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Autore: PEGGY    09/06/2012    1 recensioni
Abbiate pietà... è il mio primo esperimento di fanfiction... Parlerà di Damon e Elena... nei giorni nostri, ma senza cose sovrannaturali... Saranno tutti umani.- si rincontrano a una festa....hanno un passato che verrà accennato....e dovranno affrontare le conseguenze delle loro scelte sia positive che negative e affrontare i problemi che la vita metterà loro innanziNdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama
o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa
introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il pomeriggio seguente Elena alle 15:00 in punto arrivò al bar e si mise seduta sul muretto lì vicino in attesa dell’arrivo di Damon.
Poco dopo sentì il rumore inconfondibile di una moto che si fermò vicino a lei.
All’inizio lo guardò scocciata, poi appena si tolse il casco lo riconobbe e sorrise.
-Ciao, è tanto che aspetti?-
-No sono appena arrivata- disse pensando di aver fatto molto bene a mettersi un paio di jeans e le ballerine basse.
-Dove ti piacerebbe andare?-chiese lui sorridendo
- non lo so. Dove avresti intenzione di portarmi?-
-Qui vicino, ti fidi di me-
-Certo- disse lei e con un piccolo aiuto da parte di Damon salì sulla moto.
Lui le passò il casco e poi, dopo essersi accertato che lei se lo fosse allacciato, le disse:-Tieniti a me- e partì.
 
La sensazione era straordinaria, era come se stesse volando. non poteva sentire il vento nei capelli per via del casco, ma l’aria fredda sul volto si. Era così persa nell’assaporare le sensazioni che non si accorse che avevano lasciato la città e si stavano dirigendo verso il mare.
-Ehi- disse ad alta voce – dove vuoi portarmi?-
-Ti sto portando in un posto che era molto importante per me e vorrei fartelo vedere-
-Ok-
Dopo circa mezz’ora Damon fermò la moto e si tolse il casco, poi l’aiutò a scendere e la liberò dal casco.
Elena scosse il capo per sciogliere i capelli che si erano un po’ arruffati e poi si voltò verso il mare.
Restò a bocca aperta. Il luogo era un incanto. La spiaggia bianca lambita dalle onde.
-Vieni- disse lui prendendola per mano e guidandola lungo un dislivello fino ad arrivare alla spiaggia.
Mentre raggiungevano la spiaggia, Elena si guardò attorno. Il luogo era bellissimo e si chiese come mai lei non ci era mai venuta prima.
-Ti piace- chiese lui facendola tornare alla realtà.
-E’ stupendo qui-
-Sai era uno dei posti che preferivo quando ero più piccolo. Lo vedi quello scoglio laggiù- e indicò un grosso e alto masso che sporgeva dall’acqua – più di una volta mi sono gettato dalla sua cima in mare-
Elena lo guardò con l’espressione di chi pensava che lui stesse scherzando.
Notandolo Damon disse:- Guarda che sto dicendo il vero. Potresti chiederlo anche a mio fratello, e ti potrebbe raccontare che razza di scapestrato e pazzoide ero prima-
-Tu mi piaci così come sei ora-Disse Elena e si sollevò sulle punte dei piedi per sfiorargli la guancia con le labbra.
 
Il resto del pomeriggio del pomeriggio passo anche troppo velocemente per loro, e ben presto fu ora di rincasare.
Quando giunsero nelle vicinanze di casa Gilbert, Damon fermò la moto, scese e si tolse il casco e lo tolse anche a lei.
-Elena, so che forse ti sembrerà folle, ma anche tu mi piaci molto. Non so se vorrai dare una possibilità alla nostra alchimia, ma vorrei che tu fossi la mia ragazza e….-
-Si Damon, voglio stare con te e come ho detto poche ore fa al mare, tu mi piaci.- E stavolta quando lei si sollevò non lo baciò sulla guancia, ma sulle labbra.
La bocca di lui ebbe un fremito appena le labbra di Elena vi si posarono sopra, e dopo un attimo di stupore lui prese la situazione in mano e cominciò a baciarla con più urgenza.
Dopo un po’ lui si allontanò e con il fiato corto le prese il volto tra le mani e guardandola negli occhi mormorò:- Credo proprio di starmi innamorando di te- e detto ciò la baciò sulla fronte e poi, lasciando la moto parcheggiata lì, l’accompagnò a piedi fino al vialetto di casa.
Lei lo salutò con un ultimo bacio ed entrò in casa.
Fece piano perchè sinceramente non voleva che sua zia si accorgesse di lei, ma la fortuna l’aveva abbandonata. Appena mise il piede sul primo gradino delle scale, si sentì chiamare:
-Elena sei tu!-
Alzando gli occhi al cielo si diresse in cucina dove c’era sua zia Jenna e il suo attuale compagno, nonché suo professore di storia Alaric Salzaman.
-Ciao zia, Ric-
-Ciao. Non è un po’ tardi per rincasare?- chiese jenna senza tergiversare.
-Lo so zia, ma sono andata al mare e non mi sono accorta del tempo che passava-
-Potrei sapere con chi ci sei andata e non mi dire Caroline visto che ha chiamato oggi pomeriggio e ti cercava per andare a fare shopping-
Merda, si era dimenticata di avvertire Caroline che non sarebbe stata a casa ed ora cosa poteva dire a sua zia.
-Allora sto aspettando-
-Ci sono andata con un ragazzo – meglio la verità al momento - ….con Damon salvatore-
-Cosa? Con Damon… ma è quello che ti ha….-
-Basta zia, non rivangare il passato, quello che è successo con lui è storia vecchia…e inoltre devo forse ricordati che la colpa è stata anche mia. Ero ben consapevole che non avrei dovuto bere alcolici, ma lo fatto lo stesso. Inoltre lui ora è cambiato. E’ una persona completamente nuova.-
Jenna ascoltando le parole di sua nipote e guardandola in volto si accorse che c’era qualcosa di più di quello che le stava dicendo, ma non potè indicare oltre perché Ric disse:
-Hai detto Damon Salvatore?- e vedendo il cenno affermativo del capo di Elena proseguì-E’ il fratello di Stefan e mi pare di aver letto di lui in merito al gran premio di formula uno. E’ uno dei favoriti per il gran premio-
Jenna guardò Elena e si rese conto che sua nipote non pareva stupita da ciò che Ric aveva appena detto.
-Lo sapevi?-
-si, me lo ha detto l’altra sera, al mio compleanno. Era appena tornato in città e credo che Stefan gli abbia detto della festa che Caroline stava organizzando per me e così vi ha preso parte- e si sedette sul divano. Sapeva bene che ora avrebbe dovuto raccontare tutto a sua zia. E così iniziò.
-E questo è tutto. Lui ha lasciato la città 5 anni fa proprio perché si sentiva in colpa per quello che mi aveva fatto e anche perché ormai non riusciva più a sentirsi se stesso qui.-
-Elena, senti io non vogliono che tu faccia delle scelte affrettate, ma sono tua zia ed è naturale preoccuparmi per te-
-Zia, sono cambiata ed è cambiato anche lui, se da questa cosa…definiamola amicizia, nascerà qualcosa allora ben venga-disse Elena
Jenna guardò sua nipote e poi l’abbracciò.
-Ora vai a dormire che è tardi.-
-Ok, buonanotte zia, buonanotte Ric-
  
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