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Autore: eloise de winter    07/06/2012    1 recensioni
Nessuno credeva che avrebbero avuto nuovamente l'onore -o l'onere- di incontrarla, e invece eccola lì che camminava, il mento tanto in alto che per vedere dove passava doveva tenere gli occhi socchiusi, in un'espressione di superiorità ostentata ed esibita come si mostra, vanesi, al mondo un nuovo abito o un raffinato monile.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lux in umbra

 
 



La campana della Cattedrale rintoccò cupa le tre ore dopo Compieta, in una melodia lontana.
 
La chiesa era buia, solo i lumini accesi dalle perpetue lucevano ai piedi di volti di marmo candido, in attesa di consumarsi e spegnersi.
 
Sotto l’altare maggiore una figura incappucciata osservava gli occhi d’ametista della statua di una Madonna del Sangue dai lunghi capelli neri, era forse l’unica persona a sapere la sua vera storia, la sua maledizione.
 
Un alito di vento, lieve come il sussurro di un amante e  come il bacio di un demone dannato, lambì dolcemente i lembi del mantello nero, spostandoli.
 
Allora egli sollevò le mani candide celate da guanti, anch’essi neri, e fece scivolare via il cappuccio.
 
La luce dei lumini illuminò i suoi capelli dorati, su cui le languide fiammelle sembravano colare come oro liquido.
 
Il volto era ancora celato dall’ombra, la luce non arrivava a lambirlo.
 
Lanciò un’ultima occhiata alla statua della Vergine Sanguinaria, si voltò e si incamminò lungo la navata centrale con passo elegante e fluido, così inumano nella sua grazia perfetta.
 
Arrivato ai portoni mastodontici della Cattedrale si fermò: erano chiusi.
 
Non era un problema.
 
Saltò, aveva visto una finestra aperta.
 
Santi e angeli lo guardavano dagli affreschi del soffitto, nell’ombra, e sembravano lanciargli occhiate spiritate, ma lui non vi badava.
 
Atterrò perfettamente in piedi, come un felino, regale e letale nel suo fascino mortale, sul sagrato della Cattedrale, poi scomparve nell’ombra.
 
Una figura nascosta nel buio di un vicolo aveva però riconosciuto quella chioma dorata, anche se l’aveva vista solo di sfuggita.
 


Perché era identica alla sua.
 
 
 


E una ragazza, in un angolo, scriveva.

 
 

Ho pubblicato due capitoli in mezz’ora.
Li avevo scritti qualche giorno fa, in treno e a scuola, durante una lezione particolarmente noiosa.
Mentre le finivo ascoltavo Turning Tables, di Adele, è veramente bella.
Non so perché ve lo dico, probabilmente nessuno leggerà mai queste righe, o se lo farà, sarà per caso.
A presto
 
 
eloise
e.d.w.
   
 
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