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Autore: ValeDowney    12/06/2012    1 recensioni
Primo capitolo di una lunga serie, che vede protagonista Clarice Piton, la figlia di Severus Piton e Lily. In questa serie di storie, Harry Potter é in versione femminile e la giovane Clarice passerà tante meravigliose avventure, insieme ai suoi fedeli amici, nel magico mondo di Hogwards. Prima serie: Clarice Piton e la Pietra Filosofale
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Stette ancora un po’ a guardare l’immagine riflessa dei suoi genitori; poi, senza pensarci, prese il suo Mantello dell’Invisibilità e, dopo esserselo messo addosso, corse verso il dormitorio dei Grifondoro; entrò nel dormitorio dei maschi e, mettendosi di fianco al letto di Ron, gli tolse via la coperta e disse: “Ron, devi venire a vedere ! Ron, devi venire a vedere !”.  Clarice si tolse il Mantello dell’Invisibilità e disse: “Ron ! Ron, avanti, dai alzati !”. Mezzo addormentato, Ron le chiese: “Perché ?”. “C’è una cosa che devi venire a vedere. Dai muoviti !” rispose Clarice. “Ma non dovevi andare nella Sezione Proibita ?” domandò Ron, mentre si metteva addosso una vestaglia. “Ci sono stata nella Sezione Proibita, ma ciò che devo farti vedere, l’ho scoperto nell’intrufolarmi in una stanza che non avevo mai visto. Dai, sbrigati, prima che ci veda qualcuno” rispose Clarice e, lo trascinò giù dal letto.

Poco dopo, i due arrivarono nella stanza e, dopo essersi tolti il Mantello dell’Invisibilità, Clarice portò Ron davanti allo specchio e disse: “Ecco, guarda i miei genitori: mio padre sorride, cosa che, nella realtà, non succede spesso”. “Io vedo solo noi” disse Ron. Clarice lo spostò un po’ più lateralmente e disse: “Guarda meglio. Dai, mettiti qui. Ecco, ora li vedi: quella è mia madr…”. “Sono io ! Però sono…Caposcuola ed ho in mano la Coppa del Quidditch e per la miseriaccia: sono anche il Capitano della squadra ! Sto una favola” disse entusiasta Ron. Clarice guardò meglio lo specchio, ma non vide nulla di ciò che aveva detto Ron; quest’ultimo, poi, chiese: “Clarice, credi che questo specchio mostri il futuro ?”. “ Come può essere: la mia mamma è morta” rispose tristemente Clarice. “E’ davvero molto strano, allora; però, che bello poter essere Capitano della squadra di Quidditch: magari potesse succedere veramente” disse Ron. “E per me, invece, sarebbe bello, vedere sempre sorridere il mio papà” disse Clarice. “La vedo una cosa molto dura: il Professor Piton non sorride quasi mai; ma di tanto in tanto, fa uno dei suoi sorriseti beffardi” disse Ron; poi, domandò: “Toglimi una curiosità, Clarice: come hai fatto a sgattaiolare fuori dai sotterranei, senza che tuo padre ti vedesse ?”. “Ho fatto finta di dormire e, quando lui è uscito, sono andata in camera sua a cercare il Mantello dell’Invisibilità: quando l’ho trovato, me lo sono messa e, poi, il resto lo sai” rispose Clarice, mentre raccoglieva il Mantello dell’Invisibilità. “Cavolo ! Questa volta, il Professor Piton è stato fregato e, per giunta, dalla sua stessa figlia. Questa è una cosa da raccontare a Fred e George” disse Ron. “Ron, ti prego: se lo racconti a quei due, poi, in due minuti, lo saprà già tutta la scuola e la reputazione di mio padre sarà rovinata” disse Clarice. “Ma è una cosa che non succede sempre: quando ricapiterà ancora ?” disse Ron. “Ron, me lo devi promettere, se no ti scordi quel compito per Trasfigurazione” replicò dicendo Clarice. “Va bene, te lo prometto. Oggi, è tutta una promessa” disse Ron. “Perché, quante altre promesse hai già fatto ?” chiese Clarice. “Io…bé…nessun’altra…anzi, no, l’ho fatta a Neville” rispose titubante Ron. “A Neville ? E che cosa ti avrebbe chiesto ?” domandò Clarice, poco convinta. “Se non spifferavo a Fred e George che Oscar, in realtà, non è un maschio, ma una femmina” rispose Ron. Clarice rimase senza parole nel sentire ciò; quindi disse: “Non mi sarei mai immaginata che Oscar, in realtà, fosse una femmina: questa è proprio una sorpresa”. “Già, lo è” disse Ron. “Coraggio, sarà meglio che ti riporti nel dormitorio e, poi, io ritornerò nei sotterranei, prima che a mio padre venga la brillante idea di rientrare prima e venirmi a controllare” disse Clarice e, dopo essersi rimessi il Mantello dell’Invisibilità, ritornarono al dormitorio dei Grifondoro.

Poco dopo, Clarice fece appena in tempo a rimettersi sotto le coperte, che Severus rientrò nelle loro camere: Clarice, quindi, velocemente, nascose il Mantello dell’Invisibilità, sotto le coperte. Severus entrò il camera sua e, vedendola sveglia, le disse: “Mi dispiace, piccola mia, se nell’entrare, ti ho svegliata”. “Non ti preoccupare, papà: mi ero solo svegliata per prendere un bicchiere d’acqua” disse Clarice. Severus si sedette sul letto e, mentre le spostava una ciocca di capelli dalla fronte, Clarice gli chiese: “E’ andata bene, stanotte, l’ispezione ?”. “Non come avrei voluto” rispose Severus. “Perché, che cosa è successo ?” domandò Clarice. “Uno studente era in giro: il Signor Gazza ha trovato una lampada ad olio rotta nella Sezione Proibita della Biblioteca. Stranamente, era proprio il luogo dove tu ed il Signor Weasley dovevate andare” rispose Severus. “Ma io non ci sono andata: sono sempre stata qui, come tu mi avevi detto” disse Clarice. Severus inarcò un sopracciglio; poi, disse: “ Spero solo che nessun studente venga sorpreso nel corridoio del terzo piano e, questo, riguarda anche te ed i tuoi amici, chiaro Clarice ?” disse Severus. “Certo, anche perché non ho affatto voglia di rivedere Fuffy” disse Clarice. Severus sorrise; poi, disse: “Ora dormi, bambina mia, che domani è un giorno speciale”. “Già: finalmente, domani, aprirò il resto dei miei regali” disse Clarice, mettendosi meglio sotto le coperte. Severus si alzò; poi, dopo averle dato un bacio sulla fronte, le disse: “Ti sveglierò io, così, poi, andremo a fare colazione nella Sala Grande”. “Ti voglio bene, papà” disse Clarice. “Anche io ti voglio bene, piccola mia” disse Severus e se ne andò in camera sua. Clarice alzò le coperte e , prendendo il Mantello dell’Invisibilità, gli diede un bacio e disse: “Grazie Mantello dell’Invisibilità: senza di te, non avrei mai potuto vedere la mia mamma” e lo rimise sotto le coperte, per poi addormentarsi. Ma, dall’altra parte della porta, Severus aveva ascoltato ciò che aveva detto la figlia e sorrise.

Il mattino dopo, Clarice era seduta, nella Sala Grande, nel tavolo accanto a quello dei Grifondoro e stava guardando l’enorme camino, mentre Ron era al tavolo dei Grifondoro e stava mangiando insieme ai suoi fratelli: “ Ron, ti piace il tuo ?” chiese Fred; ma Ron, invece di rispondere, voltò lo sguardo verso Clarice, per vederla triste e da sola. “Ron” lo richiamò Fred. “Torno subito” disse Ron, guardandolo; poi si alzò e si mise dietro di lei, domandandole: “Vuoi giocare a scacchi ?”. Senza guardarlo, Clarice rispose: “No”. “Vuoi andare da Hagrid ?” chiese Ron, ma nuovamente Clarice rispose dicendo: “ No”. “Clarice, so cosa stai pensando, ma non farlo: c’è qualcosa che non va in quello specchio. E, poi, hai ancora tuo padre: te e lui siete una famiglia” spiegò Ron; poi, aggiunse domandando: “A proposito, ora dov’è tuo padre ? Non dovevi trascorrere il Natale con lui ?”. “Il nonno Albus lo ha chiamato per un affare urgente e non so quando ritornerà” rispose Clarice. “Bé, nel frattempo, potresti andare nei sotterranei ed aspettarlo e, se vuoi, posso farti compagnia” propose Ron. Clarice voltò lo sguardo verso di lui e disse: “No, ti ringrazio, ma preferisco aspettarlo da sola” e scendendo dalla tavola, si diresse nei sotterranei. Ron la guardò uscire dalla Sala Grande e, poi, ritornò al tavolo dei Grifondoro.

Poco dopo, Severus e Clarice erano nel salotto, ma Clarice non aveva ancora aperto un regalo; quindi Severus preoccupato le chiese, mentre era seduto sul tappeto insieme a lei: “Piccola, cosa c’è che non va ? Perché non apri i tuoi regali ?”. “Non mi va” rispose Clarice. “Come non ti va ?! Ma se fino a ieri sera, eri così eccitata per aprirli” disse stupito Severus; poi, vedendo che la figlia non faceva nulla, aggiunse dicendo: “Su, Clarice, fammi felice: apri almeno un regalo, uno soltanto”. Clarice lo guardò e, per farlo felice, scartò il primo regalo e, al suo interno, trovò un kit per fare le pozioni. “Allora, ti piace ?” domandò Severus. “Papà, ma è bellissimo” disse entusiasta Clarice e lo abbracciò. “Oh, meno male che sono riuscito a farti contenta: chissà che cos’era che ti preoccupava” disse Severus. Clarice si staccò dall’abbraccio e disse: “Oh, niente di che, tranquillo”. “No, perché mi stavo molto preoccupando” disse Severus; poi, aggiunse dicendo: “Dai, adesso apri un altro regalo”. “Ce n’è un altro ?!” disse stupita Clarice. “Ma certo: uno per ogni compleanno che ho perso, bé, più o meno per ogni compleanno che ho perso” disse Severus. “Bé, la Nimbus 2000 è stato il regalo per il mio 11° compleanno ed il kit delle pozioni per il 10°: ora, ne mancano altri nove” disse Clarice e, mentre prendeva un altro regalo, Severus disse: “Per l’esattezza, non ti ho comprato altri 9 regali”. “Papà, stavo scherzando: non ti avrei mai chiesto così tanti regali tutti in una volta” disse ridendo Clarice. Severus sorrise; poi, Clarice aprì il regalo e, al suo interno, vi trovò un mantello: “Che bello un altro mantello !” disse entusiasta, tirandolo fuori. “Sì, ma questo mantello non ti fa diventare invisibile” disse Severus. “Uno mi è più che sufficiente” disse Clarice. “Dai, provalo: vediamo come ti sta” disse Severus. Clarice si alzò in piedi e si mise il mantello; poi, guardando Severus gli chiese: “Allora, come mi sta ?”. Severus si alzò in piedi e rispose dicendo: “Forse, è meglio così” e, dopo averglielo aggiustato meglio, aggiunse dicendo: “Ora, sei bellissima; sai assomigli ancora di più a me”. “Davvero ?! Però, io, a differenza di te, non metto paura agli studenti” disse Clarice. “Bé, perché tu stai dalla loro parte” disse Severus. “E’ davvero molto bello: grazie per questo favoloso regalo. Ti prometto, che lo metterò sempre” disse Clarice. “Quel mantello apparteneva a me, quando frequentavo Hogwarts: indossandolo, spero che ti porti fortuna e coraggio nell’andare avanti” spiegò Severus. “Un motivo in più per tenerlo accuratamente” disse Clarice. “Oh, ora che mi ci fai pensare, ho un altro regalo per te: aspettami qua” disse Severus e si diresse in camera sua, per poi ritornare in salotto con un pacchetto in mano: “Ecco, anche questo è per te” disse Severus e consegnò il pacchetto in mano a Clarice, la quale lo scartò; dopo che ebbe tolto la carta, vide un pacchettino di velluto. Clarice guardò suo padre, il quale disse: “Bé, che cosa aspetti ad aprirlo; su, coraggio”; quindi Clarice rivoltò lo sguardo verso il pacchettino e, dopo averlo aperto, vide al suo interno un medaglione, sopra al quale erano incise le lettere “S.L.”; Clarice lo prese fuori e, dopo aver messo il pacchettino da una parte, disse: “E’ stupendo, papà: questo è il più bel regalo di Natale che potessi ricevere”. Severus andò dietro di lei e le domandò: “Vuoi che te lo metta ?”. “Oh, sì, mi piacerebbe molto” rispose Clarice e diede il medaglione a Severus: Clarice si spostò i capelli e Severus le legò il medaglione intorno al collo. Quando ebbe finito, Severus ritornò di fronte a Clarice e le disse: “E, ora, prova a guardare all’interno”: Clarice, allora, aprì il medaglione e, al suo interno, vi era una foto di suo padre, sua madre e lei piccolissima ed anche questa foto si muoveva. “E’ stata scattata quando avevi due anni: era talmente bella come foto, che tua madre volle tenerla sempre nel suo cuore e, così, le ho fatto questo medaglione” spiegò Severus. Clarice chiuse il medaglione, lo guardò e stupita disse: “Hai fatto questo medaglione ?!”. “Guarda che ero molto bravo: sapevo fare qualsiasi cosa, ma quel medaglione fu una vera sfida; volevo fare veramente qualcosa di speciale per tua madre: qualcosa che avrebbe portato sempre con se; ma, sfortunatamente, così non è successo” spiegò Severus e si sedette sul divano. Clarice si alzò, anche lei, in piedi e si sedette accanto a Severus e gli chiese: “E le iniziali “S.L.”? Scommetto che sono le iniziali del tuo nome e quello di mamma, vero ?”. “Esatto: la “S” sta per Severus; mentre la “L” sta per Lily. Questo medaglione l’ho fatto quando ci siamo fidanzati ed è per questo che, su di esso, non ci sono le tue iniziali” rispose Severus. “Non mi interessa: per me, è importante lo stesso e so che mi proteggerà” disse Clarice. “Piccola mia, rispondimi seriamente: non eri tu che, ieri sera, si trovava nella Sezione Proibita ? Dimmi la verità, piccola mia, perché è molto importante” domandò Severus. Clarice lo guardò; poi, un po’ titubante, gli rispose dicendo: “No, non ero io: te l’ho già detto ieri sera, quando sei rientrato dalla tua ispezione notturna”. “Te lo dico, perché ciò che riguarda Nicholas Flamel, è molto pericoloso e non voglio assolutamente che tu ci metta il naso: come ti ho detto non molto tempo fa, queste sono faccende della scuola” spiegò Severus. “Ma, visto che sono faccende della scuola, allora riguardano anche noi studenti” disse Clarice. “No, è diverso: per faccende che riguardano la scuola, significa che riguardano il Professor Silente e noi professori: nessun altro” spiegò Severus. “Quindi neanche Hagrid, giusto ?” chiese Clarice. “No, nemmeno lui” rispose Severus. “Se Hagrid non centra, allora perché il suo enorme cane a tre teste, si trova su quella botola ? Dopo la partita di Quidditch, Hagrid ci ha detto che, ciò che Fuffy sorveglia, riguarda Nicholas Flamel ed Albus Silente, quindi, sta a sottintendere, che anche Hagrid sia coinvolto nelle faccende della scuola” spiegò Clarice. Ci fu un po’ di silenzio; poi, Severus disse: “Non so da dove tu abbia tirato fuori questa conclusione, ma ti assicuro che chiunque tenti di rubare ciò che il cane sorveglia, non ci riuscirà, perché quella cosa è ben protetta”. “Quale cosa ?” domandò Clarice. “Faccende della scuola. Ed, ora, fila a letto” rispose Severus, alzandosi in piedi. “Ma papà…”iniziò a dire Clarice, ma Severus la fermò, dicendo: “Niente ma, piccola mia: il tuo dovere da studente, è solamente quello di seguire le lezioni e portarmi a casa una bella pagella” e si diresse verso la camera da letto della figlia.  “Papà, non è giusto che noi studenti non dobbiamo sapere niente: forse potremmo aiutarvi” disse Clarice, mentre lo seguiva. “Aiutarvi ?! No, non se ne parla ! E’ troppo pericoloso per voi” disse Severus, mentre tirava via le coperte. “Perché è pericoloso ?” chiese Clarice. Severus si voltò e sospirando le rispose: “Piccola, per favore, per stasera niente più domande e vieni a letto”. Clarice lo accontentò e, dopo aver messo il mantello sulla sedia, andò a letto e, mentre Severus le aggiustava le coperte, Clarice gli disse: “Papà, mi dispiace molto”. “Per cosa, piccola mia ?” domandò Severus. “Per tutto quello che ti è successo: prima la morte della mamma; poi, il nonno Albus che mi porta via da te per farmi andare a vivere con i Dursley e, ora, tutte queste preoccupazioni qui, a scuola. Forse, se io non fossi nata, tutto questo non sarebbe successo” rispose Clarice. “No, non dire così, bambina mia: tu sei stato il regalo più  grande mio e della mamma. Aspettavamo da tanto, per diventare genitori e, quando sei nata, non potevi che renderci più felici, credimi” disse Severus, mentre l’accarezzava sulla testa. “Ma la mamma è morta nel proteggermi, quindi, in un certo senso, è colpa mia” disse Clarice. “Non dire una cosa del genere ! Non è colpa tua se la mamma è morta: la colpa è mia, perché non ero lì a proteggervi” replicò dicendo Severus. “E’ colpa sua, e non tua, se ho questa cicatrice ! Non glielo perdonerò mai, per quello che ci ha fatto” disse Clarice. “Ora non parlare di questo e cerca di dormire” disse Severus e le diede un bacio sulla fronte; poi, dopo essersi alzato in piedi, visto che prima era quasi inginocchiato, aggiunse dicendo: “Se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi” e se ne andò in camera sua.

Clarice spostò le coperte e, alzandosi in piedi, andò davanti alla porta di suo padre e tese un orecchio, per sentire se si era già addormentato oppure no: non sentendo niente, aprì lentamente la porta e, mentre in punta di piedi entrava nella stanza, vide suo padre dormire nel letto. Si avvicinò, quindi, all’armadio e, dopo averlo aperto, ne prese fuori il suo Mantello dell’Invisibilità, visto che l’aveva rimesso lì, così che, se suo padre avesse aperto l’armadio e non avesse trovato il mantello, non avrebbe subito sospettato di lei. Poi, guardò suo padre e disse: “Mi dispiace disubbidirti, papà, ma è solo tramite quello specchio che possa rivedere la mamma” e si mise addosso il Mantello dell’Invisibilità, per poi uscire dalle stanze. Severus, ovviamente, non era un uomo stupido e aveva già sospettato già da prima, dove la figlia se ne sgattaiolava da un paio di sere; quindi, dopo essersi messo il suo mantello, prese la bacchetta magica ed uscì dalle camere ed utilizzando un paio di passaggi segreti, arrivò alla stanza dello specchio, prima di Clarice e si mise seduto sulla scrivania, che vi era contro la parete in fondo. Pochi minuti dopo, la porta si aprì da sola e Severus, per non farsi vedere, si fece ancora di più nell’ombra; la porta si richiuse e comparì Clarice, la quale si tolse il Mantello dell’Invisibilità, per poi andare davanti allo specchio e vedere l’immagine di entrambi i genitori: “Ciao mamma, ciao papà: vi sono mancata ?” chiese Clarice e Lily e Severus nel riflesso annuirono positivamente e sorridendo. “Non vi preoccupate: vi verrò a trovare più spesso” disse Clarice e si sedette per terra, proprio di fronte allo specchio non accorgendosi che, dietro di lei, vi era veramente suo padre, il quale se ne stette in silenzio, ascoltando ciò che diceva la figlia. “Come vorrei che papà sorridesse: non succede quasi mai ed è sempre preoccupato, anche se non so per cosa” disse Clarice. “Ma sono preoccupato per te, piccola mia” disse Severus e si alzò dalla scrivania. Clarice guardò il riflesso dei genitori e, solo adesso, si accorse dei due Severus: “Ehi, non è possibile: un riflesso del mio papà è immobile di fianco a quello della mamma, mentre l’altro sta camminando dietro di loro e, adesso, si è fermato dietro di me” disse Clarice e, voltandosi, aggiunse dicendo: “Ciao, papà”. Severus fece un piccolo sorriso e domandò: “Ciao, Clarice: ti piace venire qui ?” e Clarice annuì con la testa. “Sono contento” disse Severus; poi, aggiunse chiedendo: “ Posso sedermi ?” e Clarice annuì nuovamente con la testa. Severus, allora, si sedette accanto a Clarice e, guardando lo specchio, disse: “Questo specchio è proprio bello: deve avere un sacco di anni come, del resto, tutti gli altri oggetti che ci sono all’interno di questa scuola”. “Lo sai che sei seduto proprio di fronte alla mamma” disse Clarice. “E l’altro mio riflesso come l’ha presa ?” domandò Severus. “Bé, diciamo che ha lo sguardo molto arrabbiato e, adesso, ha anche incrociato le braccia” rispose Clarice. “Ma, non avevi detto che ti sta sorridendo ?” chiese Severus. “Sì, però è da quando sei arrivato tu, che non sorride più; forse, non gli stai simpatico” rispose Clarice. “Non gli sto simpatico ?! Ma se, praticamente, sono lui stesso anzi, lui è me” disse stupito Severus. Ci fu un po’ di silenzio; poi Clarice guardò Severus e disse: “Scusami papà, se ti ho disubbidito”. Severus la guardò a sua volta e disse: “Tu non mi hai disubbidito: non sei andata al corridoio del terzo piano e, per di più, non sei nemmeno andata alla Sezione Proibita”. “No, non ci sono andata” disse fingendo Clarice; poi, continuò dicendo: “Però, ti ho disubbidito, perché dovevo rimanere in camera e non andarmene in giro a quest’ora di notte”. “Ci sono delle regole da rispettare, però…si può sempre fare un’eccezione” disse Severus. “Proprio come quando il nonno Albus mi ha permesso di giocare a Quidditch ?” domandò Clarice. “Sì, anche se non ho mai approvato questa sua scelta” rispose Severus. “Però, mi hai regalato, lo stesso, una scopa e mi hai pure dato il consenso firmato” disse Clarice. “Sì, è vero anche se, ogni volta che giochi, mi viene quasi un infarto” disse Severus. “Ma se ho giocato solamente una volta !” disse stupita Clarice. “Però, mi sto preparando mentalmente per quando giocherai alle altre partite” disse Severus e l’accarezzò sulla testa; poi, entrambi rivoltarono lo sguardo verso lo specchio e Severus chiese: “Dove è finito l’altro mio riflesso ?”. “Se ne è andato” rispose Clarice. “Evidentemente, è geloso di me” disse Severus. “Probabile” disse Clarice; poi, aggiunse domandando: “ Visto che sapevi dove mi trovavo, saprai anche come si chiama questo specchio, vero ? O si chiama semplicemente specchio ?”. Severus la guardò e Clarice lo guardò a sua volta; poi, le rispose dicendo: “ Piccola mia, hai avuto la fortuna di scoprire le dolcezze dello Specchio delle Brame”. “Lo Specchio delle Brame ?! Proprio come quello che c’è nella favola di Biancaneve ?!” disse stupita Clarice guardando Severus il quale, guardandola a sua volta, chiese stupito: “Biancaneve ?! E chi sarebbe questa Biancaneve ?!”. “E’ una bella principessa che, però, viene cacciata dal suo castello dalla sua perfida matrigna la quale, ogni volta, chiede al suo specchio, se è lei la più bella del reame ma, lo specchio, risponde che Biancaneve è sempre più bella di lei; quindi, la sua matrigna, tramite una pozione, si trasforma in una brutta vecchina e le fa mangiare la mela avvelenata. Fortunatamente, arriva il principe azzurro che bacia Biancaneve e, i due, poi, vivono felici e contenti” rispose Clarice. Severus rimase senza parole nel sentire questa spiegazione; quindi Clarice gli domandò: “Papà, tutto bene ?”. “Sì, sto bene; è solo che, sto pensando che queste storie babbane sono proprio strane e non rispecchiano assolutamente il nostro mondo” rispose Severus. “Quindi non ci saranno mai dei lieti fine ?” chiese tristemente Clarice. “Ma certo, piccola, che ci saranno e, credo proprio, che ci sarà anche un principe azzurro per te” rispose Severus, accarezzandola sulla guancia. “Per me ?!” disse stupita Clarice. “Ma certo per te; mica è per me” disse Severus; poi, dopo aver rivoltato lo sguardo verso lo specchio, continuò con la spiegazione: “Comunque, questo specchio non è come quello della regina di Biancaneve, anche se se fa vedere ciò che si desidera di più”. “Ciò che si desidera di più ?!” disse stupita Clarice. “Proprio così. Anche tu, come molti altri prima di te, hai potuto osservare ciò che mostra questo specchio e suppongo che, ormai, tu abbia capito che cosa fa” disse Severus; poi, aggiunse dicendo: “ L’uomo più felice della terra guarderebbe nello specchio e vedrebbe solo se stesso”. “Allora, lui ci mostra quello che vogliamo ? Qualunque cosa vogliamo” disse Clarice. “Sì e no . Ci mostra solo e soltanto, i più profondi e più tormentati desideri del nostro cuore. Ora tu, Clarice, che non hai mai conosciuto la tua mamma e non mi hai mai visto sorridere del tutto, vedi me e la mamma proprio qui, nello specchio, accanto a te. Ma ricordati questo, Clarice: questo specchio non ci da né la conoscenza, né la verità e, a causa di ciò, molti si sono smarriti davanti a lui, perdendo il senno, ed è per questo che domani, secondo ciò che mi ha riferito il Professor Silente, sarà trasferito in una nuova dimora” spiegò Severus. “No ! No ! Non è giusto ! Non voglio che venga trasferito da un’altra parte ! Come farò a vedere la mamma ?! Questo era l’unico modo” replicò dicendo Clarice, alzandosi in piedi e mettendosi accanto al riflesso di Lily. Anche Severus si alzò in piedi e le disse: “Piccola mia, cerca di ragionare: non è tramite uno specchio che vedrai la mamma. Forse non te ne sei ancora resa conto, ma la mamma la vedi in continuazione”. “Non è vero ! Se la vedessi in continuazione, mi sarebbe sempre accanto, proprio come ci sei tu” replicò dicendo Clarice. “Non ti è accanto materialmente, ma con il suo spirito: la mamma è morta proteggendoti e, ora, veglia sempre su di te” spiegò Severus. “Su di noi, volevi dire” lo corresse Clarice. Severus sorrise; poi, dopo che Clarice fu andata accanto a lui, le mise un braccio intorno al collo e disse: “Ora, voglio solo una cosa da te: non provare a cercare questo specchio, perché non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere; però, me lo devi promettere”. “Te lo prometto, papà” disse sospirando Clarice. I due, stettero ancora un po’, davanti allo specchio; poi, ritornarono nelle loro camere. Clarice è riuscita, finalmente, a vedere la sua mamma attraverso lo Specchio delle Brame; ma, ora, le vacanze di Natale stanno per finire e ciò significa per Clarice, Ron ed Hermione, di scoprire chi è Nicholas Flamel e che cosa, soprattutto, custodisce Fuffy.

  
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