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Autore: HakunaMatata_3    07/06/2012    6 recensioni
Dal Capitolo 1:
"Vado a cambiarmi" dico a Rose, intenta a leggere un libro. "Scorpius dovrebbe essere già qui…"
"Fa’ in fretta" mi risponde lei, girando una pagina molto rumorosamente, per sottolineare, in modo abbastanza superfluo, il fatto che non gradisce l’idea di trascorrere il viaggio verso Hogwarts (l’ultimo viaggio verso Hogwarts) in compagnia di Scorpius, come l’anno prima. E quello prima, e quello prima ancora e ancora… come tutti gli anni, insomma.
Alzo gli occhi al cielo e, divisa sotto braccio, mi avvio verso la metà del treno, dove ci sono i bagni.
-
Salve a tutti, ecco la mia prima Fanfiction. È una Rose/Scorpius, ma troverete molti altri personaggi come Albus Potter, Roxanne e Louis Weasley, i fratelli Scamandro e altri ancora...
Spero possa piacervi =)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Louis Weasley, Lysander Scamandro, Roxanne Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 12:
Domande

***(Scorpius Malfoy)
Ho seriamente temuto la reazione di Rose alla vista del ciondolo, ma dopo tre giorni sono convinto che non mi tirerà conto nessun bicchiere o libro, o che non mi torturerà in alcun modo.
<< SCORPIUS HYPERION MALFOY, SEI IMPAZZITO? >>.
Mi fermo. Sono immobile, il cuore che batte all’impazzata. Potrebbe schizzarmi fuori dal petto e andare a ripararsi in camera da letto. O strisciare ai suoi piedi.
Sento i passi di Rose che mi raggiungono. Sono poggiato al corrimano delle scale, una gamba alzata pronta a poggiare il piede sul primo gradino.
 
Sono le nove del mattino del 27 dicembre, e non c’è nessuno in casa, a parte Hugo che dorme con le cuffie di un walkman babbano nelle orecchie. Ron e Hermione sono al lavoro, mentre Charles, uno dei fratelli di Ron, è andato a trovare non so quali parenti. Forse i Weasley-Johnson.
Rose mi strattona con violenza la spalla per farmi girare e rischio di perdere l’equilibrio. Poggio le spalle al muro che si trova alla mia destra e vedo Rose che si scioglie i capelli, come fa ultimamente quando si trova con me. Poi inizia l’attacco.
<< Perché mi hai regalato quel ciondolo? E non m’importa se hai promesso di non parlarmi, io pretendo una spiegazione. Adesso >>.
<< Be’… >> inizio schiarendomi la voce. << Ho accompagnato Al a comprare il regalo per Christina, no? Siamo entrati in una gioielleria e c’era questo ciondolo. Non c’è un motivo, te l’ho comprato e basta >> mento.
<< Che vuole dire che una parte di te sarà sempre con me? >>
<< I colori di Serpeverde… >> rispondo a bassa voce indicando con il dito il ciondolo che Rose porta al collo. La vedo annuire, poi sento qualcosa che mi riscalda il corpo e l’anima.
Rose mi abbraccia. All’improvviso, senza un perché. Mi da un bacio leggero sulla guancia e poi vola su per le scale.
Faccio lo stesso con gesti meccanici e distratti, prendo i vestiti e vado in bagno per cambiarmi. Quando esco non ho nemmeno il tempo di richiudermi la porta alle spalle che mi ritrovo steso a terra. Mi tiro su confuso e mi giro verso la porta del bagno, ai suoi piedi c’è l’oggetto che mi ha fatto inciampare.
È un bel libro. Enorme. Lo apro e vado all’ultima pagina. L’ultima di 1030. Sgrano gli occhi: chi ha cercato di farmi rompere i denti con un libro di 1030 pagine? Lo chiudo e guardo la copertina. Rose. L’ho visto sul suo comodino, non può che essere stata lei. Continuo a rigirarmelo tra le mani, cercando di capire qualcosa della copertina. Strane linee e curve si uniscono in armoniose figure. Poggio il libro sul mio letto e poi mi butto su quello di Hugo, svegliandolo. Quando riemerge dal groviglio di coperte ha le cuffie di traverso, i capelli scompigliati e la maglietta del pigiama umida di saliva.
<< Ricomponiti, tua sorella  ci aspetta per la colazione >>.
 
Il pasto si svolge in silenzio. Rose e Hugo spazzolano via tre cornetti al cioccolato a testa, mentre io mastico piano e con cura i biscotti che sono arrivati stamattina dalla Tana.
<< Un po’ di TV? >> chiede Hugo entusiasta correndo in salone. Rose scuote la testa e sorride mentre si alza. Io faccio lo stesso e inizio a raccogliere le tazze e poggiarle nel lavandino.
<< Faccio io, non preoccuparti >> mi dice Rose bloccandomi il polso con la mano. La vedo arrossire, poi si volta e rimette il latte in frigorifero.
<< Scusa se ho lasciato lì il libro, non volevo farti inciampare >> sussurra guardando fuori la finestra.
<< Non importa. Comunque grazie >>
<< È per Natale. Anche se con un po’ di ritardo >> dice accennando un sorriso.
<< Non avresti dovuto >>
<< Be’, nemmeno tu >>. Annuisco, poi decido di chiederglielo: << Non… non credo di aver capito bene di cosa tratta il libro >>.
Rose alza lo sguardo verso di me, poi sorride.
<< Filosofia babbana >>
<< Oh, filosofia. Sicuro >> le rispondo dirigendomi in salotto per raggiungere Hugo. Una domanda si fa strada nella mia mente.
Filosoche?

***(Louis Weasley)
<< Ho un piano >>
Ancora.
<< No, Scorpius >>
<< Almeno ascoltami! >>
<< Taci, Scorp! >> dico tirandogli un cuscino in faccia.
<< Oh, andia… >>
Qualcuno bussa forte alla porta della camera di Hugo e interrompe Scorpius. Finalmente!
<< Chi è? >>
<< Veramente dovrei essere io a chiederlo >> ribatte Hugo seccato.
<< Entra pure >> sbuffa Scorpius.
Hugo si butta sul letto accanto a me e inizia a fissare il soffitto. Lo odio quando fa così!
<< Sveglia, Hugo! >> dico spintonandolo. Mio cugino mi guarda storto. Sta per rispondere in malo modo, quando il campanello di casa suona.
<< ROSIE, VAI TU? >> le urla. Scorpius coglie la palla al balzo.
<< Si starà confessando con Dominique. Sarà meglio che vada tu >>.
Hugo si alza rumorosamente e si chiude la porta alle spalle.
<< Dicevo… >>
<< Basta, Scorpius. Abbi pietà! >> imploro.
<< DIAGON ALLEY! >> urla lui, senza darmi ascolto.
Mi arrendo.
<< Che vuol dire “DIAGON ALLEY”? >> lo scimmiotto.
<< Vuol dire che farai finta che ti serva qualcosa a Diagon Alley e ti vedi con Helena >>. È stupido o cosa?
<< Però, non ci avevo pensato >> rispondo ironico. << Si potrebbe fare, solo che, sai… Mia sorella ci lavora, a Diagon Alley. E sta sempre in giro a ficcanasare. Per il suo “scoop da prima pagina”. Senza contare che sono quasi al verde, quindi dovrei ritirare qualcosa alla Gringott, dove, guarda un po’, lavora l’altra mia sorella >>.
<< Be’, allora fatti portare nella Londra babbana, Louis >> risponde lui con fare ovvio, senza preoccuparsi troppo del mio tono ironico. << Nessuno ti conosce, lì >>.
<< Non posso chiedere a Helena di portarmi a spasso per la Londra dei Babbani! >> esclamo. Poi ci rifletto. << O forse sì? >>.
Scorpius mi regala un sorriso e si alza per tirarmi una pergamena arrotolata e una piuma. L’inchiostro, per fortuna, decide di porgermelo.
<< Non macchiare il copriletto >> mi avvisa. Annuisco, ma penso al altro.
Cosa posso scriverle?
 
***(Helena Summers)
Mia cara Helena, come stai?
Mi manchi. Sei sempre nei miei sogni, ma svegliarmi in camera mia spezza la magia della notte. Vorrei vederti prima del rientro a Hogwarts. Potremmo trascorrere una mattinata insieme, mangiare qualcosa e girare un po’ per i negozi. Come una gita a Hogsmeade. Nella Londra babbana, magari. Lì non ci conoscono e poi ho sempre desiderato vederla.
Spero accetterai la mia proposta. In attesa di sapere quando ci vedremo, aspetterò stanotte per bearmi della tua compagnia.
Tuo Louis.
 
Oh, no. Oh, no. Oh, no.
<< Gregory! >>.
Busso alla porta della nostra camera. Busso a quella di mamma e papà. Provo in bagno, in cucina, in salone. Nello studio e nel ripostiglio. Scendo in cantina, sapendo che non lo troverò lì. Inciampo in una cassa e rimango stesa a terra, non so per quanto. Forse un bel po’: quando Gregory mi ha portato la lettera, aperta e con il viso rigato di lacrime, avevo appena finito la colazione. Ora sento mamma che torna per il pranzo.
<< Elly! Greg! Sono a ca-… quante volte ti ho detto di non entrare in cantina? >> inizia mia madre.
<< Ci sono scatoloni ovunque, e tu sei allergica alla polvere, Elly >> concludo per lei. << Giocavo a nascondino con Greg, per questo sono qui. Non riesco a trovarlo >> mento. Sono diventata brava a mentire, da quando sto con Louis.
<< Sarà in soffitta >> suggerisce distrattamente poggiando la valigetta a terra.
<< Probabile, sì >> le rispondo salendo le scale.
<< Greg >> sussurro colpevole. È seduto a gambe incrociate sul pavimento e guarda fuori mentre una mano muove avanti e indietro un trenino giocattolo. Mi siedo dietro di lui.
<< L’avevi promesso >>.
Lo abbraccio.
<< Greg, lo so, però… >>
<< Perché non mi hai detto che hai un fidanzato? >>
<< Non lo so. Ehi, magari potresti venire con noi >>
Gregory si gira verso di me. Ha il viso ancora rigato di lacrime, ma gli occhi gli si illuminano dietro la montatura rettangolare degli occhiali e sorride.
<< Davvero? >>
<< Certo. Anzi, vado subito a rispondere a Louis. Quando vogliamo vederlo? >> rispondo abbassando la voce.
<< Possiamo domani? >> sussurra di rimando. Ha capito che è un segreto, e lui adora sapere di essere l’unico al corrente di qualcosa.
<< Si può, sì >> sorrido. Poi parte il solletico.
 
Sono sulle rive del Lago Nero insieme a Louis. Il vento soffia dolcemente, un cespuglio ci nasconde alla vista degli altri studenti. La piovra gigante fa emergere uno dei suoi tentacoli e increspa la superficie dell’acqua. Chiudo gli occhi: potrei restare così per sempre. Uno strano scricchiolio mi fa aprire gli occhi. Il sole viene coperto dalle nuvole, l’acqua del Lago si ritira, Louis non c’è più. Un animale mi ronza nell’orecchio, qualcosa mi scuote. Il cespuglio ha dei rovi che mi intrappolano le gambe.
<< HELENA! >> urla qualcuno. Poi mi ritrovo a terra.
Apro gli occhi e intravedo la figura di Gregory. Non era un animale, era mio fratello che sussurrava il mio nome per svegliarmi. La stanza è al buio, e questo spiega le nuvole improvvise del mio sogno. Ma i rovi? Mi guardo le gambe e scuoto la testa. Mi ci vuole un bel po’ per districarle dalle coperte, poi mi sollevo piano da terra, mentre mi massaggio il sedere. Spero sarà una bella giornata.
<< Elly, mamma è uscita da poco >> sussurra. << Papà è ancora qui >>. Annuisco e scendiamo in cucina senza più fiatare: la mattina è avida di parole.*
<< Frittelle in arrivo! >>. Mio padre ci accoglie sempre così il sabato. Io e Greg sorridiamo e ci sediamo in attesa di essere serviti.
<< Papi, io e Elly non ci siamo a pranzo >> esordisce mio fratello con la bocca piena e cosparsa di sciroppo. << Siamo in missione >> sussurra poi.
<< El? >>
<< Gliel’avevo promesso a settembre. È tanto che non usciamo un po’ da soli >>
<< D’accordo >> sospira mio padre. << A patto che non spuntiate dal nulla quando tornate >>
<< Non ci Materializzeremo >> prometto, anche perché non ho la certificazione. << Però ho bisogno di soldi… mi sono rimasti solo Galeoni >>.

<< È lui? >>
<< No >>
<< È lui? >>
<< No >>. Andiamo avanti così per circa cinque minuti. Di Louis nemmeno l’ombra.
<< È lui? >>
<< Sì >>
<< Davvero? >>
<< No >>
<< È lui? >>
<< No >>
<< È lui? >>
<< Sì >> sussurra una voce alle mie spalle. Non ho bisogno di nessun altro indizio per gettarmi tra le sue braccia.
<< Non hai la minima idea di quanto tu mi sia mancata >> mormora stringendomi forte.
<< Posso immaginarlo >>. Un bacio. Un altro e un altro ancora. Poi mi ricordo di Greg. Mi giro e vedo che, con molto tatto, sta osservando i piccioni che beccano il pane a qualche metro da noi. Lo raggiungiamo e subito si presenta.
<< Ciao, io sono Gregory >>
<< Tanto piacere, Gregory. Io sono Louis >>. Poi mio fratello attacca con la sua interminabile parlantina.
Mi concedo di alzare lo sguardo al cielo e sorridere al magnifico sole che c’è stamattina e penso che sì, sarà una bella giornata.
<< Elly. Elly! >> sobbalzo quando Greg mi riporta alla realtà. << Elly, tu lo sapevi? >>
<< Cosa? >>
<< Che Lou può apparire e sparire >>. LOU?
<< Che vuol dire che può apparire e sparire? >>
<< Che posso Materializzarmi, Elly >>
Elly?
 


*“La mattina è avida di parole”: frase di non mi ricordo quale libro, ma mi sembra adatta per Helena.
  
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