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Autore: LaMusaIspiratrice162    09/06/2012    1 recensioni
L'ultima parte della storia For The Love of the Daughter!
"Questa è la mia punizione!Io che ho avuto sempre tutto,io che potrei avere tutto…vengo privato della cosa che più desidero al mondo!e’ proprio la legge del Contrappasso"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti gli sguardi erano rivolti verso di lei.Un chiacchiericcio generale si sviluppò nella sala.Il suono di ogni parola sussurrata a mezza voce rimbombava e veniva udita da tutti.Roberta scrutò gli invitati uno ad uno. Soffermò lo sguardo sull’esile figura di sua madre guardandola con tenerezza e nostalgia.Le mancava ogni attimo trascorso insieme a lei e desiderava correrle intorno e descriverle tutte le spine che in quel momento attanagliavano il suo debole cuore.Era sicura che le forti mani di sua madre sarebbero state capaci di trasformare queste in fili di seta,tuttavia le sue gambe non si muovevano.Loro conoscevano il risentimento e l’odio che la ragazzina provava per sua madre e la trattenevano consapevoli che si sarebbe pentita di quella debolezza.Guardò Vanilla con uno sguardo disperato e questa avendo capito al volo che sua “nipote” aveva bisogno di lei si alzò e camminò verso la porta muovendo velocemente le sue scarpe alte.Aprì la grande porta porpora decorata da pietre di vari colori e si ritrovò all’esterno.Stava per chiedere quale era il problema ma si accorse che questo era abbastanza evidente.Le tenebre avevano avvolto tutto l’ambiente circostante e un vento forte muoveva i lembi dei loro vestiti minacciando di travolgere i loro deboli corpi.Vanilla rabbrividì avvertendo un freddo pungente che le attraversava la pelle e le colpiva il cuore.Come era diverso quell’ambiente da quello festivo e allegro da cui era appena uscita!Intorno a lei si stavano manifestando sentimenti così intensi che le era difficile dimenticare che lei stessa li aveva provati.
L’odio,la rabbia,il dolore e la disperazione bussavano al suo cuore nelle vesti di vecchi amici che desideravano accoglienza.Questa volta però a loro sarebbe andata male perché non sapevano che la porta a cui avevano bussato non era più di mogano ma blindata.
Guardò Roberta preoccupata e disse:-Pierre ha ceduto-
La ragazzina annuì con gli occhi lucidi.
-Portami da lui-
E le due ragazze volarono attraverso le raffiche di vento ignorando il fatto che sotto di loro il popolo stava soffrendo senza conoscere la causa di tutto ciò.
Giunsero nella zona nella quale la nube scura era più intensa e densa.Passare di qui fu per loro una vera impresa che solo grazie alla loro forza di volontà riuscirono a vincere e a raggiungere gli antri più scuri del palazzo.Mentre percorrevano velocemente i corridoi restavano impressionate dalla forza dell’odio che aveva quasi distrutto tutto.Camminavano evitando di calpestare i cocci dei vasi distrutti dal vento e i pezzi delle lastre di vetro che prima proteggevano le tele dei costosissimi quadri.Anche alcune mura erano crollate e le macerie giacevano sulle piastrelle di marmo scuro.
In tutta questa confusione Vanilla fu attirata dalla vista di una tela che aveva calpestato.La sollevò e la osservò con interesse.Il pittore aveva compiuto proprio un bel lavoro realizzando quell’opera d’arte!Aveva ritratto quell’uomo che emanava regalità da ogni cellula del suo corpo seppur sprovvisto di un mantello di velluto rosso e di una corona d’oro.Indossava la sua consueta camicia bianca da cui traspariva appena il suo bel corpo.La cosa più bella della tela era il viso umile e superbo allo stesso tempo impreziosito da due occhi blu che trasmettevano tanti sentimenti diversi.
Chissà cosa era rimasto di quel viso ora!
-Non sapevo che Pierre avesse un suo ritratto nel palazzo!-esclamò sorpresa.
-Sì in effetti è un po’ troppo vanitoso-rispose Roberta fissando il quadro con un’espressione triste.
-Andiamo a salvarlo-gridò Vanilla.
Quello che voleva essere un incoraggiamento suonò come un grido di guerra che spinse le due coraggiose eroine a raggiungere la stanza in cui era conservato il corpo del povero Pierre.Quando aprirono la porta ciò che le colpì non fu l’odio che la stanza emanava,ma il viso sfinito del povero Adrien.Infatti i suoi occhi erano circondati da scure occhiaie e la sua espressione sfinita avrebbe commosso chiunque.
-Che cosa ti succede?-
-Tutto questo odio mi sta risucchiando le energie-
Pierre era steso su un lettino su cui era legato con una corda.Era incosciente e freddo come il ghiaccio.
-Non è morto,vero?-chiesero preoccupate.
-No…tranquille l’ho solo sedato per evitare che facesse qualche altro danno-
-Dobbiamo chiamare Chocola!-
-No…assolutamente no!Non voglio!-si lamentò Roberta.
-Allora dovremo cavarcela da sole…-
  
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