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Autore: everlily    11/06/2012    6 recensioni
Love does that, Damon. It changes us.
Post 3x22, una quarta stagione alternativa.
Elena è in transizione. Da questo momento, per lei si apre un percorso attraverso i suoi lati oscuri che la porterà a cambiare, forse per sempre, la sua visione della vita e dell'amore.
Dal primo capitolo: "Sempre stretta in quell’abbraccio, qualcosa attirò il suo sguardo oltre la spalla di Stefan. Oltre il vetro di quella stanza asettica (una stanza d’obitorio realizzò, mentre un brivido le correva lungo la schiena), Damon la stava osservando, lo sguardo smarrito, frustrato, infuriato. E subito Elena sentì il suo cuore stringersi dolorosamente. Chiuse gli occhi un secondo, cercando di riprendersi dalla sofferenza che la vista di Damon le aveva procurato. Quando li riaprì, lui era sparito."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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11.
Consuming

Elena giunse in camera di Damon e non lo trovò.

Stava vagando da qualche ora, senza una vera meta, finché non si era ritrovata nei pressi della pensione Salvatore senza neanche sapere bene come esserci arrivata.

Si raggomitolò nel suo letto, ed attese.

***

Damon si alzò dal letto senza fare rumore, Meredith ancora addormentata accanto a lui. Si rimise i pantaloni, si infilò la camicia senza abbottonarla e si diresse in cucina.

La sera prima, Elena lo aveva di nuovo fatto uscire di testa. Dopo la loro discussione, era tornato a casa, aveva afferrato una bottiglia di bourbon e deciso di andare a sdraiarsi sull’asfalto a sfogare la sua frustrazione su qualche ignaro automobilista.

Perché, pensandoci, era davvero da troppo tempo che non uccideva qualcuno (a parte le streghe, si disse, ma arrivò alla conclusione che loro non contavano veramente). In realtà, rifletté, dovute eccezioni a parte, era sempre stato piuttosto un tipo alla bevi-e-rilascia. Non per scrupoli morali, certo. Nel corso degli anni aveva semplicemente imparato che era sempre meglio mantenere un basso profilo. E poi, fare le cose disordinate e lasciare corpi in giro non era davvero il suo stile. Non era un Ripper, lui. Solo che poi, beh, c’erano quelle volte in cui uccidere gli era necessario. Come per togliersi lo sfizio, o grattarsi un fastidioso prurito. E quella, era decisamente una di quelle volte.

Ogni volta che si presenta un ostacolo sulla strada, tu dai di matto.

No, non era esatto. Lui era l’ostacolo sulla strada.

E così sarebbe stato anche quella sera, disteso e dannatamente pronto ad essere l’ostacolo anche sulla strada di qualcun’altro. Era con questi propositi che stava per uscire di casa la sera prima, lui e la sua fedele bottiglia di bourbon, quando Meredith lo aveva chiamato.

“Vuoi del caffè?” – gli chiese Meredith raggiungendolo in cucina, ed iniziando a preparare.

“Sarebbe grandioso” – rispose Damon. “Cos’è questo?” – aggiunse sedendosi sul divano e sfogliando tra la pila di fogli sparsi sul tavolino.

“Quello, Damon, è il motivo per cui ti ho chiamato ieri sera” – rispose Meredith raggiungendolo e porgendogli una tazza di caffè. “Ma non mi hai lasciato il tempo di parlartene.”

Damon sogghignò - “I vampiri hanno i loro istinti, sai.”

“Oh, l’ho notato” – rispose Meredith prendendo un sorso con un leggero sorriso.

“Di che si tratta?” – le domandò Damon osservando più attentamente.

Meredith posò la propria tazza. “Beh, dopo che quel bastardo mi ha …” – fece una pausa ed un’ombra passò sui suoi occhi - “… preso e costretto a dirgli che era stato il tuo sangue a trasformare Elena, ho iniziato a indagare più a fondo su quale potesse essere un modo, uno qualsiasi per metterlo fuori gioco. Ed ho trovato questo.”

“Credi che possa funzionare?” – gli chiese Meredith mentre Damon leggeva attentamente la pagina di un vecchio diario Fell che Meredith gli aveva passato.

“Possiamo sempre provare. Anzi, mi stupisce non averci pensato prima.” – osservò Damon. “Lo sai, Mer” – proseguì, attirandola deciso a sé e solleticandole il profilo del mento con le labbra – “ Sei una ragazza davvero piena di risorse …”

“… lo so.”

***

Tornato alla pensione Salvatore, Damon trovò Elena in camera sua, seduta con le mani in grembo sul bordo del letto.

“Sei venuta a farmi un’altra lezione di morale?” – le domandò Damon girando gli occhi con aria scocciata.

Elena mormorò - “Ho quasi ucciso una persona ieri notte.”

Damon sentì il cuore perdere un battito, e si bloccò di colpo.

Elena si alzò e lo raggiunse, continuando ad evitare il suo sguardo, mentre Damon la osservava con espressione disorientata.

Damon le sfiorò un braccio con un movimento leggero, quasi impercettibile. Elena si ritrasse.

“Mi sono distesa sulla strada.” – Elena proseguì d’un fiato – “La stessa dove tu ed io ci siamo incontrati. Ho aspettato. E’ arrivato questo ragazzo, ed io … l’ho morso. Sapevo che dovevo fermarmi. Ma non l’ho fatto. Ho continuato, finché non è crollato a terra. Credevo fosse morto, l’ho creduto davvero. Poi ho notato che non lo era. A malapena. Gli ho dato il mio sangue, soggiogato e lasciato andare.” Fece una pausa, prima di aggiungere con voce incrinata – “Sono solo stata fortunata.”

“Elena …”

“Potevo fermarmi. Sapevo quando, sapevo come. Tu me lo hai insegnato. Non ho voluto.”

Damon provò ad attirarla verso di sé, ma Elena rifiutò il suo contatto. “No.”

Damon la circondò con le braccia con più decisione, mentre lei tentava di liberarsi della sua presa. La strinse più forte, e lottò contro le sue resistenze fin quando Elena non smise di agitarsi. Le poggiò una mano sulla nuca per tenerla stretta contro il proprio petto, le labbra che sfioravano i suoi capelli.

Restarono così a lungo, finché il respiro di Elena non si fece più calmo.

“Vuoi sapere cosa provo per te, Damon? …” – mormorò Elena alzando il volto verso di lui, gli occhi ardenti dietro la nebbia delle lacrime.

“E’ questo …”

Damon spostò la propria mano sul suo volto, e le passò lentamente il pollice sulla guancia per scacciare una lacrima.

“… e mi divora” – proseguì Elena con voce rotta dal pianto – “ tu … tu mi divori …”

Damon continuava a tenere gli occhi fissi nei suoi, dimenticandosi persino di respirare.

“… perché tu non hai idea, neanche lontanamente di quanto io …”

La voce di Elena si spezzò prima di riuscire a finire la frase. Non sapeva cosa voleva dirgli, improvvisamente non sapeva neanche più perché si trovasse lì. Abbassò lo sguardo, scansò la mano di Damon dal proprio volto, si sciolse dalla sua presa, e lasciò la stanza, incapace di restare accanto a lui un solo secondo di più.

Damon rimase immobile, le parole bloccate in gola, con lo sguardo affranto perso nel vuoto.

***

“Era dannatamente ora, strega” – la apostrofò Damon, prendendo un sorso direttamente dalla bottiglia.

“Non sono al tuo servizio” – replicò Bonnie con tono asciutto - “Cosa vuoi?”

Damon si lasciò andare sul divano, e proseguì in modo laconico - “Klaus ha l’incantesimo, e tu lo aiuterai a farlo. E’ ora di reclamare ufficialmente il mio bonus.”

Bonnie rimase in silenzio, leggermente confusa, mentre il suo sguardo si spostava da Damon ad una seconda bottiglia già vuota sul pavimento. Magari era solo ubriaco. Strinse lo sguardo su di lui, e Damon con un gesto spazientito la invitò a rispondere.

“Sei pazzo, Damon.”

Damon rise. “Sì, beh, così mi hanno detto.”

“Il nostro scopo era quello di fermare Klaus, non aiutarlo” – ribatté decisa Bonnie.

Damon alzò le spalle stizzito. “Troviamo lo stesso un modo per neutralizzarlo. Dopo l’incantesimo. Ci sto già lavorando.” – la scrutò in cerca della sua reazione - “Oh, andiamo, non fare quella faccia. Lo sai tu, lo so io, lo sanno tutti. Non vedevi l’ora di avere l’occasione per farmi fuori. E se ti stai facendo scrupoli, basta che pensi a tutto quello che ti ho fatto e te li fai passare.”

“Ci penso, e, credimi, non è di quello che mi preoccupo. Ma Elena non …”

“Ha quasi ucciso un ragazzo, Bonnie” – Damon posò la bottiglia, si alzò e le si avvicinò. Il suo sguardo era quasi febbrile. “Vuoi sapere perché? Perché era sconvolta, a causa mia. Ha quasi ucciso una persona, a causa mia. E’ di Elena che stiamo parlando. Non posso permetterlo. Tu non puoi permetterlo.”

Bonnie sostenne il suo sguardo, e rimase in silenzio.

Damon si ritrovò a dire qualcosa che non avrebbe mai pensato. “Ti prego.”

“Va bene” – acconsentì infine Bonnie.

Damon fece un gesto con la mano a mo’ di ringraziamento, e proseguì - “Non puoi dirlo a nessuno lo sai questo, vero? Non ad Elena, non a mio fratello.”

“Lo so” – annuì.

“Siamo d’accordo allora”. Damon strinse un attimo le labbra. “Vediamo di dare inizio a questa festa."

   
 
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