. Ma tu sai... io te lo dico...
Una voce... nella testa. Una voce dolce ma decisa.
Fu come se le mie labbra si muovessero da sole... non controllate dalla mia volontà.
Come durante l’incidente...
Almeno penso...
La voce continuò ad uscire e le mie labbra articolarono le parole:
- E’ la città! E’ stata invasa da un altro – mondo. Un  mondo in cui la disperazione, il dolore e gli incubi di qualcuno diventano veri e concreti e cambiano la realtà. E pian piano, l’invasione dell’oscurità non lascerà alcun barlume di luce e speranza; la sirena suonerà per l’ultima volta. Ecco cosa sta succedendo.
- Harry! Sveglia! Ti senti bene!? – disse Cybil forte.
La pressione svanì.
Ma non la convinzione. Io avevo detto la verità.
- Guarda, non capisco nemmeno io – dissi semplicemente.
- Questo posto ti sta dando alla testa, Harry! Devi riposare! Tutto questo è più grande di noi...
- No, no. Non è così – dissi scuotendo il capo.
- Ma allora... perché?
Perché? I perché sono molti...
- Non so... ma so che Cheryl è “là”... – dissi piano.
- “Là”?
- Sì... dietro colui che ha creato questa oscurità. E io devo salvarla. E là. Ha bisogno di me...
Cybil fece uno strano sorriso:
- So quanto ci tieni e...
 
Ma qualcosa la interruppe.
Qualcun altro era entrato nella barca. Non era un mostro.
Dahlia? La pazza?
Entrò e subito mi fu accanto, guardando con gli occhi quasi fuori dalle orbite il soffitto.
- Il demone! Lo senti? Sta spiegando le sue immense ali! – esclamò.
- E lei chi è? – mi chiese Cybil.
- Dahlia Gillespie... – bisbigliai.
La donna incrociò il mio sguardo:
- E’ proprio come avevo detto! Lo vedo perfettamente, adesso.
Cybil sbuffò, evidentemente contrariata da quelle strane frasi enigmatiche.
- Il demone chiede sangue. Il demone chiede un perfetto e puro sacrificio – continuò.
Sacrificio?
 - Fai attenzione – disse indicandomi – perché il demone vuole inghiottire la terra. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma tu non stai adempiendo al tuo incarico, al tuo destino.
- Io? –chiesi.
- Ti avevo avvertito: ferma il sigillo, prima che si completi!
- E come potrei farlo! Fallo tu! – esclamai.
Quella donna mi faceva diventare pazzo.
- No, è scritto. Sei ancora in tempo, comunque: si sta completando uno poco lontano da qui. Sbrigati! Quel marchio ci condurrà nell’abisso! Se si completerà moriremo tutti e il mondo sarà perduto!
Cybil era letteralmente a bocca aperta.
- Anche durante il dì, le tenebre oscureranno il sole. La morte cammina tra noi, invisibile e tentatrice. Non fidatevi, perché ha assunto la forma di un innocente – continuò facendo qualche passo all’indietro.
- Innocente? – chiese Cybil.
- La sua purezza potrebbe attirarvi verso l’oblio. Potreste scambiare il demone con il più bello degli angeli. Non fidatevi dell’esteriorità. Cammina con noi e lascerà bruciare i puri e i martiri nelle più roventi fiamme dell’Inferno.
Le parole di quella donna mi stavano davvero turbando...
Stavo tremando:
- Allora... cosa posso fare? Devo salvare mia figlia.
Dahlia mi guardò negli occhi, sorridente:
- Fermalo. Ferma il demone e la riavrai. Il demone ti tenta. Crede di conoscere tutto, ma mente. E farà di tutto per entrare nella tua anima. Si presenterà bello e innocente ma non farti tentare. Il demone sa come farti impazzire, sai? Il demone ti parla e ti fa credere quello che lui preferisce; assumerà qualsiasi forma per averti con sé.
- Com’è questo demone? – chiese Cybil confusa.
- Ha l’aspetto di un innocente, di un bambino.
- Un bambino? – chiesi.
- Sì, pur di averti al suo cospetto potrebbe presentarsi sottoforma di un bambino. Non fidarti del guscio. La carne è debole e non è importante. Guarda l’anima, l’essenza.
Io e Cybil eravamo davvero spiazzati.
- Devi trovare la tua piccina, vero? – chiese Dahlia.
- Sì! – esclamai.
- Fa presto, Harry Mason. Ferma quel demone prima che tua figli diventi il sacrificio. Prima che sia troppo tardi. Fermalo! Fermalo!
- No! Dove devo andare? – urlai, agitato.
Mia figlia... sacrificio per un...
No...
- Il faro e il luna park. Il suo dominio si sta estendendo in questi posti, adesso. Fa presto. Sei la nostra unica speranza.
Si accarezzò il velo e spostò lo sguardo su Cybil:
- Tu... sai che corri un grosso pericolo? Attenta... la tua presenza non era attesa... – sussurrò a lei.
- Certo! – disse sarcastica la poliziotta – Harry, non capisco più niente. Demoni?! Ma per favore! Non dirmi che ti fai controllare così facilmente!
- Non ho altra scelta, hai sentito!? Il sacrificio... – dissi.
- Harry – bisbigliò – non deve essere in se. E’ pazza. Lasciamola perdere.
- Dai. Fidiamoci! Cos’altro possiamo fare? Dividiamoci: io l faro tu al luna park. Ci vediamo dopo, ok?
Cybil non sembrava molto entusiasta all’idea, ma accettò lo stesso.
- Buona fortuna – disse uscendo dalla barca.
Rimasi io con la strana donna.
- Il destino ti attende – sussurrò – e quello ti servirà?
- Cosa?
- Il Flauros...
Tirai fuori dalla tasca la strana piramide pesante.
- Questa? – chiesi.
- Esatto. Con quello lo fermerai.
Ma...
- Ma Cybil non lo ha! Altrimenti mi avrebbe capito prima. Come... – dissi piano.
Dahlia sorrise.
- Questo mi porterà da Cheryl, vero? Il mio unico obiettivo è salvarla.
- Ferma il demone e la riavrai – disse semplicemente.
Cybil stava rischiando la vita per il mio scopo, andando al parco divertimenti.
Bam!
Dahlia se ne era andata.
Io dovevo raggiungere il faro!
 
   
 
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