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Autore: Christine_Heart    08/06/2012    3 recensioni
Questa piccola idea, è nata come intermezzo tra il secondo e il terzo capitolo della celebre saga!
Le stelle brillavano silenziose nel cielo tranquillo della luna boscosa di Doren, la luna dove si tenevano i corsi di sopravvivenza degli allievi padawan. Paa-soy respingendo un brivido, si coprì meglio col mantello e si appoggiò al costone di roccia che sovrastava un’ampia vallata ai margini della foresta,dove si era fermato per riposare.
Era...

...Perdonate...
...Tutto il resto è storia! ^^
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mace Windu, Nuovo personaggio, Yoda
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 5°
Due amici!


1)
“Non è possibile...hai controllato bene?”
“Ho controllato ogni punto della cella.E’ scomparsa...sotto i miei occhi...”
“Non farne parola con nessuno e continua a cercare. Voglio sapere dov’è finita!” Llacer Otua, il sorvegliante capo del penitenziario di Braz, chiuse sgarbatamente la comunicazione, senza attendere risposta, e si diresse verso la consolle dei parametri d’ogni detenuto.
Tutto era normale, tranne per il fatto che Elif non figurava.
Su tutto il perimetro del penitenziario, erano installati dei sensori, che davano una continua scansione dei parametri vitali di ogni detenuto presente. Non c’erano sensori al di fuori della zona d’estrazione, poiché nessun essere vivente sarebbe potuto sopravvivere a lungo all’aperto e per questo, aveva inviato delle sonde all’esplorazione del perimetro esterno, ma nessuna sonda aveva dato risultati. Llacer aveva pensato di riprogrammare uno dei piccoli satelliti di sorveglianza per una scansione completa del suolo lunare e proprio in quel momento stava giungendo una comunicazione del droide di sorveglianza che era interfacciato col satellite:
“Rapporto scansione superficie esterna negativo. Rapporto scansione presenze vitali negativo. Rapporto scansione presenza navette in orbita negativo. Tutti i valori sono entro la soglia d’allarme.”
Otua continuava a guardare la figura di Elif che si smaterializzava sotto i suoi occhi, ma continuava a non voler credere a ciò che vedeva. Mancava poco alla trasmissione del rapporto giornaliero sull’andamento del penitenziario, e Llacer non voleva assolutamente che si venisse a sapere che aveva perso una detenuta.
Qualche tempo prima era successa già una cosa simile, quando improvvisamente scomparve un certo Ro-u-qa, conosciuto come “l’uccisore”, un padawan cacciato con disonore dall’ordine Jedi.
Allora, Llacer Otua aveva pensato di non avvisare nessuno, ma poco tempo dopo inspiegabilmente si venne a sapere dell’accaduto, e ci mancò poco che da dirigente, Otua si ritrovasse prigioniero.
Si era salvato solo grazie al fatto che l’uccisore fosse in odio al capo della commissione inquirente, che era il padre di una delle sue vittime, il quale bloccò ogni iniziativa della commissione, nascondendo quindi l’accaduto.
Stavolta, se si fosse saputo, Llacer non avrebbe potuto giustificarsi anche per quella mancanza.
Gli era rimasto poco tempo e si affannava alla ricerca della detenuta scomparsa.
Era molto bella e Llacer l’ aveva notata già al suo arrivo. Aveva sempre tentato l’approccio, ma era stato sempre duramente respinto.
Fù allora che la destinò all’estrazione del Cetamnys sulla superficie, fino a quando non rimase quasi uccisa dal calore esterno. Allora impaurito la fece trasferire allo stoccaggio...ma anche allora Elif, lo respingeva ogni volta che la avvicinava.
Era questo che temeva si scoprisse.
Llacer Otua era un debole che aveva ricevuto un grande potere che esercitava su esseri inermi, dirigeva la prigione secondo i suoi capricci e intimamente era convinto che Elif si fosse nascosta per fargli un dispetto, sperando che un’inchiesta lo smascherasse.
“Maledetta Stylusiana!” urlò all’improvviso lanciando una coppa verso la parete.
Llacer Otua aveva paura...

2)
Thannia stava cercando di plasmare una riproduzione di sua figlia Nefer, ma non riusciva a concentrarsi sulla materia che le era davanti. Era distratta. Dal sorgere del sole che aveva illuminato il nuovo giorno su Ellittos, non riusciva a percepire più sua figlia Æon. Non riusciva a percepire la sua presenza e questo la distoglieva da tutte le sue attività.
I Meti, avevano sviluppato dei fortissimi poteri mentali, tanto da riuscire ad unire le loro menti in una connessione totale di tutti gli individui del pianeta.
Questa in ogni caso, non era la sola singolarità degli abitanti di Elittos.
Date le loro capacità erano riusciti a rinunciare alla parola, comunicando telepaticamente con i loro interlocutori, sebbene riuscissero egregiamente a produrre dei vocalizzi molto melodiosi e musicali.
Il Primo Conestabile Than, suo marito e padre di Æon e Nefer, era solito prendere bonariamente in giro i Meti definendoli come una razza di “ canarini sviluppati ” cosa che a volte irritava Thannia, preoccupata per l’educazione delle figlie, che comunque ben sapeva non essere un insulto.
Proprio la mancanza di una lingua parlata era un altro pensiero che occupava la mente di Thannia, che cercava un modo per comunicare col marito e trasmettergli la propria inquietudine.
Sapeva che si era recato su Coruscant, ma la gran distanza non le permetteva di mettersi in contatto mentalmente. Inoltre non poteva raggiungerlo, non avendo sviluppato i Meti una tecnologia nel campo dei viaggi spaziali.
C’era su Ellittos una delegazione militare dell’Armata Federale, lasciata a guardia della popolazione dopo il conflitto col Bando Gora, ma era in ogni modo lontana e così Thannia aveva rinunciato in partenza a recarvisi.
Fu mentre passeggiava nervosamente per il grande giardino, che si trovò a passare davanti al locale dove Cisco Than, conservava un’infinità di oggetti che le erano sempre sembrati inutili, compresi vecchi abiti, giocattoli rotti e antichissime armi terrestri.
Entrò e si guardò intorno.
“Il disordine, indica una mente attiva! Per favore...non toccare niente!”
Le era apparso un’ologramma del marito, che aveva programmato il vecchio oloproiettore ad attivarsi ogni volta che qualcuno avesse varcato la soglia, e lei sorrise guardando la figura che le sorrideva.
Era l’immagine di un Cisco Than poco più che ragazzo, risalente al periodo in cui si erano conosciuti, piaciuti ed amati nonostante le loro differenze. Tutto era tenuto secondo una logica tutta terrestre, disposto in scaffali, mensole e vetrine, tutto rigorosamente pulito e lucente, ma secondo la logica Meti, quel luogo era una sorta di museo degli orrori.
Thannia, si avvicinò ad un vecchissimo trasmettitore d’immagini, e vincendo la ripugnanza per le cose vecchie, dovuta al forte senso estetico dei Meti, iniziò a studiarlo, cercando il sistema per prendere contatto con il marito.
Aveva davanti, un vecchio apparato per la visualizzazione tridimensionale delle mappe geografiche, che era stato smontato dalla plancia di un navigatore militare, che Cisco aveva riparato e tarato sulle frequenze di trasmissione del suo droide navigatore, e che utilizzava come archivio delle mappe stellari d’emergenza quando pilotava la sua navetta. In pochi istanti decise come avrebbe preso contatto col marito. Mace Windu, stava versando dell’essenza di Yila al suo amico Cisco, quando sulla porta dell’alloggio si presentò un giovane padawan “Chiedo scusa Venerabile Yoda, maestro!”
Tutti si voltarono verso il ragazzo.
“Uno degli allievi dell’Ambasciatore Than ci ha comunicato che sulla loro nave, stanno captando uno strano segnale proveniente da Elittos, maestro e chiedono rispettosamente di poter incontrare il loro Comandante!” Yoda, congedò l’allievo con un gesto, nel momento stesso in cui si concentrò e disse:
“Sento preoccupazione.L’anima della giovane Maestra Thannia, grandi sussulti ha!”
“Scusateci Maestri...” disse il Conestabile alzandosi da tavola.
“Venerabile Yoda, ti chiediamo il permesso di raggiungere la nave per verificare ciò che accade!”
“Non v’è ragione di chiedere permesso.Grati noi siamo al tempo concessoci, ma come per gli Jedi, il soldato, padrone non è del proprio tempo. La Forza ti accompagni amico terrestre”
“La Forza sia al nostro fianco e ci guidi, Venerabile Yoda! Maestri, purtroppo dobbiamo andare. Spero che ci s’incontri presto. Øye, mi accompagni!”
Tutti i presenti si alzarono in cenno di saluto nel momento stesso in cui il Conestabile Than seguito dal suo pilota uscì dalla porta dell’alloggio.
“Maestro Windu!”
“Maestro Yoda!”
“Accompagna ti prego i nostri amici.Ci sono avvenimenti che la Forza disturbano, e un aiuto credo che giovare possa loro!”
“Pensi maestro alla giovane Than?”
“Difficile da sapere questo è. Notizie non ho dal sorgere dell’astro!”
“Andrò con loro, se è questo che desideri, Maestro!”
“Con tuo fratello andresti, anche se io non volessi, maestro Windu. Ciò è irritante ma onore ti fa. La Forza sia con te!”
“La forza sia nostra alleata, Mastro!”
Quando il portello d’accesso della navetta si aprì, uno dei due giovani allievi, si diresse verso il Conestabile ed il suo pilota, con un’aria di preoccupazione, esclamando:
“Comandante...finalmente!”
“Che succede?”
“C’è una trasmissione su bassissima frequenza da Elittos! Non capisco come sia possibile, ma è un codice che si ripete. Non può essere casuale...eccolo che ricomincia!”
Una sequenza ripetitiva di impulsi fu convogliata dai diffusori.
“E’ vero, questo è un codice! Øye, possiamo passarlo all’analizzatore d’immagini?”
“Lo stavo già facendo, ma ho visualizzato solo una successione di tre lampi seguiti da altri tre d’intensità inferiore e di nuovo tre come i primi!”
“Tre forti, tre deboli e tre forti hai detto?”
“Esatto tre forti tre d...” Il volto di Erland Øye s’illuminò d’improvviso:
”Il codice Morse!” esclamò! “S-O-S, tre linee, tre punti, tre linee!” esclamò Than mentre si avvicinava al comunicatore.
Aveva un ricevitore in casa ed effettuò la connessione.
Quasi istantaneamente gli apparve il bel volto di Thannia, che era seduta all’altro terminale.
Aveva tra le mani un busto appena modellato della loro figlia maggiore, che sapeva in missione per conto di Maestro Yoda.
Thannia era in attesa ed appena comprese che il marito la stava guardando all’altro apparecchio, con un rapido gesto gettò in terra il busto, rimanendo a fissarne i frammenti, poi con gli occhi lucidi di pianto guardò il marito.
“Mace...”disse con voce ferma il Primo Conestabile Than, voltandosi verso il suo vecchio amico e fissandolo negli occhi:
“Mace...dov’è Æon?”
“Non riesco a capirti. Com’è possibile che questa sfera, nascosta in una grotta disabitata e lontanissima da Nori, possa essere la parte di voi che si è persa?”
“Vorrei poter avere una spiegazione Æon, ma purtroppo non ne riesco a trovare. E’ tutto così complicato. So che si tratta di arma primaria, ma non trovo un modo per spiegarlo!”
“Struttura ha qualche informazione?”
“Da quando sono entrato nella grotta non ho più la connessione con Struttura, né con l’esterno. Per fortuna sei riuscita a raggiungermi da sola.”
“Credevo che fossi stato tu a portarmi qui dentro, dopo avermi chiamata!”
“No, non avevo contatti con te!”
Si guardarono profondamente negli occhi per qualche istante, poi si voltarono insieme verso la sfera:
“Ybsor...penso che sia ora di uscire da qui!”
“Io invece credo che sia ora di entrare...guarda!”
Su di un lato della sfera, si stava aprendo un passaggio.

3)
“Braz in vista...prepararsi a trasmettere i codici di riconoscimento”
“Siamo arrivati Cisco. Ora inserirò i codici di riconoscimento per l’atterraggio guidato sulla piattaforma d’atterraggio!”
“Bene!”
Il Primo Conestabile Than non aveva mai smesso di fissare il visore di mappe stellari da quando erano decollati da Coruscant.
Aveva ordinato ai due allievi di scendere dalla nave, liquidandoli senza spiegazioni e solo la stima che nutriva nei confronti di Mace Windu, gli aveva consentito di prenderlo a bordo nel viaggio verso Doren.
Windu gli aveva spiegato che Æon aveva deviato verso Braz poco prima dell’atterraggio sulla luna boscosa alla ricerca d’indizi sulla fine di Paa-Soy.
Gli aveva anche detto del controllo su Moddor e del fatto che Ybsor Nash fosse con lei e che comunicasse tutti i loro movimenti.
Cisco Than si fidava del droide, era stato un ottimo alleato, conosceva a fondo le sue capacità e confidava nel buon senso e nella preparazione della figlia, ma quella strana scappatella su Braz, non riusciva a convincerlo del tutto.
Temeva che un detenuto, senza essere visto, fosse salito a bordo della navetta di Æon e che in seguito avesse potuto impadronirsi della nave disattivando Ybsor per tornare a prendere qualche compagno di prigionia su Braz. Sapeva di pianeti su cui gli abitanti erano in grado di influenzare le menti, come quel perfido Watto, il Toydariano alleato degli Hutt, oppure di specie in grado di rendersi invisibili o attraversare la materia.
Su Braz affluivano detenuti da ogni parte della galassia, ed ognuno avrebbe potuto cercare di fuggire grazie a quell’improvvisa navetta atterrata senza essere notata.
“Controllo, richiediamo rotta d’avvicinamento per attracco alla rampa. Qui unità isolata squadriglia EEL in ricognizione autorizzata dal Comando Militare della Federazione.”
“Che succede Erland? Perché contatti vocalmente la stazione?”
“La comunicazione tramite il droide di comando non ha avuto risposta. Non c’è stata risposta su nessun canale di chiamata.”
“Questo è molto stano!” aggiunse Windu rivolto al pilota, e ancora disse:
“Non c’é un protocollo standard di comunicazione per gli avamposti presidiati? Su quel canale dovrebbero rispondere!”
“E’ vero Maestro, ma sempre che non ci sia un guasto agli apparati, sembra che sia stato ignorato.”
Il conestabile Than, rompendo il silenzio disse:
“Non mi convince Erland. Portami giù e appena sarò sbarcato tornate in orbita e attendete un mio contatto. Se non avrete mie notizie entro un periodo, chiama rinforzi e quando saranno arrivati occupate la luna. Voglio qui quattro squadre, un gruppo tecnico ed un trasporto completo di caccia. Prendi contatto con la base di Styx, non è molto lontana... e fatti mandare delle unità mediche. Mace, tu ti metterai in contatto col consiglio. Chiederai la mediazione del cancelliere Valorum. Non credo che sia il caso di scatenare un conflitto in questa zona. Già il sistema di Oghen ha poca simpatia per noi, figurarsi che provocherebbe un intervento militare in massa!” “Cisco, io vengo con te!” “Mace, non cercare di condizionarmi coi tuoi poteri!”
“Non ho intenzione di condizionarti. Vengo con te.”
Seguì un lungo silenzio.
Poi il Conestabile Than si rivolse al pilota:
“Portaci giù Erland e poi, prendi un’arma...di quelle cattive!”
“Benone...una festa!”
I due umani risero, ma Windu avvertiva qualcosa.

4)
Llacer Otua non riusciva a restare tranquillo.
Mancava ancora del tempo alla trasmissione del rapporto ed i militari erano già arrivati.
Un’intera navetta che poteva ospitare almeno una quarantina d’incursori allenati e ben armati.
E per giunta la navetta aveva le insegne della legazione Mandaloriana, e Otua conosceva bene l’aggressività e l’ostinazione dei mandaloriani, primo fra tutti Montross, il cacciatore di taglie che spesso era stato su Braz a consegnare qualche detenuto.
Preso da un attacco di panico, aveva colpito il comunicatore ed ora si rammaricava d’averlo fatto.
Avrebbe potuto mentire alla navetta e sostenere che la luna era in quarantena per una qualche epidemia, avendo così a disposizione, tutto il tempo per cercare la Stylusiana fuggita.
Ma adesso non poteva fare nulla mentre la nave Mandaloriana si poggiava delicatamente sulla piazzola d’atterraggio.
Ne scesero tre figure.
“Maledizione, un Cavaliere Jedi” esclamò Otua vedendo Mace Windu che avanzava verso di lui accompagnato da quelli che sembravano umani:
“Meeko, torna di sotto, nascondi tutto e rimani nascosto anche tu...e disattiva le comunicazioni, presto!”
Meeko Ghintee corse all’ingresso di un tunnel e scomparve al suo interno.
Era anche lui un detenuto, ma le sue capacità avevano convinto il corrotto Llacer Otua, a lasciarlo libero di andare e tornare da Braz quando volesse, permettendogli di contrabbandare i cristalli di cetamnys che non erano consegnati.
In cambio divideva con Otua i guadagni delle scommesse clandestine dei combattimenti tra animali, le essenze, le droghe e tutto ciò su cui riusciva a posare le mani.
Era stato lui ad incastrare la bella Elif, facendo ricadere su di lei e un’altra commerciante, che aveva ucciso, la responsabilità per gli attacchi ai convogli per le colonie.
L’aveva conosciuta ad una stazione intermedia, dove Elif gestiva un chiosco di ristorazione.
Aveva cercato di conquistarla, ma era stato respinto in malo modo dalla bella Elif e dalla sua amica Ti’lk.
In seguito, aveva ucciso quest’ultima e aveva nascosto parte della refurtiva dell’ultima spedizione, nel chiosco di Elif, facendo in modo che fosse ritrovato dalle guardie che stavano per catturarlo, sviando così le indagini e riuscendo a fuggire. Llacer cercò di non apparire teso e si avviò a passi incerti verso i tre visitatori.
“C’è un Rodiano che ci viene incontro comandante!” esclamò Erland Øye rivolto al Conestabile.
Erano molto amici, ma quando erano alla presenza di estranei, mantenevano dei rapporti molto formali tra loro sopratutto per la grande differenza di grado, cosa che impressionava molto chi ascoltava.
“Sembra nervoso...che ne pensi Mace?”
“Ha paura, lo sento, ma non riesco a percepire pericoli...stiamo a vedere!”
“Benvenuti...non vi aspettavamo...tutto bene?cosa vi occorre...avete problemi con la nave vero?certo si capisce da Mandalor è un lungo viaggio vero?credo che stavate andando a qualche riunione di voi militari e avete avuto dei problemi, ma sapete questa è una luna prigione...non abbiamo ricambi...”
”Grazie...anche noi siamo contenti di vedervi.”
Il primo Conestabile Than, osservava il Rodiano come si guarda un insetto fastidioso, dall’alto in basso, cosa non difficile giacché la possente corporatura dell’uomo, gli permetteva di torreggiare su Llacer Otua.
“Scusate sono stato scortese...non vi aspettavamo...noi...noi...”
“Coraggio...un bel respiro!” lo incoraggio Than con un amabile sorriso:
“Ho paura dei Mandaloriani!”
Cisco Than, volutamente viaggiava con una navetta d’origine mandaloriana.
Dovunque erano noti la fierezza e la combattività dei mandaloriani e l’aspetto fisico era molto simile all’aspetto terrestre.
Non si stupì quindi che il Rodiano fosse terrorizzato all’idea di avere a che fare con tipi pericolosi, e naturalmente tenne per sé il vantaggio non qualificandosi e anzi, rincarò la dose:
“Non siamo ostili ...del resto il nostro accompagnatore, è qui per sincerarsi delle nostre buone intenzioni...vi presento il famoso Paa-soy...una figura di spicco, nell’Ordine Jedi!”
Than con un ampio ed esagerato gesto, accennò a Mace Windu, ma senza staccare gli occhi di dosso ad Otua.
Voleva capire se il Rodiano fosse preoccupato per un motivo preciso, o fosse realmente terrorizzato dai mandaloriani.
Non a caso aveva pronunciato il nome di Paa-soy osservando le reazioni del carceriere, ma parve non avere effetto.
“Grazie...grazie della vostra presenza cavaliere!”
“Sei offensivo Rodiano!” tuonò Erland Øye, che era rimasto in disparte, muovendosi verso Llacer Otua con aria minacciosa.
“Signore...” urlò il Rodiano, nascondendosi dietro l’ampio mantello di Windu.
Mace Windu era impressionato del tempismo con cui i due terrestri avevano agito.
Cisco aveva minacciato velatamente il carceriere, con parole dal doppio senso, alimentando i suoi dubbi, Øye poi lo stava minacciando fisicamente permettendo a Cisco di studiare le reazioni del Rodiano.
Nello stesso tempo stavano presentando Mace, come il difensore dei deboli, qualcuno di cui potersi fidare.
Non dovette ricorrere ai suoi poteri per fermare il finto attacco di Øye.
Gli bastò alzare una mano per vedere Erland immobilizzarsi mimando una smorfia di dolore.
La situazione richiedeva una frase ad effetto e Mace,cercando di trattenersi dal ridere intimò:
“Basta così! Nessuno tocchi il guardiano.”
“Stai attento...Jedi!” sibilò Than intervenendo.
Øye smise di fingere dolore, e Mace Windu rivolgendosi a Llacer Otua disse.
“Non ci saranno problemi. Vorremmo solo il permesso di fare provviste alimentari. Siamo partiti senza preavviso e la cambusa non è stata rifornita...se non porta disturbo alla vostra comunità!”
“Certo...certo! da questa parte signore!” rispose Otua facendo strada.
Guardando le ombre dei due terrestri che lo seguivano dietro Otua, Mace si accorse che stavano... battendo il cinque.
 "Che razza di tipi" pensò.
Cercò di non mettersi a ridere.


Nda

 Lo confesso…è un capitolo un po’ oscuro e confusionario.
Ma ha di positivo che qui, presento l’intera famiglia di Æon. ;)
Sua madre, una Meti, è una creatura affascinante, mi piace da morire.
Finalmente mi ricordo dell’ordine Jedi, e lascio ricomparire i due maestri.
Quasi ci dimentichiamo della protagonista, ma volutamente lascio più spazio al Primo Conestabile e al Maestro Windu.
Il codice morse…mi è sembrata un’idea simpatica.
Grazie a tutti i lettori!
Bacio ^3^
Chris
 
P.s . Auguroni alla mia piccola cuginetta che oggi compie due anni. :3

  
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