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Autore: lifeawakening    10/06/2012    4 recensioni
L'evoluzione del rapporto tra Rachel e Quinn dall'odio a... beh... lo sapete.
Una storia scritta sulla scia delle canzoni del cd di Bruno Mars "Doo-Wops & Hooligans".
1. Grenade
2. Just The Way You Are
3. Our First Time
4. Runaway Baby
5. The Lazy Song
6. Marry You
7. Talking To The Moon
8. Liquor Store Blues
9. Count On Me
10. The Other Side
11. Somewhere in Brooklyn
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota: E siamo giunti all'ultimo capitolo! Grazie per avermi seguita nella traduzione! Se vi può interessare, vi lascio il link alla traduzione di Should Have Asked For Directions, che sto betando. E' forse la faberry più bella e conosciuta. Io la amo con tutto il cuore e ve la consiglio! Bene, ho salutato, fatto un pò di pubblicità, vi posso anche lasciare.. E che il faberry sia sempre con voi, Claudia :D 
 



 
Somewhere In Brooklyn (song)

 

 

Lei è coperta di pelle e oro
21 anni
L'ho persa nel freddo
Non è carino che stia là fuori
Da qualche parte, da qualche parte, da qualche parte a Brooklyn
Lei è da qualche parte, da qualche parte, da qualche parte a Brooklyn

Piccola Miss Perfezione
Seduta alla fermata del treno
Nike rosse con la punta alta
Ascoltando hip-hop
Mentre noi stiamo aspettando
Di iniziare a conversare
Prima di poter parlare
E' arrivato il treno

oooooh, oooooh
Prossima fermata Brooklyn
oooooh, oooooh
Ora sto cercando


Rit.

Sulla strada calciando i sassi
Girando intorno allo stesso isolato
Prati puntinati di fiori
Cercando in ogni negozio all'angolo
Picchiettando sulla spalla delle persone
Chiedendo se la conoscono
Ogni giorno è la stessa cosa
E' di nuovo sul treno

Rit.

Oh, oh, oh, oh, ohh
Mi chiedo se ci incontreremo ancora

oh, oh, oh, oh, ohh
Spero che lo faremo
da qualche parte a Brooklyn

 




 
Quinn si fece largo tra la folla dell'aeroporto. Era lì. Era proprio lì accanto a lei! Indossava qualcosa di dorato, come al solito, e quella giacca di finta pelle che Quinn le aveva regalato per Natale tre anni prima.

Quinn diede un colpetto sulla spalla di un uomo mentre gli chiese frenetica, "Mi scusi signore, ha visto-"

"Levati dai coglioni, biondina".

Quinn gemette come attraversò le porte scorrevoli dell'aeroporto e si ritrovò nell'aria fredda di Brooklyn. La neve cadeva piano, i taxi e le luci della città creavano un bagliore che ipnotizzò Quinn. Smise di correre e osservò la scena davanti a lei. Era perfetto, tutto quello che si aspettava dalla sua prima volta a New York, meno un dettaglio molto importante.

"E' così ingiusto!" Urlò Quinn, calciando una lattina di soda vuota e avviandosi giù per le strade sconosciute di Brooklyn, infilando le mani tremanti nelle tasche del cappotto color cammello.

Quinn era una ventunenne con la testa sulle spalle, su questo non aveva alcun dubbio. E se c'era qualcosa che conosceva della vita, era che Rachel Berry amava New York. La combinazione RachelBerry + NewYork equivaleva ad una Rachel Berry eccitata, e quando Rachel era eccitata, Dio solo sa quanto avrebbe potuto sguazzare nella sua eccitazione prima di rendersi conto che Quinn non era più con lei. Dieci minuti più tardi Quinn aveva una mappa in una mano e un caffè, che sembrava che avesse granelli di sabbia al posto dello zucchero, nell'altra. Altri venti minuti dopo, mentre si fermava alla terza fermata del treno, prese un altro sorso di caffè. Sì, decisamente sabbia.

Due ore e quattro sosia di Rachel dopo, Quinn zoppicò verso l'aeroporto. Era stata ignorata, presa a parolacce, e inviata nella direzione sbagliata per cinque volte. I suoi occhi verdi si riempirono di lacrime quando guardò su per le luci di Brooklyn, sorridendo verso di lei con le loro decine di colori, promettendo felicità che non riusciva a trovare.
 
"Rachel?" Quinn debolmente chiamò, desiderano per la centesima volta di non aver lasciato il suo cellulare in valigia. Desiderando di non aver lasciato che quella stupida signora paffuta e i suoi dieci ragazzi si mettessero tra lei e Rachel. "Se solo non fosse così dannatamente bassa..." borbottò Quinn. "Che schifo di benvenuto a New York, voi stronzi!" Gridò Quinn, calciando un'altra lattina di soda vuota a terra.

"Quinn?" la testa di Quinn scattò quando udì la voce frenetica di Rachel. "Quinn! Oh mio Dio, non posso- Oh mio Dio!" Quinn alzò gli occhi dalla lattina a terra per osservare dall'alto in basso la proprietaria dei piedi che si erano fermati davanti a lei. Proprio di fronte all'aeroporto. "Quinn!"

Quinn colse un lampo di castano e oro come Rachel si gettò tra le braccia di Quinn, baciando la bionda furiosamente ovunque le sue labbra potessero arrivare. Quinn nascose il viso tra i capelli di Rachel e sospirando sussurrò "Pensavo di averti perduta."

Rachel si tirò indietro e sorrise sollevata come strofinò un po' di sporco dal naso di Quinn. "Dove sei stata?"

Quinn estrasse la mappa dalla tasca e l'aprì in modo che Rachel potesse vedere il percorso e le X che Quinn aveva disegnato in rosso. "Ovunque".

Rachel si morse il labbro, mentre stringeva a sé Quinn in mezzo al marciapiede. "Hai vagato per tutta Brooklyn per trovarmi?"

"Sapevo che eri da qualche parte a Brooklyn. Solo che non credevo di star girando a vuoto per poi scoprire che mi stavi aspettando al punto di partenza."

Rachel sorrise mentre abbracciò Quinn di nuovo. Tirò la bionda verso le loro valigie sul tratto di marciapiede su cui Rachel era rimasta seduta ad aspettare. "Non è così che avevo immaginato il nostro primo viaggio a New York".

Quinn alzò gli occhi. "Tu dici? Spero solo che questo non sia il modo di New York di farmi capire che non mi vuole qui".
 
Rachel afferrò la mano di Quinn con la sinistra, e Quinn sentì il familiare sfregare contro l'anello che Rachel indossava in quella mano. "Fidati di me, appartieni a questo posto più di chiunque altro, Quinn."

Quinn si chinò e prese la sua valigia. "Tu credi?"

Rachel annuì, prendendo la propria valigia e fermando un taxi. "Ne sono certa. Non c'è nessuna New York senza Rachel Berry, e non c'è nessuna Rachel Berry senza Quinn Fabray. Ora andiamo, cerchiamo il nostro appartamento."

Il loro appartamento si rivelò di gran lunga più carino di quanto avessero pensato che fosse, grazie ai loro genitori. " E' fantastico..." mormorò Rachel, fissando con gli occhi spalancati il più grande condominio che avesse mai visto in vita sua.

Quinn annuì, altrettanto sgomenta mentre il suo sguardo vagò a sinistra. "Hey, Rachel, siamo proprio accanto ad un negozio di alimentari!"

Rachel corrugò le sopracciglia mentre seguì lo sguardo di Quinn. "Guarda, ci siamo."

"Pensi che potrei solo..."

"No, Quinn. Tu non sei ancora autorizzata ad avere una granita".

Quinn gemette mentre trascinò la sua valigia su per i gradini del palazzo seguendo Rachel. "Dai, se non fosse stato per quella famosa granita, non saremmo nemmeno qui oggi!"

Rachel la ignorò mentre entrò dal portone principale dell'edificio. Quinn osservò Rachel come si voltò e sorrise a Quinn attraverso le porte di vetro. Tese una mano alla bionda ed usò l'altra per tenere la porta aperta.

Quinn intrecciò le loro dita e si fecero strada fino alla loro nuova casa insieme. Appena Quinn prese in consegna le chiavi dell'appartamento dalla portineria, tornò indietro con la mente alla conversazione che lei e Rachel avevano avuto il loro ultimo anno.


 
"Hai deciso dove andrai a vivere, Quinn?" Rachel chiese esitante, guardando Quinn dalla sedia della sua scrivania. La bionda, appoggiata alla testiera del letto di Rachel con una guida ai Test d'Ammissione ai College aperta sulle ginocchia, si strinse nelle spalle con noncuranza. "Sì, ho deciso."

Rachel si morse le labbra, lanciando velocemente uno sguardo agli opuscoli dell'appartamento di New York che lei e i suoi papà avevano scelto. "Allora... dove?"

Quinn sospirò, chiuse la guida e focalizzò la sua attenzione su Rachel. "Da qualche parte a Brooklyn".

"Da qualche parte a Brooklyn?" Rachel ripeté lentamente, "Ma... dove...?"

Quinn si strinse nelle spalle ancora una volta, avvicinandosi a Rachel e prendendo la mano della ragazza. "Da qualche parte. Non lo so. Non mi hai ancora detto quale appartamento hai scelto".



Quinn fece scorrere le dita sui numeri d'oro sulla porta della loro nuova casa dopo che Rachel le corse avanti eccitata. Posò un bacio sulle sue dita e poi un altro sui numeri d'oro. "Tutto questo vale molto più di quello che qualsiasi popolarità al liceo avrebbe mai potuto darmi."

"Stai venendo, Quinn?"

"Sì", dichiarò Quinn con un sorriso mentre guardò Rachel saltare sul divano del salotto. "Sono proprio qui".






 





FINE





   
 
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