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Autore: chiaretta85_    10/06/2012    12 recensioni
I miei occhi si fecero neri. Un ringhio selvaggio si liberò dal mio petto. Afferrai Bella per un braccio trascinandola come una bambola fuori dall'abitacolo. Le feci sbattere violentemente la schiena contro la carrozzeria della macchina. Era in trappola. Era mia. In sottofondo potevo sentire le urla di Alice, non provava nemmeno a spostarmi. Non sarebbe servito.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Capitolo 43

Pov Bella



«Mi dici dove stiamo andando?»

«Tra poco lo vedrai»

«Non puoi darmi almeno un indizio?»

«Mmm...no»

Appoggiai stancamente la testa al sedile sconfitta, non avrebbe ceduto. Voltai lo sguardo verso di lui, perdendomi nella sua contemplazione.

Ancora non riuscivo a crederci, presto sarei stata sua moglie, e pensare che fino a due mesi prima, ero convinta che non mi sarei mai sposata. Ero rassegnata al fatto di averlo perso, ma ero anche convinta che nessuno valesse quanto Edward, o almeno ero sicura che non avrei mai potuto amare nessun altro come amavo lui.

Invece il destino mi aveva riportata da lui, e finalmente sarei stata sua, sua e di nessun altro, e lui sarebbe stato mio, non credevo che sarei mai potuta essere più felice di così.

Sarei diventata la signora Cullen.

Sorrisi.

«Che c'è? »

«...Come?»

«Stai sorridendo....e sei arrossita...stai bene?»

Ero arrossita? O cavolo, non me ne ero nemmeno accorta. Possibile che debba sempre fare la figura da ebete?

«Ehm..si si...mi ero solo.... distratta!»

Sorrise scuotendo la testa tornando a guardare la strada. C'era qualcosa di strano....era rimasto in silenzio per tutto il tempo ed eravamo in macchina da quasi un ora ormai, non che fosse logorroico di solito, ma non aveva aperto bocca, se non per rispondere a monosillabi a qualche mia domanda.

Lo osservai.

La mascella serrata, lo sguardo fisso, la fronte leggermente corrugata, le braccia rigide .

Uno braccio era disteso in avanti, appoggiato sul cambio, l'altro teneva il volante sul suo punto più alto. Un leggero velo di preoccupazione gli velava il volto, probabilmente nessun altro se ne sarebbe accorto, ad uno sguardo esterno sarebbe potuto sembrare tutto normale, ma io conoscevo Edward meglio di chiunque altro, e sapevo che c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo.

«Che succede?»

Si girò di scatto verso di me, battendo le palpebre più volte in un tipico gesto umano. Cercava di essere vago, di lasciar perdere, e forse avrebbe funzionato se non lo avessi visto ingoiare un fiotto di veleno, un instante prima di rispondermi.

«Cosa? Di che parli?»

«Edward...» Il tono mi uscì in modo grave, quasi di rimprovero. Il messaggio era arrivato chiaro anche a lui, lo capii dal modo in cui sospirò poco dopo, rassegato: Ci hai provato, ma non funziona...che sta succedendo?

«Speravo di avere ancora un po' di tempo....»

Tempo? Tempo per cosa?Corrugai la fronte, era in difficoltà.

«Edward, tra poco saremo sposati....puoi dirmi tutto lo sai....ti prego....niente segreti»

Stinse le labbra e annuì, poi spense il motore. Mi guardai intorno: era una strada sterrata, intorno a noi solo alberi e rocce, ma non capivo dove fossimo...il viaggio in macchina era durato parecchio, considerata la guida veloce di Edward, ed ero quasi sicura di non saper dove fossimo.

Edward era già sceso dalla macchina e in un secondo era accanto a me, che mi apriva la portiera e mi aiutava a scendere.

«Dove siamo?»

«Molto vicino a Goat Rocks»

Goat Rocks....Me ne aveva parlato una volta, era li che andava a caccia qualche volta, soprattutto con Emmett. Era una zona popolata di orsi, i preferiti del mio quasi cognato.

Lo guardai alzando un sopracciglio:

«Hai intenzione di insegnarmi a cacciare gli orsi?»

Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.

«Molto divertente...»

Rise per un secondo, poi si fece di nuovo scuro in volto. Sospirai.

«Edward...» non mi diede modo di finire la frase, mi prese per mano iniziando a camminare.

«Vieni....voglio mostrarti una cosa....»

Annui senza rispondere. Speravo solo non non inciampare e rompermi un gamba,non avrei avuto il coraggio di tornare a casa altrimenti, Alice mi avrebbe sicuramente ucciso, avrei rovinato le sue nozze, che poi erano la mie.

Come se avesse intuito i miei pensieri Edward aggiunse:

«Tranquilla non permetterò mai che tu cada o ti faccia male»

Sorrisi.

«Lo so»

Camminavamo da poco più di mezz'ora' e io mi sentivo già esausta. Edward si fermò di colpo, per poco non andai a sbattere contro la sua schiena.

«Che succede? Perchè ci siamo fermati?»

Non rispose subito, sembrava concentrato a sentire qualcosa.

«Da qui è meglio che ti porto io Bella»

«Ma non serve, ce la faccio...credo»

Lui rise.

«Sei sempre molto coraggiosa, ma non serve, non sento più alcun tipo di pensiero, non ci sono più umani vicini che ci possano vedere...ti porto io...»

Lo guardai imbronciata. Potevo farcela!

«Amore, so che ti piace fare le cose con le tue forze ma, non ti permetterò mai di fare quella salita da sola....»

Di cosa stava parlando? Diedi un occhiata alle sue spalle: Quello che sembrava un muro di roccia e muschio, si stagliava proprio davanti a noi, a una cinquantina di metri da dove eravamo ora, in maniera quasi perpendicolare al posto dove ci trovavamo, e sembrava alta diversi metri, non ero sicura che quella che si intravedeva alla fine,fosse davvero la cima.

«Oh..»

«Già, oltre quella cima si trova una delle poche zone ancora incontaminate di questo posto...»

«É li che stiamo andando? Perchè?»

«Mmm...te lo spiego appena arriviamo...ora però, vieni qui»

Allargò le braccia, in un chiaro invito di tuffarmici dentro. Non me lo feci ripetere due volte e azzerai la distanza che ci separava in un attimo, circondandogli la vita con le braccia e appoggiando la testa sul suo petto.

Rise, baciandomi il capo, poi avvicinò le labbra al mio orecchio:

«Pronta?»

«Pronta.»

«Bene, allora....chiudi gli occhi»

Feci come disse e serrai le palpebre. Il secondo successivo mi sentii sollevare da terra, avvertii i suoi muscoli tendersi durante lo stacco dal suolo, e un forte spostamento d'aria verso l'alto. Un solo istante dopo era tutto finito. Sulla pelle solo la brezza leggera di una giornata di inizio marzo, e sotto i piedi la morbidezza dell'erba verde.

Il fiato fresco di Edward mi solleticò di nuovo l'orecchio:

«Amore....ora puoi riaprire gli occhi...»

Allontanai il volto dal suo petto, ma rimasi attaccata a lui, continuando a cingerli la vita con un braccio.

La mia bocca si spalancò senza che me ne rendessi conto....credevo di essere stata catapultata direttamente all'interno di una cartolina.

«Edward, questo posto è...meraviglioso...»

«Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto...e poi per me è speciale...»

Mi voltai a guardarlo:

«Speciale?»

«Si...qui ho capito che non sarei più riuscito a starti lontano...»

Lo guardai con aria interrogativa. Qui?

Lui sorrise, prendendo ad accarezzarmi il braccio con la punta della dita, mi strinsi oi più a lui, cercando di ignorare i brividi che mi dva ogni volta che mi toccava.

«Ho quasi fatto impazzire Emmett quella volta»

«Racconta....ti prego»

«Ricordi la festa sulla spiaggia a la Push?»

Oh si la ricordavo eccome. Fu li che intuii per la prima volta la sua vera natura..beh con l'aiuto di Jacob...

«Tu eri qui....con Emmett?»

«Già...sono quasi impazzito sapendoti li, su quella spiaggia, lontana da me, dove io non potevo vederti, vegliare su di te...ero terrorizzato che ti capitasse qualcosa...in quel momento capii che se ti fosse successo qualcosa sarei morto anch'io, ero già irrimediabilmente innamorato di te...e lo sarò sempre...sei la mia vita Bella...»

Sorrisi e mi avvicinai a lui posandogli un dolce bacio sulle labbra, l'emozione era così forte che non ero in grado di parlare. Si staccò da me sospirando, teneva gli occhi chiusi, stretti...appoggiò la fronte alla mia.

«Immagino che non sia per raccontarmi questo che mi hai portato qui vero?»

«...No»





Pov Bella

Imboccammo il vialetto di casa che erano quasi le otto di sera. Avevamo passato in quel posto l'intera giornata.

Ero stata in silenzio per tutto il viaggio stringendo forte le labbra e gli occhi nel insano tentativo di trattenere le lacrime. Sentivo lo sguardo preoccupato di Edward sempre su di me....Il mutismo era stata quasi la mia unica reazione, perfino le lacrime erano scese senza che immettesse un suono.

Ero incredula, arrabbiata, ferita, disperata.

Appena sentii il motore spegnersi armeggiai con la maniglia della portiera per poter uscire finalmente di li...non c'è la facevo più.

Edward fu più veloce di me. Era già sceso dalla macchina e aveva fatto il giro dell'auto per aprirmi la portiera.

Appena lo sportello si aprì mi precipitai fuori. Come era prevedibile però mi ritrovai Edward a sbarrarmi la strada. Tenni lo sguardo basso, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi, non avrei resistito alla preoccupazione che avrei visto nei suii occhi.

«Ti prego lasciami passare....»

«Bella, amore...parliamo» Anche senza guardarlo potevo immaginare il tormento che gli si scuoteva dentro di lui in quel momento, mi bastava sentire come aveva tremato la sua voce , spezzandosi in più punti, nel dire il mio nome.

Ma non potevo , non potevo.

«Ti prego Edward, ora non ce la faccio...ti prego»

Lo sentii sospirare e con la coda dell'occhio avverti il suo spostamento. Non persi un attimo e, senza nemmeno vedere se ci fosse qualcuno in soggiorno, corsi al piano di sopra sbattendo forte la porta della sua camera.

Ero finita di nuovo in un incubo.



Eccomi ragazze/i un nuovo capitolo. Finalmente siamo arrivati alle rivelazioni di Edward, che saranno chiare nel prossimo capitolo e che posterò entro questa settimana. Perchè Bella avrà reagito così??

Spero che il capitolo vi piaccia!

Aspetto con ansia le vostre recensioni!!!Mi raccomando!! Grazie a tutti coloro che nonostante l'attesa contimnuano a seguirmi!!!Un bacio grande!! Chiara

   
 
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