Capitolo
3
24 dicembre
«Summer,
vai tu ad
aprire la porta?» chiese Amanda
alla figlia appena scesa per la cena della
vigilia.
«Si» disse
Summer sistemandosi i
capelli.
La
ragazza abbassò la maniglia e il freddo di dicembre la
investì in pieno. O
forse erano gli occhi azzurro che la scrutavano stupiti? Silenzio. Solo
silenzio da quando Summer aprì la porta. Louis Tomilson
corredato di band
sarebbe dovuto (ri)entrare a casa sua?
Lui
la fissava e lei lo fissava. Solo i ragazzi non capivano quello che
stava
succedendo.
Amanda
comparve alle spalle della figlia sorridendo «ciao
Louis, ciao ragazzi! Siamo contenti di avervi qui stasera, vero Summer?
» «certo, non vedi la
gioia che mi invade?» disse ironica la ragazza
beccandosi un’occhiataccia dalla madre
mentre se ne andava in salone «scusala
Louis»
Fece
appena in tempo a sedersi sul divano, prima che i
tizi entrarono nella sala. Subito gli occhi della cugina e
Faith
furono su di lei «¿Quien
son esos chios.
Summer?*» chiese
Danielle, la cugina di Summer «Mira
el chico que tiene los ojos azules y
la camiseta de rayas. Es
aquel chico.**»
avevano sempre
avuto il vizio di parlare in spagnolo quando non volevano farsi capire
dagli
altri. Parlavano veloci e sicure in modo che poche persone potevano
capirle.
Faith ascoltava e basta, capiva ma non parlava quasi mai «no sé porqué està
aqui. Pero
es seguro que lo ha llamado el genio de mi mamà***» continuò Summer. Ritornarono
a parlare nella loro lingua
madre, evitando di includere i ragazzi nella loro conversazione.
A
tavola però Summer non potè evitare di doversi
sedere affianco a Niall,
l’irlandese del gruppo. Poteva anche sembrarle dolce, ma le
aveva portato via
Louis, quindi non sarebbero mai andati d’accordo. Summer
aveva già deciso di
odiare tutti quei cinque ragazzi perché li credeva
egocentrici e montati. Le
sue teorie si rafforzarono durante la cena.
«Ah si! Poi quando abbiamo fatto la festa
con tutti quelli di x-factor, cavolo è stato fantastico»
stava raccontando
Louis mentre tutti, o meglio quasi, lo ascoltavano incantati. Danielle
conversava con Liam, si erano conosciuti già, a quanto pare.
Faith parlava
fittamente con Summer ridendo sommessamente «Ah
è stato fantastico perché ti hanno rovesciato il
punch addosso alla
camicia, Louis?» disse Summer interrompendo il
meraviglioso e ultra-interessante
monologo del ragazzo e schioccando un cinque con Faith sotto il tavolo
«è stato solo un
incidente di percorso»
disse Louis mettendosi il pezzo di torta in bocca per poi riprendere a
parlare.
Venne subito interrotto da Summer «incidente
di percorso come quando nel laboratorio di chimica hai fatto cadere
tutte le
provette?» Louis la ignorò bellamente ma
i suoi amici ridacchiarono di
gusto prima di venire fulminati dallo sguardo di Louis «Il momento migliore è stato quando siamo
saliti per la prima volta sul
palco durante il tour. Tutte quelle urla e le magliette con sopra i
nostri
nomi..» «Direi
che le magliette
erano tutte per Garry, oh no scusa Harry il tipo ricciolino. Non per
te, Louis»
disse ancora Summer sorridendo sarcasticamente. Louis le
lanciò uno sguardo
carico di irritazione «hai per caso
qualche problema con me? » Summer rise «assolutamente no, cosa te lo fa pensare?»
disse sarcastica prima di
alzarsi e aprire la porta a Dustin, suo amico fin dall’asilo
che aspettava lei
e le altre ragazze per uscire insieme a tutti gli amici. «Buona serata a tutti» disse
Faith uscendo con l’amica. Le raggiunse
anche Danielle e con Dustin si diressero, finalmente, dai loro amici.
«Louis, ma quella ragazza chi è?»
chiese
Harry una volta che la ragazza e le amiche ebbero sbattuto la porta di
casa «Lei è Summer, a
quanto pare la mia ex
migliore amica» disse Louis frivolo «ah..»
disse Harry lasciando cadere il discorso che avrebbero ripreso poi, con
più
calma «Amanda, ma i biglietti per lo
spettacolo di Summer e Danielle?»
«Ah già, te
li devo ancora dare. Quanti ne
vuoi?» disse Amanda prendendo il cellulare pronta
per scrivere un sms alla segretaria
dell’accademia di danza della figlia «che
spettacolo?» chiese Liam che si era risvegliato nel
sentire la parola Danielle. «Quelli per il loro
spettacolo di danza, Liam» «Summer balla ancora?
–disse Louis – Sul serio?»
Lottie lo guardò fulminandolo
con lo sguardo «Che ti prende Lou?!
Summer balla da quando ha 5 anni, lo sai bene. O almeno
dovresti» disse la
sorella sbattendo la mano sul tavolo «Lottie..»
la rimbeccò Jay «No,
Lottie niente. Ma
non lo vedi? Lui non era così, non si sarebbe mai perso lo
spettacolo di
Summer, non avrebbe avuto tutto questo egocentrismo. Summer aveva
ragione, tu
sei cambiato – disse rivolgendo lo sguardo a lui- non sei più il mio fratello maggiore,
sei Louis Tomilson dei One
Direction ora. E questo nuovo te non mi piace, non mi piace per
niente.»
Si
può dire che il cenone della viglia di Natale non fosse
stato dei migliori.
Louis non credeva che la sorella potesse disprezzarlo tanto. Ma
disprezzare era
il termine corretto? Lottie lo tollerava e basta. Nemmeno i regali di
Natale
che si scambiarono prima dell’arrivo dei genitori di tutti
gli altri membri
della band avevano calmato la sorella.
Pensava davvero di comprare
l’affetto
della sorella con dei regali?
Avevano passato il periodo Natale dicendosi solo
“spostati”, “passami il sale”,
“dov’è la mamma?”
Non
era questo quello che desideravano. Soprattutto considerando il lungo
periodo
durante il quale non si sarebbero visti dopo le vacanze.
E
la colpa di chi era? Di Summer Moore, e di quel suo stupido spettacolo
di danza
a cui ora lui era obbligato a andare.
Casa
Tomilson era un casino unico. I ragazzi avevano passato le vacanze un
po’ li e
un po’ nelle loro case con le loro famiglie ma in occasione
dello spettacolo a
cui dovevano assistere i ragazzi si ritrovarono pochi giorni dopo
ancora una
volta a casa di Louis. E ancora una volta seduti in camera del ragazzo
di
fronte a quella di Summer, peccato che lei non fosse in casa.
Accademia.
Casa. Mangiare. Accademia. Doccia. Letto. Accademia. Casa. Mangiare.
Accademia.
Doccia. Letto.
Erano sempre così i giorni prima di qualche esibizione o di
qualche spettacolo.
I ritmi erano stancanti ma non impossibili, il borsone di danza era
sempre
pronto accanto alla porta. Usciva di casa alle 9 del mattino e vi
rientrava
alle 8, se tutto andava bene. L’unico modo per stare insieme
a Danielle era
ripassare la coreografia prima di fare lezione alle bimbe
più piccole al
pomeriggio. Gli unici momenti nei quali potevano scherzare prima che la
loro
coreografia ben più complessa le richiamasse alla
realtà. Come ogni volta prima
di un’esibizione Summer si rifugiava nel piccolo bosco dietro
casa. Mancavano poche
ore ormai, doveva fare due esibizioni, ma non era preoccupata per
quello, più
che altro per la gente che ci sarebbe stata a vedere i loro figli a cui
Summer
aveva insegnato con tutta la sua passione. Cosa avrebbero pensato?
Sarebbe andata
bene? Era la prima volta che i suoi allievi ballavano davanti a un
pubblico e l’ansia
per la loro esibizione incombeva su Summer come una nuvola nera che sta
per
rilasciare pioggia. Sai che pioverà, è
inevitabile, ma come? Ci sarebbe
stata una tempesta o una leggera pioggerellina? Avrebbero
fatto furore o si sarebbero bloccati sul palco presi
dall’emozione?
Summer si appoggiò all’albero secolare che stava
ai limiti del bosco guardando
il cielo di dicembre e giocando con la neve che cadeva dalle foglie. La
sciarpa
le copriva buona parte del viso lasciando intravedere solo gli occhi e
un poco
di naso. Con le cuffie nelle orecchie si beava della musica che
invadeva quel
suo spazio di mondo personale. Una pausa, prima della tempesta, della
ribalta.
Era
insicura, ma non era mai stata così sicura. Il suo gruppo
era il migliore della
scuola, la coreografia inventata da loro la rendeva orgogliosa di
quello che
stava per fare, ma sapeva che tra il pubblico ci sarebbero stati quegli
occhi azzurri
ormai tanto temuti. Questo la rendeva incredibilmente insicura. Cosa
gli
avrebbe detto poi? O meglio, si sarebbero rivolti ancora la parola? Gli
incontri
avvenuti fino a quel momento non erano stati molto promettenti. Non
sarebbero
mai più tornati gli stessi, ma doveva mostrarsi sicura su
quel palco. Non doveva
permettere che quello che lui le
aveva fatto passare in quei mesi impedisse la riuscita dello
spettacolo.
Sarebbero stati lei, il suo gruppo e la musica quella sera. Nessun altra cosa avrebbe intralciato la sua serata.
**guarda il ragazzo con gli occhi azzurri e la maglietta a righe. E' quel ragazzo
***non so perchè è qui ma di sicuro l'ha invitato quel genio di mia madre.
Io amo i panda.
salve bella gente, Sunshine Malik è qui presente Yo (?)
come state? Voglio scusarmi per sto ritardo disastroso, e sto capitolo fa pena.
MA (spoiler) il prossimo capitolo avrà una svolta mooolto importante.
*Crediamoci* no, sul serio. Il prossimo sarà fondamentale perchè
capirete la mia mente contorta cosa ha elaborato per sta FF di cacca.
Volevo solo dire (scrivere) due parole per delle ragazze.
Prima di tutto ringrazio le ragazze che ho conosciuto al FlashMob dei 1D a Milano
che sono veramente fantastiche.
Poi volevo dire a Silvia che se ne deve fregare della gente, è fantastica così com'è
e io la amo un sacco.
Per ultimo ringrazio HoranmySunshine che mi ha aiutato con sto capitolo che fa cagare ma sono dettagli.
Vi prego di dirmi se fa cagare o se ci sono errori.
SunshineMalik.