Da quel momento la mia vita cambiava. Anzi, ne iniziavo una totalmente nuova. In quell’aereoporto, in quella poltroncina dove mi ero seduta, dentro me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
<< Signorina, mi dispiace disturbarla, ma stiamo per atterrare. >>
Una di quelle hostes troppo truccate e con acconciature elaborate mi si avvicinò per avvertirmi. Avevo dormito per tutta la durata del viaggio.
Presi il cellulare dalla tasca preoccupata dalle chiamate senza risposta,ma lo riposai in tasca : << Nuova vita,Amy, ti ricordi? >> dissi tra me e me e feci un bel respiro profondo guardando dal finestrino dell'aereo.
Atterrammo all'aereoporto di Londra. Assonnata presi la mia valigia e , svolte tutte le pratiche e uscita all'aria aperta, accesi il telefono. Non volevo farlo, perchè così avrei riattivato i collegamenti indesiderati, ma dovevo chiamare Alexander : era da lui che avrei dormito durante il mio «soggiorno a lungo termine».
<< Alex...sono Amy.> risposi timidamente al telefono.
<< AMY! Finalmente, pensavo di averti persa nel cielo. Dieci minuti e arrivo, ho appena rimorchiato un Francese al bar e devo ottenere il suo numero di telefono! >>
<< Tranquillo, ti aspetto qua! A dopo. >> sorrisi e attaccai.
Alexander era uno dei miei migliori amici. Un londinese alto, biondo, bellissimo e totalmente gay. Ci conoscemmo due anni fa attraverso amici di amici e da allora siamo diventati come culo e camicia. Quando ha saputo che volevo cambiare vita si è subito offerto per ospitarmi.
«Diventeremo come quelle di Sex and the City, ma in versione Londinese!» aveva detto.
Mi lasciai trascinare dai pensieri, quando il telefono cominciò a squillare.
<< Pronto? >>
<< Torna immediatamente qua. >> mio padre... merda.
<< Papà, non mi convinci. Ho preso una decisione e non torno indietro. >>
<< Invece tu torni e anche subito. Facile scappare ,eh? I codardi scappano. I coraggiosi affrontano le situazioni difficili della vita. >> mi si gelò il sangue nelle vene.
<< C-cosa vorresti dire? >>
<< Dico che tocca a te scegliere da che parte vuoi stare, che persona essere. Vuoi essere una codarda o una coraggiosa? >>
<< Voglio solo essere felice,papà. E lì non ero felice... >> le lacrime cominciarono a scendere.
<< Tutte stronzate. Tu te ne sei andata perchè avevi paura. Paura di non riuscire a combinare nulla qua. Ma sai, i falliti rimangono falliti anche quando cambiano città. Cosa andrai a fare adesso? Lavorerai in un bar?L'università? Cosa farai ?Come ti guadagnerai da vivere? >>
<> ormai le lacrime si erano trasformate in pianto a dirotto.
<>
Mi sedetti a terra, sconsolata e disperata : cosa avevo fatto di male? Perchè la mia vita era un disastro totale? Le lacrime continuavano a scendere, ed io non avevo la forza per fermarle.
Forse mi aveva messa davanti alla realtà, forse era davvero un'idea sbagliata cercare fortuna in un altro paese...
<< Bimba! Eccomi qua, bello come non mai e con il numero del Francese. Sai come si chiama? Pier. Proprio francese,eh! Tu invec... tesoro, perchè stai piangendo? >>
Alexander mi si avvicinò preoccupato, ma io non volevo rovinargli il momento e così mi alzai, mi asciugai le lacrime con la manica della felpa e tentai di fargli un sorriso :
<< Alex! Tranquillo non ho nulla. Sempre il solito rimorchiatore,eh! Ora punti ai francesi...hai allargato i tuoi orizzonti! >> lo abbracciai forte : era tutto quello di cui avevo bisogno.
<< Per chi mi hai preso,Amy?! Intanto stasera sei invitata ad una festa. >>
<< Una festa? Non sono a Londra neanche da due ore e sono già invitata ad una festa? >>
<< Sì, è il compleanno del Francesino e mi ha invitato. Così ho pensato che potessi venire con me...magari ci sono dei ragazzi carini,disponibili... >>
<< Alex, sembri mia nonna che cerca di trovarmi un ragazzo tra le amiche in Chiesa. Davvero, stasera non ho voglia. Tu vai, io rimango un po' a casa se non ti dispiace >> non ero dell'umore per una festa. Volevo mangiare, farmi una doccia e andare a dormire.
<< Tesoro, certo. Vieni dammi la valigia che la mettiamo in macchina e andiamo a casa. >>
Ci avvicinammo alla sua macchina, lui posò la valigia dietro ed io mi sistemai nel posto davanti. Appena chiusa la portiera si girò verso di me :
<< Amy, non è che ti scoccia se stasera vado alla festa?Magari possiamo rimanere a casa con la nutella a vedere «Via col vento»... >>
<< Alex, divertiti e vai a quella festa. So badare a me stessa >> gli strinsi la mano affettuosamente e cominciai a guardare fuori dal finestrino.
Ero affascinata da quella città. Londra era così...bella. Feci un sorriso amaro pensando alla discussione con mio padre :
chissà se sarei stata anche a Londra una fallita come mi aveva definito lui.
Ero affascinata da quella città. Londra era così...bella. Feci un sorriso amaro pensando alla discussione con mio padre :
chissà se sarei stata anche a Londra una fallita come mi aveva definito lui.