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Autore: ___MoonLight    12/06/2012    5 recensioni
Dal Capitolo 2: [...] sentì un fragore di vetri infranti. Si voltò interdetta, già pronta a scagliare la lama, ma vide il sicario barcollare in avanti, un fiotto di sangue che gli colava lungo il collo.
Natasha lanciò uno sguardo fulmineo al vetro della finestra con un foro e un reticolo di crepe che lo circondava. Sulla parete opposta era infissa una freccia grondante di sangue.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologue
-
Hotter

 

 
 
Il caldo soporifero di Buenos Aires entrava soffocante dalla finestra affacciata sul caos della città; Clint si chiese perché avesse anche solo pensato di farsi una doccia con tutta quell’umidità: aveva l’impressione di inghiottire acqua ad ogni respiro.
L’agente si accasciò letteralmente sul letto, liberandosi anche dell’asciugamano e prendendo grandi boccate d’a... acqua. Stava per invocare un boccaglio.
Il soffitto pieno di venature di muffa era quasi interessante, tanto che rimase a fissarlo inerte per quasi un minuto prima di chiudere esausto gli occhi.
Il ronzio penetrante di una zanzara gli risuonò in un orecchio; con un gesto stanco della mano cercò di scacciarla, ma quella tornò ancora più decisa a non lasciarlo riposare.
Clint sbuffò: odiava quella città. Odiava la folla che rendeva più difficile individuare i suoi obbiettivi, odiava quel dannato caldo spossante e appiccicoso, odiava il cibo iperpiccante che lo obbligava a bere ancora e... odiava quelle fottute zanzare! Il rumore della sua mano contro il muro fu un suono celestiale.
 
“Presa.” un ghigno un po’ sadico si dipinse sul suo volto mentre si godeva il momento interrotto puntualmente dal trillo del suo palmare.
 
Con un’espressione a dir poco stravolta scollò la mano dal muro, strofinandola senza ritegno sul lenzuolo per poi trascinarsi fino alla tasca della sua divisa abbandonata per terra. Alla sola vista della divisa nera si sentì soffocare.
Fissò imbambolato lo schermo, pregando un qualunque Dio che Fury lo spedisse in Canada. Tra gli orsi. Disperso in mezzo al ghiaccio.
 
Si riscosse dal suo sogno di freddo e rispose con la sua solita professionalità:
 
-Agente Barton.-
 
-Già stanco, Hawkeye?-
 
“Bastardo.”
 
-Riposato e fresco come una rosa, signore.- mentì spudoratamente, facendosi aria con la mano.
 
-Immagino... meglio così, sarai pronto per la tua nuova missione.-
 
Clint alzò gli occhi al cielo: finalmente via di lì. Non poteva crederci...
 
-Per inciso: ottimo lavoro a Buenos Aires.-
 
-Grazie, signore. Almeno la sauna è servita a qualcosa.-
 
 Ci fu un silenzio inquietante dall’alto capo del telefono.
Infatti, non poteva crederci.
 
-La tua presenza è richiesta a Delhi. Parti con il primo volo: abbiamo una missione interessante per te.- chiuse la comunicazione.
 
Una serie di dati incominciò a scorrere sul palmare davanti ai suoi occhi assonnati mentre con un gesto di resa raccattò i vestiti ed inziò a rivestirsi, lentamente.
Imballò la sua attrezzatura e gettò il resto delle sue cose nella valigia che chiuse velocemente, esasperato. In dieci minuti era già fuori l’appartamento.
Controllò di nuovo il palmare, corrucciato, ma il suo volto si distese man mano che leggeva.
Qualcuno lo urtò mentre passava e captò un brandello del suo discorso con una ragazza:
 
-... y que calor, señorita!-
 
Sogghignò appena.
 
“Esattamente.”
 
 

***

 
 
Una folata di vento gelido si insinuò sotto al cappotto facendola rabbrividire.
Natasha si tirò su il colletto di pelliccia apparentemente inutile contro quel freddo atroce. Amava Mosca, ma sapeva diventare detestabile.
Continuò a camminare intirizzita tra le strade appena spalate della città, dove la neve continuava a posarsi inesorabile ricoprendole a poco a poco.
La sagoma del Cremlino si stagliava sopra i tetti bianchi delle case, nel cielo plumbeo.
Il ticchettio regolare dei tacchi sull’asfalto ghiacciato era l’unico suono per le strade deserte: nessun altro aveva osato avventurarsi all’esterno, e forse a ben ragione, ma non era riuscita a privarsi di una passeggiata per la sua città natale una volta conclusa la missione.
Era esattamente come la ricordava: grigia, fredda ed intrisa di ricordi, troppi ricordi...
In verità voleva andarsene al più presto.
Per una volta i suoi desideri furono esauditi all’istante: il cellullare vibrò nella sua tasca, discreto come sempre.
 
-Agente Romanov.-
 
-Vi ricevo.- rispose più glaciale del solito, muovendo appena le labbra. Si fermò in un vicolo, riparandosi dal vento tagliente.
 
-C’è un nuovo incarico. Prendi il primo aereo per Delhi. Tutti i dettagli ti sono già stati inviati.
Buon lavoro.-
 
Natasha capì che si riferiva anche alla missione appena conclusasi a Mosca e sorrise appena, soddisfatta.
Fissò un’ultima volta il cielo grigio della sua città e si avviò a passi rapidi all’aeroporto.

 
 
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Note delle Autrici:

Iron Man non ci bastava... anche qui volevamo rompere un po' le palle XD Non spoileriamo nulla per ora, ma è evidente ciò che succederà... per la vostra gioia, speriamo. Ci sembra di aver mantenuto i personaggi IC ma se vedete qualche OOC battete un colpo *e vennero fucilate*
Grazie a chiunque leggerà/recensirà.

Sunset In The Darkness aka Light&MoonRay

P.S.: Ci trovate 
qui: _Lightning_ e qui: MoonRay
   
 
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