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Autore: Morpheus Wings    11/06/2012    6 recensioni
Dean/Castiel
Dean è una famoso attore hollywoodiano che tutti i giorni fa i conti con una vita che non lo soddisfa. La sua unica consolazione sono i libri di Supernatural, che lo aiutano a tirare avanti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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2.

Nei giorni successivi, preso dall'estasi, bombardò di telefonate il povero manager, spingendolo a trovare maggiori notizie.

Ciò che più gli premeva sapere era sé Castiel avrebbe preso parte al progetto. Se fosse stato scelto come membro del cast, avrebbe potuto finalmente conoscerlo e parlargli... come si dice, prendere due piccioni con una fava. Ma i contatti di Rufus tacevano su questo punto. A quanto pareva, se lo scrittore prendesse parte o meno al progetto, a nessuno... a nessuno tranne che a lui ovviamente! La cosa lo snervava parecchio.

Arrivò il giorno dei provini e lui era più nervoso che mai. Sammy lo aveva già chiamato tre volte, ed erano solo le 11 del mattino. Il fratello capiva quanto fosse importante per lui entrare a far parte della produzione, e sapeva anche quanto fosse agitato, così continuava a chiamarlo per rassicurarlo.

“Dean calmati vedrai che ti sceglieranno!”.

“Come fai ad essere così sicuro? Cos'è prevedi il futuro adesso?”

Sam alzò gli occhi al cielo, era la stessa conversazione che si ripeteva da due settimane ormai.

“Perché tu sai tutto di quei libri, conosci perfettamente i personaggi e sei un bravo attore, perciò saprai sicuramente come fare colpo al provino”.

Ma Dean non era affatto tranquillo.

Arrivato al luogo dell'incontro, la prima cosa che notò fu l'enorme fila di provinanti all'ingresso del padiglione. C'era chiunque quel giorno, e per una volta fu davvero felice di essere un attore famoso, così si sarebbe risparmiato quella fila. Passò per un'entrata secondaria dove trovò ad attenderlo Rufus con in mano un gruppetto di fogli, probabilmente con sopra scritto la parte che avrebbe dovuto imparare, e un sorriso stampato in faccia.

“Ben arrivato ragazzo. Nervoso?” disse con il suo solito tono amichevole, accompagnando alle parole delle pacche sulla spalla. Dean si limitò ad annuire e posò lo sguardo sul copione.

Rufus notò lo sguardo e gli porse i fogli.

“Ok, ti lascio da solo” disse rassegnato, gli indicò la sala dei provini e poi lo informò che lo avrebbe aspettato nell'atrio.

A Dean furono concessi 30 minuti per imparare la sua parte e, per sua somma gioia, si accorse subito che il personaggio a cui era destinato quel dialogo era proprio quello di Jensen. Non poté fare a meno di sorridere. Ma appena realizzò quello che si apprestava a fare, gli venne un attacco di panico, uguale a quello che a volte lo prendeva alla sprovvista di notte. Sentiva i polmoni bruciare, il respiro mancare e la testa girargli. Iperventilazione. Di solito, in queste occasioni, recuperava un libro di Supernatural e si metteva a leggerlo finché non gli passava tutto, ma l'improvvisa scoperta di essere a corto della sua cura, lo agitò di più. Istintivamente chiamò Sam.

“Dean?”

“Sammy, aiutami” disse con un filo di voce, l'unica che aveva trovato.

“Dean che succede?” si allarmò il fratello.

“Non... ri...esco...”

“Sta calmo, Dean. È tutto ok, sei solo agitato! Hai con te il tuo libro?”

“No...”

“Acc... ok... ehm, ti hanno dato il copione?”

“S...sì...”

“Bene, bene. Beh è un pezzo di Supernatural, no? Leggi il copione Dean!”

L'attore sfogliò le pagine con mani tremanti e la voce messa addirittura peggio. Ma Sam aveva ragione, era pur sempre un pezzo tratto da Supernatural, poteva funzionare, doveva funzionare.

Dean incominciò a leggere il pezzo, incitato dal fratello a farlo ad alta voce, così da esercitarsi mentre lo faceva. Non ci mise molto a capire di che parte si trattava e più leggeva, più si sentiva meglio. Dopo circa 10 minuti le mani avevano smesso di tremare, la voce era tornata profonda e baritonale come al solito e, infine, aveva memorizzato almeno il 70% delle battute. Dopo 20 minuti si sentiva più sicuro di sé, con Sam dall'altra parte che lo spronava e rincuorava.

Il tempo trascorse in fretta e, quando una voce chiamò il suo nome, lui ringraziò il fratello velocemente ed entrò nella sala pronto come non lo era mai stato. Quel posto doveva essere suo, punto.

La sala era praticamente vuota, eccetto per il tavolo al centro di essa e con quattro persone sedute al di dietro.

La prima persona a destra era un uomo basso, dai capelli castano-chiaro e occhi verdi, che aveva un sorriso amichevole. Fu il primo a parlare e a sciogliere il ghiaccio con battutine, Dopodiché tornò al suo lecca-lecca.

La seconda, a fianco all'altro, era un uomo dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio, aveva lo sguardo seccato come se ce lo avessero mandato lì a forza, a Dean non piacque quando quello lo squadrò da cima a fondo con sguardo di sufficienza. Già gli stava antipatico lo snob. Per giunta aveva un orribile accento.

La terza invece era una donna dalla lunga chioma rossa. Non gli rivolse molto la parola, ma sembrava prendere nota di ogni suo gesto, o sillaba, o atteggiamento, e poi passare l'informazione al tipo alla sua destra, l'ultimo della fila. Sperava davvero che fossero commenti positivi.

L'ultimo della fila, era un uomo dalla massa di capelli corvini scompigliati e con gli occhi di un celeste che mai avresti pensato di vedere. Di quest'ultimo Dean non riuscì a carpire niente. Perché quell'uomo non faceva niente. Non gli aveva rivolto parola nemmeno una volta, non rispondeva nemmeno alla donna al suo fianco, si limitava ad annuire e a fissare. Proprio così, lo fissava, senza mai distogliere lo sguardo per un solo momento, come se dipendesse tutto da questo. Dean si sentiva agitato sotto la potenza di quello sguardo, sembrava che quell'uomo lo stesse guardando dentro.

Il provino andò relativamente bene, secondo l'opinione di Dean. Lui aveva dato il suo massimo per rendere al meglio il personaggio, e aveva avuto la soddisfazione di vedere l'uomo-che-fissava strabuzzare gli occhi.

Uscito dalla sala chiamò prima Sam, per rassicurarlo che aveva dato il 100% al provino, e poi raggiunse Rufus e, rassicurato anche lui, insieme andarono a bere una birra, ne avevano bisogno.


Due settimane dopo, ricevette la chiamata più importante della sua vita. Rufus lo aveva informato che era stato preso per la parte di Jensen e Dean non poté fare a meno di festeggiare.

Il giorno seguente, sulle riviste di gossip c'erano le immagini del party, lui era tra i vip “beccati” sul posto. Il fotografo lo aveva ripreso mentre beveva l'ennesimo bicchiere di whisky al bancone del bar, davanti a lui le sfortunate bottiglie vuote che gli erano capitate di mano. L'articolo riportava della sua “dipendenza da alcol”, cosa tra l'altro vera. Ma non riuscì ad arrabbiarsi, anche se avrebbe dovuto, non quando era al settimo cielo.

“Pensassero quello che vogliono!” disse ridacchiando e afferrando il suo libro preferito della collana “On the head of a pin” e passò così la sua giornata. Adorava quel libro, si poteva tastare con le mani i dubbi che attanagliavano Misha.


La settimana dopo Rufus e Dean andarono insieme per firmare il fatidico contratto, che avrebbe confermato del tutto l'assunzione dell'attore. Inutile dire quanto fosse eccitato Dean.

All'incontro c'erano i quattro del provino: Gabriel, Balthazar, Anna e Jimmy più il regista, Michael, e lo scenografo Raphael. I produttori, Lilith e Lucifer -a quanto pare usavano pseudonimi- non erano presenti, perché impegnati ad una riunione.

Dean trovò la compagnia davvero affiatata e, in generale, piacevole. Gli unici che non gli stavano a genio erano quel pomposo di Balthazar e quello-che-fissa, ovvero Jimmy; per il resto, era sicuro che si sarebbe trovato bene con loro.

La crew lo informò sullo stato dei lavori. Stando alle informazioni dategli, mancava il suo coprotagonista, colui che avrebbe dovuto interpretare Jared. Quel ruolo era troppo importante per essere eliminato, perciò erano tutti con l'acqua alla gola.

Per tutta la riunione Dean non poté fare a meno di osservare Jimmy. Quello lì non gli aveva tolto gli occhi di dosso per tutto il tempo e, non nonostante lo avesse più volte beccato a fissarlo e gli avesse lanciato uno sguardo di disapprovazione, sembrava non avere la minima decenza nel chiedere scusa o almeno fare finta che stesse osservando qualcos'altro. Per tutto il tempo l'attore dovette mordersi la lingua per non richiamarlo pubblicamente e chiedergli, con poco garbo, che diavolo avesse da guardare.


Il giorno dopo l'incontro, Dean aveva partecipato ad un programma televisivo dove gli avevano fatto una bella intervista, ovviamente una delle domande fu se lui avesse davvero una dipendenza da alcool, l'attore aveva riso come non mai.

Le registrazioni erano andate bene, e Dean lasciò lo studio con un senso di appagamento. Si diresse nel primo ristorante su cui posò lo sguardo, stava morendo di fame.

Il ristorante serviva cibi italiani, il ché era un bene visto che a lui piaceva la cucina italiana. Entrato dentro lo trovò anche molto suggestivo. Alle pareti erano attaccate varie cianfrusaglie che richiamavano i luoghi più suggestivi dell'Italia.

Il cameriere lo accolse con un sorriso e lo portò ad un tavolo in fondo alla sala.

Dean aprì subito il menù non volendo perdere altro tempo, aveva bisogno di essere nutrito. Era intento nella lettura dei contorni quando uno strano formicolio fece capolinea alla sua destra. Si sentiva come osservato. Decise di ignorare la sensazione, in genere era sempre qualche fan che lo aveva notato e non smetteva di osservarlo. Se si fosse girato ad osservare chi fosse, sarebbe stato come un invito ad essere disturbato e lui non voleva essere disturbato, non ora che aveva bisogno di cibo.

Un minuto dopo quella sensazione non era svanita e una presenza si arrestò vicino al suo tavolo.

“Dean Winchester?” chiese una voce bassa e roca, decisamente molto maschile.

Dean alzò la testa dal menù per lanciare uno sguardo truce al suo disturbatore e, possibilmente, mandarlo a quel paese, ma quando si trovò davanti due occhi blu così familiari, decise che non era il caso di essere sgarbato.

“Jimmy!” rispose sorpreso, ora capiva cos'era stata quella strana sensazione che aveva sentito poco prima, con ogni probabilità, era l'uomo che lo stava fissando.

“Posso...?” chiese esitante, indicando con il dito il posto al tavolo dell'attore.

“Ma certo...” rassicurò Dean “sei fortunato non ho ancora ordinato. Cosa ti porta qui?”

“Non abito molto lontano e questo posto mi piace molto. Tu invece?”

“Lavoro. Ero agli studi televisivi”.

“Oh” rispose semplicemente l'altro.

La conversazione cadde lì. Dean tentò di distrarsi da quel momento imbarazzante, leggendo il menù, mentre l'altro continuava ad osservare ogni sua mossa.

Il cameriere tornò pronto a prendere le sue ordinazioni e, in cuor suo, Dean pregò che quel pranzo finisse presto.

“Cosa ti ha spinto a fare i provini per Supernatural?” domandò improvvisamente quello.

“Beh...” Dean non sapeva se essere sincero o meno, in fondo quel tipo non gli piaceva particolarmente, quindi poteva anche tenersi i fatti suoi per sé. Poi però, pensò che l'uomo faceva parte della troupe e non voleva avere già problemi prima di cominciare a girare. Non sul set di Supernatural! “Ho letto i libri e mi sono detto perché non tentare?”

No in realtà mi sono detto devo tentare” pensò tra sé.

“Hai letto i libri? E cosa ne pensi?”

“Beh sono... interessanti. Innovativi nel suo genere.” Dean dovette mordersi la lingua per non cominciare a “fangirleggiare”- come diceva sempre Sammy.

Jimmy inclinò la testa, in un modo molto strano.

“Non ne sembri molto soddisfatto. La lettura non è stata di tuo gradimento?”

“Cosa?!? No, no.” Sbuffò rumorosamente, cosa che fece inclinare di nuovo la testa dell'altro. Non voleva che qualcuno pensasse che i libri di Supernatural non gli piacessero, né tanto meno andassero a dire in giro che lui era il fan numero 1!

Onestamente? Io amo Supernatural” calcò la parola in modo che non desse spazio ad equivoci.

“Davvero? Cosa ci trovi di così speciale da meritare tanta ammirazione?”

Fai sul serio? Amico quella serie è una droga! Ogni volta che esce un libro io sono lì ad attenderlo, quando finisco di leggerlo comincio il conto alla rovescia per quello successivo! Il modo in cui Castiel scrive quelle storie... è semplicemente sublime. I personaggi sembrano così veri, le trame sono così avvincenti e...” si fermò d'un colpo. Stava sproloquiando troppo e in un modo molto imbarazzante. Arrossì all'istante quando notò un mezzo sorriso sul volto del suo commensale.

Che figura...” pensò, maledicendosi mentalmente.

“Castiel deve essere molto orgoglioso di avere fan così entusiasti per i suoi lavori”.

“Non saprei... non c'è modo di contattarlo. Pare che nessuno lo conosca né sappia come rintracciarlo.” rispose avvilito l'attore.

“Come fai a dirlo?”

“Sono anni che cerco di contattarlo, ma nessuna delle mie amicizie è riuscita a fare passi avanti” sospirò arreso.

“Perché vuoi parlarci?”

“Beh... volevo congratularmi con lui per l'ottimo lavoro e poi... beh... ringraziarlo per una cosa...”

“Che cosa?”

Dean arrossi di nuovo.

“Una cosa personale, non posso dirtelo...”

Jimmy inclinò la sua testa per l'ennesima volta, gesto che Dean cominciò a riconoscere come tipico di quando il moro non capiva qualcosa, oppure era incuriosito da qualcosa.

“Credo che la tua attesa finirà presto” decretò all'improvviso.

“Come?”

“Il tuo attendere di rintracciare Castiel, è giunto alla fine. Si dice che prenderà parte alle riprese come consulente, quindi potresti incontrarlo sul set” spiegò quello.

A Dean sembrò di sentir parlare un angelo, perché quelle parole erano così soavi. Lui che poteva incontrare Castiel, doveva essere un sogno!

“Davvero?!?” quasi gli urlò in faccia “E tu coma fai a saperlo? Ho chiesto a chiunque ma nessuno ha saputo rispondermi!”

“I vantaggi di far parte della produzione” si limitò a rispondere.

Il resto del pranzo proseguì con loro due che parlavano di Supernatural.

Dean scoprì che anche a Jimmy piaceva la serie, finalmente aveva trovato un'altra persona con cui parlare della sua passione, oltre a Chuck.

Alla fine della cena, Dean cambiò opinione su Jimmy. In fondo gli piaceva come persona, se non si teneva conto della sua mania di fissare le persone, del fatto che parlasse poco e di come fosse poco incline al riso, avrebbero anche potuto diventare buoni amici, e Dio sa quanto Dean Winchester avesse bisogno di amici.

“Sono contento che ti abbiano scelto per interpretare Jensen” dichiarò il moro all'uscita del ristorante “Sei stato perfetto al provino. Solo tu potevi avere quel ruolo”.

E Dean non poté contare quante volte gli avesse detto grazie nella sua testa.



Rieccomi qua!

Scusate tanto l'assenza, ma questa storia è particolare e ci vuole una particolare concentrazione per portarla avanti.

Finalmente inizia a delinearsi una storia nella mia testa, e sto prendendo confidenza con questi nuovi personaggi -specialmente Dean- che mi risultano un po' complessi nel loro modo di pensare. Perciò spero vi piaccia questa piega degli eventi.

A presto spero...

Mary

   
 
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