Capitolo
1: Notte di lacrime
Era tardi.
Molto tardi. A
quell’ora gli ingenui ma puri bambini erano già
andati a letto, mentre gli
adulti erano già immersi nel loro mondo fatto di
divertimento selvaggio e
perversione. Anche al Pure Pearl le luci erano ancora accese, ma non
per far
baldoria o roba del genere. Tre ragazze, un pinguino e due donne erano
sedute
intorno ad un tavolo. L’umore non era certo dei migliori e il
picchiettio della
pioggia che batteva sulle ampie vetrate della stanza non lo migliorava
di
certo.
“Allora
è deciso. Domani mattina
partiremo per tornare nei nostri regni” disse Nikora tenendo
le braccia
incrociate. Nessuna delle tre ragazze disse niente. Hanon e Lucia
avevano le
facce cupe, ingrigite da quella tanto terribile quanto inaspettata
notizia.
Rina, la più matura delle tre, invece, se ne stava in
silenzio. La sua
espressione rispecchiava perfettamente il suo carattere: forte, decisa
e sicura
di se. Dopo vari secondi di quel effimero silenzio spezzato solo dal
tintinnio
della pioggia, un rumore lo ruppe completamente. Rina si
alzò. “Io vado” disse
semplicemente andando in direzione dell’ingresso.
“Dove stai andando?” gli
domandò il pinguino con la sua vocina acuta che ricordava
vagamente quella di
un bambino. “Vado a casa a preparare i bagagli. Domani
partiamo, no?” gli
rispose la ragazza dai lunghi capelli verdi. Nikora annuì e
poi disse “Saggia
decisione. Anche voi due dovreste andare in camera vostra a
prepararvi”. “Ma...
ecco... è una decisione troppo improvvisa... Insomma,
dobbiamo avvertire i
nostri ragazzi e i nostri amici. La scuola è finita solo
oggi” disse
impacciatamente Lucia cercando di far cambiare idea alle due donne.
“Questo è
vero. La decisione di tornarcene a casa è stata molto
improvvisa, e sicuramente
sarebbe giusto avvertire i vostri amici della vostra partenza. Ma prova
un
attimo a rifletterci. Kaito sa che sei una sirena, quindi non ci sono
problemi... ma come pensi che la prenderanno gl’altri quando
sapranno che
dovrete partire per un viaggio improvviso e che forse non vi rivedrete
mai
più?” gli domandò la vecchia e saggia
Takie. Lucia ammutolì. Aveva ragione.
Avevano ragione. Per Rina e Hanon un addio sarebbe stato troppo
doloroso da
sopportare. Rina l’aveva capito ed era già
mentalmente pronta per un addio. Ma Hanon...
La bionda si
voltò verso l’amica.
Sembrava che non avesse ancora compreso appieno il significato di
quelle
parole. Fissava il tavolo con occhi vuoti.
“Ha-Hanon...” disse Lucia incerta su
cosa dire. Poi vide Hanon muovere le labbra, ma dalla sua bocca si
sentivano
uscire solo dei debolissimi suoni. “...parto”.
Questa volta dalla sua bocca
uscirono delle parole più comprensibili, ma ancora troppo
deboli perché
qualcuno riuscisse a capirle. “Non parto”. Adesso
Lucia era riuscita a
comprendere quelle effimere parole. Hippo si avvicinò
goffamente alla ragazza e
ingenuamente gli chiese “Cos’hai detto scusa? Non
ho sentito”. Alla fine si
alzò di scatto dalla sedia, per poi scoppiare
definitivamente con “HO DETTO CHE
NON PARTO!!!!”. La potenza di quell’urlo fece
sobbalzare tutti i presenti e
cadere all’indietro il povero Hippo. Mentre erano ancora
tutti un po’
frastornati, la principessa sirena dalla perla blu fece uno scatto
improvviso
in direzione della porta. Lucia fu la prima a riprendersi.
“Hanon fermati!”
esclamò Lucia voltandosi verso l’amica.
La fuga di
Hanon venne però
interrotta da Rina che l’aveva prontamente presa per un
braccio. “Dove pensi di
andare?” disse freddamente Rina. “Lasciami
andare!!” urlò Hanon cercando con
tutte le sue forze di liberarsi dalla stretta dell’amica.
“Ti ho chiesto dove
pensi di andare” ripeté la principessa verde.
“Da Shirai che domande!!” “E’
meglio che non ci vai. Ora come ora faresti del male sia a lui che a te
stessa”
“E tu che ne sai!! Cosa ne sai di noi due!! Cosa ne sai di
cosa prova Shirai
per me!!! Cosa ne sai di cosa provo IO per lui!!!” gli
rispose con voga la
ragazza dai capelli blu evidenziando molto l’ultima frase.
Rina mollò la presa.
All’improvviso un forte rumore sovrastò quello
della voce disperata e capricciosa
di Hanon, fermandola del tutto. Era il suono di uno schiaffo, e anche
bello
forte. Nikora e Madame Takie si erano alzate di scatto, preoccupate che
quel
gesto potesse essere l’inizio di una furiosa lite.
Ancora
incredule, Hanon si portò
una mano sulla guancia diventata rossa per il colpo ricevuto.
“E tu cosa ne sai
di Shirai?” disse Rina “Pensi davvero che basti
andare da lui per risolvere il
problema?”. Hanon ammutolì e abbassò lo
sguardo. “Noi siamo delle principesse
sirene e abbiamo dei doveri. Il nostro tempo sulla terra è
scaduto. Innamorarci
è stato il nostro più grande errore”.
Sentire quelle parole fece ribollire il
sangue ad Hanon. Alzò di scatto lo sguardo per rispondergli,
ma appena i suoi
occhi si incrociarono con quelli della principessa verde vide qualcosa
che non
si sarebbe mai aspettata: Rina che piangeva. In quel momento si rese
conto che
non era la sola che avrebbe detto per sempre addio alla sua dolce
metà. Anche
se non lo dava a vedere soffriva, e parecchio. La vista di una delle
sue
migliori amiche mentre piangeva lacrime d’amore fece scattare
qualcosa in lei.
Lentamente
si avvicinò a Rina.
Arrivata davanti a lei, con grande sorpresa di tutti, la
abbracciò. Con voce
quasi materna disse “Su, non piangere.
Dov’è finita la Rina forte e sempre
sicura di se?”.
Quel gesto
inaspettato fece
rimanere tutti senza parole, in particolare Rina. Nessuno si sarebbe
mai
aspettato un gesto del genere da una ragazzina capricciosa ed egoista
come lei.
Alla fine, rassegnata, la principessa dalla perla verde rispose a
quell’abbraccio con un altro abbraccio. Fece un sorrisetto e
poi disse “Cos’è,
ora sei diventata una maestra di vita?” “No. Sono
solo una tua amica” rispose
anche lei in lacrime. Piansero l’una sulla spalla
dell’altra come delle vere
amiche.
Tutti
guardarono quella scena con
commozione. Madame Takie si voltò verso la finestra e
guardò verso il mare in
tempesta con un sorrisetto sulle labbra. “Stanno proprio
crescendo” pensò tra
se e se.
Ormai il
sole era sorto, e con
lui anche la partenza delle sirene. Si erano ritrovate tutte davanti al
Pure
Pearl alle 6:00 del mattino, come prestabilito la notte prima.
“Eccomi!!
Scusate il ritardo!!” disse Lucia uscendo di corsa
dall’albergo. “Era ora,
finalmente! Stavo proprio per venirti a prendere per le
orecchie” disse Hanon
visibilmente contrariata. “Scusami. Non ho sentito la sveglia
e così mi sono
svegliata tardi” spiegò la bionda congiungendo le
mani per scusarsi. “Fa lo
stesso. L’importante è che adesso possiamo
partire” disse Nikora avvicinandosi
alle due. Tutti si voltarono verso il Pure Pearl guardandolo con
nostalgia. Le
tre ragazze in particolare si erano perse nei loro ricordi. Le loro
avventure,
le loro amicizie, i loro amori...
“Su
ragazze, è ora di andare”
disse il piccolo Hippo interrompendo il loro sguazzare nei ricordi.
Erano
passati una ventina di
minuti da quando si erano tuffati in mare ed erano partite per tornare
a casa.
Nessuna aveva detto niente. Ogni tanto Lucia e Hanon si voltavano
indietro
ripensando alla loro vita sulla terra, ma Rina, con un colpo di tosse,
le
riportava alla dura realtà.
Ad un tratto
Madame Takie si
fermò e voltò il suo sguardo verso
l’alto. Rina si accorse di ciò e chiese
“Che
succede Madame Takie? Qualcosa non va?”. Tutti si fermarono e
si girarono a
guardare l’anziana veggente. “Sta arrivando
qualcuno. Qualcuno di molto
potente” rispose. “Che cosa? E chi
scusa?” domandò Nikora preoccupata nel
vedere la vecchia fata tremare come una foglia. Non fece nemmeno in
tempo a
rispondergli che una luce abbagliante avvolse completamente il gruppo.
Appena
riaprirono gl’occhi si ritrovarono tutti stesi sul fondale
marino. “Ma
cosa...?” disse Hanon guardandosi attorno. Erano circondati
da un alto muro
d’acqua. Quella luce abbagliante aveva creato un enorme
voragine nel mare, e
loro erano al centro esatto di questa voragine. Le quattro sirene
ritornarono
tutte nella loro forma umana.
“Sembra
che io sia riuscita a
prendere tre principessine”