Marie’s.
Se
possibile, mi sentivo più agitata di prima. Avrei
conosciuto il Cast del telefilm più in voga del momento,
avrei conosciuto gli
attori che apprezzavo di più e facevo ancora troppa fatica a
crederci.
Ma dovevo
calmarmi.
Insomma, non
volevo certo essere presa come un possibile, futuro e psicotico
problema
vagante in giro per gli Studi. O peggio: come una delle tante Fan in
agguato –
forse più pericolosa. (Non che non lo fossi ma la prima
impressione era
abbastanza importante, no?)
Cercai di
inspirare ed espirare profondamente senza
dare troppo nell’occhio ma Julie – cara, dolce
Julie – intercettò la mia ansia
perché mi prese per mano e la strinse.
Mi rivolse un sorriso che mi sciolse completamente.
Sapevo che potevo stare tranquilla.
Si,
tranquilla come una bambina dal dentista per la
prima volta.
Eravamo
arrivati in sala relax e la mia coscienza di
certo non aiutava ad accettare razionalmente il fatto che seduti su
quel
divanetto ci fossero Nina Dobrev e Paul Wesley che ridevano e
scherzavano.
Non mi avevano ancora visto ma sentivo già le guance
arrossarsi.
“Ragazzi..?”
La voce di Julie era rassicurante, in
effetti era Julie in sé a rappresentare il perfetto emblema
della calma.
Beata
lei!
Scossi
lievemente la testa e cercai di sorridere
quando i due attori ci diedero attenzione; si alzarono entrambi
velocemente –
improvvisamente raggianti ed allegri.
Chissà perché la cosa mi preoccupava…
“E’
lei?” Domandò cauto Paul e io sentì il
viso
bollente, forse era più rosso della camicetta della Dobrev
che – per inciso-
non aveva perso tempo a studiarmi con curiosità.
Bene..
Adesso sono la nuova mascotte del Team. Fantastico.
La vocina
che
avevo in testa non smetteva di fare ironia – segno lampante
di quanto agitata
fossi.
Sentii la
mano di Kevin poggiarsi sulla mia spalla ed
esclamare “Esatto: finalmente abbiamo trovato
l’anello mancante!”
Davvero,
mancava poco che si mettessero tutti a
saltellare battendo le mani – magari lanciando qualche
gridolino estasiato. Ero
in tremendo imbarazzo, cavoli. In quel momento mi sentivo tanto
un’artista
circense al primo spettacolo.
Kevin batté un paio di volte la mano sulla mia spalla
– che cominciava a
risentirne: poteva non sembrare ma quell’uomo possedeva una
gran forza – e
continuò “Per i prossimi mesi dipenderemo dalla
sua penna!”
Sgranai
gli occhi. E quello doveva rassicurarmi !?
Sarei
andata sicuramente in iperventilazione, a causa
di una delle mie crisi di panico, ma non ne ebbi il tempo
perché Nina – grazie
ad un movimento che non riuscii a vedere – mi aveva preso
entrambe le mani tra
le sue stringendole e abbagliandomi con un sorriso assolutamente
magnifico “E’
un piacere conoscerti! Non vedevo l’ora!”
Sorrisi imbarazzata, abbassando lo sguardo ma non potei
evitare di
risollevarlo quando fece “ Io sono Nina!”
Come se
non lo sapessi!
“An..-.”
Mi schiarii la voce “Anastasia.”
Mi
abbracciò. Semplicemente. Con talmente tanto
entusiasmo che mi mancò il respiro.
“Io
Paul.”
Nina,
alla voce del collega, mi lasciò andare senza
tuttavia smettere di sorridere al mio indirizzo. Paul intanto mi stava
tendendo
la mano aspettando – da normale persona qual’era
– che ricambiassi il saluto.
Come da manuale feci la figura della fessa: aprii la bocca, guardandolo
sconcertata.
Lo misi in imbarazzo e, fosse stato un tizio qualunque, mi sarei anche
permessa
di ridacchiare – peccato che non
era un
tizio qualunque. Fece un sorrisetto impacciato e si
portò la mano che non
avevo stretto dietro la nuca.
Non feci
in tempo a balbettare qualche scusa –
rendendomi conto della mia maleducazione- che una risata proruppe nella
stanza.
La mia
reazione fu istantanea. Chiusi la bocca
raddrizzando subito la schiena irrigidita e intanto cercavo di calmare
il cuore
che mi stava sfracellando la gabbia toracica dall’interno.
Oh porca-
“Andiamo
ragazzi!” Sentivo che si stava avvicinando a
noi e questo non aiutava la mia parte controllata e razionale a vincere
la
voglia di non esistere “Cosa, esattamente,
non avete capito del concorso
per fan?” Subito dopo sentii il peso del
suo braccio muscoloso
avvolgermi le spalle, in una presa amichevole ma fin troppo intima per
salvaguardare il mio povero animo.
Mi voltai
verso di lui, credendo che non sarei
riuscita a fare in tempo a vederlo perché sentivo le gambe
molli e
probabilmente sarei svenuta.
Eccolo: Ian Somerhalder, con la faccia ad un centimetro dalla mia che
mi
guardava divertito e presuntuoso.
Inutile dirlo. Andai in fiamme, ancora.
“Allora,
bel visino.” Mi scosse leggermente sfruttando
la presa che aveva sulle mie spalle “Ti hanno sconvolto
così tanto che non
riesci più a parlare?”
E,
nonostante il tono ingenuo che aveva usato, covavo
lo strano presentimento che mi stesse semplicemente prendendo in giro.
Probabilmente era così ma ugualmente non riuscivo ad aprire
bocca. Cosa avrei
dovuto dire? Di quali argomenti potevo parlare, per rompere il giaccio
con
attori di fama internazionale?
Non credevo di potermene uscire con un: Ehi, sai che
– nonostante la
bellezza discutibile dei miei ventiquattro anni-
c’è la tua faccia appesa in
camera mia, in Italia?
“Senti
Smolder, non ti viene il minimo dubbio che
forse anche tu stai facendo la tua bella parte, nello
sconvolgerla?”
Che Julie
Plec sia fatta Santa. Subito.
Ian
ridacchiò – e quelle vibrazioni mandarono in tilt
quel poco di materia grigia che mi era rimasta intatta. Mi
lasciò andare
divertito, mettendosi davanti a me.
Mi sentivo tanto una bambola senza vita, immobile e senza
capacità logico
sintattiche. Lo vidi alzare gli occhi al cielo – e, Wow.
Poi
sbuffò leggermente e “Sono Ian, ovviamente.
Ma lo sai già.”
Cercai di
scuotermi. Non potevo rimanere inerme ancora
a lungo! Scossi la testa e lui alzò un sopracciglio
incuriosito – perché
diamine notavo tutti i suoi movimenti? Così riusciva solo a
farmi andare ancora
di più in cortocircuito e non era valido. Uffa.
“Sono Anastasia. Piacere.” Tesi la mano,
sorridendo imbarazzata.
Che passo
avanti! Kristine sarebbe orgogliosa di te,
ragazza mia.
Parlare
con la propria testa non è mai segno di
benessere mentale ma, in quel caso, se riusciva a tranquillizzarmi non
potevo
che essere grata alla parte psicotica che c’era in me.
Tutto
l’arduo lavoro appena fatto – avevo detto ben
tre parole senza balbettare, diamine – andò in
fumo quando il Signor Sorriso
Abbagliante prese la mia mano e se la portò alla bocca
facendo uno di quei
romanticissimi baciamano.
Il contatto con la barba appena accennata mi fece il solletico alla
mano e il
battere del cuore era talmente indiavolato che faceva male.
Quando si
staccò e tornò in posizione eretta sorrise
diabolico “Scusa, volevo ricreare il primo incontro tra il
tuo personaggio e il
mio per vedere cosa succedeva. Divertente, vero?”
In
effetti quella situazione mi era sembrata uno
strano dejà-vù come qualcosa di già
accaduto prima, solo non mi ero resa conto
che era successo… nella
mia testa.
Dio che confusione! Troppe emozioni tutte in una volta, troppo tutto
in
troppo poco tempo.
“A-
avete già letto..?” Corrugai la fronte confusa,
senza sapere bene come continuare: letto cosa? Una fan fiction?
“Oh,
certo!” Julie parlò nuovamente, con tono allegro
affiancandomi sorridente. “Per la nostra scelta, io e Kevin,
abbiamo consultato
anche le nostre star. Quello che sappiamo noi, sanno loro.”
“Mi
sembra.. giusto.” Mormorai, cercando di
capire tutte quelle informazioni e di crederci .
“Allora
Anastasia!” Nina, con la sua voce squillante
mi riscosse bruscamente dal groviglio di pensieri in cui stavo cadendo
“Prima
di parlare di lavoro, c’è una tradizione da
rispettare!”
La
guardai confusa ma quando domandai “E
cioè?” lo
feci in maniera abbastanza naturale – senza accorgermene mi
stavo già abituando
a stare accanto a quelle che, in effetti, erano persone come me e non
alieni
venuti da chissà dove.
Sorrisi internamente a quel pensiero.
“Beh..”
Ian stava facendo il vago e forse perché
era semplicemente lui a parlare, io arrossii quasi
fosse una reazione
spontanea alla sua voce.
La spiegazione però la continuò Paul –
che non sembrava essersela presa per il
fatto della stretta di mano mancata di poco prima “.. .ogni
volta che si
aggiunge un membro al Cast, tutta la famiglia
và a divertirsi al Marie’s.”
La cara
Dobrev intercettò la mia domanda
“E’ un
locale qui vicino, non troppo chiassoso e con buone
possibilità di non essere
assaliti da fan in momenti inopportuni. Che ne dici?”
Ogni
singola volta che Nina parlava la sua eccitazione
e vivacità non poteva far a meno di trasparire e contagiare
tutti.
Ian, non
ci pensò due secondi prima di appoggiare
l’iniziativa “Così ci racconterai la tua
storia e sarai ufficialmente membro
della squadra. Non puoi dire di no.”
Sorrisi.
Ero dannatamente sollevata di essere stata accettata
così ampiamente e senza riserve, ne ero felice e forse avrei
anche potuto
seppellire dentro il cuore l’ansia che covavo perennemente
dentro di me. “Posso
portare un’amica?”
Speravo
solo che quel buon inizio, si sarebbe potuto
trasformare in un viaggio ancora più bello.
***
Con
cortesia avevo chiesto di recarmi da qualche parte
tranquilla per poter parlare con Kristine e invitarla alla serata.
Senza di lei non avrei retto alla tensione.
Quindi Nina mi accompagnò nel suo camerino. Quella ragazza
era di una
gentilezza quasi ultraterrena e questo la rendeva ancora più
bella e luminosa;
un po’ la invidiavo: io non riuscivo ad essere
così spontanea, il panico mi
coglieva sempre nelle situazioni più banali e mi
condizionava in quelle – come
quella che stavo vivendo- più intense. Era il mio
più grande difetto e lo
odiavo nel profondo.
Inspirai ed espirai forte. La Dobrev mi aveva assicurato che mi avrebbe
aspettato fuori e io l’avevo ringraziata con un sorriso per
avermi lasciato la
privacy necessaria.
Cercai di
non pensare a nulla di troppo oscuro e
complicato, anche se di solito erano principalmente quelli i pensieri e
ornavano la mia mente.
Forse potevo dare la colpa all’aria Americana ma ero stufa
della vecchia me
stessa, quella troppo rigida e pensierosa, quella ansiosa e fifona.
Adesso
volevo solo divertirmi e godermi quella stupenda opportunità.
Quando la
mia migliore amica alzò la cornetta non le
diedi neanche il tempo di parlare che esclamai
“Kris!”
Lei rise
“ Ciao anche a te Anns.”
Mi chiesi
come potesse essere così tranquilla ma
scossi la testa “In questo momento sono nel camerino di Nina
Dobrev e il trio
al completo è fuori dalla porta che mi aspetta.”
Kristine
ridacchiò “Sono felice che tu mi abbia
chiamato perché vuol dire che non sei svenuta dalla troppa
tensione.” Sapevo
che mi stava prendendo in giro e che, probabilmente, in
quell’istante stava
sorridendo in un ghigno malefico “Avresti fatto una
figuraccia al tuo primo
giorno di lavoro, cara.” Concluse, fingendo un tono
professionale.
Alzai gli
occhi al cielo per poi corrugare la fronte
“Come fai a sapere che sono stata accettata?”
“Che
ingenua che sei Annie! L’ho capito quando ho
visto il nome su display del mio telefonino. Però devo
ammetterlo: c’èuna cosa
non ho afferrato molto dall’alto della mia
onniscienza…”
Sospirai,
cosciente che non mi sarei mai abituata al
caratterino di Kristine – ma non mi dispiaceva, le volevo
bene soprattutto per
questo suo modo di essere.. vulcanica e finta-superba.
“E
cosa sarebbe, sentiamo?” Domandai scuotendo la testa,
rassegnata.
“Si
può sapere, razza di idiota che non sei
altro, cosa ci fai al telefono con me quando a pochi metri di
distanza hai a
disposizione quel ben di Dio di Cast televisivo!?”
D’impulso
avevo allontanato il cellulare dall’orecchio
dato che la biondina, dall’altra parte della cornetta, aveva
gridato. Non c’era
che dire: Kris aveva dei polmoni d’acciaio.
Quando riappoggiai l’orecchio al display del telefono la mia
cosiddetta amica
non mi diede il tempo di parlare “Allora, vuoi rispondermi
razza di scema?”
“Dovresti
pagarti un corso di yoga per calmarti, lo
sai vero?” Mi lamentai senza ripianti “Ti ho
chiamato solo per informarti
che questa sera sei impegnata, tutto qui.”
“Impegnata?”
“Sì.
Sei ufficialmente invitata a venire con me e con i
miei nuovi colleghi al Marie’s, per una serata di
divertimento pre-lavoro.”
Silenzio.
La cosa un po’ mi preoccupava. “Sei
svenuta?”
“Non
essere stupida, non sono te.” Sentii un
sospiro “Dammi solo il tempo di incamerare la notizia, santo
cielo!”
Ridacchiai.
“Quando tornerò a casa sarò
completamente
nelle tue mani. Mi farai da Fata Madrina: non ho la più
pallida idea di cosa
indossare.” Sorrisi alla sua risata e continuai
“Inoltre mi serve una spalla..
non credo di poter resistere in un locale notturno, da sola con
quel
ben di Dio di Cast televisivo..”
“Sai
che ti dovrai abituare, non è vero?”
“Sì..”
Inspirai ed espirai profondamente “Ma per
stasera.. per favore.”
“Non
c’è bisogno di chiederlo per favore, non vedo
l’ora di venire!”
C’era
da aspettarselo ma, in ogni caso, mi sentii di
colpo molto più sollevata. Poi mi accesi “E
Puck?”
“Posso
chiedere a Joe… va’ matto per gli animali ed
è talmente
gentile: non credo mi dirà di
no.”
Sorrisi.
Kristine era il mio salvagente.
***
Quando
uscii dal camerino trovai in corridoio solo
Nina ed Ian che stavano parlando, forse di lavoro. Sorrisi al loro
indirizzo ed
annunciai “Per stasera è andata.”
Si
voltarono verso di me e subito l’attrice trillò
“Fantastico!”
Non
sapevo il motivo ma avevo la netta sensazione che
stare con quella ragazza potesse risultarmi più semplice di
quanto avessi mai
immaginato, in fondo era molto simile a Kristine. Per questo
ridacchiare mi
venne naturale “Già. Credo andrai
d’accordo con la mia amica, sai?”
“Nina
va d’accordo con tutte.” Ian sorrise gentile e
io ricambiai, poi lui continuò “Quindi devo
presupporre che questa serata sarà
ricca di sorprese, giusto?”
Nessuno
poté rispondere perché ci fu un Bip
che
fece subito diventare seria l’espressione della Dobrev, che
afferrò il
cercapersone che aveva attaccato alla cintura. “E’
Paul. Abbiamo un’intervista
tra un paio d’ore e devo raggiungerlo alla
macchina.” Mi rivolse un ultimo sorriso
“Devo proprio andare, ci vediamo stasera allora?”
“Certo.”
Ricambiai con serenità e la salutai con un
gesto della mano mentre correva chissà dove.
Mi voltai
verso Ian un po’ in imbarazzo mentre lui
sembrava guardarmi con curiosità. “Per oggi io ho
terminato. Se vuoi ti posso
offrire un passaggio a casa.”
Riflettei
velocemente.
Mi ero completamente scordata di chiedere a Kris a che ora
sarebbe venuta
a prendermi e – nonostante il probabile imbarazzo che avrei
provato- ero decisa
a comportarmi in maniera più naturale possibile.
E poi, nonostante le apparenze, in quell’istante Ian sembrava
il ragazzo più
gentile e alla mano che avessi mai incontrato.
Accennai
un sorriso e “Mi farebbe piacere, grazie.”
TBC
A/N: Eccoci qua :)
Innanzitutto mi scuso per aver lasciato così tanto tempo prima di aggiornare, solo che sono stata sommersa da impegni di tutti i tipo.
Frustrante.
Never mind.. inizia l'estate e con questo molto più relax. E poi le vostre recensioni mi hanno davvero invogliato a scrivere e ne sono contentissima.
Ma passiamo al capitolo,
All'inizio vediamo una Annie completamente passiva e troppo scioccata e con la testa incasinata per poter pensare razionalmente alla strana avventura che sta vivendo.
Non voglio mentire: è così che probabilmente io reagirei ad una simile situazione. Proprio non riuscirei ad essere spavalda a primo impatto.
Nonostante questo, la nostra cara protagonista decide di voler provare ad essere il più naturale possibile.. ci riuscirà?
La serata al Marie's le aprirà gli occhi in qualche modo? Acquisterà fiducia o non potrà evitare di farsi cogliere dal panico?
Tutto da vedere, insomma.
Non so se faccio bene ma vi lascio una frase/spoiler riguardante la fic in generale: questa faccenda dell'ansia, in realtà, nasconde molto dietro.
Anastasia non è ancora uscita allo scoperto del tutto. Diciamo che come autrice io sono parecchio fissata con misteri e segreti ( chi ha letto Custodi, potrà confermare xD) Quindi aspettatevi qualche colpo di scena xD
Sinceramente non vedo l'ora di addentrarmi nella coppia Ian/Annie. Sono davvero scalpitante.
Quindi, a presto!
Baci,
{-Eyes