Parlami d’amore
Esiste sempre
qualcuno che desidera
esattamente quello che desideri tu.
- P. Coelho -
Parlami d' amore
parlami di te, soffiami
sul cuore che bruciava ma già vuole te.
Parlami d' amore e io ti ascolterò
se è vero che mi vuoi non ti deluderò
e di volerti io non smetterò
-
Giorgia -
Parlami d'amore -
E' buffo.
Un istante prima la tua vita ti sembra vuota, senza senso.
Un istante dopo capisci di essere la persona più fortunata e
felice
dell'universo.
La cosa buffa è che tutto questo avviene grazie ad un
cambiamento. Grazie alla
presenza di una persona indispensabile nella nostra vita.
Tutto questo avviene quando si trova l'amore.
Io e Lorenzo stavamo insieme. Finalmente insieme. Senza nessun senso di
colpa e
senza nessun impegno con altre persone. Bhè, quasi...
-Aspetta- Interruppi il bacio che ci stavamo dando da circa un'ora. Lui
sorrise
in modo malizioso e prese a baciarmi di nuovo. Lo spinsi via
sorridendo, quando
sul suo viso comparve un adorabile broncio
-Cosa c'è?- Mi chiese incrociando le braccia al petto e
poggiando la testa
sullo schienale del divano. Mi sistemai la camicetta quasi del tutto
sbottonata da lui,
prima di iniziare a parlare
-Dobbiamo mettere in chiaro delle cose- Dissi, guadagnandomi
un'occhiata
annoiata da parte di Lorenzo
-E dobbiamo metterle in chiaro ora?-
Sembrava parecchio irritato,
ma se non avessi messo in chiaro le cose mi sarei sentita in colpa
-Già- Si voltò dall'altra parte e
sbuffò -O preferisci andare in bianco per il
resto della tua vita?- Continuai con un ghigno. Lui si volto verso di
me,
sorpreso per le mie parole. Dopodiché abbassò lo
sguardo e annuì, sbuffando
-Sentiamo, cosa dobbiamo chiarire?- Mi chiese prendendomi una mano tra
le sue
-Tanto per cominciare, hai davvero chiuso con Margherita?- Gli chiesi,
temendo
la risposta. Nonostante l'avesse lasciata, avevo paura che potessero
tornare
insieme da un momento all'altro. Lui mi sorrise, accarezzandomi i
capelli
-Ma è ovvio, tra me e Margerita è tutto finito-
Sorrisi sollevata. Lui scambiò
il mio sorriso per un invito a ricominciare, così si
chinò a baciarmi di nuovo
-Lore!- Lo spinsi via nuovamente, più forte di prima.
Possibile che fosse così
appiccicoso?
-Che c'è?- Mi chiese lui, irritato dal mio continuo
rifiutarlo
-Non ho finito di parlare- Sbuffò di nuovo e mi
invitò a continuare con un
gesto della mano -Per ora...Alessandro non dovrà sapere
nulla di noi. Quando
saremo pronti gliene parleremo, sia a lui e sia ai miei genitori- Lo
vidi
annuire, completamente d'accordo con me
-Per me va benissimo-
-Poi, per non attirare l'attenzione su noi due e non far insospettire
nè Ari,
nè Marghe, nè i miei genitori e mio fratello,
continueremo a comportarci come
sempre. Vale a dire, io odio te e tu odi me- Continuai. Lo vidi
sorridere
divertito
-Non credo sia un problema- Lo colpii su un braccio facendolo mugolare
di
dolore. Dopodiché mi voltai e incrociai le braccia al petto,
offesa
-Dai amore, lo sai che scherzo- Provò ad abbracciarmi, ma si
guadagnò un altro
schiaffo -Sei arrabbiata?- Mi chiese, prima di avvicinarsi a me per
lasciarmi
una serie di fantastici baci lungo il collo. Sorrisi, voltandomi verso
di lui.
Dopodiché lo baciai e lui chiaramente ricambiò.
Non
riuscivo ad essere arrabbiata con lui se mi baciava così.
Mi allacciò le braccia sui
fianchi e mi attirò a sè, facendomi sedere sopra
di lui.
Mi passò le mani tra i
capelli, avvicinando ancora di più il mio viso al suo,
mentre io
presi a giocare con i suoi capelli, facendogli scorrere di tanto in
tanto le
mani lungo il collo. Quando iniziò nuovamente a slacciarmi
la
camicetta, lo
fermai
-Non ho ancora finito- Dissi mettendomi a sedere accanto a lui. Lui
sbuffò di
nuovo, puntando lo sguardo su di me -Possibile che non riesci ad
aspettare due
minuti?- Gli chiesi, irritata dal suo atteggiamento
-La colpa è tua. Non riesco a resistere- Si
avvicinò di nuovo a me
-Bhè, cerca di resistere- Si morse nervosamente le labbra
-Devo dirti una cosa- Dissi abbassando lo sguardo. Ero certa che si
sarebbe
incavolato -Io e... vedi... non ho ancora lasciato Leonardo- Dissi
tentennando
-Cosa? Cioè, fammi capire. Avevi detto che una volta a Roma
lo avresti lasciato
e ora mi vieni a dire che non l'hai ancora fatto?- Si alzò
in piedi a dir poco
furibondo
-Mi dispiace, ma non ne avevo il coraggio- Dissi mordendomi le labbra.
Lui si
voltò di spalle, portandosi le mani tra i capelli
-Che significa che non ne avevi il coraggio? Tu non lo ami, giusto?- Mi
chiese,
alzando la voce. Scossi la testa, continuando a mordermi le labbra
-No-
-Bene, allora non capisco cosa ci sia di tanto difficile. Io ho
lasciato
Margherita, eppure non sto piangendo come una bimba della materna-
Alzai lo
sguardo, ferita dalle sue parole. Dopodiché mi alzai in
piedi e me ne andai,
senza neanche degnarlo di una risposta.
Mentre camminavo per arrivare in fermata, il cellulare prese a vibrare.
Quando
lessi sul display il nome "
Lore" non risposi.
Era davvero un idiota. Mi aveva dato della bambina della materna senza
motivo.
Capivo che potesse essere arrabbiato, ma così
aveva esagerato
davvero.
Mi sedetti alla fermata dell'autobus e mi strinsi nel cappotto, mentre
il
cellulare continuava a vibrare. Non avevo voglia di parlare con lui,
ero troppo
arrabbiata.
Quando il cellulare smise di squillare, pensai che avesse capito che
non volevo
parlargli, invece, proprio in quel momento lo vidi dall'altra parte
della
strada.
Mi alzai in piedi, intenzionata ad andare a piedi fino a casa pur di
non
parlare con lui, ma l'autobus arrivò con un tempismo
perfetto. Si fermò davanti
a me, mentre Lorenzo attraversava la strada, correndo verso di me.
Salii
sull'autobus e le porte si richiusero.
Feci un sospiro di sollievo, pensando di essere al sicuro, invece
Lorenzo prese
a battere contro il vetro e l'autista fu costretto a farlo salire.
Sbuffai, andandomi a sedere il più lontano possibile da lui,
ma sfortunatamente
l'autobus era mezzo vuoto, quindi non impiegò molto a
raggiungermi.
Si sedette accanto a me, restando il silenzio. Dopo qualche secondo
provò a
prendermi la mano, ma io la infilai in tasca senza neanche guardarlo
-Mi dispiace- Disse, continuando a guardarmi con gli occhi da cucciolo
-Sono un
cretino, ma questo dovresti saperlo, no?- Non risposi. Mi limitai
semplicemente
a lanciargli un'occhiataccia
-Amore, ti prego- Mi prese nuovamente la mano, ma questa volta lo
lasciai fare
-Non voglio litigare con te. Mi dispiace- Disse baciandomi la mano,
prima di
avvicinarsi lentamente a me. Deglutii imbarazzata e chiusi
automaticamente gli
occhi, non appena sentii le sue labbra a contatto con le mie. Era un
bacio
dolce, ma ugualmente sconvolgente. Gli allacciai le braccia attorno al
collo e
sciolsi il bacio, lasciandomi abbracciare
-Neanche io voglio litigare con te- Dissi infine, chiudendo gli occhi
-Mi
dispiace se non ho ancora detto a Leonardo come stanno le cose, ma...
è
difficile per me. Non sono abituata a lasciare un ragazzo, ma ti
prometto che
gli parlerò il prima possibile. Chiaramente omettendo la
nostra storia-
Continuai. Lui mi sorrise e mi prese per mano, facendomi alzare dal
sedile
dell'autobus
-Andiamo- Disse, prenotando la prossima fermata a cui scendere
-Andiamo dove?-
-A casa mia. Dopo ti riaccompagno io a casa tua- Mi lasciò
un bacio a fior di
labbra e poi scese dall'autobus aiutando anche me
-Ma cosa racconto a mia madre?- Gli chiesi dandogli la mano, camminando
verso
casa sua
-Non lo so, inventa che sei a casa di Arianna- Scossi la testa,
mordendomi le
labbra
-Non posso, stamattina Ari è stata a casa mia e ha detto a
mia madre che
stasera sarebbe andata a cena dai suoi nonni- Risposi pensando a
qualche altra
scusa
-Allora, visto che non hai ancora mollato quell'idiota inventa che sei
con lui
e tra un po' ti riporto a casa- Lo guardai negli occhi. Non era una
buona idea
mentire a mia madre. Io e le bugie non andavamo molto d'accordo, ma
volevo
stare con Lorenzo, non avevo voglia di tornare già a casa
-Ok- Dissi. Dopodiché chiamai mia madre, mentre ci
incamminavamo verso il suo
appartamento.
-No, è molto meglio Eclipse- Mi lagnai io. Ero ancora a casa
di Lorenzo.
Avevamo appena finito di mangiare la pizza che gli aveva portato mio
fratello
ed ora stavamo litigando su quale film vedere
-Non ci penso nemmeno. Se non vuoi vedermi dormire cinque minuti dopo i
titoli
iniziali, cambia film- Disse lui sedendosi sul divano, posizionando le
braccia
sullo schienale e incrociando le gambe
-Uffa, quanto sei noioso. Allora scegli tu, io non ho idea di cosa
vedere- Mi
sedetti sul divano, mentre lui si alzò avvicinandosi al
televisore
-Che ne pensi di questo?- Mi chiese, sventolandomi davanti il Dvd di Avatar.
Sbuffai, scuotendo la testa
-Nemmeno morta. Alessandro mi ha obbligata a vederlo e non so nemmeno
io come
abbia resistito a vederlo tutto- Ripose il film e si mise alla ricerca
di
qualcos'altro.
Dieci minuti dopo eravamo sdraiati sul divano a vedere il telegiornale.
Non mi
sarei mai mossa da quella posizione. Io ero completamente accoccolata
con la
schiena contro il petto di Lorenzo, mentre lui mi circondava la vita
con
entrambe le braccia e aveva il mento poggiato sulla mia spalla.
Sorrisi, quando iniziò a baciarmi i capelli in modo
decisamente
seducente.
Mi voltai verso di lui, dando le spalle al televisore,
dopodiché
mi sporsi in avanti e lo baciai lentamente. Lui aumentò la
presa
sui miei fianchi e mi fece poggiare una gamba sopra di lui, prendendo
ad accarezzarla.
Aprii leggermente la bocca, permettendo alla sua lingua di cominciare a
giocare
con la mia. Quando insinuò una mano sotto la mia camicetta,
apiiì gli occhi e
lessi che ora era, sull'orologio appeso al muro
-Sono le dieci e mezza- Dissi alzandomi in piedi e ravviandomi i
capelli.
Lorenzo si mise a sedere sul divano e mi sorrise
-Andiamo, perchè non chiami tua madre e le chiedi il
permesso di stare fuori un
pochino di più. Almeno un'altra oretta?- In effetti quando
l'avevo chiamata e
le avevo detto che ero andata a cena fuori con un ragazzo era stata
piuttosto
contenta. Avrei comunque potuto dirle che avevamo deciso di andare al
cinema e
che quindi sarei tornata un po' più tardi
-Ok, la chiamo- Dissi prendendo il cellulare dalla borsa
-Però per mezzanotte
devo essere a casa- Lui annuì, sorridendo.
Dopodiché mi allontanai un po' dal
soggiorno per non far sentire a mia madre il rumore della tv e la
chiamai.
Perfortuna mi diede il permesso, a patto che per mezzanotte, massimo
mezzanotte
e mezza fossi tornata a casa.
Tornai in salone da Lorenzo che si era addormentato. Sorrisi e mi
accoccolai di
nuovo fra le sue braccia, inserendo la sveglia al mio cellulare per
precauzione
nel caso mi fossi addormentata anche io.
Non appena gli sfiorai il braccio, Lorenzo riaprì gli occhi
e mi sorrise,
facendomi spazio accanto a lui. Mi circondò la vita con un
braccio, facendomi
aderire completamente contro il suo petto. Io mi rannicchiai contro di
lui e
chiusi gli occhi. Per la prima volta non avrei voluto addormentarmi,
visto che
la realtà superava di gran lunga i sogni. Sorrisi per quel
pensiero e mi morsi
le labbra. Finalmente ero dove volevo essere.
Lorenzo P.O.V
Nonostante mi dispiacesse da morire mentire ad Alessandro, avrei
rifatto
esattamente le stesse identiche cose che avevo fatto, se avessi avuto
la
certezza di stare con Ilaria.
Mi sentivo bene. Finalmente bene. Incredibilmente bene.
Il fatto che lei non avesse ancora mollato quel cretino con i neuroni
fusi mi
provocava un certo fastidio, ma io mi fidavo di lei e sapevo che mi
amava e che
avrebbe messo molto presto fine alla sua "storia"
con quel
pagliaccio.
Eravamo entrambi sdraiati sul divano e averla così vicina a
me mi stava
mandando al manicomio. Avrei voluto approfondire
i baci che
c'eravamo dati poco prima, ma dovevo rispettare i suoi tempi e non
potevo di
certo rovinare tutto con una richiesta del genere. Di sicuro, quando
sarebbe
stata pronta lo sarei stato anche io.
Restava comunque il fatto che averla così vicina mi stava
facendo impazzire.
L'amavo, Dio quanto l'amavo. Avevo aspettato così tanto quel
momento che non mi
sembrava vero che stesse succedendo davvero. La strinsi di
più contro di me ed
inspirai profondamente l'odore di ciliegia che avevano i suo capelli.
Ero molto confuso. Non sapevo minimamente cosa sarebbe successo da quel
giorno
in poi e sinceramente neanche me ne importava molto.
L'importante era stare con lei. L'importante era che anche lei mi amava.
L'importante eravamo noi due e nient'altro.
Chiusi gli occhi e la strinsi di più.
Noi due e nient'altro.
Ilaria P.O.V
Stavo benissimo.
Quel dolce topore in cui mi trovavo era rilassante e... piacevole.
Non avrei mai voluto riaprire gli occhi da quell'angolo di paradiso in
cui mi
trovavo, ma qualcosa di estremamente assordante mi costrinse a farlo.
Immediatamente una luce accecante mi colpì gli occhi e fui
costretta a
chiuderli di nuovo per non rimanere cieca.
Provai una seconda volta ad aprirli, molto più lentamente di
prima e finalmente
riuscii a capire da cosa provenisse quel rumore fastidioso.
Un cellulare.
Un cellulare sul tavolino accanto a me.
Un cellulare che non era il mio.
Una stanza che non era decisamente la mia.
Mi voltai di poco alla mia sinistra e quasi mi venne un infarto quando
vidi chi
era sdraiato accanto a me.
Lorenzo.
Ero a casa di Lorenzo. Ancora.
Non poteva essere vero.
Presi il mio cellulare accanto a quello di Lorenzo che continuava ad
emettere
quell'assordante musichetta.
Le otto. Erano le otto di mattina ed io non ero tornata a casa. Oh
cazzo! Ora
si che ero nella M... fino al collo.
Mi alzai di corsa dal divano, urtando per sbaglio con il gomito il viso
di
Lorenzo. Lui sembrò non accorgersene. Accidenti, aveva il
sonno pesante il
ragazzo.
Iniziai a scuoterlo, estremamente nervosa. Quando aprì
finalmente gli occhi, mi
guardò e mi sorrise, prima di chiuderli nuovamente
-Buongiorno amore- Disse con la voce impastata dal sonno. Evidentemente
non si
era reso conto della gravità della situazione
-Lore, sono le otto! Devo tornare immediatamente a casa- Dissi
infilandomi le
scarpe. Lui riaprì gli occhi, realizzando che ora fosse
-Oh cazzo! Hai dormito quì?- Disse con gli occhi sgranati.
Annuii afferrando il
cappotto
-Forza, alzati. Devi portarmi a casa di corsa, magari con un po' di
fortuna i
miei non se ne sono accorti- Presi il cellulare in mano e dovetti
ricredermi
immediatamente.
C'erano circa novanta chiamate senza risposta di mia madre, sessanta di
mio
padre e trentacinque di Alessandro. Inoltre avevo almeno venti nuovi
messaggi,
inviati da mia madre, mio padre, Alessandro e anche da Arianna.
Ero morta.
Avevo dimenticato di togliere la vibrazione al cellulare, ecco
perchè non
avevamo sentito la sveglia che avevo messo per mezzanotte, ed ecco
perchè non
avevo sentito neanche il milione di chiamate che mi avevano fatto i
miei.
Richiamai Arianna per sapere se mi fossi dovuta preparare al mio
funerale
-Ila?- Rispose dopo appena due squilli
-Ari- Dissi sospirando, mentre Lorenzo si infilava le scarpe
-Ilaria, ma che fine hai fatto? Mi ha chiamata tua madre in preda al
panico
dicendo che stanotte non sei tornata a casa? Ma dove sei?- Ecco, ora
come
glielo spiegavo dov'ero?
Dire "Sono a casa del ragazzo che ha spezzato il cuore di
tua sorella e
abbiamo dormito insieme sul divano di casa sua" non mi
sembrava
esattamente la cosa migliore
-Ero... sono con...- Che cavolo di casino
-Sei con Leonardo, vero?- Sì, ero salva!
-Esatto. Ieri sera siamo usciti e ci siamo addormentati sul divano di
casa sua.
Ma ti assicuro che non è successo nulla- Dissi seguendo
Lorenzo fuori dal suo
appartamento. Aspettai che chiudesse la porta, dopodiché ci
fiondammo
letteralmente verso la sua macchina
-Bhè amica mia, sbrigati a tornare a casa. Tua madre
avrà già chiamato polizia,
carabinieri e servizi segreti- Accidenti, mia madre ne era davvero
capace
-Sì, sono già per strada. Ora riattacco, ci
sentiamo più tardi e grazie- Dissi
-A dopo e buona fortuna- Mi rispose lei. Infilai nuovamente il
cellulare in
borsa e guardai Lorenzo. Era agitato almeno quanto me. Si stava
mordendo le labbra, quasi fino a farle sanguinare e teneva gli occhi
fissi
sulla strada. Gli presi la mano destra che teneva sul cambio e lui
sussultò per
quel contatto.
Portò il suo sguardo su di me e mi sorrise nervosamente
-Amore, calmati. Andrà tutto bene. Nessuno pensa che io
abbia dormito a casa
tua. Vedrai, me la caverò con qualche insulsa punizione.
Stai tranquillo- Dissi
stringendogli di più la mano. Lui mi sorrise di nuovo,
accarezzandomi il dorso
della mano. Dopodiché puntò nuovamente lo sguardo
sulla strada un po' più
tarnquillo.
Io in compenso me la stavo facendo sotto dalla paura. Casa mia si
faceva sempre
più vicina e anche l'ora della mia morte precoce.
Maledizione.
Dopo una decina di minuti, Lorenzo parcheggiò davanti al
portone prima del mio.
Gli sorrisi, baciandolo a fior di labbra, prima di aprire lo sportello
per
scendere
-Aspetta- Disse lui, afferrandomi per un polso e facendomi risedere
all'interno
della macchina -Vuoi che venga con te? Possiamo inventare qualcosa
e...- Lo
interruppi, baciandolo nuovamente a fior di labbra.
Dopodiché scossi la testa e
scesi dalla macchina, pronta per assistere alla terza guerra mondiale.
Salii lentamente le scale, consapevole che i miei sapessero
già del mio ritorno
a casa. Avevo dimenticato le chiavi a casa di Lorenzo ed ero stata
costretta a
suonare al citofono.
Trovai la porta di casa accostata. Deglutii, aprendola lentamente. Mia
madre
era seduta sul divano e si teneva le mani davanti al viso, con un'aria
estremamente preoccupata. Mio padre era di spalle e guardava fuori
dalla
finestra, mentre mio fratello era seduto accanto a mia madre sul divano
e le
teneva la mano.
Avevo veramente esagerato.
Mi tolsi il cappotto e lo poggiai sulla poltrona, dopodiché
mi sedetti di
fronte a mia madre e ad Alessandro e abbassai lo sguardo, colpevole
-Vi chiedo scusa- La mia voce spezzata ruppe quel silenzio
così denso da far
male -Vi chiedo scusa di avervi fatto preoccupare. Però
vorrei spiegarvi-
Puntai lo sguardo su mio padre, che era ancora di schiena
-Papà, potresti
guardarmi perfavore?- Gli chiesi, con la voce rotta dal pianto. Mio
padre si
voltò e preferii che non l'avesse fatto. Non era arrabbiato,
deluso o
infastidito. Era preoccupato. Spaventato
-Sono uscita con un mio ami...con il mio ragazzo. Alessandro lo conosce
e può
confermarvi che sia un bravo ragazzo- Mi madre puntò lo
sguardo su Alessandro,
che a sua volta guardava me. Mio fratello annuì e io
continuai a parlare
-Siamo andati a cena fuori e poi al cinema. Il film è finito
presto, così
abbiamo deciso di andare a casa sua, per...parlare un po'. Ci siamo
seduti sul
divano, ma eravamo così stanchi che ci siamo addormentati-
Dissi abbassando lo
sguardo. Non ero capace a raccontare bugie. Se li avessi guardati in
faccia,
avrebbero capito che mentivo
-Vi assicuro che le cose sono andate così, inoltre c'erano
anche i suoi
genitori in casa. Ve lo assicuro- Continuai. Mio padre venne a sedersi
accanto
a me e iniziò a fissarmi -Avevo la vibrazione al cellulare e
ho dimenticato di
toglierla- Continuai, asciugandomi una lacrima dalla guancia. Mio padre
allungò
una mano verso di me e mi accarezzò la guancia, dove un
istante prima c'era la
lacrima. Dopodiché mi abbracciò forte,
stringendomi a sè.
Ero davvero confusa. Mio padre mi stava abbracciando, oppure stavo
sognando?
Perchè mi abbracciava? Perchè non era arrabbiato
con me?
In un secondo, anche mia madre si unì a mio padre e mi
abbracciò, accarezzandomi
i capelli. Alessandro si alzò in piedi e con fare
indifferente si avvicinò a me
e mi diede una pacca sulla testa. Sorrisi per quei loro bizzari e
assurdi
comportamenti e ricambiai l'abbraccio di mia madre e di mio padre.
Quando avevamo sciolto l'abbraccio, i miei mi avevano spiegato che
avevano davvero temuto il peggio quando non mi avevano vista rientrare
a casa.
Quando poi non avevo risposto alle loro innumerevoli chiamate avevano
rischiato
l'attacco di cuore. Per questo avevano reagito così. Per
questo
non si erano
arrabbiati. Perchè avevano temuto di perdermi.
Tutto sommato me l'ero cavata con poco
-Sì, sono in punizione per un mese. Non posso uscire
nè la sera nè il pomeriggio,
esclusi motivi scolastici- Ero al telefono con Lorenzo da circa venti
minuti.
Stavo cercando di concentrarmi sugli esercizi d'inglese, ma con lui al
telefono
non era così facile
-Ma come per un mese? Così non possiamo vederci- Disse lui,
sbuffando
-E invece no, perchè io ho pensato a tutto. Mi porti a
scuola e vieni a
ripredendermi, e già così acquistiamo un po'di
tempo per stare insieme. Per
quanto riguada il pomeriggio, quando vieni a trovare mio fratello
possiamo
sempre appartarci da qualche parte. E poi mia madre ti adora e si fida
di te,
perciò puoi sempre offrirti di accompagnarmi a casa di Ari
con la scusa che dobbiamo fare
un compito insieme, ma in realtà non è
decisamente a casa sua che andiamo-
Dissi con un ghigno. Ero davvero un genio del male
-Fammi capire, io ti faccio da tassista per la scuola e in cambio
ricevo due
baci come mancia, vengo a trovare tuo fratello e mi becco due bacini
dati di
sfuggita dentro a qualche armadio e come se non bastasse, devo fingere
di
scarrozzarti a casa di una tua amica, per poi portarti nel mio
appartamento,
dove comunque devi studiare?- Detta così suonava male
-Bhè...sì. E' un problema?- Gli chiesi, temendo
la risposta
-No, direi di no. Per stare con te anche solo due minuti, sarei
disposto ad
iscrivermi di nuovo al liceo- Scoppiai a ridere, sdraiandomi sul letto
-Esagerato- Lo sentii ridere
-No, dico davvero. Mi manchi- Disse. Mi morsi le labbra, cercando
qualche
residuo del suo sapore che magari mi aveva lasciato sulle labbra quella
stessa
mattina
-Anche tu. Ma perchè deve essere tutto così
complicato- Mi coprii la faccia con
un cuscino
-Vedrai che le cose miglioreranno. Volevo vederti stasera. Il mio
divano sembra vuoto senza di te- Scherzò lui. Sorrisi per
quelle
sue parole e mi venne
un lampo di genio
-Vieni-
-Dove?- Mi chiese lui confuso
-A cena quì. Io non posso uscire, ma tu puoi entrare- Quella
era la soluzione
migliore
-Ma come faccio? Non posso di certo presentarmi a casa vostra e
autoinvitarmi a
cena-
-No, ma se fingi di dover portare qualcosa ad Alessandro, mia madre ti
invita a
rimanere di sicuro- Mia madre aveva una sorta di ossessione per
Lorenzo. Quando
lo vedeva non capiva più niente. Lo considerava come un
figlio
-Ma sì, potrei passare a chiedergli alcuni appunti che non
ho preso a lezione
stamattina- Sorrisi. Avevamo trovato la soluzione
-Bene. Ora finisco di studiare inglese. Ci vediamo dopo- Dissi
abbassando la
voce
-A dopo, amore- Rigganciai, poggiando il cellulare sulla scrivania.
Dopodiché
presi un bel respiro e tornai di nuovo a leggere Il
ritratto di Dorian
Grey in lingua originale.
Vero le otto e mezza suonarono alla porta.
Corsi ad aprire e quando vidi chi avevo davanti quasi mi venne un
infarto.
Leonardo.
Cosa cavolo ci faceva Leonardo a casa mia e oltretutto all'ora di cena?
-Leonardo, ciao!- Dissi enfatizzando un po' troppo
-Amore, scusa se ti disturbo, ma volevo chiederti se ti andava di
cenare
insieme. Ho provato a chiamarti, ma avevi il cellulare spento- Oh
cazzo! E
adesso che mi inventavo?
Se anche avessi accettato l'invito di Leonardo, cosa che non volevo
assolutamente fare, mia madre non mi avrebbe mai dato il permesso per
uscire
con lui, visto ciò che era successo la sera prima.
Oltretutto i
miei sapevano
che ero stata con Leonardo. Mio padre era fuori città per
lavoro, ma mia madre era in casa e se gli avesse fatto qualche domanda
sulla sera prima
e lui avesse negato sarei stata in un mare di guai
-Ho dimenticato di caricarlo- Risposi uscendo sul pianerottolo e
accostando la
porta di casa
-Allora? Ti va di cenare insieme?- Mi allacciò le braccia
dietro la vita e mi
attirò a sè. Cavolo, come potevo uscire da quella
situazione? Se gli avessi
detto di non poter uscire, sarei comunque stata costretta ad invitarlo
a cenare
a casa mia. Se fossi uscita con lui, Lorenzo si sarebbe incavolato.
C'era però da dire che se fossi uscita con Leonardo, mia
madre non mi avrebbe
mai dato il permesso di uscire con lui da sola, quindi avrebbe chiesto
a mio
fratello di venire con noi e di conseguenza anche a Lorenzo. In questo
modo
sarebbe stato più facile stare un po' da soli
-Sì, aspetta solo un secondo quì fuori. Torno
subito- Riaprii la porta e corsi
in cucina da mia madre
-Tesoro, potresti apparecchiare, perfavore? E' quasi pronto- Ecco, ora
o mai
più
-Mamma, lo so che sono in punizione e so anche che non posso uscire a
divertirmi, ma il fatto è che...Leonardo mi ha chiesto di
andare a cena fuori e
io vorrei tanto andarci- Dissi facendo gli occhioni da cucciola. Il
Gatto con
gli stivali di Sherek mi faceva un baffo
-Leonardo sarebbe il ragazzo con cui sei uscita ieri sera?- Annuii -E
quello
con cui hai passato la notte?- Uffa, detta così suonava male
-Già, ma chiaramente non uscirei con lui da sola. Chiederei
ad Alessandro e
Lorenzo di accompagnarci. Per favore- Congiunsi le mani, fingendo di
pregare.
Lei alzò lo sguardo su di me e sbuffò
-E va bene, ma solo le vengono anche loro- L'abbracciai, baciandole la
guancia.
Mia madre era davvero grande.
Proprio in quel
momento qualcuno suonò
il campanello. Alessandro andò ad aprire e due secondi dopo
sentii la voce di
Lorenzo
-Amico, scusa il disturbo, ma mi chiedevo se potessi prestarmi gli
appunti di
oggi- Aveva un tono di voce diverso...
serio.
Poi capii. Oh cavolo,
avevo lasciato Leonardo davanti la porta di casa e Lorenzo
evidentemente lo
aveva visto.
Corsi immediatamente in soggiorno, dove trovai Lorenzo che apriva la
porta di casa,
pronto ad andarsene con gli appunti.
Puntai lo sguardo su di lui e notai che era parecchio arrabbiato
-Lorenzo ciao- Disse mia madre, sorridendogli. Lui ricambiò
il sorriso
-Sera signora-
-Mi chiedevo se tu e Alessandro poteste farmi la cortesia di
accompagnare
Ilaria e il suo amico a cena fuori- Lorenzo
strinse i pugni e puntò
lo sguardo su di me. Io annuii impercettibilmente e gli sorrisi per
rassicurarlo. Lui ci pensò un attimo su e poi
sospirò
-Per me va bene. Non ho impegni per questa sera- Mi concessi anche io
un
sospiro di sollievo e fissai Alessandro aspettando la sua risposta
-Che palle! Non mi va di fare da baby sitter a due marmocchi- Gonfiai
le
guancie offesa, puntando lo sguardo su mia madre
-Alessandro, hanno diciassette anni, non cinque. Potresti fare questo
favore a
tua sorella, non credi?- Quando mia madre voleva era davvero adorabile.
Le
sorrisi per ringraziarla
-Va bene. Ma voglio tornare a casa presto- Si diresse verso la sua
stanza per
prendere il cappotto
-Ila, ma come facevi a sapere che Lorenzo sarebbe venuto?- Mi chiese
mia madre.
Le lanciai un'occhiata confusa. Ma a cosa si riferiva?
-Che vuoi dire?-
-Mentre eravamo di là, mi hai detto che ti avrebbero
accompagnato Alessandro e
Lorenzo, ma lui non era ancora arrivato- Oh cazzo, ero proprio una scema
-M-ma sì, l'ho detto perchè...Lorenzo viene
sempre e ho dato per scontato che
lo facesse anche stasera- Dissi nervosa. Mi madre ci pensò
per un istante su e
poi sorrise, puntando lo sguardo su Lorenzo
-Bhè, ad ogni modo a noi fa piacere che lui passi
così tanto tempo a casa
nostra- Disse, prima di entrare in cucina
-Parla per te, a me non fa piacere affatto- Scherzai io, facendo
l'occhiolino a
Lorenzo, che però continuava a guardarmi serio. Mi avvicinai
a lui per
chiarire, ma proprio mentre stavo per parlare, mio fratello
tornò in salone,
sbuffando
-Allora, andiamo o no?- Mi chiese, allacciandosi il cappotto
-Sì, mi cambio e arrivo- Dissi. Dopodiché entrai
nella mia stanza per
cambiarmi.
Venti minuti dopo ero pronta. (Qui)
Leonardo chiese a mio fratello se potevo andare in macchina con lui e
mio
fratello acconsentì, mentre lui e Lorenzo si diressero al
ristorante con l'auto
di Lorenzo.
Ero davvero preoccupata. Lore mi sembrava parecchio arrabbiato e volevo
assolutamente spiegargli la situazione.
In quel preciso istante il mio cellulare prese a squillare e il nome di
mio fratello
lampeggiò sul display.
-Pronto?- Alessandro aveva la musica a palla e ci mise circa venti
secondi
prima di rispondermi
-Ascolta, visto che stasera dipendi da me, ho deciso che venire al
ristorante con
te e il tuo pupazzetto mi annoiava, così ho cambiato
programma. Se volete
potete venire con noi, altrimenti fate marcia indietro e tornate a
casa-
Sbuffai taburellando con le dita sul finestrino
-E quale sarebbe questo cambio di programma?- Gli chiesi scocciata
-Andiamo al Qube- Sgranai gli occhi
alle sue parole
-In discoteca?- Gli chiesi incredula. Lo sentii scoppiare a ridere
-No, in Chiesa. Certo che in discoteca. Io e Lore abbiamo radunato
qualche
amico e qualche amica- Nel dire "qualche
amica" scoppiò a ridere
maliziosamente -Se volete venire, alla prossima svoltate a destra e
proseguite
dritti fino a che non leggete la scritta "Qube".
A dopo- Riattaccò la
comunicazione, lasciandomi perplessa
..."Già, io e Lore abbiamo radunato qualche amico e qualche
amica"...
-Tutto ok?- Mi chiese Leonardo, evidentemente preoccupato per la mia
reazione.
Non potevo di certo tornarmene a casa mentre Lorenzo se la spassava con
qualche
stupida ochetta. Non l'avrei mai permesso
-Leo, ti dispiacerebbe cambiare meta?- Gli chiesi, aprendomi in un
sorrisetto
da gatta morta
-No, dove vuoi andare?- Mi rispose sorridendo
-Al Qube. Lo conosci?- Mi
guardò sorpreso. Evidentemente lo
conosceva
-Sì, mi sorprende che sia tu a conoscerlo- Mi sentii un po'
offesa per quella
sua risposta. Perchè io non potevo conoscerlo? Ma poi capii
che non l'aveva
detto per offendermi, quindi decisi di non arrabbiarmi. Mi sorrise e
svoltò a
destra, proseguendo sempre dritto fino a quel dannatissimo locale. Se
non altro
avevo fatto bene a cambiarmi.
Arrivammo davanti al locale circa un quarto d'ora dopo.
Alessandro e Lorenzo erano davanti all'entrata e stavano scherzando con
un
buttafuori del locale. Strinsi la presa sulla mia pochette, molto, ma
molto
infastidita. Quindi era quì che mio fratello e Lorenzo
passavano le serate
-Ah, avete deciso di venire- Lorenzo quando voleva sapeva essere
davvero
stronzo. Lo fulminai con lo sguardo, ma poi cercai di capire il
perchè del suo
atteggiamento. In fin dei conti se mi fossi trovata io nei suoi panni
avrei
reagito nello stesso modo
-Già- Risposi distanziandomi leggermente da Leonardo
-Allora? Entriamo oppure
dobbia...- Venni interrotta da una massa di capelli neri, ricci che si
gettò
praticamente tra le braccia di Lorenzo. Aprii la bocca, incredula. Ma
chi
cavolo era quella cretina?
-Lore, da quanto tempo! Non mi hai più chiamata- Disse l'oca
con quella sua
vocina stridula, colpendo leggermente Lorenzo su una spalla
-Hai ragione, ma sono stato occupatissimo con l'università-
Rispose lui con un
sorrisetto da cretino sulle labbra. Questa me l'avrebbe pagata cara.
Molto cara
-Va bene, ma pretendo un appuntamento questa settimana- Prima che
Lorenzo
potesse rispondere, rischiando così di essere investito con
un tir dalla
scottoscritta, mi schiarii la voce, attirando l'attenzione di tutti i
presenti. Quando fui certa che anche Lorenzo mi stesse guardando, mi
misi sottobraccio
a Leonardo e sorrisi
-Scusate se ho interrotto le vostre pianificazioni
sull'appuntamento
perfetto, ma esistiamo anche noi e ci stiamo anche leggermente
congelando,
quindi se non vi dispiace noi entriamo- Dissi. Non appena mossi un
passo,
inciampai con il tacco e rischiai di cadere. Per fortuna Leonardo mi
afferrò,
evitandomi quell'imbarazzantissima caduta. Perchè dovevo
fare sempre queste
figure di merda?
-Per la prima volta nella sua vita la mia adorabile sorellina ha
ragione-
Lanciai un'occhiataccia a quel decerebrato di mio fratello
-Oh, ma che carina! E' la tua sorellina- La ragazza che si era
arpionata al
braccio di mio fratello era abbastanza carina: Capelli lisci, lunghi
fino alle
spalle, rossi. Il problema? Il suo cervello inesistente
-Noi entriamo- Dissi tirando
per un
braccio Leonardo.
Ero stata in un locale del genere solo due volte ed entrambe le volte
si
trattava di una festa di compleanno. Quella sera invece, ero
lì per un altro
motivo.
Tenere d'occhio quell'idiota che mi ritrovavo come ragazzo.
Incredibile. Era già un'ora che eravamo in quel cavolo di
locale e Lorenzo
aveva passato tutto il tempo a ballare con quella stupida.
Sbuffai, bevendo l'ultimo sorso di coca cola che avevo davanti. Se
avessi
potuto lo avrei strozzato
-...Che ne dici?- Cavolo! Non avevo capito cosa aveva detto Leonardo.
Accennai
un sorriso e mi avvicinai a lui per farmi sentire
-Scusami, ma non ho capito cosa hai detto! E' colpa di questa musica
troppo
alta- Dissi. Lui mi sorrise e si avvicinò al mio orecchio
-Ti ho chiesto cosa ne dici se ce ne andiamo. Almeno stiamo un po' di
tempo
insieme. Da soli- Andarmene? Questo ragazzo era fuori di testa.
Non avrei mai lasciato Lorenzo a ballare con
quell'oca. Dovevo tenere d'occhio la situazione
-Rimaniamo un altro po'. Mi sto divertendo- Lessi sul suo viso un misto
di sorpresa
e delusione
-Davvero? Credevo che ti stessi annoiando- Mi rispose, bevendo un sorso
della
sua birra
-Ehi ragazzi! Non andate in pista?- Ci chiese Alessandro, sedendosi
accanto a
me. Anche lui aveva ballato tutto il tempo con quell'altra oca. Proprio
in quel
momento anche Lorenzo tornò al tavolo, mentre l'oca number
one gli stava appiccicata
-Noi stavamo pensando di andare
via- Puntai lo sguardo su Leonardo, sorpresa. Ma se gli avevo detto che
mi stavo divertendo. Vidi Lorenzo stringere i pugni,
prima di voltarsi verso l'oca
-Ti va se andiamo al bar a prendere qualcosa? Dopo aver ballato con te
mi viene
sempre una gran sete- Spalancai la bocca a dir poco basita
-Certo- Le rispose melliflua la scema.
No, quello era davvero troppo. Mi alzai in piedi e li raggiunsi. Presi
Lorenzo
per un braccio e lo tirai verso i bagni. Almeno avevamo un po' di
privacy
-Se stai cercando di farmi arrabbiare, sappi che non ci riuscirai-
Dissi
mordendomi le labbra. Lo vidi sorridere e fui tentata di prenderlo a
pugni
-Ah no? A me sembrava di sì- Assottigliai gli occhi e
incrociai le braccia al
petto
-Smettila di fare l'idiota- Sospirò, guardando in basso.
Dopodiché si avvicinò
a me e mi cinse la vita
-Non voglio farti arrabbiare. Mi sto comportando così
perchè altrimenti
Alessandro si sarebbe insospettito- Cavolo, non ci avevo pensato. Che
stupida
che ero
-Hai ragione, non ci avevo pensato- Dissi abbassando lo sguardo.
Lorenzo mi
costrinse a rialzarlo
-Dopo ti accompagno io a casa- Lo guardai confusa
-Come?- Lui sorrise accarezzandomi i capelli
-Alessandro torna con la sua amica e tu torni con me- Sorrisi
avvicinandomi, ma
lui mi fermò togliendo le mani dalla mia vita
-Ti giuro che ho una voglia matta di baciarti, ma se lo faccio
quì c'è rischio
che tuo fratello ci veda- Annuii abbassando lo sguardo. Ero davvero
stufa di
tutta quella storia. Non volevo tenere segreto quello che c'era tra noi
-Ehi? Amore?-
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi meravigliosi occhi -Non devi stare
male, la
situazione si aggiusterà. Capito?- Annuii sorridendo. Aveva
ragione. Noi ci
amavamo e prima o poi si sarebbe risolto tutto
-Ora torno al tavolo- Dissi cominciando a camminare -Lore?- Mi fermai e
mi
voltai verso di lui che a sua volta guardava me
-Dimmi-
-Tieni le mani a posto con quella- Dissi assottigliando gli occhi. Lui
scoppiò
a ridere, annuendo. Dopodiché tornò al bancone da
quell'ochetta.
Sorrisi tornando al tavolo.
Se non altro avevamo chiarito tutto.
Niente e nessuno avrebbe rovinato quella serata, ma purtroppo dovevo
farlo.
Dovevo parlare con Leonardo.
Dovevo.
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Salve a
tutti!!!!!!!!
Finalmente ho postato direte XD
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma è colpa della scuola che
perfortuna oggi è finita *.*
anche se ora ho gli esami di maturità -_-
Vi avevo detto che le cose si aggiustavano subito XD
Nel prossimo capitolo ci sarà la rottura tra Leonardo ed
Ilaria. Finalmente!
Inoltre ho creato un video trailer della storia e l'ho postato in cima
al capitolo.
Grazie ancora :D
Alla prossima!!!!!!!!!!!
Un ringraziamento
speciale va come sempre a
_Renesmee Cullen_ FedeKiryu saketta Jonas_sister