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Autore: Rowena    09/06/2012    2 recensioni
Primo settembre 2017: una volta che i nipoti grandi sono partiti con l’Espresso per Hogwarts, Molly chiama a raccolta figli, generi e nuore per mettere in moto un piano tutto suo; Charlie sta per tornare dalla Romania per un breve soggiorno a casa, come la mamma lo ha pregato, e la famiglia deve agire. Molly, infatti, non sopporta l’idea che il suo secondogenito non si preoccupi di crearsi una famiglia e vuole rimediare forzando la sorte: la sua strategia prevede fargli incontrare qualche strega nella speranza che cambi idea. Quello che Molly ancora non sa è che Charlie ha già incontrato una ragazza davvero fuori dal comune…
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie '19 anni dopo'
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Angoletto dell'Autrice: Sì, lo so, credo di avere tutte le carte in regola per un bel linciaggio collettivo per _l'ennesima_ promessa di aggiornare in tempi umani... Ed ecco qua che sono passati altri cinque mesi. Sono veramente imbarazzante, lo so... Eccomi qua, comunque.
Rowi




La calma dell’avvocato straniero e le sue risposte nette e prive di sarcasmo dell’imputato stavano irritando profondamente Horatiu Toculescu. Accanto al suo capo, stava assistendo a un interrogatorio ben diverso da ogni colloquio che aveva seguito in precedenza: il responsabile della riserva per draghi era incline alla rabbia, dalla battuta pronta e terribilmente fastidioso… Buona parte delle accuse che gli aveva rivolto dipendevano dall’incapacità di Charlie Weasley nel portare avanti un discorso coerente e controllato, a dimostrazione che avesse qualcosa da rispondere e non sapesse produrre prove esaustive, ma con quell’atteggiamento stava annullando qualunque piano avesse escogitato.
Era così diverso dal solito che per un attimo Toculescu si convinse che avessero mandato un sostituto al suo posto con una bella dose di Pozione Polisucco. Tuttavia, l’imputato tra una risposta e l’altra guardava spesso nella sua direzione con un’espressione già vittoriosa, il che gli aveva tolto qualunque dubbio sulla sua identità. Potevano anche avergli fatto qualcosa per controllare la sua linguaccia, ma quello era di certo il mago che stava cercando d’incriminare.
Riguardo all’avvocato, l’Auror fissò la donna come a cercare di carpire qualcosa di lei che gli era ancora ignoto: sapeva che per matrimonio era imparentata con quell’odioso uomo dei draghi, e suo padre aveva detto che la strega aveva giocato un ruolo fondamentale per la guerra inglese di vent’anni prima, ma per il resto gli era sconosciuta. Horatiu non riusciva a capire che strategia si nascondesse dietro a quella calma apparente che stavano portando avanti: dov’era il trucco? Fissò ancora la donna con astio: la trovava irritante, così tranquilla e sicura del fatto suo, e non sopportava che prendesse appunti a mano, senza incantare la penna perché sfrecciasse da sola sulla pergamena facendo il lavoro per lei.
Comoda sul banco opposto, nel frattempo, Hermione teneva d’occhio non soltanto l’aula in cui si trovava ma, con un piccolo incantesimo, anche la stanza in cui i funzionari del Ministero stavano questionando Kari su quanto le era accaduto. Il foglio di pergamena che stava usando per gli appunti, infatti, era in realtà un modo per comunicare con Juditah senza che nessuno si rendesse conto della fuga di notizie. Un piccolo incantesimo innocuo, che le avrebbe facilitato il lavoro seguendo entrambi i suoi clienti difficili. Nessuno dei due avrebbe compreso o, nel caso di Charlie, accettato un simile sistema, ma la dottoressa si era trovata subito d’accordo: lei, infatti, poteva essere l’esperta sul piano clinico ed emozionale, ma ci voleva una giurista attenta e seria per interpretare al meglio la situazione. Juditah dal canto suo poteva notare le domande troppo provocatorie o le reazioni poco positive di Kari, ma con l’aiuto di Hermione poteva sollevare obiezioni più precise e intervenire in maniera più formalmente corretta, così da non inimicarsi i funzionari. Quel giorno il loro primo impegno era non solo comprovare l’innocenza di entrambi, ma anche smontare quell’immagine odiosa e poco rispettosa delle leggi che Toculescu aveva contribuito a costruire. Nessuno avrebbe giudicato Charlie Weasley innocente, senza prima concedergli almeno il beneficio del dubbio.
L’avvocato normalmente non si sarebbe avvalso di simili trucchetti, ma non potendo usare una Giratempo per essere nelle due stanze contemporaneamente quello era l’unico sistema per tenere tutto sotto controllo.
 
Va tutto bene? Si comporta come previsto?
 
Scrisse frettolosamente, attendendo che Juditah rispondesse dall’altra aula. Le due pergamene erano anche incantate in modo da apparire quali semplici appunti, se qualcun altro avesse sbirciato cosa avevano scarabocchiato le due donne.
 
È nervosa. E ci è toccato un funzionario morboso che punta a scoprire quanto è personale il rapporto tra lei e Charlie, il che ha un effetto su di lei simile a un calcio nei denti. Mi guarda spesso per mantenere il controllo, ma è molto vicina a crollare.
 
Hermione fece riferimento ad alcune leggi cui la dottoressa avrebbe potuto appellarsi per contenere le domande troppo personali, cercando di fare il punto della situazione. Kari aveva preso mezza dose di pozione per essere sicura di non perdere la testa, ma forse avrebbe dovuto insistere perché la assumesse tutta… D’altra parte, era importante darle fiducia e concederle la possibilità di badare a se stessa, su questo Juditah era stata chiara.
Era una situazione nuova anche per lei, doveva ammetterlo: in particolare, non avere un libro di riferimento per questa problematica, che includesse esempi di esperimenti simili avvenuti in passato, la innervosiva non poco.
D’altro canto, osservando Charlie poteva essere soddisfatta di come il Veritaserum avesse agito sul suo sarcasmo corrosivo. Il mago aveva riassunto il suo incontro con Kari e i mesi di osservazione sulle sue condizioni con una serietà e una professionalità tali da essere difficilmente messe in dubbio.
I due funzionari che seguivano l’udienza erano a conoscenza del suo piccolo trucco – reso legittimo dalla dichiarazione scritta e firmata dall’imputato in cui si acconsentiva all’uso della Pozione – e sembravano sufficientemente convinti della sua versione, il che faceva già cantare Hermione per la vittoria.
«Quindi ci sta dicendo che ha abbandonato per un mese la ragazza alle cure del suo collaboratore più fidato… Perché sua madre voleva trovarle una moglie?»
Qualche risata divertita si udì nell’aula, e la strega scosse il capo.
«Una tempistica pessima, ma ho acconsentito alle pretese di mia madre per due motivi: la prima, non volevo destare sospetti. Da anni i miei familiari mi chiedevano di prendere un periodo di vacanza più lungo da passare in Gran Bretagna con loro e tutti i miei nipoti, infatti… E, anche su consiglio del signor Costel, avevo bisogno di ragionare a mente fredda sul caso, per impedirmi di legarmi troppo alla signorina Ionesco e perdere la mia capacità di giudizio», spiegò Charlie con un mezzo sorriso. Sembravano trascorsi secoli da quando sua madre aveva preteso che uscisse con qualunque strega nubile del suo paese d’origine, altro che pochi mesi. Dovette ammettere con se stesso che, nonostante l’impiccio dei tanti appuntamenti al buio, era stato un ottimo periodo e, improvvisamente, sentiva la mancanza della famiglia. Lasciò correre quel pensiero e tornò a concentrarsi sull’udienza. «Il mio collega potrà confermarmi che quest'ultimo obiettivo purtroppo è fallito, perché da quando siamo riusciti a comunicare con lei ho preso talmente a cuore il destino di Kari Ionesco da non riuscire a vedere il pericolo a cui stavo esponendo la riserva. L’attacco che abbiamo subito qualche settimana fa mi ha aperto gli occhi, ma abbiamo corso un rischio enorme, che avrei dovuto prevedere e prevenire».
Non aveva agito da capo, era vero, ed era la prima volta che lo riconosceva. Il suo amico gli aveva rimproverato tante volte questo comportamento insensato, ma non lo aveva voluto ascoltare. Stava ammettendo tante cose che avrebbe dovuto dire a Misha, e non a quei due sconosciuti che lo fissavano con aria annoiata, per cui avrebbe dovuto scusarsi… Anche con il suo staff.
«Capisce che il suo rifiuto di prendere contatto con le autorità risulta molto sospetto, signor Weasley», aggiunse l’altro funzionario.
«Me ne rendo conto, ma le motivazioni di questa scelta, per quanto avventata, sono esclusivamente di diffidenza. Se fossimo in Gran Bretagna, forse avrei cercato volontariamente il Ministero fin dall’inizio, ma nel mio paese conosco molti dei burocrati e Auror che vi lavorano. Non voglio dire che i maghi rumeni siano più incompetenti… Ma l’ultima volta in cui la vostra istituzione si è intromessa pesantemente negli affari della riserva ci sono state perdite altissime, un morto umano e tante uova di drago distrutte», ricordò Charlie lanciando un’occhiata di sottecchi a Toculescu. «Non avendo le garanzie che la storia non si sarebbe ripetuta, e con un individuo potenzialmente instabile come la signorina Ionesco di mezzo, ho preferito fare di testa mia. Forse ho sbagliato, ma la situazione di cui stiamo discutendo è così particolare… Insomma, non ci sono precedenti, né linee guida precise a riguardo».
Né la certezza che, invece di aiutarla, qualche fanatico decidesse di studiare Kari per replicare la sua mutazione, ma questo riuscì a tenerlo per sé. «Sa, però, che potrebbe aver reso impossibile qualunque tipo di inchiesta per trovare i responsabili esterni, sempre che esistano?»
Charlie si fissò le mani callose e piene di cicatrici e segni di ustioni, prima di rispondere. Non esistevano elementi particolari su cui fondare qualunque ricerca, salvo i racconti frammentari di Kari e le spoglie di Luc. Erano ancora agli inizi… E doveva convincerli a lavorare insieme a lui. «Personalmente credo che qualunque indizio fondamentale sia nascosto nel procedimento che la signorina ha subito. Per questo vorrei il permesso per eseguire delle analisi invasive sul corpo del nostro aggressore, attualmente conservato nelle ghiacciaie della riserva: la chiave per qualunque indagine, che mi auguro porteremo avanti congiuntamente, è nascosta nel suo sangue e nelle alterazioni che ha subito».
Le ricerche, proseguì, dovevano cominciare dalla riserva, per capire se qualcun altro oltre a Luc fosse stato coinvolto: il magazzino aveva subito dei piccoli furti che, se lui non fosse stato morso da Kari, probabilmente non avrebbero notato così in fretta, per cui bisognava capire chi avesse trafugato il sangue di Dorsorugoso Norvegese che probabilmente era stato usato per trasformare la ragazza.
«Dunque, lei ammette che potrebbero esserci dei criminali nella sua organizzazione… Ma perché dovremmo credere che lei sia estraneo ai fatti?»
«Ho dedicato la mia vita ai draghi, alla loro tutela e salvaguardia», rispose con orgoglio Charlie. «Con i miei collaboratori, studiamo tecniche per sostituire i derivati magici come il sangue e la pelle, molto sfruttati nel nostro mondo, così da far diminuire il bracconaggio, non siamo scienziati pazzi. Mi farei sbranare piuttosto che operare un crimine contro la magia e la natura come quello di cui è vittima la signora Ionesco, è contrario a tutto ciò su cui ho fondato la mia esistenza lavorativa e umana».
I due funzionari si scambiarono uno sguardo d’intesa, quindi fecero cenno all’imputato di alzarsi: «Bene, ha risposto esaurientemente a tutte le nostre domande, ci serve solo una piccola conferma… Tiri fuori la lingua, per cortesia».
Charlie strabuzzò gli occhi a quella richiesta così insolita, ma vedendo che Hermione assentiva, ubbidì. Abbassando lo sguardo, riuscì a vedere che la lingua era macchiata di un azzurro pallido…
«Benissimo: come da precedenti accordi con il suo avvocato, certifichiamo che la sua deposizione è stata rilasciata sotto l’influsso del Veritaserum. Del resto, la sua versione collima con tutta la documentazione che la signora Weasley ci ha gentilmente allegato… Documentazione che manca quasi del tutto dalle carte prodotte dal signor Toculescu, in maniera inspiegabile, anche quando si tratta di atti edilizi registrati negli archivi del Ministero».
A quelle parole, Hermione ebbe la certezza di aver sentito la mascella di Toculescu sfracellarsi sul banco che aveva occupato. Era da chiedersi se fosse più sconvolto per l’uso della pozione della verità che rendeva sostanzialmente inattaccabili le dichiarazioni del suo rivale, o per l’accusa di negligenza che gli era stata appena rivolta.
A peggiorare la situazione del giovane, uno dei maghi seduti alle spalle dei funzionari richiamò l’attenzione con qualche colpo di tosse: «Sarebbe possibile ascoltare anche l’Auror Toculescu? Non abbiamo visto la sua relazione né le prove da lui prodotte, e faremmo molto più in fretta in questa maniera».
«Se la corte è d’accordo», aggiunse come un fulmine l’avvocato, «la difesa chiederebbe di far assumere la stessa pozione anche al signor Toculescu, così che entrambe le parti ricevano lo stesso trattamento».
L’Auror la fissò con odio, alzandosi in piedi di scatto: «È ridicolo, non sono io il criminale in discussione qui. Sto solo facendo il mio lavoro, e…»
«Horatiu, taci», disse quietamente il signor Grigore, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi bassi e le braccia incrociate sul petto, riflettendo su ogni parola che era stata pronunciata in quell’aula. «È una richiesta giustificata e non dovresti preoccuparti, se non hai nulla da nascondere e sai di aver lavorato attenendoti alla legge».
Toculescu, che fino a quel momento aveva contato sul sostegno del superiore, tacque, messo in un angolo.
Sta valutando se sia il caso di lasciarlo in pasto alla corte, realizzò Hermione. Era la soluzione più indicata, in effetti, per il responsabile degli Auror in Romania. Sarebbe stato molto più semplice e decoroso per il suo ufficio riconoscere la sventatezza di un singolo, ancora giovane per di più, accecato dai suoi trascorsi personali con l’imputato che ammettere le proprie responsabilità… Sebbene lui fosse stato proprio lui a mandare Toculescu a occuparsi della riserva.
 
Hermione, ho chiesto una sospensione. Qui le cose non stanno andando per il meglio, si sta agitando sempre di più. Il tizio che ci è stato assegnato è un vero maniaco.
 
Il messaggio comparso all’improvviso sulla sua pergamena non le piacque per niente. Dannazione, proprio ora che per Charlie le cose si stavano mettendo bene… Prese la piuma e scrisse la risposta freneticamente, cercando un buon motivo per bloccare l’udienza della ragazza senza svelare il loro piccolo trucco per comunicare.
 
Valuta se non sia il caso di portarla via. Se non riesci a trovare una giustificazione medica, minacciali, piuttosto, fingete uno svenimento… Quello che vuoi, ma non deve perdere il controllo qui, o siamo tutti finiti.
 
Forse avevano accelerato troppo i tempi? Hermione dovette obbligarsi a tenere la concentrazione alta su quello che stava succedendo nella sua aula, non potendo intervenire per Kari senza mandare tutto all’aria.
«Va tutto bene?», domandò Charlie, che era tornato a sedersi accanto al suo avvocato.
La strega gli rispose senza neanche guardarlo: «Dobbiamo muoverci, la tua ragazza drago non sta reagendo bene».
«Potevi dirmelo, del Veritaserum».
«Ti sei detto d’accordo ad assumerlo, per cui non ce n’era bisogno. Se non si sa di averlo preso, la mente combatte meno il suo effetto, lo ricorderai, e inoltre ne ho versato nel caffè una goccia minuscola, così da condizionarti soltanto per non dire sciocchezze… Ma se te lo chiedessero, nel caso, ne hai preso di più», rispose a mezza voce Hermione. Era cambiata, studiando legge, diventando più calcolatrice, tuttavia non se ne dispiaceva: se avesse rispettato le tre gocce previste, Charlie avrebbe espresso molto più apertamente e senza controllo il suo disprezzo per il Ministero, e non potevano permettersi l’immagine del sobillatore contro il potere.
Il mago non disse nulla, preferendo rimandare qualunque discussione a un momento e un luogo più sicuri, e cercò di sforzarsi per mantenere per sé la sua soddisfazione, mentre Ureche in persona somministrava tre gocce di siero della verità a Toculescu. Per un attimo, nella sua mente comparve un chiaro ricordo di una lezione di Pozioni, in cui Piton, in uno dei suoi momenti di sadismo, per spiegare gli effetti di quel tipo d’intrugli aveva suggerito di usarlo come cavia per una dimostrazione.
Tre gocce e svelerà tutti i suoi segreti più intimi a tutta la classe, signor Weasley, aveva detto con un malcelato divertimento. Rabbrividendo per quel flash improvviso, Charlie fissò Toculescu: il giovane Auror si guardava intorno con aria spaventata, consapevole di quanto stava per accadere.
«Allora, signor Toculescu: lei fin da subito ha indicato il signor Weasley come principale sospettato e probabile colpevole, prima ancora di avere delle prove consistenti in mano», esordì il mago che aveva parlato poco prima. «Perché lei è così convinto che il signor Weasley, sebbene la sua versione dei fatti sia coerente e senza menzogne, sia il responsabile di questo crimine? Sono accuse gravi, quelle che porta avanti…»
«Perché deve essere colpevole», rispose quasi ringhiando l’Auror. Il Veritaserum scopriva le sue emozioni, insieme alle sue reali motivazioni, anche se sul suo volto restava evidente una gran paura. «Deve pagare per quello che è successo a mio zio, ecco perché. Di certo non è una persona normale quella che decide di dedicare la sua vita ai mostri della sua riserva».
Grigore, al suo posto, strinse i denti. Non sarebbe stato semplice uscire dall’imbarazzo di quella situazione, anche incolpando di tutto il suo giovane sottoposto: conosceva i trascorsi tra la famiglia di Horatiu e la riserva, ovviamente, visto che era toccato a lui ad andare tra i Carpazi ad accertare la morte del suo collega e amico Florentin, eppure aveva lasciato andare il nipote senza imporsi.
«Quindi lei non si è basato sulle prove per sostenere le sue accuse?»
«Non ho trovato niente che confermasse i miei sospetti, quindi mi sono basato su elementi che sarebbero potuti apparire incriminanti. Per questo non ho chiesto al signor Weasley una copia degli atti di approvazione per la costruzione della camera di massima sicurezza in cui è stato segregato per un po’ quel disgustoso ibrido», disse con disprezzo Horatiu, incapace di controllare le proprie parole, «né ho cercato gli originali negli uffici del Ministero: le date e le motivazioni avrebbero contestato la mia teoria».
Qualche altra domanda e fu ormai inconfutabile che il giovane aveva lavorato in maniera pessima poiché spinto a incriminare Charlie a prescindere dalla verità dei fatti. Una corte sdegnata si ripromise di intraprendere un serio provvedimento disciplinare nei suoi confronti e, con tanto di scuse, lasciò andare l’imputato.
«Non è finita qui, signor Weasley: il nostro inviato sul campo, il qui presente Ureche, continuerà a valutare i fatti e gli elementi, mentre il signor Blaga rimarrà a casa sua per ulteriori controlli… Ma se non uscirà nulla di davvero compromettente, saremo i primi a cercare un accordo per proseguire le indagini in altre direzioni, insieme», concluse uno dei due funzionari.
Charlie annuì, sapendo che ormai non aveva più nulla da temere… Almeno per vie ufficiali, perché lo sguardo pieno di odio di Horatiu non prometteva nulla di buono. Al momento, però, quel ragazzino viziato era l’ultimo dei suoi problemi: il mago fece cenno a Hermione che poteva concludere i salamelecchi di ordinanza da solo, mentre Kari aveva bisogno di un suo intervento, temendo che la ragazza fosse troppo sotto pressione. Non aveva idea di cosa stesse succedendo, ma se Juditah temeva di non riuscire a contenerla la situazione doveva essere sul punto di esplodere.
Ascoltò la pronuncia definitiva, felice finalmente di sentirsi riabilitato a lavorare nella riserva – non essendoci serie motivazioni per impedirgli di tornare in ufficio – ma si rese conto di poco altro, preso com’era dalle sue preoccupazioni. Di certo non si accorse dello sguardo stranamente soddisfatto che aveva Ureche, mentre salutava con una stretta di mano tutte le persone che lo avevano aiutato. Quel burocrate così distratto e sbadato, in genere, non si era perso neanche uno scambio di battute dell’udienza e aveva seguito le diverse esposizioni con particolare attenzione.
Probabilmente, se Charlie non fosse corso via in direzione dell’aula in cui la sua amica stava esponendo la sua versione, lo avrebbe visto avvicinarsi all’Auror sconfitto e parlargli in modo sommesso… Qualunque cosa i due si dissero, improvvisamente l’espressione di Toculescu da sconfitta divenne vittoriosa e malvagia, come se gli fosse appena stata servita su un piatto d’argento una magnifica occasione di vendetta.
   
 
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