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Autore: babykit87l    09/06/2012    3 recensioni
La storia si svolge dopo la fine del manga, quando Hanamichi approda al secondo anno e come dice il titolo, sarà tutto diverso.. nuove sensazioni, nuove scoperte... la vita cambia e Hanamichi dovrà fare i conti con tutto ciò! Spero vi piaccia ^__^
ps. ho cambiato nome alla storia perché ho deciso di fare una serie: quest'ultima si chiamerà "Living" mentre questa storia in particolare sarà appunto "Nuovo anno... Nuova vita"... Buona lettura ^^
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Living'
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Note dell'autrice: vorrei scusarmi per l'attesa così lunga ma sono stata piuttosto incasinata e non ho potuto aggiornare, sorry!!! Però eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo, spero vi piaccia ;) E come sempre.. commentate!!

Capitolo 11 – La Verità fa male

POV HANAMICHI
Abbiamo vinto il campionato. Che bella sensazione. Peccato che a me risulti un po' amara. Quello che è successo quella notte e la chiacchierata, dopo la scazzottata durante quella partita, ancora mi tormentano. In più oggi torniamo a scuola e dovrò affrontare Yohei e Haruko. Loro non sanno che io so, perciò dovrò far finta di niente, far finta che oggi sia un giorno normale come tutti gli altri.
Ora sono davanti scuola. Vedo tutti questi ragazzi che entrano tranquilli, senza grandi pensieri in testa, così diversi da me. Mi sento risucchiato in un oblio e non so come fare per risalire. Tutte le mie certezze, tutta la mia sicurezza, tutto quello che sono sempre stato è svanito e ora rimane solo un grande vuoto e un punto interrogativo... Chi sono??
Mentre penso mi avvio verso l'entrata e già vedo qualcosa che non mi piace. Tutto il Gundai, Yohei compreso è lì davanti e mi fanno cenno di avvicinarmi a loro. E io lo faccio mettendomi la maschera del burlone sempre sorridente che ormai sono abituati a vedere.
- Ehi ciao ragazzi-
- Hana ciao-
- Allora non me li fate i complimenti per aver vinto i Campionati Nazionali??-
- E perché dovremmo? I complimenti li facciamo a Miyagi che ha portato la squadra alla vittoria-
- ah ah ah divertente se non ci fossi stato io col cavolo che la squadra avrebbe vinto. È solo merito mio-
- Già è per questo che ti sei fatto sospendere per un giorno intero? ahahahahahaha-
- No idioti, l'ho fatto per dar spazio anche agli altri, poverini. Altrimenti non ci sarebbe stato spazio per loro-
E tutti ridono. Me compreso. Mi fa male tutto questo ma non voglio che le cose cambino. O meglio che cambino perché sono stato io a tirarle fuori. Voglio vedere fino a che punto arriva. Fino a quando reggerà questa commedia. Se davvero è da quando mi sono fatto male l'anno scorso vuol dire che è praticamente un anno e non posso credere che ancora non me l'abbia detto. Pensavo di conoscere il mio migliore amico ma, se è così, forse devo rivalutare il significato della parola amico.
All'improvviso mi sento osservato e mi giro. Rukawa mi sta guardando. Anzi sarebbe meglio dire fissando. E mi dà un fastidio incredibile. Mi accorgo che lo sto guardando male così decido di voltare lo sguardo verso i miei amici e riprendo a sorridere. So che sbaglio a comportarmi così, che lui in realtà ha ragione a dirmi che dovrei affrontare la situazione. Chiarire almeno con lui. Ma non posso. Mi fa venire i nervi solo a guardarlo. Preferisco ignorarlo, come ho sempre fatto.
Suona la campanella e tutti ci avviamo verso le porte d'entrata e verso le nostre aule. Quando entro lui è già li al suo banco. Gli passo vicino col mio solito sguardo e mi metto seduto. Ovviamente non ha mai distolto gli occhi da me tanto che mentre passo lo sento salutarmi. Strano. E insolito. Che accidenti avrà in mente adesso? Mah. Beh tutto si può dire di me tranne che sono maleducato, perciò gli rispondo al saluto e mi siedo. Da ora in poi non lo calcolerò più.
 
***
Tutta la giornata passa tranquilla. Fin troppo tranquilla. Ho come la sensazione che succederà qualcosa oggi, anche se non so cosa. Arrivo negli spogliatoi e mi cambio per l’allenamento. Appena metto piede in palestra, vedo tutta l’armata davanti al portellone che dà sul giardino. Cerco in tutti i modi di evitare Rukawa, anche quando dovrei marcarlo. So che mesi fa ho detto di essere maturato e che invece il mio comportamento di adesso tutto fa vedere tranne la maturità, ma è più forte di me. Sono troppo confuso, ho bisogno di capire chi sono. Ho bisogno di fare chiarezza, in fondo sono solo un ragazzo di 17 anni, un’età che già di per sé porta scompiglio, se poi ci aggiungiamo quello che è successo la situazione si complica ancora di più. Mi sento così confuso, non riesco a pensare ad altro e mi sento agitatissimo, mi viene voglia di vomitare. Perché doveva succedermi una cosa come questa? A me, che sono sempre stato sicuro di tutto. Adesso è come se mi mancasse la terra sotto ai piedi. Sono talmente distratto che quasi non mi accorgo che la partita è finita e io ho giocato da schifo. Svelto vado subito negli spogliatoi, voglio levarmi di dosso queste sensazioni così strane, tanto ormai ho finito tutti i miei esercizi, anche quelli extra con Mitsui, e posso rilassarmi un po’. Tra l’altro vedo che Rukawa è rimasto in palestra ad allenarsi, probabilmente anche lui sta cercando di evitarmi. Meglio così. Mi butto sotto il getto dell’acqua bollente e cerco di non pensare; devo però essere rimasto più di quanto immaginassi perché gli altri sono già andati tutti via, così con molta calma comincio a vestirmi, dietro di me sento dei rumori e quando mi giro ecco che si materializza la mia persecuzione. A quanto pare è ancora qui e deve ancora farsi la doccia; quel ragazzo è impressionante, si allena a livelli quasi maniacali, troppo esagerato. Beh peggio per lui, se si ammazza di fatica non è un mio problema. A questo punto mi sbrigo, non vorrei che cominciasse a parlarmi, visto che in mia presenza la lingua gli si scioglie sempre. E pensare che di solito non parla mai, ma allora perché con me lo fa sempre? Non lo sopporto, accidenti! In pochi minuti mi vesto e senza asciugarmi la testa, in fondo fa ancora caldo, nonostante sia già ottobre, esco dallo spogliatoio e passo per la palestra. Lì con mia grande sorpresa ci trovo Yohei che fissa il canestro da sotto l’area e sembra mi stia aspettando. Chissà cosa vuole, forse è questo quel qualcosa di cui ho avuto la percezione in tutta la giornata.
- Che ci fai qui?- Dico io mentre lo raggiungo a metà campo.
- Ehi, ti stavo aspettando- Sembra a disagio. Ti credo con quello che mi ha fatto, troppo è tranquillo.
- Come mai? Che succede?- Cerco di essere il più normale possibile, anche se sento la rabbia salirmi.
- Niente è che è tanto che non stiamo un po’ insieme, non ti vedo quasi più-
- Si lo so, ma sai ho un sacco di impegni e poi ho avuto il campionato e quello prende tantissimo tempo- Lo vedo rabbuiarsi. Per un attimo mi dispiace per lui, deve sentirsi davvero una merda, ma poi ripenso a quello che ha fatto e a come si è comportato, e ritorno sui miei passi. Non posso cedere adesso, non può passarla liscia così. Che strano, ripensandoci, nonostante anche lei mi abbia ferito, non riesco ad essere arrabbiato con Haruko. In fondo non sapeva nulla dei miei sentimenti non posso avercela con lei per qualcosa che ha fatto inconsapevolmente. Ma Yohei, il mio migliore amico, lui si che sapeva, anche fin troppo bene.
- Immagino. È che ti devo dire una cosa e so che non la prenderai bene... Ma io non l'ho fatto di proposito davvero... È successo e basta. Non ho pensato alle conseguenze, te lo giuro- Quindi vuole confessare. Certo non mi aspettavo l’avrebbe fatto adesso. Che ipocrita! Non ha pensato alle conseguenze? Come è possibile una cosa del genere? Certo che c’ha pensato ma se n’è strafregato, è questa la verità. Egoista bastardo.
- Accidenti e di cosa si tratta? Cos'è Haruko si è fidanzata con un altro?- So che non dovrei fare così. So che dovrei dirgli che già so tutto ma voglio vedere come me lo dice e le sue espressioni mentre lo dice.
- Ecco... Si... Più o meno... È quello- Balbetta ed è in imbarazzo. Sento che tra un po’ potrei esplodere.
- E tu sai chi è vero? Perché sei un vero amico giusto?- Lo guardo fisso negli occhi, a mò di sfida. Voglio metterlo alla prova, voglio farlo stare male come sono stato male io. Perché da lui mi aspettavo tutto ma non questo. Una pugnalata fisica sarebbe stata meno dolorosa.
- Sì... Sì, so chi è- Gli faccio cenno di continuare. Adesso dovrà dirmi che è lui. Prende un respiro profondo, come se cercasse un po’ di coraggio, poi parla.
- ..... Sono io- Rimango impietrito. Ha abbassato lo sguardo e con un sussurro mi ha dato il colpo di grazia. Penso che se non lo sapessi già, sarei svenuto dal dolore. Mi è mancato un battito. Mi sento morire. Ho aspettato tanto che me lo confessasse e ora non so che fare. Sospiro e cerco di fare la persona matura, nonostante tutto.
- Da quanto?- Lui rimane senza parole- Da quanto tempo state insieme?- Ripeto chiarendo la domanda.
- Hana io…- Non lo faccio continuare. Deve rispondermi, non fare giri di parole.
- Da quanto tempo state insieme, tu e Haruko?- Scandisco bene ogni parola, alzando il volume della mia voce.
- Quasi un anno- Sento una rabbia furente salirmi fino al cervello. Vorrei picchiarlo, fino a farlo sanguinare. Fino a farlo svenire, ma non lo farò. Lo guardo con disgusto.
- La nostra amicizia è finita- Prendo e faccio per andarmene. Lui cerca di bloccarmi. Mi tira per un braccio.
- Ti prego aspetta un momento. Parliamone un momento-
- E lasciami- la mia voce tuona intorno a noi- Mi fai schifo Yohei. Un anno. Un anno e non hai mai avuto le palle di dirmi una parola. Ti consideravo come un fratello. Mi sono sempre confidato con te. E questo è il modo in cui mi ricambi? Sapevi quanto tenessi a lei, sapevi che cercavo di dirle cosa provavo. E pensare che volevo confessarle tutto. Pensa un po’ che idiota! Avrei fatto una figura di merda e magari c’avresti anche goduto non è vero? Ti saresti fatto delle grasse e grosse risate alle mie spalle, non è così?- Ormai sono un fiume in piena, mesi e mesi di rabbia e delusione represse che sbottano tutte insieme. Lui cerca di ribattere ma non lo faccio parlare. Non voglio sentire una parola proferire dalle sue labbra. Sarebbero solo scuse e giustificazioni.
- Non cercarmi mai più. Io per te sono morto, così come lo sei tu per me- Lo strattono via e me ne vado.
Ora ho proprio bisogno di rimanere da solo. O forse no.
 
***
Sono in giro da un sacco di ore. Mi sento vuoto e deluso. Ho pianto tantissimo seduto in un angolo di un bar. Volevo bere ma poi ho pensato che l’ultima volta che è successo, ho fatto qualcosa decisamente fuori dal mio controllo e vorrei essere lucido, in questa situazione. Che schifo di anno che sto passando. Pensavo sarebbe stato tutto completamente diverso. E invece ho perso il mio migliore amico, la ragazza che mi piaceva (strano, mi è venuto naturale usare il tempo passato), per non parlare del fatto che non so più chi sono e il rapporto con Rukawa si è complicato ulteriormente. Già, lui è stato una vera scoperta. Non immaginavo fosse gay, tantomeno che gli potessi interessare. L’ho trovato anche molto cambiato a livello caratteriale, più, come dire, umano. Mi viene quasi da sorridere. Deve essere piuttosto tardi perché il barista si avvicina e mi dice che il locale sta chiudendo, così pago il caffè che ho bevuto e me ne vado. In un frangente simile fino a qualche tempo fa ne sarei andato a parlare con Yohei ma ora non so da chi andare. Non so con chi sfogarmi. Le lacrime spingono di nuovo per uscire e io non ho la forza di trattenerle. Inizio a camminare e come in un deja vu mi ritrovo di nuovo davanti casa sua. Non so se ho il coraggio di suonare il campanello, in fondo non posso pretendere nulla da lui. L’ho trattato malissimo e ora, di sicuro, ce l’ha con me. Però è anche l’unico che conosce tutta la storia e potrebbe capirmi. Rimango davanti alla porta per un po’ pensando a come pormi per evitare che mi sputi in un occhio, cosa più che lecita. Così mi faccio coraggio e suono. In pochi secondi sento la porta aprirsi, mi guarda piuttosto seccato e richiude la porta. Sto troppo male per fare l’orgoglioso e andarmene, ho troppo bisogno di sfogarmi.
- Dai fammi entrare... Ho bisogno di parlare con qualcuno- Dico con la voce rotta dal pianto. Devo proprio fargli pena perché mi riapre la porta.
- Ah adesso vuoi parlare?- No, forse non è pena ma rabbia ciò che lo ha spinto a riaprirmi. Sospiro e prendo il coraggio di chiedergli scusa.
- Ok lo so, sono stato uno stronzo... Ma ero spaventato. Mi sono sentito perso- Ora, devo fargli davvero pena, perché si fa da parte e mi fa entrare. Certo che ha proprio una bella casa, mi fa accomodare sul divano.
- Allora? Di che vuoi parlare?- Va subito al sodo. Come immaginavo.
- Ho parlato con Yohei. Mi ha detto tutto. Non sai che male mi ha fatto sentirgli pronunciare quelle parole- Dico asciugandomi gli occhi. Lui rimane in silenzio per qualche secondo poi cerca di confortarmi. E la cosa mi stupisce non poco.
- Mi dispiace. Però almeno ha finalmente trovato il coraggio di dirtelo no? Smetterà di essere falso-
- Non avrà nemmeno più occasione di esserlo. Con me ha chiuso- Il rancore e la delusione nei suoi confronti sono ancora vivi e non riesco a mascherarli.
- Adesso parli così perché stai male ed è normale ma vedrai che poi ti passerà, e farai la pace con lui-
Non so perché ma c’è qualcosa che mi attira di lui. Mi sento a disagio a provare queste cose che non so nemmeno come definire. L’unica cosa che so è che voglio approfondirle, per poter capire chi io sia e come dovrò comportarmi.
- Mi dispiace per come ti ho trattato, ma vedi… Il fatto è che ora sono confuso e non so cosa devo fare- Anche lui è a disagio, lo vedo e lo percepisco.
- Non fa niente, questo genere di cose sconvolgerebbe chiunque-
- Anche te?-
- Tsk… Certo. Che ti credi, non sono mica di ferro, o gomma- A questo punto faccio qualcosa che non mi sarei mai aspettato di fare. Lo bacio. Rukawa però mi scosta da lui. È chiaramente confuso, non se l’aspettava. Non me l’aspettavo neanche io.
- Perché mi ha baciato?-
- Io.. Non lo so. Aiutami a capire a chi sono, perché provo cose che non mi so spiegare e non so come gestirle- Lui mi guarda e poi riprende a baciarmi. Poi si scosta e mi fa cenno di seguirlo. Deve essere successo anche l’altra volta perché ho di nuovo quella sensazione di deja vu. Arriviamo in quella che, presumo, sia camera sua e riprendiamo da dove ci eravamo interrotti.
 
***
Non posso credere che sia successo. Sono totalmente sconvolto. Una cosa è certa però, non sono più la persona che credevo di essere. È tutto totalmente diverso, strano e confuso. Ormai non posso più fingere che nulla sia cambiato, devo affrontare la situazione e capire chi sono veramente. Non credevo che sarebbe successo. Sono sempre stato sicuro di tutto nella mia vita, anche nelle situazioni peggiori riuscivo a inquadrare tutto, mentre ora è fuori dal mio controllo. Devo chiarire con me stesso e con Rukawa che ora dorme accanto a me. Se ripenso a poco fa non posso crederci. È stato… Bello! Accidenti, non credevo fosse così il sesso. Stavolta almeno me lo ricorderò e ho fatto bene a non bere, come invece è successo l’altra volta. Mi viene in mente Yohei e a come sono finito in questa situazione. Probabilmente ha ragione Rukawa, alla fine ci chiariremo e faremo pace. Ora però mi sento ferito e non posso lasciarmelo alle spalle. Sento il mio “amante” che si muove vicino a me, si gira e apre gli occhi.
- Sei ancora qui?- Io annuisco. Sembra sorpreso, forse si aspettava la scena dell’altra volta.
- Non hai intenzione di scappare di nuovo?-
- No. Però devi darmi tempo, perché ho la testa troppo ingarbugliata- Stavolta è lui ad annuire. Nel frattempo io mi alzo e inizio a vestirmi.
- Ho bisogno di farmi una doccia e di cambiarmi la divisa per cui torno a casa adesso. Ci vediamo a scuola- Lui rimane in silenzio e mi incammino. Arrivato alla porta della sua camera mi volto.
- Non voglio far finta che tutto questo non sia mai successo, però non farmi pressioni. Se non è un problema ti chiedo di aspettare che ti cerchi io, vorrei che rispettassi i miei tempi-
- Certo, non è un problema. Io aspetto se però quest’attesa non sia solo una scusa per scappare-
- No, non lo è, davvero- Rukawa annuisce di nuovo e io esco da quella casa. Ora più che mai ho bisogno di stare solo con i miei pensieri.

   
 
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