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Autore: Shinkocchi_    06/06/2012    3 recensioni
Erano bastate solo tre parole a sconvolgerle la vita.
Tre parole che l’avevano spaventata, l’avevano fatta scappare da tutto e tutti…
…soprattutto da lui, che le aveva pronunciate…
Ed ora che anche lei, finalmente, ne conosceva il significato, non gliele avrebbe potute dire.
Perché sarebbe stato egoistico in quella situazione.
Eppure nonostante ciò, proprio come una stupida, ogni tanto ci sperava ancora...
Genere: Commedia, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'When prince’s sister comes back…'
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Che la guerra abbia inizio

God knows

 
Normalmente, non avrebbe fatto una cosa del genere.
Sarebbe semplicemente scesa dal letto per andare a fare colazione al piano di sotto, come ogni mattina, per poi andare in bagno a prepararsi.
Avrebbe preso i primi vestiti decenti che le fossero capitati sotto mano, avrebbe messo fra i capelli il primo fermaglio trovato, abbastanza grande da tenerle legati i capelli, dato il caldo che c’era.
Normalmente, non si sarebbe mai fermata di fronte ad uno specchio per più di trenta secondi circa, e si sarebbe gettata fuori casa come un ossesso, desiderosa come non mai di montare in sella alla sua tanto amata bici.
E quelle poche volte che si serviva di quell’oggetto per più di cinque minuti era per motivi particolari o, durante quel suo piccolo momento privato, che lei stessa avrebbe definito di “delirio”, in cui, con le cuffie alle orecchie ed una spazzola in mano come microfono cantava in playback…
Non che lo specchio non le piacesse, semplicemente non le serviva.
Mai, era riuscita a comprendere fino in fondo le persone che passavano ore ed ore davanti allo specchio, come probabilmente faceva Atobe, arrivando persino ad alzarsi alle cinque per prepararsi…in fondo era così bello dormire! Perché mai avrebbe dovuto rompere quel fantastico idillio con il suo letto?
Eppure, quella mattina, Sekai Echizen, era ferma, immobile, davanti alla lastra di vetro appesa all’anta dell’armadio di camera sua.
E non da cinque minuti…bensì da venti.
E guardando la sua immagine riflessa non poteva far a meno di pensare a quella di An…e le veniva un nervoso…
Eh già, perché An Tachibana era bella…e cosa peggiore, ne era consapevole.
Riusciva sempre a far sospirare il genere maschile con quei suoi occhi da cerbiatta, azzurro cielo; a lei invece, Madre Natura li aveva dati di un assurdo color nocciola che, a seconda delle giornate, poteva assumere sfumature verdi; ed inoltre, rispetto a quelli dei suoi fratelli, che somigliavano a quelli dei gatti, erano più grandi, tanto che sua nonna quando era nata aveva detto che era “tutta occhi”.
Insomma! Come poteva una persona essere tutta occhi? Forse non aveva naso e bocca?
Ed il viso…il suo, nonostante negli anni fosse cambiato, diventando più somigliante a quello di un’adulta, era ancora tondo come una mela; al contrario, quello di An era lungo.
La Tachibana aveva i capelli brillanti e sottili, di colore biondo cenere, mentre i suoi non stavano a posto neanche se spazzolati con il fil di ferro.
Senza contare che era più magra e longilinea di Sekai; i suoi modi erano più femminili e garbati, le movenze più aggraziate ed eleganti, il suo carattere più…beh, migliore del suo, dato che lei era imbranata, capricciosa, impaziente, scontrosa, orgogliosa…persino il sarcasmo e l’ironia che l’Echizen aveva sempre tanto ammirato di sé ora l’infastidivano.
Inoltre la Tachibana era brava a giocare a tennis…lei invece non sapeva neanche da che parte cominciare…
Solo in quanto a curve se la vedeva decisamente meglio…ma anche questo era inutile, dato che mentre alla bionda gonne e vestiti stavano bene, indosso a lei la facevano sembrare ridicola.
Eppure non si era mai lamentata del suo aspetto e del suo carattere.
A parte per qualche chilo si era sempre accettata così com’era, ma ora…si vedeva orribile…
Già, come poteva competere con An?
Era praticamente perfetta, mentre lei imbarazzante…un disastro sotto ogni punto di vista…
Era ovvio che Akaya preferisse lei…
Sospirò, uscendo dalla stanza per andare in cucina –giorno…-
-Good morning!- rispose Ryoga ridacchiando –come mai quella faccia abbattuta?-
Lei segnò, con il pennarello rosso, il giorno sul calendario, per poi fulminarlo con lo sguardo.
Il giovane si ammutolì all’istante, portandosi la tazza alla bocca; quando sua sorella compiva quel gesto voleva dire che…le erano venute.
Motivo sufficiente per non infastidirla, dato che il primo giorno era sempre intrattabile.
-Possibile che voi due dobbiate litigare già di prima mattina? Dove le prendete le forze?-
Il fratello maggiore tirò una gomitata a Ryoma, per zittirlo.
-Di fretta?- le chiese poi il più grande.
-Si. Fra un po’ dovrei vedermi con Tomo-chan e company…avevo promesso loro che saremmo andate a fare shopping in centro…- disse bevendo, appoggiata al mobile alle sue spalle.
I due ragazzi risero –shopping? Tu?-
-Lasciamo perdere…l’avevo promesso…- rispose arricciando il naso –anzi, sarà meglio che vada a cambiarmi!- concluse, uscendo dalla cucina e salendo le scale.
-Ohi, Ryo-nii-san- lo chiamò Ryoma non appena l’altra si fu allontanata –non ti pare che ultimamente nee-chan sia un po’ strana?-
-…-
-Insomma…è sempre così evasiva, vaga, distante…ha qualcosa di diverso dal solito…-
-Lo so…pensa che ieri l’ho beccata mentre stava facendo un monologo a Karupin!-
-Stai scherzando?!-
Il ragazzo scosse la testa -e su cosa?-
-Non ho capito bene…mi pare su una certa “lei”-
-“Lei”?- chiese Ryoma, alzando un sopracciglio.
-Già…- rispose annuendo.
Dei passi richiamarono la loro attenzione e videro Sekai gettarsi giù dalle scale con dei sandali in mano.
-Ehi, sei stata un lampo!-
-Lo so, lo so…effettivamente sono leggermente in ritardo…ma solo leggermente!-
-Si, si, Chibichan…sempre la solita storia!-
-Come hai detto?-
-Ehi!- li interruppe il minore, togliendo lo sguardo dal giornale che stava sfogliando –in questi giorni è uscito al cinema quel film di cui parlavamo l’altro giorno…che ne pensate di andarlo a vedere?-
-Direi che è un’ottima idea, Chibisuke! Quando?-
-Oggi?-
-No- disse Sekai, saltellando per infilarsi le scarpe –ve l’ho detto, sono già impegnata-
-Domani?-
-Ok, va b…-
-Università- continuò lei; certo, gli studi erano diventati molto più impegnativi di quando aveva quindici anni…però, non poteva fare a meno di essere felice di potersi finalmente dedicare alla fisica ed all’astronomia.
-…dopo domani?-
-Niente da fare. Ancora impegnata- rispose, prendendo la borsa ed avvicinandosi alla porta di casa, in tutta fretta.
-Perché? Non mi pare tu abbia lezione!- esclamarono i fratelli, affacciandosi sul corridoio.
Lei si bloccò sulla soglia della porta, aperta, e si girò verso i due, con espressione alquanto divertita.
-Beh…- disse, come se fosse la cosa più naturale del mondo, prima di richiudere definitivamente la porta alle sue spalle, lasciandoli interdetti –la-vo-ro!-
 
-È in ritardo- sentenziò Tomoka, battendo nervosamente il piede a terra.
Sakuno sorrise dolcemente all’amica –dai, non fare così! Lo sai com’è fatta!-
La giovane sospirò…solo due settimane prima c’era stata quella festa a casa di Atobe e nessuno, escludendo lei, Momoshiro e chiaramente il padroncino di casa, sapeva ciò che era accaduto…in fondo, non avrebbe certo contribuito a migliorare la già pessima situazione…
Da quel momento, le cose avevano preso leggermente una piega diversa…a dir la verità, non avrebbe saputo dire come, né se in meglio o in peggio…ma erano cambiate, inequivocabilmente.
A ripensarci, a posteriori, quella forse non era stata l’idea più brillante che le fosse venuta…
Ed ora…stava per passare un pomeriggio in compagnia di quelle due
Diamine! Perché le faccende di cuore dovevano essere sempre così complicate?
Proprio non riusciva a comprenderlo…
Diede un’occhiata a Sakuno, seduta affianco a lei, per poi alzare gli occhi al cielo.
No, in realtà lo capiva perfettamente.
-Ehi!- la voce dell’Echizen, che si stava avvicinando, richiamò la loro attenzione –scusate per il ritardo!- ridacchiò.
-Come se fosse una novità!-
-Tomo-chan!- intervenne Sakuno –per favore! Non vogliamo far aspettare An-san, vero?-
-D’accordo, muoviamoci!- rispose lei, avviandosi –dobbiamo andare in centro!-
-Ehi, aspettate!- le richiamò Sekai –come mai lei è già la?-
L’Osakada si bloccò di colpo –beh…-
 
-Grazie per avermi accompagnato, Akaya!- sorrise la ragazza, rivolgendosi verso di lui –sei proprio un bravo fidanzato!-
-Figurati! Sarei comunque andato da queste parti e poi…mi faceva piacere passare un po’ di tempo con te!- le disse ridendo.
An, in tutta risposta lo abbracciò forte –anch’io!- esclamò con espressione raggiante in volto, facendo sorridere Kirihara –comunque, sicuro di non voler restare?- chiese –sono certa che a loro non dispiacerebbe!-
Il giovane scosse la testa –tranquilla! È meglio così- rispose –sai che non amo queste cose! Se si trattasse di andare in negozi di manga o videogiochi ne potremmo riparlare…-
-Tu non cambi mai, eh?-
Akaya fece spallucce, ghignando –e poi…non penso riuscirei a reggere né l’euforia eccessiva di Tomoka…né i continui lamenti di Sekai…-
-Già, quelle due sono agli antipodi!-
-AN!- i due si girarono, vedendo le tre ragazze avvicinarsi.
-Ehi, siamo qui!- esclamò lei, sventolando la mano.
-Scusa, siamo un po’ in ritardo, ma sai com’è…- disse l’Osakada, rivolgendo un’occhiata di sbieco verso Sekai, che arrossì.
-Non preoccupatevi! Siamo arrivati anche noi da poco!- rispose il ragazzo.
-Oh, buongiorno, Kirihara-kun!- lo salutarono Sakuno e Tomoka –come va?-
-Tutto bene, grazie! E voi?-
-A meraviglia!-
Poi rivolse lo sguardo all’Echizen, che era rimasta in silenzio –e tu, Sekai?-
-Mh?- disse, quasi come se fosse caduta dalle nuvole –a-ah, si! Tutto a posto!- concluse con una risata che risultò, stranamente, piuttosto credibile.
-Sicura?- le chiesero, facendole alzare gli occhi al cielo, con un sospiro.
La giovane Tachibana e l’ex membro della Rikkai risero –dai, fatti forza! Vedrai che andrà bene!- le disse.
-Parli tu che te la svigni, Akaya? Che coraggio ci vuole!-
-Oh, tranquilla Sekai!- disse Tomoka –troveremo qualche bel vestitino anche per te!-
-Uffa! Io voglio andare in un negozio di manga e videogiochi!- sbraitò, incrociando le braccia al petto.
An trattenne il respiro per un attimo –guarda che ormai sei grande!- la riprese l’Osakada.
-Ed allora?-
-Sono cose da ragazzini!-
-NON È VERO!- esclamarono all’unisono Sekai ed Akaya, offesi.
Sakuno, Tomoka ed An li guardarono sorpresi, poi, le prime due scoppiarono a ridere, facendoli arrosire.
-Forse è meglio se andiamo- li interruppe bruscamente la Tachibana –ci sentiamo dopo, ok?
-D-d’accordo, An! Allora ci vediamo!-
-Arrivederci Kirihara-kun!- lo salutarono.
Il ragazzo ricambiò il saluto, soffermando poi il suo sguardo sull’Echizen, che sentì il cuore fermarsi per un istante –ciao, Akaya- gli disse dolcemente.
Kirihara non rispose, ma alzò solamente la mano, guardandole allontanarsi.
 
-Ah! Sono proprio soddisfatta!- canticchiò Tomoka piena di sacchetti, per le strade.
-Ci credo! Hai quasi svaligiato il negozio!- le rispose Sekai, facendola sbuffare.
-Ragazze, buone!- le interruppe An -che ne pensate di andare da quella parte? Ho sentito dire che hanno aperto una nuova gelateria!-
-Davvero? Allora deve essere quella di cui mi ha tanto parlato Jirou!- rispose avviandosi con le altre verso il locale.
Entrarono, andandosi a sedere ad uno dei tavolini di legno –è davvero carino!- esclamò sorridente Sakuno -c’è una bella atmosfera!-
-Hai ragione, è stata davvero una buona idea venire qui, An!-
-Ah…scusate?- le richiamò l‘Echizen.
-Mh? Cosa c’è?-
-Io vado un attimo in bagno! Torno subito! Se intanto volete, voi ordiate!-
-Ok, ma cerca di sbrigarti!- disse Tomoka, guardandola allontanarsi.
Sekai si diresse verso il corridoi, aprendo la porta del bagno e chiudendola dietro di lei.
Calò un silenzio di tomba attorno a lei.
Si appoggiò all’uscio, rilasciando il respiro, stanco e leggermente tremante, come quello di una persona che è sul punto di scoppiare a piangere.
Si avvicinò al lavandino, aprendo l’acqua e poggiandosi con i palmi al marmo freddo.
Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata così dura…
E pensare che si era anche preparata! Aveva preso un bel respiro e aveva tentato di essere il più normale possibile…ci aveva provato con tutte le sue forze.
Eppure, nel momento in cui aveva visto Akaya, aveva sentito il battito cardiaco accelerare e lo stomaco contorcersi.
Dannazione! Perché non riusciva a fare come se nulla fosse?
Si era sentita terribilmente a disagio sotto il suo sguardo…
Terribilmente colpevole…
Verso di lui…
Verso An…
Perché quando aveva visto il modo in cui quei due si erano guardati, non aveva potuto fare a meno provare invidia nei confronti dell’amica…di detestarla…ed era questa forse la cosa peggiore fra tutte…
An non centrava niente! Era solo colpa sua se la situazione aveva preso quella piega!
Provare risentimento nei suoi confronti era meschino, stupido, da codardi!
Strinse con forza la presa sul marmo, alzando gli occhi vero lo specchio davanti a lei.
Che pessima amica che era…
Il rumore della porta del bagno la riportò alla realtà.
Restò immobile, vedendo l’immagine della giovane Tachibana, riflessa nello specchio, entrare nel suo campo visivo –ehi, Tomoka si sta chiedendo che fine hai fatto….va tutto bene?- le chiese –è da una decina di minuti che sei qui-
Sekai si girò verso di lei, intimidita; era già passato così tanto tempo? –h-hai! Scusate!-
An si avvicinò al lavandino, facendo irrigidire l’amica, ed andò a lavarsi le mani.
Si venne a creare un surreale ed angosciante silenzio, rotto solo dal ticchettio delle luci al neon –è-è meglio che vada! Ti aspetto fuori!-
-Sai…- la interruppe la ragazza, prima che potesse muovere un muscolo –sono davvero felice della piega che ha preso la mia vita…-
L’Echizen si ammutolì: perché le diceva una cosa del genere?
-E sono molto contenta anche per il fatto che tu sia tornata!- disse alzando il viso verso di lei e sorridendole.
-A-anch’io An!- rispose sollevata, tirando un leggero sospiro di sollievo.
L’ex studentessa della Fudomine si allontanò dal rubinetto, passando dietro le sue spalle e fermandosi –però…- sussurrò, con la testa leggermente china –…non ho alcuna intenzione di perdere questa guerra-
Sekai trattenne il respiro, sussultando –c-cosa…?- chiese girandosi di scatto, non certa di aver compreso le parole dell’amica.
-Ti conviene muoverti…altrimenti Tomoka si arrabbierà ancora di più- disse con un tono che lei trovò quasi freddo, prima di uscire dal bagno, lasciando l’Echizen completamente attonita.
Guerra?
Cosa…cosa voleva dire con quell’affermazione?
Che lei…
Sentì il battito del cuore dentro al petto divenire grave, come quando qualcosa la opprimeva oppure la faceva sentire colpevole.
Perché aveva quella sensazione addosso?
 
-Si può sapere che fine avevi fatto?! Non ne potevamo più di aspettare!-
L’Echizen rivolse una breve e rapida occhiata alla sorella di Tachibana, seduta nel posto di fornte al suo –scusate…-
-Dai Tomoka! In fondo non è successo nulla!- rise An, cercando di sdrammatizzare la situazione –ne, Sekai?-
-H-hai…- rispose lei, abbassando lo sguardo, quasi intimorita.
Sembrava An…la solita An.
Quella sorridente, diplomatica, gentile…
Ed allora perché prima…le aveva detto quelle cose?
Cosa voleva dire quella frase?
Non ho alcuna intenzione di perdere questa guerra.
Quella voce, quel tono…sembrava quasi…arrabbiata?
Sekai si sedette, cercando di ignorare quella sensazione –tutto a posto?- le chiese Sakuno.
-Certo, certo! Non preoccuparti!- rispose, scotendo le mani.
-Piuttosto, dove vogliamo andare ora?-
-Beh…non molto distante da qui c’è un negozio che vende delle cose davvero carine con cui riuscirò sicuramente a fare colpo sul mio adorato Ryoma!- esclamò Tomoka con aria sognante.
-Cosa?! Ancora? Mi avevate promesso che poi saremmo andate anche da qualche altra parte!- sbuffò l’Echizen.
-Si può sapere perché hai sempre da ridire?-
-Dai, lo sai anche tu com’è fatta!- esclamò An.
Sekai sentì una fastidiosa sensazione pervaderla -con questo che vorresti dire?- chiese con fare seccato.
-Lo sai perfettamente anche tu!-
-No, scusa, non lo so!-
-Ehi, ragazze…- le richiamarono preoccupate le amiche.
-Insomma…una ragazza che preferisce i video games ai vestiti potremmo definirla…ancora un po’ “infantile”?- chiese ridendo.
-Però mi pare che anche il tuo fidanzato sia del mio stesso avviso!- replicò a tono.
-Come?-
-Hai sentito perfettamente!- sibilò.
La giovane Tachibana la fulminò con lo sguardo –ma senti da che pulpito viene la predica! Quasi mi vien da ridere!-
-Vi prego, smettetela!- le supplicò Sakuno.
-Che accidenti vorresti insinuare?!-
-Forse mi prendi per scema? Guarda che mi sono accorta di come lo guardi!- esclamò.
Sekai sussultò -chi?-
-Lo sai!-
-…credo proprio che tu abbia preso un granchio!- disse –o forse…non sei abbastanza sicura della solidità del vostro legame?-
-Questo non è assolutamente vero!- gridò An furiosa, sbattendo con forza le mani sul tavolino, facendolo tremare.
Tutti i presenti nel locale si ammutolirono, rivolgendo loro lo sguardo.
-Ah! Vedo che qui qualcuno ha la coda di paglia!- continuò sarcastica l’Echizen alzandosi in piedi.
-Potrei farti esattamente lo stesso discorso, sai? Non sei forse tu quella che se l’è svignata per andare in America?-
La ragazza sussultò; ora era davvero troppo -la faccenda è completamente diversa!- esclamò, sbattendo anche lei le mani sul tavolo.
-No! È la stessa identica cosa!-
-Non provare a paragon…-
-ORA BASTA!- sorprese, si voltarono verso Tomoka e Sakuno –siete forse impazzite?!- disse la prima –si può sapere cosa vi passa per la testa?-
Le due non risposero ed abbassarono lo sguardo –hai ragione! È meglio che tolga il disturbo!- sentenziò fredda Sekai, prendendo le sue cose ed uscendo a tutta fretta dal locale.
-Sekai sempai!- la richiamò Sakuno inutilmente.
 
-Accidenti ad An! Accidenti ad An! Accidenti ad An!-
L’Echizen percorse a falcate le strade di Tokyo, con un diavolo per capello.
Come diavolo si permetteva?! Chi si credeva di essere?!
Lei era orgogliosa fino all’inverosimile, certo! Però…quella ragazza aveva decisamente esagerato!
L’aveva davvero punta nel vivo.
Se solo…se solo…
Si fermò di scatto, restando immobile, con lo sguardo fisso sul pavimento ed un enorme magone.
Per la prima volta, provò ribrezzo verso sé stessa.
Dannazione…
Come poteva essersi comportata in quel modo?
Come poteva averle detto delle cose tanto cattive?
In fondo, An non centrava niente in tutta quella storia!
In fondo, quelle cose lei non le pensava davvero…
…oppure si?
Era davvero una persona così orribile?
Poteva l’amore, sentimento tanto nobile e decantato sin dall’antichità, essere la causa dell’odio?

No. Forse, erano semplicemente due facce della stessa medaglia.







XDXDXD
Ed ecco il capitolo 4!!!!!
Premessa: ho fatto una fatica terribile a scriverlo, ed il risultato non penso sia un granchè, perciò scusate...
Comunque, sono contenta lo stesso!
Ultimi tre giorni di scuola!!!!!! ^_^ Finalmente!!!!!!!!!!!!!!!
Vacanze! Vacanze! Vacanze e...(probabilmente) 40 versioni...*sniff...sniff...* perchè dovevano darci tanti compiti?!
Beh...tornando al capitolo...la guerra è finalmente iniziata!
Ed ammetto, che non è proprio una bella dose di autostima per la nostra protagonista...-_-
Il fatto che Sekai non ami molto lo shopping forse potrà sembrare un po' strano, ma...considerando che è cresciuta come unica figlia femmina in casa Echizen, con Ryoma, Ryoga, penso che, nonostante sia cresciuta, conservi ancora parte del suo lato maschiaccio ed infantile! In fondo avrà ben dovuto farsi rispettare in quella famiglia!
Riesco proprio ad immaginarmi quei tre che, per vedere chi di loro ha ragione quando litigano, invece di darsele di santa ragione come da piccoli, prendono la Wii e fanno una partita!!!!
A fine capitolo ho voluto introdurre il concetto dualismo amore/odio, che dominerà il prossimo capitolo, in cui il protagonista incontrastato sarà, finalmente, Akaya (lo so...in questi ultimi capitoli l'ho un po' trascurato...)
Beh...grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono!
Buon fine anno scolastico!!!!
Baci!!!
XDXDXD

  
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