Fumetti/Cartoni americani > I Simpson
Segui la storia  |       
Autore: SanjiReachan    11/06/2012    5 recensioni
Bart è sempre il solito ragazzino, genio del crimine, presenza malefica nella sua città, idolo per tutti i teppisti.
Ma anche lui a volte si annoia delle solite cose... solo che nessuno lo riesce a capire. Fin quando non arriva nella sua vita questo "ragazzo" che scoprirà essere molto più simile a lui di chiunque altro.
Insieme parleranno a lungo, spedendosi delle lettere, finchè Bart non scoprirà che è solo l'ennesimo trucco del suo rivale più temuto... ma questa volta, riuscirà a non affezionarsi?
Pairing: BobxBart
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo secondo: Lettere da nessuno.

Image and video hosting by TinyPic Contrariamente a quello che pensava, non esisteva regalo migliore per Bart di quello sconosciuto scrittore.
All’inizio non aveva capito bene che cosa volesse da lui, ma aveva provato a scrivere una risposta alla sua lettera e, non sapendo dove spedirla, l’aveva messa sul comodino prima di andare a dormire ma la mattina dopo non c’era più.
Dopo scuola Bart aveva trovato la risposta di Mr. R che gli diceva di mettere le lettere nella casetta sull’albero.
Il ragazzino non riusciva proprio a capire perché quello strano individuo continuasse a scrivergli lettere (perché poi, proprio lettere? Già era tanto se Bart riusciva a rispondergli … non poteva scegliere qualcosa di meno impegnativo?) e le prime volte ingaggiò accese discussioni con il suo amico di penna sul fatto che entrava in camera sua di nascosto.
Ma stranamente, non riusciva mai ad arrabbiarsi sul serio con lui.
Le prime righe che si scrivevano erano piene di messaggi nascosti. Bart si sentiva terribilmente stupido, e le parole mostravano segni di timidezza verso l’uomo. Però alla fine, quest’ultima iniziò a sparire del tutto.
Il ragazzo stava imparando a conoscere il suo Mister R. e sembrava accanirsi sempre di più.
Provava un grande rispetto verso l’uomo, che aveva scoperto esse una specie di “genio del male” proprio come lui.
Inoltre… era successa una cosa che Bart non avrebbe mai potuto prevedere. Lui riusciva a capirlo.
O forse era solo l’unico che ci provava, ma Bart non ricordava nessuno che gli avesse mai dato le stesse attenzioni. Non parlavano delle cose di cui era solito parlare con i suoi amici, ma parlavano di argomenti “seri”, di problemi che lo riguardavano e che lo aiutavano a capire.
Se qualcuno gli avesse mai provato a dire un mese prima che avrebbe iniziato a scambiarsi lettere con uno sconosciuto riguardanti argomenti seri (che nel linguaggio di Bart significano “roba disgustosamente noiosa e priva di interesse”) di sicuro il ragazzino gli avrebbe detto di andarsi a ciucciare il calzino da un’altra parte.
E invece tutto quello era successo per davvero, ma non era come Bart se lo aspettava. Era tutt’altro che noioso, sembrava che adesso il suo mondo ruotasse solo intorno alla prossima lettera, e al prossimo argomento su cui discutere.
Tutto questo gli procurava una specie di euforia, che lo rendeva ancora più dinamico durante il giorno. Riusciva a combinare più guai del solito, e quando nessuno riusciva a capirlo, anzi, nessuno voleva capirlo, lui si sfogava con il suo Mr. R.
Le lettere che Bart riceveva venivano poste ogni volta in modo ordinato dentro a uno scatolone, che poi nascondeva nel suo armadio. Di alcune non riusciva proprio a fare a meno, tanto da metterle sotto al cuscino, nel cassetto del comodino, e perfino attaccate sulla scrivania.
*** ***
-Ehi ragazzo! Scendi subito giù! Dove pensi di andare!!-
-In camera mia!!-
-Non ho finito di sgridarti, bagarospo!-
BAM.
Con un tonfo secco Bart sbatté la porta della sua camera e la chiuse a chiave. Senza pensarci due volte, andò alla scrivania e cercò la penna.
Prese il primo foglio che gli capitava a tiro per rispondere alla lettera che aveva ricevuto la mattina.
Buon giorno Bart. Come stai?”
Bart iniziò a scrivere, la mano tremante per la rabbia.
“Caro Mister R.
Non sto affatto bene. Quel deficiente di mio padre continua a sgridarmi, sa solamente criticare! Ma stavolta non ho fatto niente di male! È stata autodifesa! Li odio, Erry. Vorrei tanto che ci fosse qualcuno come te nella mia famiglia.
A presto, Bart.”

Bart piegò accuratamente la lettera e, come gesto abituale, uscì dalla finestra raggiungendo con agilità la casetta sull’albero. Appena entrato poggiò il foglio sul tavolinetto in legno al centro della costruzione, dopo di che si sedette a gambe incrociate sul pavimento freddo e ruvido.
Una brezza, forse un po’ troppo forte e fredda, entrò all’improvviso dalla porta della casetta sull’albero, e Bart sentì un brivido scendergli lungo la spina dorsale.
Con una mano cercò di riscaldare le braccia decisamente fredde, e un lungo e agognante sospiro lasciò la sua bocca.
-Babiii… Babi!-
Lisa fece capolinea dalla porticina in legno e raggiunse il fratello sedendosi accanto a lui.
-Che cacchio vuoi?-
-Mamma dice che ti si raffredda il pranzo se non vieni subito. E quella cos’è?- chiese la sorella minore sporgendosi a guardare e indicando la lettera di Bart.
-No… niente, Lisa! Non la prendere!!-
 Il ragazzino cercò in tutti i modi di frenare la curiosità della sorella, ma lei si alzò in piedi e corse dritta dritta al tavolino di legno, afferrando la lettera bianca e stringendola in mano mentre in vano il fratello cercava di strappargliela.
-Cos’è questa? “Vorrei tanto che ci fosse qualcuno come te nella mia famiglia”…- recitò a voce alta la bambina.
-Ora basta! Restituiscimela subito!-
Bart velocemente percorse i pochi passi che lo separavano da sua sorella e le strappò di mano il foglio.
Col battito che andava a mille, e la sua preziosa lettera stretta nella sua mano destra, Bart guardò Lisa con uno sguardo indecifrabile.
Sentiva il sangue pulsargli forte nelle vene, tuttavia dentro di lui sentiva di essere scoperto, quasi nudo, come se qualcuno lo avesse privato di qualcosa di importante che sapeva di caldo e tepore.
Con le braccia tese lungo il corpo, sentiva piccoli brividi percorrergli la pelle e un senso di freddo interiore.
Lisa assunse uno sguardo di superiorità, come di uno che la sa lunga, e come Bart aveva immaginato, iniziò a parlare con una voce divertita.
-Per chi è questa lettera, Bart?-
-Non sono affaracci tuoi.- rispose burbero il fratello girandosi di spalle.
-C’è qualche ragazza di cui dovrei sapere Babiiii??-
La bocca di Lisa aveva assunto un cipiglio veramente insopportabile. Bart sentiva i suoi occhi puntati addosso, ed era certo che la ragazzina stesse sorridendo divertita.
-Senti, adesso facciamo una cosa: tu ed io non parleremo mai più di questo incidente. Tu non ne fai parola con nessuno, okkey?-
-E perché mai dovrei?- continuò la sorella ridendo con fare malizioso. –Certo, magari se mi dici a chi è indirizzata… potrei anche stare zitta…
-Ricattatrice! Ricattatrice!!-
-Uhuhuh, diciamo che è un patto tra fratelli e basta.-
-Giuri che non lo dirai a nessuno? Anche se non è come pensi.-
-Giuro!-
-Che un’ape ti possa pungere, che mille spilli ti possano centrare in un occhio, che un mostro possa mangiarti il cervello, che un aquila possa strapparti…
-Bart ho capito! Giuro!-
-E va bene…-
Il ragazzino biondo tirò un sospiro di esasperazione e  poi disse con nonchalance.
-È un mio amico.-
Bart strinse gli occhi, come se stesse per essere colpito da una bomba pronta ad esplodere.
Dopo qualche secondo li riaprì, notando che Lisa non si era mossa di un passo. Lo guardava semplicemente con occhi curiosi.
-Ah, si? E che amico è?-
-Ahh… non lo conosci, non è della scuola… è più grande.-
Il ragazzo pensò che era stato fortunato che Lisa avesse letto solo quella parte della lettera.
-Sssi, certo come no.- Lisa rivolse gli occhi ad un immaginario cielo coperto dalle tegole di legno della costruzione.
-Se proprio non me lo volevi dire, potevi inventarti una scusa migliore.-
La bambina raggiunse la piccola entrata della casetta con passo lento ed elegante, quasi ballando, e fischiettando un motivetto allegro, facendo finta di niente.
A Bart stava dando davvero sui nervi quel comportamento. Vide la sorella minore continuare a gironzolare qua e là, finchè una volta raggiunta la porta disse:
-Vieni a mangiare, BartoRomeo Simpson.-
Bart prese la prima cosa che gli capitava in mano e gliela lanciò contro con fare irritato.
La ragazza schivò per un pelo un vecchio pupazzo impolverato, e con una risatina di scherno scese velocemente le scale lasciando il fratello a borbottare insulti da solo.
*** ***
 
Era sera tarda quando Bart entrò di nuovo in camera più arrabbiato che mai.
Era una causa persa? Combinava più guai di quanti ne avesse mai risolto?? Era così che la pensavano tutti?
Queste parole continuavano a vorticargli nella testa.
Andò alla scrivania, dove sulla superficie di legno lucida, oltre alle varie penne e fogli, regnava incontrastata una lettera posta giusto al centro.
Si potevano notare i svariati angoli e i segni delle piegature, infatti Bart di solito se la portava sempre dietro, rileggendola più e più volte. Quella era la sua preferita.
La prese in mano e si buttò sul letto, sentendo le molle scricchiolare.
Lesse per l’ennesima volta ogni parola, anche se ormai le sapeva tutte a memoria, virgola per virgola.
Caro Bart,
Insomma, mi fai sempre preoccupare. Far esplodere un estintore in un corridoio affollato? Ahahah, scommetto che a quell’idiota del tuo preside avrai fatto venire un infarto.
Ragazzo mio, hai delle idee geniali. Mi congratulo con te…”

E qui un piccolo sorrisino scappò al ragazzo biondo…
“Ti hanno davvero sgridato così tanto? Per me sei un genio incompreso. Un piccolo diavoletto… Sono proprio curioso di sapere cosa combinerai la prossima volta.
Bart, sai che ti scrivo perché trovo che tu sia una persona davvero speciale. Non lo farei se fosse stato per un altro ragazzino. Ogni volta che non ti capiscono… pensa alle nostre conversazioni… saprai che c’è almeno una persona al tuo fianco che ti vuole bene.”

La lettera ormai giaceva stretta nelle mani del piccolo ragazzo biondo, caduto addormentato già da un pò.
Se ne stava lì, con un’espressione decisamente serena e il suo pigiama verde, sulle coperte di Krusty il clown, senza sapere che un ombra minacciosa incombeva su di lui.
Un demone dai capelli rossi che lo osservava, abbastanza lontano da non farsi vedere, così abbastanza vicino da riuscire a sfiorarlo.
E in quella notte, per un attimo si ritrovò a vegliare sul ragazzino che tanto odiava, nell’ombra…
Sfiorandogli il capo, disse con voce assuefatta dall’inebriante odore di odio e vendetta.
-Sei mio… Bart Simpson. Non hai scampo… sei mio.-

YOU’RE… MINE.   

Fine secondo capitolo.
 

Angolo dell'Autrice:
Salve ragazzi!!! Che dire?? La storia continua u.u
Ho solo due annunci da farvi:
1) Secondo voi chi è "Mr. R" (Erry)?? Mi sembra semplice ihihi
2) MARYYYYYYY GRAZIE PER LA TUA PAZIENZA!!! Ti voglio beneeee *___*

p.s. RECENSITEEEEEEE CAVOLO U.U
Okkey, basta *respira* alla prossima!!
XXX
By Rea-chan x3

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > I Simpson / Vai alla pagina dell'autore: SanjiReachan