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Autore: Abirthofbrokendreams    07/06/2012    2 recensioni
Evelyn, una giornalista Echelon a Los Angeles. Jared e Shannon, finalmente a casa, si godono le vacanze. Cosa succederà quando le vite dei tre si incroceranno?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, eccoci qui, al nono capitolo (non ci credo che sono riuscita ad arrivare fin qui **). Bene, ci avviciniamo sempre di più alla fatidica decisione.. io non ne posso più di scrivere questa parola! xD Questo è un capitolo piuttosto riflessivo e non succede niente di speciale, ma diciamo che si risolvono (?) un po' di cose. 
Nient'altro da dire, il titolo è una frase della nuova canzone Witness, ascoltata al VyRT e ci sta alla perfezione, a mio parere. Come sempre, recensite perchè vi amo quando lo fate. Un bacio e buona lettura.




 

I've got secrets and lies that would blow your mind.


Non ne posso più di tutta questa tensione. La parola SCELTA mi rimbomba nella testa come una radio a tutto volume. Ho bisogno di fare ordine nella mia testa. Segui il cuore, mi hanno sempre detto. E se il nome che ho nel cuore non fosse quello giusto? E se il cuore si sbagliasse? E se un giorno dovessi pentirmene? Non sono più sicura di niente, ormai. È una cosa così complicata e ho tremenda paura di sbagliare.
 

***

 
Evelyn era rimasta con Shannon tutta la notte, per questo si svegliò dolorante, con la mano indolenzita ancora stretta in quella ruvida del batterista. Lui era ancora immobile, con gli occhi chiusi, non dava alcun segno di ripresa. Cominciò ad accarezzarlo, passandogli delicatamente il dorso della mano sulla guancia. Le sembrava di essere tornata a dieci anni prima; rivide in quel letto d’ospedale suo padre, quella volta in cui un pirata della strada lo aveva investito ed era scappato via senza prestare soccorso. Rivide se stessa accanto a lui, tutti i giorni, fino a quando lo avevano dimesso perché si era risvegliato dopo un mese di coma. Da quel giorno non era stato più lo stesso; il padre aveva smesso di uscire di casa, parlava poco e se lo faceva la sua voce era bassa, rauca e sembrava arrivare da lontano. Aveva lo sguardo assente e quando era seduto sulla sua poltrona preferita - quella davanti alla finestra -  i suoi occhi puntavano fissi in un luogo che sembrava potesse vedere solo lui. Tutte le volte che lei aveva cercato di chiedergli cos’è che guardava, lui l’aveva fissata con gli occhi stralunati, non aveva detto niente ed era tornato a guardare lo stesso punto. Sua madre ormai non provava più a farlo alzare da quella poltrona e portarlo a fare una passeggiata; si era arresa e lei non poteva biasimarla. Suo padre non era più quello di un tempo, quello che ti portava a fare lunghe camminate al parco, quello che ti comprava due gelati, anziché uno, se ti comportavi da brava bambina. Non era più il padre geloso che ti sgridava quando a quindici anni rientravi  a casa in punta di piedi, perché sapeva che eri con un ragazzino fino a pochi minuti prima.
Ripensare ai suoi genitori, a suo padre in particolare, la rese malinconica. Non li vedeva da due anni, da quando era andata via da Chicago e le mancavano. Sentiva sua madre tutte le settimane, al telefono, che ogni volta le domandava quando sarebbe andata a trovarli. Presto, le rispondeva.. ma non lo faceva mai. I ricordi felici che aveva della sua famiglia erano quelli risalenti alla sua adolescenza, perché da quando aveva compiuto vent’anni era cambiato tutto: loro non avevano mai appoggiato la sua scelta di andare via, crearsi una vita, essere una donna in carriera. Erano troppo all’antica. Ma nonostante tutto Evelyn non si era mai data per vinta e ce l’aveva fatta ad ottenere la vita che voleva. E si sa che quando ottieni qualcosa la felicità dura poco, perché inizi a capire che non sei completa come pensavi, ma c’è sempre qualcosa che manca; nel suo caso era l’appoggio dei suoi genitori. Quando - parecchi anni prima - era nata la sua passione per i 30 Seconds to Mars, loro l’avevano sempre giudicata.
“Ma che razza di musica è questa?” o “Tu diventerai pazza, andando dietro a quelli lì!” erano le frasi più ricorrenti, quelle che la facevano correre in camera sua sbattendo la porta e la facevano piangere per ore. Sentirsi continuamente criticata le aveva fatto passare momenti orribili, ma ora ne era uscita, perché si era rassegnata e aveva accettato il fatto che loro non l’avrebbero mai capita. L’allontanamento da Chicago era dovuto soprattutto a questo. Non ne poteva più e, non sapendo che altro fare, era scappata, via, lontano da ogni critica, da ogni giudizio, finalmente libera di fare quello che voleva.
Ritornò alla realtà, continuando ad accarezzare il braccio di Shannon. Guardava quelle palpebre chiuse, sperando che si aprissero da un momento all’altro, rivelando i bellissimi occhi verdi del batterista, quelli che la facevano sciogliere tutte le volte che la guardava. Sentì il bisogno di dargli un bacio, così lui avrebbe saputo che lei era lì per stargli vicino. Quando ebbe posato le sue labbra su quelle di Shannon e dopo che si fu messa di nuovo a sedere accanto a lui, la sua coscienza le disse che se davvero voleva essergli accanto e non fargli più del male, doveva dirgli la verità, dall’inizio. Anche se non credeva che lui la sentisse, lo fece, sperando in cuor suo che questo lo avrebbe fatto reagire in qualche modo. Perciò iniziò raccontandogli dell’incontro con Jared, del biglietto perso e di quei tre mesi passati a rimpiangere quel maledetto giorno. Gli raccontò cosa aveva provato quando l’aveva rivisto, al The Hive, e gli raccontò persino di quel bacio che non si erano scambiati. Poi gli parlò della discussione con Jared a casa di Tomo.
“Io non avevo idea di quello che provava per me. Credevo che ci tenesse solo a farmi capire che io non significavo niente per lui e invece lo faceva per farmi ingelosire. Come potevo rendermene conto? Avevo te e già mi sembrava assurdo. Se mi avessero raccontato che sarebbe successo tutto questo, sarei scoppiata a ridere. Io, Evelyn Wood, che riceve le attenzioni di entrambi i fratelli Leto.” Rise scuotendo la testa. “Jared crede che mi faccia piacere, sai? Crede che io non faccia la mia scelta perché mi fa comodo essere contesa tra due uomini. Ma si sbaglia, si sbaglia di grosso. Forse sarebbe stato meglio non incontrare né lui, né te. Sarebbe stato meglio guardarvi soltanto in tv, venire ai vostri concerti.. e nient’altro. In questo modo vi sto solo mettendo l’uno contro l’altro e mi sento uno schifo. Lui dice che non litigherete quando sceglierò, dice che si sistemerà tutto e uno dei due se ne farà una ragione. Tu me lo prometti, Shan? Prometti che non discuterete per me?” fece quella domanda guardandolo. Non si mosse neanche di un millimetro e lei lasciò la domanda in sospeso, in attesa di fargliela una prossima volta.
“C’è un’altra cosa, Shannon.” Disse, abbassando la testa, non riuscendo a guardarlo sebbene lui avesse gli occhi chiusi e fosse steso in un letto; proprio non ce le faceva.
“Quando Tomo mi ha chiamato, ieri, per dirmi che avevi avuto l’incidente, io ero con Jared. Noi.. ci siamo baciati.” Confessò, pronunciando le parole lentamente, quasi sforzandosi di farle uscire dalla bocca. Tornò a guardare Shannon, con le lacrime agli occhi.
“Io.. ti sto facendo del male, Shannon, sto rovinando tutto. Tu non meriti una persona orribile come me. Perdonami, io sono legata ad entrambi, non ce la faccio a stare lontana da te o da lui. Ma è sbagliato, non posso amare due persone.” I singhiozzi si fecero sempre più forti, mentre le lacrime bagnavano le lenzuola. Pianse per un bel po’; era il suo modo di sfogarsi, ed era il migliore che conosceva.
Mentre teneva ancora il viso sul letto, l’infermiera le chiese gentilmente di uscire. Lei si alzò di scatto e chiese scusa per le lenzuola bagnate, poi andò in bagno a sciacquarsi il viso. Aveva gli occhi ancora rossi quando tornò in corridoio ad aspettare che l’infermiera uscisse.
Lì, seduto su una delle sedie verdi, vi trovò Jared, che sembrava essere parecchio preso dal suo cellulare, tanto da non alzare la testa quando lei si avvicinò alla porta della camera. Quando poi lo fece e si accorse della sua presenza, si alzò per avvicinarsi a lei.
“Evelyn!” Disse. “Ciao.” Le sorrise leggermente e lei lo imitò. Poi Jared cambiò espressione, notando i suoi occhi rossi.
“Stai.. stai piangendo? È successo qualcosa?” Chiese, credendo che il motivo fosse Shannon.
“No, no. Sono solo i ricordi. Sai com’è, sono troppo malinconica.” Rispose la ragazza, rassicurandolo con un sorriso. Lui le accarezzò il braccio, delicatamente.
“Ti dispiace se rimango da solo con mio fratello?”
“Oh, no, affatto. Fai pure.” Disse, spostandosi per farlo entrare. Poi, lentamente, si avviò verso l’uscita per andare a fumare.
Quando Jared entrò, l’infermiera aveva cambiato la flebo a Shannon ed era andata via, lasciandoli soli. Osservò il fratello come aveva fatto Evelyn, con la speranza di vederlo aprire gli occhi e sorridergli, ma non lo fece.
Stranamente, era andato lì con la stessa intenzione della ragazza: confessare tutto. Così iniziò a parlare, sebbene anche lui fosse scettico sul fatto che potesse davvero sentirlo. Raccontò anche lui dell’incontro con Evelyn, dei mesi passati a cercarla, della sorpresa che aveva provato quando l’aveva portata al The Hive e del bacio del giorno prima. Shannon, in questo modo, poteva conoscere entrambe le versioni della storia, che combaciavano perfettamente. Nessuno dei due aveva detto qualcosa di diverso dall’altro.
“Shannon.. io so che è sbagliato e che sono uno stronzo. Non è giusto che, ora che hai trovato qualcuno, io sia attratto da lei. Ma vedi, ne ero rimasto colpito già dal primo momento in cui ho incrociato i suoi occhi. E stavolta non è solo attrazione fisica, davvero. Hai.. hai presente Romeo e Giulietta? Beh loro si innamorarono all’istante e decisero addirittura di sposarsi, in pochissimi giorni. È difficile crederci, ma il loro amore scoppiò all’improvviso, dopo un solo sguardo.. e anche se è un racconto, perché non dovrebbe succedere nella realtà? Io non ho intenzione di sposarla..” rise al solo pensiero. “Ma da quando le sono andato a sbattere contro, quel giorno… i suoi occhi, il suo volto, la sua bocca, li vedo dappertutto. Sai cosa significa vero? È orribile, ma allo stesso tempo è una cosa magnifica.” Gli occhi di Jared si illuminarono quando descrisse a Shannon quelle sensazioni. Era incredibile, si sorprendeva persino lui della reazione che aveva quando parlava di Evelyn. Non aveva mai provato una cosa del genere, sebbene fosse già stato innamorato molto tempo prima. Ma sono quelle sensazioni che non si possono spiegare, che ti scoppiano dentro e fermarle è impossibile. Come le fitte allo stomaco che tormentavano Evelyn quando pensava a lui. Erano tutte emozioni nuove per Jared, qualcosa che lo sconvolgeva e allo stesso tempo lo incuriosiva.
Dopo essersi liberato di quel grande peso, lasciò solo Shannon, chiedendogli un’altra volta scusa per quello che aveva fatto. Sia lui che Evelyn si sentivano terribilmente in colpa per quello che provavano l’uno per l’altra, e tuttavia erano come due calamite: tenerli lontani era quasi impossibile. Ma Jared si sarebbe fatto comunque da parte, se Evelyn avesse scelto Shannon. Non lo avrebbe mai tradito, su questo non vi erano dubbi. Perché il rapporto tra i due fratelli non si poteva spiegare a parole: erano allo stesso tempo migliori amici e confidenti. Erano inseparabili e si aiutavano a vicenda, senza risparmiarsi. Donavano se stessi al cento per cento e insieme erano indistruttibili. Nessuno era mai riuscito a farli crollare.
Evelyn sapeva che Jared aveva ragione e che non avrebbero litigato, ma aveva ugualmente paura che le cose non sarebbero state le stesse. Non sapeva però che Shannon e Jared, molti anni prima, si erano fatti una promessa: mai e poi mai una donna li avrebbe separati. Ed entrambi avevano giurato che l’avrebbero mantenuta ad ogni costo.
  
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