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Autore: country dreamer    10/06/2012    3 recensioni
Novembre 1997.
Ted e Dean sono in fuga e passano la notte accampati dentro ad una tenda gialla, sotto una pioggia torrenziale.
Nessuno dei due riesce a dormire.
_Dean vuole chiedere qualcosa a Ted, qualcosa che solo quest'ultimo, che è un adulto, gli può spiegare.
Ed è in una notte come questa che si ricorda un grande amore passato, e si cresce un po'.
Fatemi sapere che ne pensate!
Cami
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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In una notte come questa

 

6 novembre 1997

 

Il vento che urla. La pioggia che batte furiosa contro la tela della tenda, come se volesse entrare. Il bosco è tutto un fruscio. I rami che si spezzano per la tramontana d’autunno, gli uccelli lontani che emettono cupi stridii.

Ted si rigira stanco, incapace di prendere sonno sebbene esausto.

Ha gli occhi spalancati, che fissano la stoffa giallo canarino. Nessun tetto sotto al quale dormire, nessuna casa se non quel trabiccolo di tessuto.

Nessun pasto caldo, se non qualche zuppa intiepidita con la bacchetta.

Dean, al suo fianco, è sveglio. Vigile come un gatto, gli occhi a fessura e le orecchie tese. Sembra voler carpire qualche rumore insolito in quella notte tanto colma di suoni.

Il ragazzo si volta nella direzione dell’uomo. È strano, come in quei giorni fra loro sia nato un tacito accordo dal sentore di una muta amicizia che sa di notti come quella, di giornate passate a spostarsi da un luogo all’altro e di continue preoccupazioni.

 

“Sei ancora sveglio, Ted?”, chiede Dean pur conoscendo la risposta.

“Sì. Dovremmo dormire, ma con questo frastuono è impossibile.”, risponde quello.

Dean esita un po’. Stropiccia fra le mani imbarazzate un lembo di coperta, come per aspettare il momento propizio.

“Posso chiederti una cosa?”, domanda poi, con un pesante sospiro.

Il mago più anziano si passa una mano fra i capelli biondi. Annuisce, e poi accende la bacchetta.

“Lei... Ti manca?”, lo dice in un sussurro, Dean.

Il silenzio cade nella tenda. È solo rotto dallo scroscio monotono della pioggia e dai rumori del sottobosco.

Non pensa, Ted, a cosa raccontare a quel ragazzo che nei suoi occhi ingenui di giovane adulto cerca risposte alla più banale e dolorosa delle domande.

Pensa solo alla sua Andromeda.

“Io... Io credevo che non potessi soffrire più di quando l’ho lasciata lì, incorniciata sulla soglia di casa. Sorrideva, in quel pomeriggio di fine agosto.”, inizia il suo racconto lui. Gli occhi gli brillano della luce dolceamara dell’implicita sofferenza scavata nel suo viso.

Dean resta lì, nell’attesa che l’uomo torni a parlare. Non lo forza, però.

 

“Ho incontrato Andromeda ad Hogwarts. Era così... Così lontana da me eppure distante dalle sue sorelle. Con quella sua aria impeccabile, gli occhi pensosi ed un libro sottobraccio. Dean.... Tu hai mai amato?”, quella domanda coglie il ragazzo di sorpresa.

Il giovane pensa a Ginny. Al fiato che gli mancava, ai sorrisi rubati.

“Non lo so, davvero. Non ho mai costruito qualcosa attorno al mio amore per una ragazza, sempre che amore si possa chiamare. Forse una relazione, ma non... Mancava di alchimia, quella storia.”, risponde piano.

“L’amore non è solo quello. Non è solo il respiro che ti manca, gli occhi che ti brillano, lo stomaco che si annoda. L’amore è insultarsi fino a non poterne più,                       vederla piangere, non parlarsi per giorni. L’amore è costruire qualcosa insieme, l’amore è anche....”, e si ferma. Le parole mancano, in quel momento.

“L’amore è l’averla lasciata sapendo di non poterla mai più rivedere. Non sono pentito, Dean.”, e la pioggia ticchetta sulla tela della tenda, rendendo superflua ogni parola in più.

Chiudono entrambi gli occhi, pur rimanendo svegli.

Ted pensa alla prima volta che l’aveva vista, sotto all’imitazione di cielo della Sala Grande, con i boccoli illuminati dalle candele e le labbra che tremavano.

Il loro incontro. Sì, era incominciato tutto da lì.

Un amore durato decenni, che era resistito alla ferocia di una guerra e  alle insidie dell’età che avanzava.

 Ed ora la pioggia si portava  via  la paura di Ted ed anche la nostalgia. Non gli sarebbe più mancata, Andromeda.

Sarebbe sempre restata con lui, come una tiepida fiamma rassicurante.

**

 

 

Note:

Primissimo esperimento nel fandom di HP. Qualche volta scriverò anche lì, pur preferendo lavorare su personaggi “miei”.

Che dire?

Ho adorato scriverla, inventandomi questo momento di sana pianta. Eppure credo ad una scena del genere, ed ho fatto di tutto per renderla viva.

Se vi andasse di farmi sapere che ne pensate, e di andare a leggere la mia long romantica (spazio pubblicità<3), “Country dreamer”, vi sarei davvero grata!

 

Baci

Cami

Ps: non riesco ad inserire più personaggi, perciò ho inserito Ted/Andromeda. Sorry!

 

  
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