L’ombra nera
nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita?
Maka aveva caldo, nonostante avesse
saggiamente deciso di lasciare a casa la divisa della Shibusen e partire con
abiti leggeri. Continuava a guardare la bussola che aveva portato con sé e a
camminare sempre verso ovest, così come aveva suggerito la lettera. L’unico
problema era che non sapeva per quanto
avrebbe dovuto camminare…
Non le importava, anche se dovette ammettere di essere un po’ stanca.
Rimpiangeva la moto di Soul.
Già, Soul… l’aveva abbandonato senza dire una parola… ma lui era
forte, se la sarebbe cavata per qualche giorno senza di lei! Non rischiava,
sapeva cosa l’aspettava e non avrebbe corso rischi.
Ora doveva aiutare Lucy a cambiare il suo destino…
Un tavolo.
Una lettera.
Due imputati.
Un giudice.
Gli imputati guardavano imbarazzati chi il tavolo, chi direttamente il
pavimento. Uno dei due giocherellava con un ciuffo di capelli rossi, l’altro tamburellava
la gamba ritmicamente, seguendo il ritmo di una melodia.
Il giudice li fissava furiosa.
« COME AVETE OSATO DECIDERE DELLA MIA VITA SENZA
NEMMENO CONSULTARMI??? »
« Calmati, Lucy, noi volevamo solo… »
« Solo cosa? Condannare Maka al posto mio? »
« Nessuno ha mai pensato questo, ci mancherebbe
altro! Non immaginavamo assolutamente che Maka scappasse! Volevo solo
proteggerti… »
Lucy si voltò furiosa verso Kevin:« E tu? Non
potevi dirmelo? »
Simon rispose per lui:« Ha provato a
convincermi a dirtelo… »
Lucy lo guardò con le lacrime agli occhi:« E
tu non potevi ascoltarlo??? Io… io ti od… »
« Basta così. Piantiamola di litigare. Lucy, sei
sconvolta in questo momento, ma non dire cose di cui ti potresti pentire. Tanto
abbiamo sbagliato tutti e tre. »
« Cosa intendi dire, Kevin? »
Il ragazzo dai capelli rossi li fissò tutti e due
serissimo:« Tutti e tre abbiamo tradito il patto. Ricordate? Quello che abbiamo
fatto nella caverna, prima del compleanno di Lord Shinigami…
»
Simon sussurrò:« Niente più segreti… »
Kevin continuò imperterrito:« E invece li
abbiamo tenuti ben stretti, tutti e tre. Prima Simon,
nascondendo la lettera che prevedeva l’incidente nella prigione del Kishin, poi
Lucy, nascondendoci il suo legame mentale col demone, e infine io, celando
l’ultima lettera… »
Lucy si asciugò una lacrima:« Ma l’abbiamo
fatto per proteggere chi ci stava a cuore, no? »
Il volto serio di Kevin si sciolse in un sorriso triste:« Già. Credo che il nostro problema sia proprio questo… non
avevamo capito che per proteggerci l’un l’altro non serve nascondere i
problemi, ma affrontarli insieme! »
Simon mise una mano sul tavolo:« Io vi
propongo di rinnovare il nostro patto. Ancora una volta. Ma
questa volta sul serio! »
Kevin aggiunse la mano su quella dell’amico:« Niente
più segreti. »
Lucy fece lo stesso:« Niente più segreti. »
Simon annuì:« Niente più segreti. E ora
andiamo, abbiamo un’amica da recuperare! »
Maka continuava a lasciare le sue orme sulla sabbia. Il sudore le
colava sugli occhi facendoli bruciare. Era sfinita. Forse aveva fatto una
sciocchezza colossale. Forse era ancora in tempo per tornare indietro, ma non
aveva più forze. Il suo corpo procedeva meccanicamente un passo dopo l’altro,
sempre verso ovest. Sempre verso la sua condanna.
Un’ombra passò davanti ai suoi occhi. Un’ombra nera
sui riflessi dorati della sabbia.
Maka alzò gli occhi e vide un castello nero in mezzo alle dune.
« Ok, inizio ad avere le allucinazioni… »
Nonostante questo continuò ad avanzare, fino a che le sue mani non
toccarono i freddi mattoni della costruzione.
« Ma… è vero! Non è un’allucinazione! E allora
perché fino a poco fa non l’ho notato? »
Un’altra cosa le diede i brividi. Perché i mattoni erano gelati, nonostante
intorno a lei ci fossero più di quarantacinque gradi?
Ci avrebbe pensato dopo. Ora aveva bisogno di un riparo all’ombra e di
acqua…
Le palpebre le si fecero improvvisamente
pesanti e tutto cadde nel buio.
Maka riaprì gli occhi lentamente. Vide altri colori oltre al giallo
della sabbia e al nero del castello, ma impiegò un bel po’ per rendersi conto
di essere coricata su un divanetto in una stanza riccamente decorata.
« Cosa… dove… »
« Siete nella mia umile magione, signorina Maka! Il
caldo può fare brutti scherzi, soprattutto nel deserto! »
La ragazza annuì e cercò di mettersi seduta, ma la testa le girava e
dovette ricoricarsi ancora per un po’. L’uomo intanto versò un bicchiere di
acqua fresca in un bicchiere di cristallo finemente
decorato e glielo porse.
« È una fortuna che siate capitata qui, così ho
potuto soccorrervi immediatamente… »
Maka bevve un lungo sorso, poi chiese con voce impastata:« Grazie, ma lei chi è? »
Finalmente la ragazza riuscì a guardarlo un po’
più nitidamente. Era un uomo sulla quarantina, dai capelli neri
tirati all’indietro con la brillantina legati in un piccolo codino e vestito
con abiti decisamente fuori moda. Ma da quando un uomo
metteva una camicia con pizzi e merletti sotto una giacca verde coi ricami dorati??? Sembrava uscito da un film in costume
sul Settecento!
« Oh, solo un gentiluomo che ha deciso di
costruirsi una dimora lontano dalla confusione delle città… vi sentite meglio?
»
Maka era ancora intontita. La sua testa sembrava ragionare al
rallentatore. Qualcosa non quadrava, ma non riusciva ad avere una visione
d’insieme. Ragionò che dopotutto i colpi di caldo potevano fare anche
quest’effetto. Tuttavia l’uomo la incuriosiva. Non solo la foggia dei suoi
abiti, ma anche il modo di parlare le sapeva di antico. Cos’era a non
quadrarle? Ah, già, per rivolgersi a lei stava usando il voi… un modo molto
desueto di parlare…
« Il suo castello è apparso all’improvviso… »
« Un effetto ottico curioso, causato dalla
rarefazione delle correnti d’aria. Bisogna avvicinarsi parecchio per notarlo. »
« Capisco… »
Non era vero, Maka non capiva. Iniziava a ricordare i dettagli. Come
diavolo spiegava allora i mattoni freddi?
« Volete ancora un po’ d’acqua, signorina Maka? »
La ragazza scosse la testa e l’uomo andò a sedersi dietro una grossa e
antica scrivania. Lentamente Maka si mise seduta. Il mondo non girava più e la
confusione che le attanagliava il cervello si stava lentamente diradando.
L’uomo, invece, prese in mano un cubo di Rubik
poggiato sulla scrivania e iniziò a giocherellarci, apparentemente senza
prestarci attenzione e mantenendo fisso il suo sguardo su Maka.
TICKTICKTICKTACK,
TICKTICKTICKTACK …
La ragazza osservò i movimenti delle dita dell’uomo come ipnotizzata.
Era rapidissimo, muoveva le tessere senza nemmeno guardare il cubo e nonostante
questo sembrava seguire esattamente la combinazione.
TICKTICKTICKTACK,
TICKTICKTICKTACK …
No, il rumore non le piaceva. Era il normale ticchettio di un cubo di Rubik quando veniva mosso, ma
nella sua testa rimbombava, ricordandole molto di più il ticchettio di un
orologio. Di un conto alla rovescia.
« Il suo cubo ha dei colori un po’ strani… »
Era vero. Tutti i cubi di Rubik che Maka
aveva visto fino ad allora avevano colori molto
sgargianti e allegri, ma quello no.
Nero, bianco, argento, rosso cremisi, blu scuro, verde chiaro… un verde familiare… le cui tessere si stavano avvicinando
sempre di più…
« Avete ragione, signorina Maka, ma vedete, questo
non è un cubo normale… »
Solo in quel momento Maka si rese conto di un particolare.
« Come sa il mio nome? »
Gli occhi grigi dell’uomo si strinsero a una fessura, mentre il suo
volto abbronzato si allargava in un sadico sorriso:« Studio
da parecchio voi della Shibusen, signorina Maka Albarn…
e per rispondere alla sua domanda precedente, per risolvere questo cubo non
serve seguire logiche matematiche… basta capire l’anima della persona
prescelta… »
Maka si voltò e iniziò a correre. La lettera l’aveva avvertita, ma lei
non le aveva dato ascolto. Sciocca, sciocca, sciocca!
“Sempre verso ovest la raminga cammina
verso un castello che pian piano si avvicina,
ignara si consegna a un ingrato destino,
regalerà la sua
anima a un oscuro secondino.”
L’uomo la seguì camminando e continuando ad armeggiare il suo
rompicapo.
TICKTICKTICKTACK,
TICKTICKTICKTACK …
« Vedete, signorina Maka, questo non è un normale
cubo di Rubik. Questa è la mia arma, un’arma molto, molto speciale… le basta toccare una persona e
assegnarle un colore, poi entro in scena io. Ovviamente devo completare il
gioco perché il piano funzioni correttamente… »
Maka correva disperatamente, ma le porte erano chiuse e spesso
inciampava nei lunghi tappeti rossi che ornavano i pavimenti. Sapeva che era dietro
di lei.
« Così le ho chiesto di toccare delle persone con
capacità particolari… nero per Lord Shinigami, bianco per suo figlio Death The
Kid, argento per Lucy Gin, rosso cremisi per Kevin Akai,
blu scuro per il Secondo Kishin e verde… »
La ragazza sbatté contro l’ennesima porta chiusa e iniziò a tirarle
dei pugni, poi si voltò. L’uomo era dietro di lei. Era in trappola.
« … verde come i vostri occhi, Maka Albarn, i vostri occhi molto speciali! »
L’ultima tessera andò a posto. Il lato verde era completato.
« E ora la vostra anima è di mia proprietà,
signorina Maka! »
Soul:« Maka! Dove sei? »
Spirit:« La mia bambina!!! È scappata!!! »
Tsubaki:« Su, coraggio! La ritroveremo! »
Black Star:« Esatto! Si fidi di una divinità!!!
»
Spirit:« La mia Maka!!! Perché te ne sei andata? Il tuo papà è
forse stato cattivo con te? »
Soul:« Non credo che il motivo sia quello… »
Spirit:« MAKA!!! »
Soul Eater,
Polvere incantata, 20 capitolo: Non fidarti di me! Posso
vedere il mondo con i tuoi occhi?
Soul:« Ma perché non si dà al teatro? Con le scene
melodrammatiche è perfetto! »
Tsubaki:« Signor Spirit, vuole un fazzoletto? »
Soul:« Tutto questo è ancora meno figo…
»
Black Star:« YAHOOOO!!! »
Soul:« Appunto. »
Ciao
a tutti! Due capitoli in meno di una settimana! Vedete di non farci l’abitudine,
però, perché è un caso più unico che raro! E per di più ora si alternerà con
una storia su Katekyo Hitman
Reborn che ho promesso da mesi a un’amica (Sakurax16, sei autorizzata ad esultare… ma che te lo dico a fare? Tanto non leggi mai
la nota qui sotto… XD)
Ringrazio
come al solito TokorothX3, Mitzune_chan,
Jan Itor 19 e Sakurax16 per le recensioni
entusiastiche!
Vi lascio,
mi aspetta un “bel” libro di diritto da studiare per l’esame di giovedì… sì,
sì, arrivo, non piangere (il libro è sensibile, scusatelo, se lo abbandono piange!).
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
92