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Autore: _Eleuthera_    12/06/2012    6 recensioni
"Seduta lì da sola, non sperava minimamente in quel sorriso."
Ci sono cose che non si devono neanche pensare.
Logan e Rogue lo sanno bene.
[Logan/Marie] [462 parole]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“Non spero mai
di sfiorare il cielo con un dito”

Saffo




 
Il sangue scorreva nelle sue vene con il rumore dei sogni che si scambiano nella notte.
Si aggiustò il quanto sul gomito, tentando di concentrare tutta la sua attenzione sulle pieghe del tessuto. Le tirò una ad una, meticolosamente, mordicchiandosi le labbra.
Eppure si sentiva tutt’altro che protetta.
La voce di Logan scavò nella sua mente ancora una volta e ancora una volta Rogue alzò lo sguardo, inseguendo quel suono.
Era poco più lontano, parlava con Jean. Tutto di lui sorrideva: un modo di mostrarsi che Rogue non vedeva quasi mai.
Ogni tanto, certo, sorrideva anche a lei. Ma con Jean gli brillavano gli occhi, si intuiva un qualcosa sotto la pelle, un fuoco, un sorriso di luce.
Rogue lo capiva, e si mordeva le labbra.
D’altronde che pretendeva, lei? Un sorriso di Logan era sufficiente.
Doveva esserlo.
Ma Rogue avrebbe voluto gettare via quei guanti e toccarlo e baciarlo e sentirlo sotto la pelle, e avere tutti quei sorrisi che erano di Jean e che lei non avrebbe avuto mai, mai, mai, avrebbe voluto scoprire che la guardava negli occhi e che vedeva una donna bella, una donna che amava, una donna.
Ma Rogue sapeva bene cos’erano i sogni e cosa la realtà.
Il cuoio dei guanti tirava sulla pelle.
Seduta lì da sola, non sperava minimamente in quel sorriso.
Avrebbe voluto.
Ma non poteva.
 
 
 
Sentiva un altro sguardo sfiorargli la pelle, mentre parlava con Jean e osservava il suo sorriso e il fascino delle ciglia scure.
Lentamente lasciò scivolare gli occhi verso quello sguardo che, rapido, si era già nascosto.
Rogue era seduta da sola, poco lontano, le guance arrossate e le labbra strette.
L’immagine di quelle labbra intoccabili gli attraversò la mente, la bucò, raggiunse il suo cuore e lo fermò.
Logan abbassò lo sguardo, liberandosene, cercando quello più rassicurante di Jean, quello più adulto, quel sorriso consapevole.
Ma Logan li sentiva ancora, gli occhi sulle proprie spalle.
Uno sguardo morbido, lento ed esitante, una carezza trasparente.
Gli si attorcigliò lo stomaco.
Anche se era sbagliato, tremendamente sbagliato, gli sarebbe piaciuto che Rogue continuasse a sfiorare la sua schiena con gli occhi imbarazzati.
Anche se era sbagliato, sentire addosso la sua pelle mortale era un pensiero che esplodeva spesso, all’improvviso, sorprendendolo e gelandolo.
Anche se parlarle e vederla così dolce e imbarazzata e felice gli piaceva.
Ma dare retta alla cotta di una ragazzina non era da lui.
Non era il contatto micidiale che temeva. Forse, solamente non amava rischiare di ferirsi non il corpo, ma il cuore.
Non possedeva nessun gene mutante che lo facesse guarire lì dentro.
Sapeva che avrebbe potuto avere quello sguardo, che forse sarebbe anche stato felice, forse sereno, per la prima volta, forse.
Sapeva che avrebbe potuto sperarci.
Avrebbe potuto.
Ma non voleva.















--
Queste parole sono nel mio computer da anni, ma per qualche motivo non avevo mai permesso loro di uscire.
Le ho ritrovate, e ho deciso che era arrivato il momento di lasciarle andare.

Se vi sono piaciute, lasciate un commento: mi renderete felice.
   
 
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