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Autore: everlily    09/06/2012    3 recensioni
Love does that, Damon. It changes us.
Post 3x22, una quarta stagione alternativa.
Elena è in transizione. Da questo momento, per lei si apre un percorso attraverso i suoi lati oscuri che la porterà a cambiare, forse per sempre, la sua visione della vita e dell'amore.
Dal primo capitolo: "Sempre stretta in quell’abbraccio, qualcosa attirò il suo sguardo oltre la spalla di Stefan. Oltre il vetro di quella stanza asettica (una stanza d’obitorio realizzò, mentre un brivido le correva lungo la schiena), Damon la stava osservando, lo sguardo smarrito, frustrato, infuriato. E subito Elena sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Chiuse gli occhi un secondo, cercando di riprendersi dalla sofferenza che la vista di Damon le aveva procurato. Quando li riaprì, lui era sparito."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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8.

Secrets

Di ritorno dalla sua missione con Bonnie, Damon continuava a guidare con gli occhi fissi sulla strada, senza riuscire a smettere di pensare a quello che avevano scoperto.

La strega che avevano visitato era una delle più ambigue che avesse mai avuto il piacere di incontrare. Magrissima, di un’età indefinibile, aveva un cesto di treccine raccolte in modo disordinato sulla testa e gli occhi neri decisamente inquietanti.

Soprattutto, sfortuna sua, aveva deciso di non essere molto cooperativa. Dopo che con una mossa a sorpresa aveva tirato fuori una balestra e provato a ficcargli un paletto nel cuore, Damon aveva deciso che era ora di abbandonare i metodi gentili. Lo strano intruglio blocca poteri che Bonnie e sua madre avevano preparato prima di partire si era rivelato estremamente utile nel momento in cui Damon l’aveva legata alla sedia, determinato a farle passare l’inferno fino a che non ne avessero ricavato tutto quello che potevano ricavare. Strapparle il cuore era stata solo la ciliegina sulla torta.

“Sai, BonBon, vederti mettere fuori gioco una strega come quella …” – Damon le rivolse un ghigno - “… non so se essere più ammirato o spaventato.”

“Spaventato. Dovrebbe servirti a ricordare cosa posso fare a te, se solo lo volessi.” – rispose Bonnie in modo asciutto.

“Oh, andiamo! Pensavo che stessimo quasi diventando amici. Devi ammetterlo” - proseguì ammiccando nella sua direzione – “Facciamo una bella squadra, noi due.”

Bonnie lo guardò con un certo sdegno. “Non saremo mai amici, Damon. Hai provato a uccidermi. Hai ucciso mia madre.”

Damon alzò gli occhi al cielo. “Ho ucciso e provato a uccidere un sacco di gente, Bonnie. Fattene una ragione. Persino Jeremy l’ha fatto.”

Bonnie guardò fuori dal finestrino e non rispose.

Arrivati davanti a casa di Bonnie, Damon le afferrò un braccio mentre stava per scendere dalla macchina.

“Ehi. Quando riferiremo tutto, non dire niente a Elena su … beh, su come viene fatto l’incantesimo, intesi?”

Bonnie lo guardò sospettosa. “Perché mai non dovrei?”

“Se non ricordo male ti ho salvato la vita quella sera alla cripta, non dovrebbe esserci una qualche sorta di … debito streghesco da ripagare?” – le rispose Damon con un sorrisetto.

“Non è così che funziona.”

“E allora come?”

Bonnie esitò prima di rispondergli. Non era certa di volergli dare quell’informazione.

“Una strega ripaga il suo debito” – sospirò – “ … fornendo i suoi servizi, se così si può dire.” Lo guardò di sottecchi. “Una volta” – si assicurò di aggiungere.

Damon la guardò interessato. “Mi stai dicendo che ho diritto a un buono-strega?”

Bonnie annuì, ma quella conversazione, decisamente, non le piaceva.

“Segnato e ricordato a dovere. Allora, per adesso ti chiedo non riferirle quel piccolo dettaglio in quanto sua amica, ok?”

“Cosa hai mente, Damon?” Bonnie lo guardò con diffidenza.

Damon mise su la sua migliore espressione innocente. “Non ho in mente nulla. Sempre sospettose, voi streghe. Solo … ne sta già passando abbastanza senza doversi preoccupare anche di questo. Non al momento, almeno.”

***

Damon rientrò alla pensione Salvatore, solo per trovare Katherine mollemente seduta sul divano a sorseggiare un bicchiere e sfogliare una rivista.

“Seriamente? Katherine?” – alzò gli occhi al cielo - “Come se i miei problemi non fossero mai abbastanza.”

“Buongiorno, mio caro.” – rispose Katherine, senza alzare lo sguardo – “Vedo che stavolta sei stato tu il più veloce a notare la differenza. Mi chiedo cosa significhi.”

“Riconoscerei la tua aura da stronza fra mille.” – ribatté Damon, andando a versarsi un drink. “Cosa ci fai qui?”

“Uhm, questa domanda sembra essere un po’ il ritornello di chiunque mi incontri. Sempre così impauriti che possa avere un secondo fine …” – Katherine fece finta di pensarci su - “Non pensi che, magari, voglio solo passare un po’ di bei momenti insieme ai miei due vampiri preferiti?”

“Neanche nei miei incubi peggiori.”

Avendolo sentito rientrare, Stefan ed Elena li raggiunsero in sala.

“Vedo che hai incontrato il nostro ospite indesiderato.” – commentò Stefan.

“Sapete, siete davvero adorabili, voi tre” – rispose Katherine, indicandoli uno a uno con il dito – “Dico sul serio. Ma non è stato lo stesso senza di te, Damon. Ci sei mancato. Beh, di sicuro c’è qualcuno a cui sei mancato particolarmente.” Guardò Elena con un mezzo sorriso, e lei le rispose stringendo gli occhi.

“Andiamo, Katherine, prima di staccarti la testa ti do l’ultima opportunità di levare le tende pacificamente, solo in memoria dei vecchi tempi”. Damon le strappò la rivista dalle mani e le indicò la porta con un cenno della testa.

“Oh, Damon.” – Katherine scosse la testa, e sorrise tra sé – “Se non sbaglio, non ti è dispiaciuto avermi intorno quando ne hai avuto bisogno. Una volta, eravamo dalla stessa parte.”

“Tu sai stare solo dalla parte di te stessa.”

“Vero” – gli concesse Katherine - “Ma cosa vuoi che ti dica, mi piace stare qui. E poi, se vuoi, posso sempre tenere compagnia a Stefan mentre tu ed Elena andate in giro a giocare ad acchiappa-bevi-e-rilascia.”

Il silenzio calò nella stanza. Katherine si alzò e, prima di andarsene, si fermò un attimo davanti a Elena.

Dio, se tutto questo è divertente.”

***

“Stefan, dì qualcosa” – mormorò stancamente Elena.

Erano in camera di Stefan, e stavano discutendo da almeno un’ora dopo la soffiata di Katherine, passando attraverso lacrime, spiegazioni e silenzi.

Appoggiato a braccia conserte sul bordo della scrivania, Stefan scosse la testa. “E’ solo che … mi hai mentito. La Elena che conoscevo non l’avrebbe mai fatto.”

Elena aggrottò le sopracciglia. “Mi stai dicendo che non sono più la stessa persona?”

“Ti sto dicendo che ti comporti come tale.”

Elena si passò le mani fra i capelli. Non sapeva da dove cominciare a spiegare tutto. Di nuovo.

“Ci sono cose di me che … io stessa non so spiegare. Da quando mi sono trasformata, è come se la mia vita, ciò in cui credevo … tutto è in discussione adesso.”

“Lo so, Elena.” Stefan si avvicinò a lei, e le prese le mani, come per scacciare l’insidiosa sensazione che lei stesse scivolando via. “Quello che non so è perché non me ne hai parlato, perché non hai lasciato che capissi e che lo affrontassi con te.”

Elena guardò le loro mani e scosse la testa. “Non avresti potuto.”

“E Damon, sì?”

Stefan lo disse senza neanche pensare, e d’istinto le lasciò andare le mani. Attese, e la guardò attentamente per scrutare la sua reazione.

Elena rimase sorpresa, ed un po’ indispettita. “Adesso si tratta di Damon?”

“Non lo so, dimmelo tu.” – replicò Stefan allargando le braccia.

“Ho scelto te, Stefan.”

“Lo so.” – Stefan le si avvicinò e le prese il viso tra le mani, e proseguì in tono più dolce - “Dimmi solo che adesso stai facendo la stessa scelta.”

Elena esitò. Aprì la bocca per parlare, ma si rese conto di non trovare una risposta.

   
 
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