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Autore: Aquarius no Lilith    12/06/2012    1 recensioni
Mi chiamo Ayumi e sono una piratessa. Faccio parte della ciurma di Barbabianca e ho il potere di usare indistintamente tutti gli elementi. Sono cresciuta su un’isola con mia madre che in passato era stata un membro della Marina che poi aveva lasciato, per sposare mio padre, che era un pirata. Lui non so chi sia dato che non l’ho mai incontrato e mia madre non mi ha mai detto il suo nome. In poche parole ho vissuto un’infanzia tranquilla fino a quando, all’età di dieci anni, ho mangiato un frutto del diavolo che mi ha permesso di usare sia l’acqua, il fuoco, il vento e la terra. Da quel momento mi sono sempre allenata per sviluppare delle tecniche molto forti per fare in modo che nessuno dovesse difendermi. Però, poco tempo dopo che mangiai il frutto del diavolo, la mia vita cambiò radicalmente con l’arrivo di una persona inaspettata, cioè Barbabianca.
( Storia sospesa a causa della mancanza d'ispirazione, ma prometto che mi ci rimetterò sopra al più presto)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La lettera cominciava così:
Cara Ayumi,
questa lettera ti giungerà certamente prima del tuo diciottesimo compleanno e per questo motivo ti faccio i miei più sentiti auguri, anche se in anticipo.
Avrei voluto essere lì con te a festeggiare questa importante tappa della tua vita, ma poiché in questo periodo le isole qui vicino cominciano a pullulare di pirati, ho deciso di restare qui nascosta, al sicuro.
Ti voglio anche comunicare la decisione che ho preso dopo una lunghissima riflessione: la prossima volta che ci rivedremo ti dirò chi era il tuo vero padre.
So che per te può sembrare assurdo e superfluo, poiché consideri Barbabianca tuo padre, però penso sia meglio raccontarti ciò che accadde tra me e lui senza omettere cose che fino ad ora ti ho taciuto.
Cambiando argomento, spero che tu ti sia finalmente riappacificata con Ace, che ho avuto modo di incontrare l'ultima volta che la tua ciurma è stata qui e che mi è sembrato un ragazzo veramente gentile e simpatico.
Inoltre voglio dirti che sono sempre più orgogliosa di te, perché già alla tua età ti sei fatta un nome tra i pirati e, la tua taglia sta salendo sempre di più.
Parlando di me invece, posso dirti di stare meglio, anche se ho sempre dei fortissimi mal di testa.
Ora ti devo lasciare però e salutami Shiori che non ho avuto modo di salutare l'ultima volta che l'ho vista.
Ti mando un grandissimo abbraccio e un bacio sperando di rivederti al più presto, tua madre Kaori.
Come finii di leggere quella lettera, cercai di ordinare i miei pensieri che passavano da un argomento all'altro, senza una coerenza logica.
Il fatto che mia madre annunciasse nella sua lettera che al nostro prossimo incontro mi avrebbe parlato del mio vero padre, mi aveva veramente sconvolto.
Era, infatti, per me sorprendente quella notizia perché mia madre evitava sempre quell'argomento e se ne parlava sui suoi occhi appariva un enorme velo di tristezza. Mentre pensavo a questo, volsi il mio sguardo verso le stelle del cielo che quella sera sembravano più luminose del solito e mi ritornarono alla mente le sere in cui guardavo quelle stelle con mia madre sulla nostra isola, quando la mia vita scorreva ancora in tutta tranquillità.
Non so per quanto rimasi così, ma a un certo punto sentendomi posare una mano sulla spalla destra mi girai e vidi il babbo dietro di me.
<< Ayumi, non sei proprio cambiata.
Sempre a guardare le stelle >>, disse lui sorridendomi.
<< Lo sai d'altronde, che le stelle sono sempre state una mia grande passione >>.
<< Ti devo ringraziare babbo, per il grande onore che mi hai fatto nominandomi vice-comandante della seconda flotta >>.
<< Ayumi, non mi devi ringraziare perché sei molto forte e, a mio parere, adatta a ricoprire quella carica >>.
<< Grazie allora babbo, per la grande fiducia che hai in me>>, dissi io sorridendogli.
Il babbo fece per chiedermi qualcosa, ma sentimmo dei passi sul ponte e volgendo entrambi lo sguardo verso le scale che portavano in coperta, vedemmo Ace che stava arrivando.
Lui allora si arrestò e fece per parlare, ma il babbo lo precedette, dicendo: << Ora vi lascio soli e vi auguro una buona serata >>.
Come disse queste parole, scese in coperta, lasciando così da soli me ed Ace.
<< Ayumi c'è qualcosa che non va?
Sei strana... >>, esordì lui.
<< Nulla di serio Ace, stai tranquillo >>, dissi io.
E Ace guardandomi però con uno sguardo preoccupato, disse: << Ayumi, ti conosco ormai da molto tempo e quindi riesco a capire quando sei turbata o no.
Se non vuoi parlarne con me però, non ti costringerò a farlo >>.
<< Nella sua lettera mia madre ha scritto che mi dirà chi è il mio vero padre, quando ci rivedremo.
Questa cosa però mi ha lasciato senza parole... >>.
<< Probabilmente te lo vuole dire solo ora, perché prima ti considerava troppo piccola per parlarne >>.
<< Io sinceramente però, non sono interessata a questa notizia, perché ormai considero Barbabianca mio padre >>.
Finì così la nostra conversazione, poi Ace, però mi si avvicinò e mi strinse a sé. Rimanemmo così per quello che mi sembrò un tempo lunghissimo a osservare le stelle abbracciati, però come cominciai a sentire un certo chiasso proveniente da sotto coperta, mi staccai da Ace.
Ero imbarazzatissima già al solo pensiero che qualcuno mi vedesse mentre lo baciavo, figuriamoci farmi vedere dalla mia intera ciurma abbracciata a lui...
I pirati come videro chi c'era sul ponte mi si avvicinarono e cominciarono a parlare tutti insieme.
Solo dopo un po' riuscii poi a liberarmi di loro e a scendere in coperta con Ace, che mentre ero assediata da tutti quei nostri compagni pirati, era rimasto a guardare in disparte.
Come arrivammo davanti alla mia cabina, ci demmo il bacio della buona notte ed io dopo essere entrata dentro ed aver chiuso la porta, mi accinsi a cambiarmi.
Indossai così una vestaglia da notte corta di colore blu e sciolsi i miei capelli.
Poiché ero molto stanca, mi misi subito a letto, ma nonostante ciò la mia grandissima felicità per la mia riappacificazione con Ace e la sensazione di essere di nuovo a casa, me lo impedivano.
Finalmente, poi dopo non so quanto tempo, mi addormentai.
Mi svegliai il mattino dopo molto presto verso le sette e trenta, come era mia consuetudine.
Per prima cosa andai in bagno a lavarmi e poi mi vestii con le stesse cose del giorno prima, cambiando solo la maglia senza maniche con una con le mezze maniche a rete, perché faceva più freddo rispetto al giorno prima.
Poiché poi non sapevo cosa fare, andai a fare una camminata sul ponte e vidi che nella direzione in cui stavamo andando, c'era una nebbia fittissima che impediva di vedere qualsiasi cosa.
Allora tornai nella mia cabina, dove presi da uno degli scaffali il mio diario di viaggio, in cui erano annotati tutti i miei giorni passati lontani dalla Moby Dick.
Quasi per volere del destino accadde che, la pagina su cui mi accingevo a scrivere fosse l'ultima del diario e questa cosa la interpretai come l'inizio di un nuovo periodo della mia vita.
Finito di scrivere poi ciò che era accaduto il giorno prima, tornai a leggere le prime pagine che partivano dalla mia prima missione svolta per il babbo, avendo così un lunghissimo flash-back.
Mentre pensavo a queste cose, sentii bussare e allora, dopo aver chiuso il diario, dissi:
<< Avanti! >>.
Entrò dunque Ace, che mi sorrise molto dolcemente e, disse: << Buon giorno, Ayumi >>.
<< Buongiorno a te, Ace >>, dissi io ricambiando il sorriso.
Dopo esserci dati il bacio del buongiorno poi, ci avviammo verso la mensa per la colazione.
Qui per prima cosa ci fermammo davanti al babbo e gli dicemmo entrambi:
<< Buongiorno, babbo >>.
Il babbo ci guardò con uno sguardo interrogativo, come se ci fosse qualcosa che gli sfuggisse, che durò però solo per qualche attimo e poi, sorridendoci, disse:
<< Buongiorno a voi, figlioli >>.
Ci sedemmo dunque al tavolo dei comandanti, dove c'erano già Shiori, Vista e Jews.
Io mi misi alla destra di Shiori e di fronte ad Ace, che aveva alla sua destra Vista e alla sua sinistra Jews.
La colazione fu molto allegra per tutta la sua durata e fu vivacizzata poi, anche dall'arrivo di Marco e di Satch.
Dopo un po' guardando verso il babbo, vidi che stava parlando con un ragazzino che non conoscevo e che appena ebbe finito di parlare, se ne andò.
Allora il babbo si alzò in piedi e dopo che il più totale silenzio scese nella sala, disse: << Vi annuncio figli miei, che questa notte o al più tardi domani mattina presto, giungeremo all'isola di Dust, dove ci fermeremo per un po' di tempo >>.
Questa notizia fece molto felici tutti noi, che così riprendemmo a fare colazione, facendo ancora più baccano.
Passai poi il resto della giornata a parlare con gli altri comandanti, che volevano conoscermi meglio.
Quando poi era quasi ora di cena ed eravamo tutti sul ponte, sentimmo gridare dalla cima dell'albero maestro: << Terra! Terra! >>.
Sapemmo così che nonostante l'enorme quantità di nebbia che copriva tutto il paesaggio circostante, eravamo vicino all'isola e dunque cominciammo ad avanzare con calma, per evitare di scontrarci con eventuali scogli.
Per l'ora di cena poi, ci fu annunciato che era stata gettata l'ancora e che avremmo potuto sbarcare il giorno dopo.        
 

Nota dell'autrice: mi scuso per il ritardo nel pubblicare, ma ho avuto qualche problema a causa della scuola e dell'ispirazione mancante. Ringrazio  Kira_Iris  per aver messo la mia storia tra le preferite; black dalia, elleforever4 e Jilliana per averla messa tra le seguite. 
  
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