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Autore: Stateira    25/12/2006    30 recensioni
Harry, Draco, James e tutti i nostri personaggi preferiti si trovano per festeggiare insieme il Natale. Tra un rametto di vischio e una tartina spiaccicata, Buon Natale e Buone feste a tutti da Stateira!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Special Times

Questa fic, come avrete capito, conterrà sia pairing Slash che non Slash, ed in particolare ci saranno Harry e Draco (potevano forse mancare?), Remus e Tonks (and please, don’t call her Nymphadora ^__^), ed Hermione e Ron.

Un grazie enorme va alla mia adorata Nonna Minerva, per avermi permesso di usare la sua Selene, e di prendere spunto dalla sua tenerissima storia, per le vicende di Tonks e Remus. Ce l’ho messa tutta per cercare di spoilerare il meno possibile, della sua storia, che vi invito a correre a leggere, perché è davvero un gioiello di tenerezza.

 

“I’ll be home for Christmas”

 

Evviva le crociate di Tonks per la tolleranza!

 

Inoltre, la fic coinvolge, come avrete notato, i protagonisti di “Fathers”, ma non è assolutamente da intendersi come un capitolo di quella fic, o uno spoiler di essa. È una semplice shot autoconclusiva in parallelo a quella vicenda!

 

La fic è dedicata in particolare alle mie sorelline, Fanny e Minerva, compagne di cioccolato, di avventure, di pazzie e molto altro!

Vi adoro ragazze, Bestianera Ruuuuulezzz!

 

Ok, finito il momento delirio, non mi resta che augurare a tutti quanti voi Buone Feste, un sacco di pandoro e di buoni sentimenti, un sacco di propositi per l’anno nuovo ( no, ma questa volta li manterremo davvero, yuhu!) e…

 

Adesso parte ufficialmente il conto alla rovescia per il 13 Luglio!!! Ragaziiii!!! >////////<

 

Ok, vi lascio alla lettura prima che mi prendiate a scarpate. ^^’

 

 

 

 

 

 

 

- E’ permesso? –

Una voce calda, leggermente affannata, si fece strada attraverso l’ingresso di Grimmauld Place.

- Harry, tesoro!!!-

Molly Weasley si precipitò alla porta, spalancandola con mille cerimonie, ed un sorriso raggiante schiaffato sul viso rubicondo.

- Ben tornato a casa, oh, caro, mancavate solo voi!-

- Sì, lo immagino, mi dispiace. – Harry inarcò rapidamente le sopracciglia e si guardò alle spalle. – Vieni Draco! – gridò dietro di sé, ansimando leggermente. - Ehm, è che abbiamo avuto qualche problema di disciplina… attenta, qui rischio di fare un disastro con questo coso…-

Molly si scansò prontamente, per far passare Harry, che barcollava brandendo davanti a sé un ingombrante passeggino le cui ruote non facevano che roteare su stesse, minacciando qualsiasi soprammobile nel raggio di mezzo metro. Finalmente, Harry posò con un sospiro il passeggino infernale, e lo spinse nella prima stanza disponibile.

- Lo lascio qui, va bene?-

- Fai, caro, fai pure, è casa tua!-

Quando riemerse dalla stanzetta vuota strofinandosi una manica della giacca stranamente elegante sulla fronte e sbuffando di sollievo, Harry si trovò davanti una platea di persone, che dovevano essersi riunite in pochi istanti nell’ingresso, e che ora lo stavano fissando, tutte assieme, immobili e trepidanti.

 

Le persone più care che Harry avesse.

- Hey, ragazzi! Ron, Hermione! Signor Weasley, salve!-

- Harry!- strillò letteralmente Hermione, sgomitando per saltargli addosso.

- Ohf, con calma!- ridacchiò lui, abbracciandola forte.

- Finalmente, ma vi eravate persi?-

- Harry!-

- Hey, Ni… cioè, Tonks! – Harry sorrise, raggiante.

Tonks assottigliò gli occhi, per un momento, poi decise di lasciar correre. Harry poteva davvero dire di averla scampata bella.

- E gli altri?-

- Tutti di là. –

- Harry, finalmente. -

- Remus, non dirmi che tu sei stato più puntuale di me, ti prego!-

Remus Lupin, alle spalle di Tonks, ammiccò, divertito.

Harry scoccò un’ultima occhiata al passeggino, quietamente parcheggiato in un angolo, poi si voltò di nuovo verso la porta.

 

E sbuffò.

 

- Hey… che fai, resti lì fuori?- fece, alzando brevemente gli occhi al soffitto, ed affacciandosi fuori.

- Dai, vieni dentro, o finisce che vi prendete un accidente tutti e due. Su, non ti metterai a fare il timido, spero!-

Un momento dopo, Draco Malfoy fece capolino sulla soglia, chiuso in uno spesso mantello scuro, bordato di pellicciotto nero. Sorrise, teso, alla schiera di presenti.

- Signori… non credo servano presentazioni. – disse Harry, inarcando entrambe le sopracciglia, e sorridendo, sghembo, con un’espressione di orgoglio misto ad un’incommensurabile luccichio negli occhi.

- Salve. – fece Draco, vagamente a disagio.

Hermione fu la prima a sorridere a Draco, quasi insieme a Remus. Gli altri esitarono un momento, prima di lasciarsi sciogliere dallo sguardo estasiato di Harry, e salutare con calore il suo compagno.

James sbucò improvvisamente da dietro una gamba di Draco, infagottato anche lui nel suo mantellino, e prese a tirargli le lunghe maniche e a piagnucolare.

- Su, su,via di qui, o ci rovineremo la festa, con tutti questi spifferi! -

Molly spinse pragmaticamente Draco in avanti, lasciandogli giusto il tempo per agguantare James per un braccino e sospingerlo, perché la porta potesse finalmente essere chiusa.

- Papà!- fece improvvisamente la vocina del piccolo, che si ostinava a tenersi aggrappato ai vestiti del genitori, deciso a farsi prendere in braccio.

- James, ma cosa c’è…- sbuffò Draco, sull’orlo dell’esasperazione per quello che doveva essere solo l’ultimo di una serie di capricci.

Gli altri presenti ammutolirono.

L’atmosfera si fece subito calda di un senso di attesa e di sorpresa, e i movimenti misurati di Draco che sollevava il piccolo creavano attesa, in tutti quanti.

- Oh, Harry, caro…- Molly indicò il piccolo, il viso rotondo contratto in un’espressione commossa. - Ma che cos’è questo piccolo tesoro!-

Harry sorrise, ed arrossì leggermente. – Ehm, beh, lui è James Draco. – rispose, laconico e vagamente imbarazzato.

La donna agitò le mani a mezz’aria, eccitatissima. – E’ bellissimo. Meraviglioso. -

- Ma è monello. – fece Draco con una smorfia, mentre cercava di avere ragione del mantello del figlio, per nulla intenzionato a collaborare.

Harry si strinse nelle spalle, e rivolse a tutti un cenno di scusa. – Capito che cosa intendevo con “problemi di disciplina”, Molly? – borbottò . – Questo monellaccio fa i capricci da quando si è svegliato, stamattina. E ti posso garantire che si è svegliato molto presto.-

- Ciao, James!- sussurrò Hermione, dolcemente, la prima a rompere il silenzio, nel gruppetto raccolto davanti ad Harry.

James squadrò lei, e tutti gli altri, con gli occhi luccicanti. Come animato da tutta quella folla che sembrava interamente concentrata su di lui, accennò ad un sorrisetto vergognoso, poi si abbracciò al collo di Draco e gli ficcò le manine fra i capelli della nuca.

- Avanti, non si dice ciao?- lo incoraggiò Draco. – dì ciao a tutte queste persone, da bravo. –

- Tao.-

Draco ridacchiò . – Non lo devi dire a me, tesoro, lo devi dire a loro. –

James si tirò su dritto, e tornò a guardare tutti quanti, che per prudenza se ne rimasero in silenzio.

- Tao.- ripeté, con un po’ meno convinzione.

- E’ un tesoro.- ribadì Molly, assolutamente rapita.

Fra tutti, solamente Ron, Remus ed Hermione avevano avuto l’occasione di conoscere il piccolo James, prima di allora.

Quel giorno di Natale era un po’ come un’entrata in società, per lui, ed anche per Draco, che non si era mai trovato circondato da così tante persone, tutte amiche di Harry. Padre e figlio uniti nel senso di imbarazzo, mentre Harry sembrava divertirsi un mondo, a guardarli.

 

Tonks diede improvvisamente una leggera gomitata a Remus, che tossicchiò, colto alla sprovvista.

- Hai lasciato di là Selene da sola?- bisbigliò.

- No. È con gli altri. – fece innocentemente Remus.

Tonks si passò una mano sulla fronte. – Ma bravo… e chi è rimasto di là?-

- Oh, beh… Moody… i gemelli… e Severus, credo.-

- Ecco.-

Remus si passò un dito sui baffi. – Sarà meglio che vada, eh?-

- Sarà molto meglio che tu vada, Lupin… molto, molto meglio.-

Remus fece di nuovo un cenno di saluto ai tre nuovi arrivati, e si dileguò nella stanza accanto, seguito dagli occhi di Tonks. Occhi che subito tornarono sul cugino, e sul figlioletto che teneva in braccio. Draco ricambiò lo sguardo, domandandosi per l’ennesima volta quale assurdo scherzo del destino lo aveva condotto in quella situazione, dove l’unica persona che poteva dire di conoscere era quella sua strampalata cugina.

- Ciao, Draco… ops.-

Ecco, appunto.

- Cugina…- Draco si ritrasse prudentemente, proteggendo il figlio dal possibile urto con la lampada che Tonks aveva centrato in pieno, avanzando verso di lui.

- Tutto a posto!- Tonks rimise subito tutto in ordine, fra le risatine generali. Si ricompose immediatamente, e sfoderò una smorfia buffa all’indirizzo di Draco e di James. – Oh, e così tu saresti James, eh?-

Draco formò un mezzo sorriso. – So che anche tu hai una figlia. – disse, quasi con esitazione.

La risposta di Tonks fu un sorriso raggiante. – Selene. Hey, vuoi venire di là a conoscere la tua cuginetta, angioletto?-

Harry, alle spalle di Draco, sorrise, e sospinse il compagno in avanti, verso la sala da pranzo, dove finalmente tutti erano tornati a riunirsi.

 

Piton scoccò un’occhiata formale a Potter, una un po’ più tiepida a Draco, ed una persino vagamente curiosa verso James. In un certo senso quel bambino era in parte una sua creatura.

Moody grugnì una sorta di sorriso a tutti e tre, più un’occhiata particolarmente interessata a Draco, che con somma irritazione intuì che qualcuno con un senso dell’umorismo decisamente marcio doveva avergli raccontato della faccenda del furetto. Dal modo in cui lo guardava, avrebbe potuto scommettere che se fosse stato davvero lui, in quell’occasione, sarebbe stato certamente molto orgoglioso del proprio lavoro. James sembrò subito rapito dal suo occhio magico, visto che si portò entrambe le manine sul proprio occhio speculare, e cominciò a strofinarlo con insistenza, finché Draco non gli allontanò le mani prima che si facesse venire l’occhio tutto rosso.

- Vieni, Sely. – Tonks afferrò per la vita una bimba vestita di un completino rosa brillante, e la sollevò giocosamente, prima di posarla nuovamente a terra, e condurla verso Harry e Draco.

Anche Draco posò James a terra, e gli si chinò vicino.

- Hai visto che c’è una bimba?- fece, sottovoce.

Ma il figlioletto non lo stava a sentire. Squadrava la nuova venuta con gli occhioni spalancati, e quando Selene fu abbastanza vicina, prese ad indicarla, agitandosi tutto.

Selene, più grande di un anno del cuginetto, avanzò con fare vagamente spavaldo. Doveva sentirsi enormemente più adulta, visto il modo con cui lo studiava, con una sorta di materna curiosità.

- E’ piccolo!- proclamò fieramente.

- Sì, è più piccolo di te, hai visto?- fece Remus. – Tu sei la cugina grande. –

- Tata! Tata!-

- Una tata?- Harry pasticciò i capelli del figlio. – E’ la tua cugina, sai James? Forza, dille come ti chiami.-

- Papà dedy.-

Harry ridacchiò. Perfino Draco si morse il labbro inferiore, per non sorridere troppo.

- No, non io. Come ti chiami tu!-

- Tata!-

Remus si strinse nelle spalle. – Niente da fare. – constatò.

Selene allungò una manina verso James.

- Selene.- scandì, annuendo lievemente, con fare vagamente solenne.

James la squadrò. Poi la indicò di nuovo, e sorrise. – Ne-ne!-

La piccola sbuffò. - No! – fece, severa. - Selene!-

- Non lo sa dire il tuo nome, Sely, tesoro. – mediò Remus. – E’ più piccolino di te. –

James le rivolse uno sguardo affranto. Il fatto che avesse gli stessi occhi di Draco, poi, rendeva ancora più suggestivo vedere come quegli occhi potessero assumere espressioni così umane, così dolci, così distanti dallo sguardo del padre.

- Oh… - Selene sembrò pensarci su un po’, ma poi annuì di nuovo e sorrise. – Alloa se sei piccolo puoi die nene.- lo accontentò. – Ma quando diventi più gande peò devi die Selene!-

- In tavola!- Molly si materializzò proprio in quel momento dalla cucina, seguita a ruota da Ron, da Arthur, e da Hermione, ciascuno fornito del proprio vassoio ricolmo di antipasti.

- Oh, Molly, ci farai scoppiare anche quest’anno. – finse di protestare Harry.

- Su, su, nessun complimento, meno che meno da te.- Molly posò decisa il suo piatto di tartine, proprio in mezzo alla tavola, e ne fece volare tre in ogni piatto. – E anche tu, Draco, caro. – riprese con cipiglio vagamente caporalesco. – Tirare su un figlio porta via un sacco di energie, oh, io lo so bene, bisogna mangiare!-

- Sì… beh…- Draco arricciò leggermente le sopracciglia, spiazzato da quell’improvvisa manifestazione di confidenza. Si riprese subito, per impedire a James di spiaccicare le tartine con le manine, ed alla fine riuscì a sorridere. Non avrebbe mai pensato di passare un Natale del genere, mai, in vita sua, però gli piaceva, quella strana atmosfera calda.

- Te l’avevo detto, che era meglio portare anche il seggiolone di James. – Bisbigliò Harry, all’ennesimo tentativo di James di divincolarsi per scendere dalla sedia. Oppure arrampicarsi sul tavolo, nemmeno lui sembrava molto sicuro sul da farsi.

- Il seggiochè?- fece Ron, ingoiando una delle sue tartine quasi intera, e beccandosi un’occhiataccia congiunta da parte di Hermione e di Molly.

- Niente. – sbuffò Draco. – Harry sta cercando di riempire la casa con un sacco di aggeggi babbani per bambini. -

- …Ma lui non ne vuole sapere. – sospirò Harry, guadagnandosi l’ennesima occhiataccia di Piton, ed uno sguardo assolutamente ammirato da parte di Arthur.

- Certo che non ne voglio sapere, James non verrà su in mezzo a sedie infernali e a giocattoli che fanno un sacco di scintille finte! È diseducativo!-

- Affascinante. – sospirò Arthur.

- Terribilmente complicato. – gemette Ron.

Hermione gli allungò quello che doveva essere un pugno, od una gomitata, sotto al tavolo, piuttosto forte, anche, visto che un secondo dopo il povero Ron era piegato sul suo piatto, mentre lei sfoderava un sorriso innocente.

- Scintille finte? – fecero in coro i gemelli.

- Astuto!-

- Interessante!-

- Scommetto che a Sely piacerebbero un sacco. – si intromise Tonks, entusiasta.

- Che cosa? Che cosa?- fece prontamente la bimba, agitandosi sulla sua seggiola rialzata.

- Oh, su, basta con questi discorsi, che si raffredda tutto! – sancì Molly, inaugurando ufficialmente il pranzo facendo accendere tutte le candele del tavolo.

 

Fra una chiacchiera e l’altra, un racconto, un aneddoto ed una risata, il pranzo si  dilatò tra portate di ogni tipo, mettendo a dura prova la resistenza degli ospiti, per la metà già pieni dopo la prima generosa portata di arrosto.

Ai due piccoli del gruppo venne sminuzzata ogni cosa, con grande disappunto di Selene, determinata a dimostrare al mondo intero di essere abbastanza “gande” per fare la cuginetta maggiore.

 

- James, su…- Draco sospirò, e posò la sua forchetta per l’ennesima volta. – Harry, non potresti…- implorò, lasciando la frase in sospeso a sottintendere qualsiasi cosa implicasse che Harry si prendesse le sue responsabilità di padre.

- Dammi qua.- Harry arricciò la bocca, sganciò il figlioletto dalle braccia di Draco, e se lo tirò sulle ginocchia. – Come mai fai tutti questi capricci oggi, eh?- lo rimproverò, picchiettandogli la fronte.

James gli afferrò il dito, e per tutta risposta prese a saltellargli sulle ginocchia, allegro più che mai.

- Sente il Natale. – lo difese subito Molly. – Tutti i bambini lo sentono. I miei figli non hanno passato un singolo Natale senza fare un baccano infernale, parola!-

- Oh mio dio…- gemette Draco. – e quanti ce ne vorranno, perché si metta buono?-

- Un bel po’, temo. – fece Arthur, accorato. Molly gli scoccò subito un’occhiataccia, Ron alzò gli occhi al cielo.

- Noi non abbiamo ancora smesso!- fecero in coro i gemelli Weasley.

- Puoi dirlo, Gorge!-

- Oh, stanne certo, Fred!-

- Appunto. È questo il mio timore più grande. – sbottò Draco.

- Oh, suvvia, furetto, perché non ci investi della carica di tutori del tuo pargolo?- insistette George.

- Esatto, ti garantiamo per certo che ne faremo un vero prodigio. –

- Assolutamente. –

- Giù le mani da mio figlio!- intervenne Harry, scuotendo la testa. – combina già abbastanza guai senza che vi ci mettiate anche voi!-

- Ci hanno provato anche con Selene. – sospirò Remus. – Siamo riusciti a fermarli appena in tempo, prima che ne facessero una autentica criminale. -

- Ma chi, quest’angelo di signorina? – scherzò Harry, guadagnandosi un sorriso di Tonks.

- Oh, un angelo proprio. – insistette il Remus. – Soprattutto quando si infila sotto ai tavoli, o dentro agli armadi, e prende a strillare “cercami, cercami!”

- Naaaa! Papà fai le tille, fai le tille! -

- Siamo a tavola James, non possiamo giocare con la bacchetta. -

- Gno, gno, salto, salto James! -

- James…-

- Aspetta, so io cosa ci vuole. – Tonks si alzò decisa dalla sua sedia, poco distante da quella di Draco. Un intervento provvidenziale di Remus impedì che bicchieri e bottiglie volassero in giro, fortunatamente.

- Funziona sempre, con i bambini. – Tonks sfoderò un sorrisetto furbo, e si sporse in avanti, verso James.

– Hey, piccolino? Guarda la zia Tonks… -

James le concesse un’occhiatina annoiata, ma un secondo dopo spalancò letteralmente occhi e bocca.

– Ooooh.- sospirò, mentre i capelli della giovane donna cominciavano a sfumare da un colore all’altro, facendosi brillanti e coloratissimi.

- Oh, bello, bello!- trillò, sporgendosi più che potè, verso quella chioma multicolore. – Tole, tole!-

- Vuole che glieli fai biondi, - tradusse Draco.

Tonks ridacchiò, e i suoi capelli divennero di un biondo platinato.

- Tole, papà!- James prese ad agitarsi sulle ginocchia di Harry, voltando continuamente la testolina fra Draco e Tonks.

- E adesso… verdi come le foglie! – esclamò Tonks, colorandosi di un bel verde brillante.

- Lilabeli! -

- Gli alberi? Hai visto che la zia diventa come un albero?- Harry fece riaccomodare il figlioletto seduto, ed anche Tonks si sedette. Per quasi tutto il resto del pranzo, James se ne rimase buono, concentrato e immobile, gli occhi fissi su Tonks, che ogni tanto lo accontentava con qualche rapido cambio di colore.

Draco non ricordò di essersi mai sentito più pieno di gratitudine verso qualcuno in vita sua, mentre finiva il suo pranzo in santa pace, interrompendosi solo quando necessario per imboccare James, a turno con Harry.

Proprio in uno di quei momenti Harry ebbe una piccola fulminazione, un pensiero che si accese in lui come una scintilla, nel momento in cui Draco finiva di pulire la bocca di James e lui era già pronto con il boccone successivo. Lavoravano in perfetta sincronia, loro due, si prevedevano e si assecondavano in ogni movimento, si compensavano l’un l’altro nell’accudire il figlioletto, si aiutavano, e si spalleggiavano, se ce n’era bisogno.

Come una vera coppia di genitori.

- Perché sorridi? – Draco inarcò un sopracciglio verso di lui, probabilmente interrogandosi su cosa ci fosse di così comico nel modo di masticare di James.

- No, niente. Stavo solo pensando ad una cosa. – Harry gli restituì il sorriso, e gli fece un occhiolino.

Gli venivano ancora i brividi, tutte le volte che pensava che loro erano, a tutti gli effetti, una vera coppia di genitori.

 

Arrivò finalmente il momento del dolce, e quindi, quello del brindisi.

I calici si riempirono tutti nello stesso momento di frizzante spumante chiaro, ed i presenti li impugnarono, pronti a festeggiare.

- Buon Natale a tutti! – trillò Molly, alzando per prima il bicchiere.

- Buon Natale!-

- Al Natale!-

- Auguri!-

- Buon Natale!-

Remus lasciò che la figlia gli salisse sulle ginocchia e che si unisse al brindisi con il suo bicchiere di acqua.

- Na-Na-tale!- gridò invece James, tornato sulle ginocchia di Draco, guardando di qua e di là, galvanizzato.

Tutti, dal primo all’ultimo, ognuno con la sua storia, con il suo perché, con le sue vicende, sorridevano, si scambiavano auguri, si sentivano parte di una sorta di grande, bizzarra, numerosissima famiglia. Ogni anno, ogni Natale, qualcosa cambiava, c’era qualcosa in più e qualcosa in meno, qualcosa di diverso, qualcosa di più ricco, qualcosa che simboleggiava un avvenimento importante, che toccava la vita di tutti.

Quell’anno erano i due piccoli nuovi venuti, più o meno attesi, più o meno previsti, amati incondizionatamente dal primo istante, a prescindere da qualsiasi difficoltà potessero aver rappresentato.

Harry ritirò il bicchiere, assieme a Draco, ed i due brindarono di nuovo, fra di loro.

Hermione, con prudenza, estrasse la sua bacchetta da sotto al tavolo, e, attenta a farne sporgere appena la punta, la puntò verso di loro. Un luccichio leggero balenò sulle loro teste, facendo scattare tutti gli occhi sopra di loro. Alle occhiate, seguirono i risolini.

Harry guardò il rametto di vischio sospeso sopra alla sua testa per un momento, poi sospirò, e studiò i presenti uno dopo l’altro.

- Avanti, chi è stato?- disse con un mezzo sorriso.

- A ha, nessun colpevole, Harry.- asserì Tonks, decisa. – lo sai che cosa bisogna fare, sotto al vischio, vero?-

Harry guardò Draco, trovandolo arrossito in modo assolutamente vistoso. Gli prese le mani, entrambe, e gliele baciò guardandolo negli occhi.

- Buon Natale, Draco. – sussurrò, un momento prima di chiudere gli occhi e baciarlo dolcemente, tenendo un dito sotto al suo mento.

James sentì il corpo di Draco protendersi verso destra, si girò, fece una smorfietta infastidita all’indirizzo dei genitori.

- Papà!- cominciò a protestare, tempestando il petto di Draco con i pugnetti.

Draco sorrise, sulle labbra di Harry.

Ma James proprio non sopportava l’idea di essere ignorato. Prese ad inerpicarsi fino al collo del padre, tirandogli tutta la camicia.

Draco ed Harry si staccarono con un sospiro.

- Sei un dispettoso, lo sai? – lo rimproverò Draco.

- Papà batta, batta!-

- Per forza basta, con te attaccato al collo.- mugugnò Harry, risentito.

Metà dei presenti scoppiò a ridere.

- Beh, chiunque sia stato il colpevole…- Harry sorrise, determinato, ed estrasse di colpo la sua bacchetta, sorprendendo tutti quanti. – Non resterà impunito! –

Una quantità di rametti di vischio si materializzò sui presenti; su Molly e Arthur, su Hermione e Ron, su Tonks e Remus, uno finì persino sulla testa di Piton, che scoccò ad Harry un’occhiataccia furente.

- Fregati. – annunciò lui fieramente.

E così, mentre James si scaracollava in tutti i modi addosso a Draco, per riuscire ad acchiappare il rametto sopra di lui, e Selene se ne stava tutta attenta ad osservare i capelli della madre che cambiavano colore, tutte le coppie invischiate – letteralmente – dovettero subire la vendetta di Harry.

Hermione gli fece un occhiolino, prima di baciare Ron, che ancora, nonostante il tanto tempo passato, non riusciva a non arrossire dalla testa ai piedi, alla prospettiva di avere vicino Hermione.

Molly ed Arthur si schioccarono un bacio carico di affetto, Remus e Tonks uno sincero, tenero.

Harry sorrise, perso, gonfio di felicità tanto da sentirsi scoppiare.

- Questi sono quei momenti davvero speciali. – mormorò, attirando verso di sé Draco e James, e stringendoli entrambi.

- Vi amo. Tutti e due. Voi siete tutta la mia vita, e io sono l’uomo più fortunato del mondo intero. –

Draco si affossò sulla sua spalla, e sorrise. – E’ un bellissimo Natale. Il più bello di tutta la mia vita.– disse, stringendosi al suo uomo e trattenendo James sulle ginocchia per il busto.

 

Il resto del pranzo finì con l’immancabile abbuffata di dolci, per la gioia dei due bimbi, che si sporcarono di creme e di cioccolato fino ai capelli (e di Tonks, che non fu da meno), e poi, finalmente, con l’apertura dei regali.

Molly aveva confezionato per tutti dei maglioni caldissimi, persino per i due piccoli. Quello di James era color rosso, proprio come “un bravo, piccolo Grifondoro”, e sul davanti campeggiava la scritta “ il mio primo maglione di Molly”.

Draco si astenne eroicamente dal formulare qualunque genere di commento, ed Harry, che già stava sudando freddo, gliene fu grato alla follia.

Per il resto, una montagna di giocattoli, alcuni vestitini, libri auto-narranti di favole, e tutto ciò che potrebbe far felice due pargoletti fra i due e i tre anni.

Non che i genitori avessero qualcosa di cui lamentarsi. Arthur ricevette da Harry e da Hermione un sacco di cose babbane in regalo; Remus dei libri, ed una bella quanto singolare cravatta sgargiante da Tonks; Harry una bellissima divisa nuova, ed una foto incorniciata di lui addormentato sul divano di casa, con James che gli sonnecchiava in braccio succhiandosi il pollice, che lo ridusse quasi alle lacrime; Draco addirittura una scopa nuova fiammante.

Uno ad uno, tutti cominciarono a disperdersi in giro per la casa, chi nel salotto a rilassarsi, chi in cucina a chiacchierare, chi a schiacciare un pisolino in qualche camera.

James aveva bisogno del suo pupazzo, per dormire un po’, ed Harry e Draco intrattennero letteralmente tutti gli ospiti con uno dei loro battibecchi.

 

- Harry, il suo pupazzo è nel passeggino, ce lo hai messo tu, non ti ricordi? Ti avevo detto di tirare fuori le sue cose prima di lasciarlo di sotto, no? Sei veramente un pessimo addetto. -

- Addetto? -

- Già. – Harry fece una smorfia distratta ad Hermione. – Io sono l’addetto-passeggino. E lui è l’addetto James. “ tu sei più forzuto, Harry, portalo tu il passeggino!”- Harry scimmiottò il compagno, che per tutta risposta lo fulminò.

- Oh, Potter, finiscila di fare la vittima, sei patetico. – sospirò seccato.

Harry alzò gli occhi al cielo, e si mise a fargli le boccacce alle spalle.

Draco si irrigidì in un istante. – Potter, prova a farmi un’altra smorfia e posso assicurarti che questa notte la passerai sul divano, Natale o non Natale. -

- Cosa?- Harry sudò freddo. – Hey, è impossibile! Non puoi avermi visto! – si difese.

- No. – Draco si rigirò James fra le braccia, facendolo sporgere oltre la sua spalla. - Però ti ha visto James, e si è messo a ridere. E siccome tuo figlio è tremendamente uguale a te, e voi due ridete solo per cose stupide, è evidente che tu mi debba aver fatto qualche patetica boccaccia alle spalle. -

 

La diatriba si risolse con un pigro “accio” di Harry, che recuperò il pupazzo e mise fine alla guerra. Draco sparì in una camera assieme a James, ed Harry rimase a guardarlo fino all’ultimo, mentre saliva le scale. Tonks arrivò poco dopo, afflitta più o meno dallo stesso problema, e Remus le suggerì di provare a cercare la stanza di Draco. Forse i due bimbi avrebbero potuto dormire insieme, e lei e suo cugino avrebbero potuto parlare un po’. Non lo avevano mai fatto, eppure entrambi sapevano che, soprattutto ora, avrebbero avuto davvero molte cose da dirsi. 

 

Remus e Harry optarono invece per il salotto più piccolo, proprio ai piedi delle scale, pronti a scattare in caso di pianti incontrollati. Entrambi risero della scelta sincronizzata, frutto di quella che Remus decise di definire “deformazione professionale da padre”.

 

- Certo che…- Remus si concesse un’ultima occhiata la liquore color ambra nel bicchiere. – I nostri bambini sono davvero speciali. Selene, è figlia di un licantropo e di una Metamorfomagus, e, beh… diciamo che ci siamo scoperti solo lo scorso Natale. E James è figlio di due uomini, acerrimi nemici per una vita, e fra i maghi più potenti del mondo. –

- …E mi ha conosciuto piuttosto di recente. – completò ironicamente Harry.

- Sono due bambini speciali. – confermò Remus. – senza alcun dubbio. -

Harry sorrise. – Quando ho saputo di te e di Nymphadora… beh, insomma, di Tonks… non lo so, mi si è aperto il cuore. Beh, è stata una bella sorpresa, decisamente, però voi due insieme siete sempre stati una sorta di simbiosi.-

Remus sospirò, assorto. – Sì. Beh, lei è una donna speciale. Una madre speciale, e una persona speciale. Ed io mi trovo ancora spesso a pensare che ho paura di non meritare tutto questo, di rovinare tutto.-

- Loro due sono la tua vita, Remus.- disse Harry, incoraggiante. – Direi che te le sei meritate in pieno.-

Remus sorrise.

- Già, forse sì. Le mie bellissime principesse. Lo sai… - aggiunse, animandosi – Mi ha detto la sua prima parola. L’ha detta a me. –

Harry annuì, scrollando leggermente le spalle in una mezza risatina. – E James ha chiamato me con il mio nome, la prima volta che mi ha visto. –

- I bambini devono avere un istinto tutto speciale. –

- Non c’è dubbio.-

- Uhm, con Draco? - buttò lì Remus, casualmente.

Harry alzò lo sguardo su di lui, e fece un piccolo ghigno. – Oh, non lo so…- rispose in tono altrettanto casuale. – Che dici, Remus, io me li merito, i miei due principi?-

 

 

 

 

ANGOLINO: scusate, ma non ho resistito alla citazione. Per chi non se ne fosse accorto, “il mio primo maglione di Molly” è un omaggio alla mitica “ my first Hard Rock T-shirt”, la linea di magliette per bimbi dell’Hard Rock Café.

Sì, lo so, sono da rinchiudere!

Ancora BUON NATALE A TUTTI!!!

  
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