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Autore: Frulallas    08/06/2012    10 recensioni
Videl non l’aveva mai confessato a nessuno, neppure a se stessa.
La realtà era difficile da accettare… soprattutto quando era così dura. Lei aveva una paura segreta, quasi una fobia, che non la faceva dormire di notte e infestava i suoi sogni facendoli diventare scuri. Lo sapeva solo suo padre, che le aveva giurato di non dirlo mai a nessuno. E sua madre, certo, ma il suo segreto l’aveva portato con sé quando se n’era andata. Combattere la paura, dite voi? Ci aveva provato con tutte le sue forze, ma era irrazionale e la faceva tremare come una foglia. Con gli anni aveva imparato a gestirla, ma era sempre come un’ombra che si portava dietro. Solo in poche occasioni riusciva a dimenticarsene e quelle occasioni erano sempre perché lui si trovava con lei. Gohan.
-Riuscirà Videl a superare la sua fobia?
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Hidden Fear-

 

 

Videl non l’aveva mai confessato a nessuno, neppure a se stessa.

 

 La realtà era difficile da accettare… soprattutto quando era così dura. Lei aveva una paura segreta, quasi una fobia, che non la faceva dormire di notte e infestava i suoi sogni facendoli diventare scuri. Lo sapeva solo suo padre, che le aveva giurato di non dirlo mai a nessuno. E sua madre, certo, ma il suo segreto l’aveva portato con sé quando se n’era andata. Combattere la paura, dite voi? Ci aveva provato con tutte le sue forze, ma era irrazionale e la faceva tremare come una foglia. Con gli anni aveva imparato a gestirla, ma era sempre come un’ombra che si portava dietro. Solo in poche occasioni riusciva a dimenticarsene  e quelle occasioni erano sempre perché lui si trovava con lei. Gohan. Era lui, la luce del suo sorriso, la sua forza fisica e mentale, perfino vestito con il suo costume di Great Sayaman, Gohan riusciva a infonderle un grande senso di pace e sicurezza, e Videl era convinta che lui  sapesse  di essere la cura del suo male , ma non le aveva detto niente perché non voleva turbarla ulteriormente.

 

Come quel giorno afoso ed estivo, in cui tutto sembrava perfetto, che stava giungendo a termine. Il sole, lentamente, stava  prendendo la sua strada verso  ovest, dove sarebbe tramontato la sera tardi.

 

“Tesoro, ti va di fermarti  a cena  da noi?” chiese Chichi gentile rivolta alla ragazza.

 

“Certo, ne sarei molto felice.” le rispose tranquilla la ragazza, mentre Gohan le sorrideva.

 

“Oggi è stata proprio una bella giornata” affermò il ragazzo “dovresti fermarti un po’ più spesso da noi.”

 

“Sì, penso tu abbia ragione” la ragazza abbassò lo sguardo e arrossì leggermente.

 

Videl credeva che un rapporto com’era il suo con Gohan non esistesse da nessun’altra parte. Non erano migliori amici, e non erano neppure fidanzati, seppure si  fossero confessati l’uno all’altra molto tempo prima. Però per lei era come l’aria fresca che si respira al mattino presto, come un sole che la scaldava e la proteggeva anche quando vedeva tutto nero. O quando c’era veramente, il buio.

 

Videl interruppe subito quel pensiero.

 

La cena si svolse in allegria.  Tutti si gustavano i deliziosi manicaretti preparati da Chichi e discutevano piacevolmente tra di loro. La ragazza dai capelli corti si mise a ridere quando a Goku, il padre di Gohan, mancò l’aria per aver mangiato un pollo intero senza neanche togliere le ossa e sua moglie gli diede un colpo tra le scapole così forte che quasi glielo fece mandare fuori, il pollo. Erano davvero una famiglia stramba, riflettè Videl, ma felice. I loro volti sembravano quasi risplendere nella piccola cucina chiara.

 

“Ti aiuto a lavare i piatti, Chichi” propose la ragazza dopo mangiato.

 

“No no, sorellona, ci penso io!” si offrì generosamente il piccolo Goten, saltando in piedi pieno di energia.

 

In realtà, la vita di Videl non poteva andare meglio. Un padre che le voleva bene, un ragazzo meraviglioso di cui era innamorata, e persino un piccolo bambino che si era affezionato a lei così tanto che era arrivato a chiamarla ‘sorellona’. Alla ragazza venivano quasi le lacrime agli occhi a pensare quanto era bella la sua vita. Eppure…

 

Eppure lei continuava ad avere paura.

 

È una paura irrazionale, continuò a ripetere, non c’è nulla di cui essere spaventati.

 

“Videl, va tutto bene?” chiese con un’espressione preoccupata Gohan, prendendole la mano.

 

Ecco vedi? C’è Gohan. Non c’è niente da temere, pensò la ragazza sollevata.

 

“No, tutto a posto. Ora va tutto bene.” gli disse guardandolo negli occhi dolcemente, e lui ricambiò lo sguardo alla stessa maniera.

 

“Cara, perché non rimani qui per la notte? Ci metto poco a prepararti il letto. Ci penso io a chiamare tuo padre!” suggerì Chichi, sapendo quando Mr Satan fosse geloso di sua figlia.

 

“Preparare il letto?” chiese Videl confusa.

 

Poi vide Goku che, tenendo in braccio il piccolo Goten, che già sorrideva beato nel mondo dei sogni, sbadigliava con la bocca aperta, stanco.

 

Non è possibile, pensò Videl in panico, non può essere così tardi.

 

Immediatamente rivolse lo sguardo all’orologio della cucina, che, crudelmente, segnava le 11:43.

 

N-non può essere! Dev’essere rotto!

 

Videl corse fuori dalla casa.

 

 Ecco, la sua paura più grande era tornata a farle visita, come ogni sera.

 

Una notte buia e senza luna era lì, che l’aspettava, silenziosa. I rami degli alberi mossi dal vento violento  le sembravano mani nere pronte ad afferrarla.

 

Impaurita, la ragazza stette immobile.

 

“Videl!” la chiamò Gohan.

 

“Io… d-devo andare.” Non poteva fare la figura della stupida davanti a tutti ancora una volta. Avrebbe fatto finta che fosse tutto normale.

 

Iniziò a volare nel cielo, scuro come l’inchiostro. Sui monti Paoz nessuna luce illuminava la strada che Videl doveva seguire per tornare a casa.

Fu così che si disorientò, le forze le mancarono, aveva già volato per diversi chilometri e la flebile luce della casa di Gohan era già scomparsa all’orizzonte. Intorno, solo buio.

 

Videl era senza fiato. Si guardò intorno, in cerca di un punto di riferimento, ma come si può cercare un segno caratteristico del paesaggio se intorno a te non vedi nulla?

 

Man mano che la forza l’abbandonava, Videl si abbassava di quota fino a quando, esausta,  si lasciò cadere da un’altezza superiore a quella dei pini. Ormai, non importava più.

Videl  stava precipitando.

*

 

“Devi rimanere qua almeno per un po’ per farci vedere quanto sei forte!” esclamò Nasumi, un bambinetto dell’età di 5 anni che frequentava la scuola materna con Videl.

 

“Proprio qui?” chiese spaventata la bambina.

 

“Sì, che c’è, hai paura del buio, per caso?” le chiese strafottente il bambino, mentre gli altri della sua banda cantilenavano “Videl è una fifona, Videl è una fifona!”

 

“Smettetela! Io non sono una fifona. Ci starò, così vi farò vedere quanto sono forte!” dicendolo, Videl aveva alzato la testa con orgoglio.

 

“Ah, bene. Ma non dovrai chiamare nessuno, e dovrai stare in silenzio, chiaro? Altrimenti la prova non vale.”

 

“D’accordo.” rispose la bimba. La fecero entrare nello sgabuzzino senza luce, e poi gli altri bambini chiusero la porta a chiave.

 

“Perché chiudi la porta?” chiese Videl terrorizzata, sentendo la chiave girare nella toppa.

 

“Così se hai paura non scappi, rimani li. Mi raccomando, non chiamare nessuno.”

 

“… va bene.” Si sentì dire la piccola.

 

 

 

“Bambini, è rimasto qualcuno dentro?” chiese la giovanissima maestra Yuki.

 

“No, maestra, sono andati via tutti.” mentì Nasumi.

 

“Bene, allora chiudo. A domani bambini!”

 

“Ciao, maestra!” risposero in coro.

 

 

“… Nasumi?”

 

“… maestra Yuki?”

 

Videl battè forte la manina contro la porta chiusa.

 

“Qualcuno apra la porta!! Sono qui!!” urlò piangendo. Nel buio ogni cosa le sembrava un mostro: uno straccio le pareva un fantasma, sentiva scricchiolii dappertutto.

 

Era circondata dalle ombre più scure.

 

“FATEMI USCIRE!!!!” gridò.

*

“FATEMI USCIRE!” gridò Videl priva di sensi tra le braccia di Gohan, che, seguendola, era arrivato giusto in tempo per prenderla tra le sue braccia mentre precipitava.

 

“Videl! Ti prego svegliati! È solo un sogno, Videl!”  urlò Gohan cercando ti scuoterla per svegliarla.

 

La ragazza si alzò di scatto, e iniziò a piangere. Gohan la strinse forte a sé . “Calmati Videl, ora sono qui."

Lei lo abbracciò più stretta che poteva, pensando che se lui se ne fosse andato avrebbe rivissuto quell’incubo.

 

“Oh, Gohan…” gli disse tra i singhiozzi “I-io…”

 

Videl non ce la faceva più. Raccontò al ragazzo del suo trauma infantile, e ad ogni parola che pronunciava, le sembrava di sentirsi meglio.

 

“… mio padre e mia madre mi vennero a cercare dopo un’ora, visto che non tornavo dalla scuola, ma è stata l’ora più lunga e orribile della mia vita. Gohan, io ho paura del buio, perdonami se non te l’ho detto prima, ma pensavo che mi avresti considerato una stupida ragazzina.”

 

“Videl, non potrei mai pensare questo di te. “ le disse abbracciandola di nuovo. “Vieni con me” continuò

“ ti voglio mostrare una cosa.”

 

La prese per mano e la portò vicino a un laghetto lì vicino. Era uno spazio molto bello, l’erba morbida e qualche ninfea sulla superficie dell’acqua dondolava dando un aspetto sereno al tutto. Tuttavia Videl non riusciva a vedere nulla di tutto questo. Per lei era ancora troppo buio.

 

“Videl, guarda il cielo” gli indicò il ragazzo “Non vedi come sono luminose le stelle?”

 

Videl guardò in alto e si concentrò. Inizialmente cercava solo di non tremare, per lei il cielo era solo un enorme spazio vuoto e scuro.

 

E poi ne vide una.

 

E un’altra!

 

Il cielo era pieno di stelle, e lei non se n’era mai accorta! Com’erano luminose e belle quei puntini nel cielo.

Ora le sembrava tutto un po’ meno buio. Poi però le venne in mente una triste considerazione.

 

“Ma… Gohan, non ci saranno sempre le stelle. Potrebbero esserci le nuvole, e il cielo tornerebbe il nero.”

 

“Hai ragione. Ora però guardami” Il sayan le lasciò la mano, e volò per tutto il perimetro della radura. Che faceva? Sembrava accarezzasse tutti i cespugli e l’erba in terra. Perché?

 

Gohan tornò vicino alla ragazza.

 

“Ora guarda che spettacolo.” le disse.

 

Piccole, minuscole lucine iniziarono a salire dalla terra o dai cespugli in cui erano nascoste, e iniziarono a fare una danza allegra.

 

Lucciole!

 

Videl non potè fare a meno di sorridere. Le lucciole si specchiavano nel lago, e ballavano le une accanto alle altre.

 

Il mezzo- sayan sorrise alla ragazza, vedendo che si era un po' tranquillizzata. Dopo poco però  Videl parve rattristarsi.

“Gohan… “ la ragazza non voleva rovinare tutto ma…

 

Da qualche minuto gli insetti luminosi erano diminuiti , perchè erano tornati dove prima riposavano. Ne rimaneva solamente qualcuno in aria, adesso.

 

“… le lucciole non rimarranno per sempre. E la mia paura tornerà. Il buio tornerà. Come farò a –“

 

Videl si bloccò. Gohan la guardava con un’espressione indecifrabile sul volto, sembrava al tempo stesso concentrato, ma il suo sguardo tradiva anche una potente emozione.

 

I suoi capelli si muovevano, come spinti da una brezza leggera. Il solo fatto strano era che non c’era vento. Poi un capello diventò d’oro. Poi lo diventò un’intera ciocca.

 

E poi, ci fu la luce. Luce bianca, chiara, limpida e purissima. Come se il sole stesse nascendo, così Gohan brillava, risplendeva di una luce così potente, che Videl dovette socchiudere gli occhi.

 

“ Non ti devi preoccupare di quando non ci saranno le lucciole, o le stelle… “ disse Gohan avvinandosi a lei, prendendole una mano.

 

Per un lunghissimo momento, si guardarono negli occhi. Quelli di Gohan erano scuri, come la notte! pensò Videl preoccupata. Ma non aveva più paura, perché in quegli occhi così belli vi era un sentimento tanto forte e tanto dolce che le fece passare ogni timore.

 

 

 

“… perché io sarò accanto a te, per sempre.”

 

 

 

Gohan la strinse a sé forte, prima di darle un dolcissimo e lento bacio.

 

 

 

 

Note dell'autrice

Ehm ehm! Salve a tutti carissimi lettori! Questa è la mia prima fic che ho scritto pensando :"Coraggio, dev'essere davvero Romantica, con la R maiuscola!" ... lo so, lo so, che ora sto scrivendo una storia e che dovrei aggiornare quella (lo farò al più presto, credetemi ) però avete presente quando vi arriva l'idea, o per meglio stare in sintonia con la storia, l'illuminazione e dovete assolutamente scrivere prima che questa sia andata via? spero che abbiate presente questa sensazione xD Torniamo alla storia : il titolo (paura nascosta) è collegato con la paura del buio di Videl (e questo spero di averlo fatto capire, altrimenti siete autorizzati a tirarmi ortaggi marci xD) e spero di aver creato suspence o almeno una voglia matta da parte del lettore nel trovare qualche indizio su quale fosse la fobia di Videl... o l'avevate capito subito? come vi è sembrato il flash- back? ovviamente la paura irrazionale della ragazza nasce dal trauma che aveva subito da piccola, questo spero di averlo fatto capire. I personaggi? dai Videl non è così OOC vero? e soprattutto... la parte finale! è la mia preferita, dove cerco di esprimere tutto il romanticismo possibile!  Ci sono riuscita? Beh io un ragazzo che mi porta a vedere le lucciole vicino a un lago me lo sposerei, voi no? ;) (soprattutto se il ragazzo in questione è Gohan ;))

Mi piacerebbe davvero che mi lasciaste una recensione con le vostre opinioni/sensazioni su questa fic, ve ne sarei davvero grata!!!

Alla prossima ;)

Frulallas

  
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