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Autore: lil_eveline    12/06/2012    4 recensioni
Quando furono abbastanza vicini, l’essere si girò verso di loro, mostrando un viso appena abbozzato. La forma, ovale, era già perfetta, ma entro quei confini così ben definiti la pelle si muoveva creando bozzi e fessure in posti casuali, come a voler provare varie alternative prima di decidere quale fosse il punto giusto per il naso. Non aveva ancora occhi, eppure aveva voltato verso di loro, quasi per guardarli, quell’ammasso informe che voleva assomigliare ad un viso.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Poche ore dopo il loro addio, Severus era stato costretto a ritornare nella camera della creatura, per assistere, insieme a tutto il resto del corpo docente, alla sua uccisione. Non ne avevano parlato apertamente, ma nessuno di loro aveva dubbi sul fatto che dovesse essere Albus Silente a farlo. Tutto ruotava intorno alle decisioni del preside: era stato lui a convocarli, il giorno prima, per informarli del fatto che bisognava eliminarla al più presto, lui che aveva stabilito la data, lui che aveva approfittato di una gita ad Hogsmeade per poter agire senza che gli alunni potessero vederli, lui che, a passo svelto, li aveva guidati per i corridoi della scuola, fino ai sotterranei. Gli altri avevano seguito, ed eseguito, le sue scelte. Soltanto Severus aveva provato a ribellarsi, senza però ottenere risultati. E dunque era giusto, secondo tutti i professori, che fosse lui ad affrontare la sua paura e a distruggere quell’essere. Tutti avevano provato ad avvicinarsi a lei almeno una volta, quindi ognuno di loro sapeva che la persona incaricata di ucciderla avrebbe dovuto puntare la bacchetta contro una persona amata e vederla morire di nuovo.
Nella piccola camera, illuminata solo dalle torce, c’era una ragazza che nessuno di loro, a parte il preside, aveva mai visto. Era bruna, mingherlina, così smunta da sembrar malata. Non c’era traccia di colore sulle sue guancie, occhiaie nere le cerchiavano gli occhi azzurri, e le labbra sottili erano così pallide da non distinguersi dal resto del volto. I lineamenti ricordavano quelli di Silente, e Severus dedusse che dovesse trattarsi di una parente. Una parente morta, sottolineò la sua mente. Indossava ancora la vecchia tunica di Severus, anche se a quella persona andava molto più larga che a Lily. Di fronte a lei, a testa alta, c’era solo il preside. Qualcuno, più curioso, si nascondeva dietro la sua figura imponente; altri non avevano il coraggio di guardarla, e rivolgevano il loro sguardo ovunque eccetto che verso di lei. Severus si era seduto per terra in un angolo, con le ginocchia al petto, le braccia incrociate e la testa poggiata sui polsi. Era deciso a non perdersi nemmeno un istante del dolore di Silente e teneva lo sguardo fisso su di lui. Se si fosse guardato intorno, si sarebbe accorto di quanto ridicoli e patetici potessero apparire i professori di Hogwarts in quel frangente. Un paio di loro piangeva apertamente, altri camminavano nervosamente per la stanza; Minerva continuava a tenere una mano sulle labbra, nel tentativo di mostrarsi impassibile, Sibilla si nascondeva dietro le spalle di ogni persona le capitasse a tiro e saltava di schiena in schiena, Ruf era del tutto disinteressato alla faccenda e volava con noncuranza sopra le loro teste.
Per un istante Severus fu tentato di proporre il professore di Difesa per quel compito ingrato, ma cambiò subito idea; per quanto la sua incompetenza potesse portare a risultati disastrosi, con conseguente umiliazione davanti a tutti i colleghi, vedere Silente costretto ad uccidere quella ragazza appagava almeno in parte la rabbia cieca e folle che stava provando.
La creatura non sembrava particolarmente spaventata, ma faceva di tutto per rendere il compito del preside più duro e doloroso possibile. Severus se n’era accorto da tanti, piccoli segnali: gli angoli delle labbra, ad esempio, erano tenuti forzatamente verso il basso, come a voler esprimere tristezza, gli occhi erano pieni di lacrime e, Merlino, quello era lo sguardo implorante più pietoso che avesse mai visto! Severus sapeva che la mimica facciale era forzata ed artificiale, dal momento che quella creatura non riusciva ad esprimersi in linguaggi diversi da quello verbale. Anche Silente avrebbe potuto accorgersene, se non fosse stato tanto coinvolto emotivamente da non riuscire più a ragionare in maniera lucida.
- Sei stato tu, lo sai. E ora stai per farlo di nuovo.- gli disse la ragazza.
Il preside alzò la bacchetta e gliela puntò contro.
- Riddikulus!-
Un raggio di luce uscì dalla bacchetta dell’anziano mago e colpì la ragazza in pieno petto. L’effetto sulla sua figura fu devastante, ma non mortale. I denti le diventarono spaventosamente grandi, gli occhi si allargarono e quasi le uscirono dalle orbite, il vestito che indossava si trasformò in quello di una pastorella e i capelli divennero trecce semoventi. A quella vista, Sibilla Cooman saltò dallo spavento e pestò involontariamente un piede al professore di Difesa, il quale, a sua volta, urlò e saltò dal dolore. Il panico si diffuse in pochi istanti. Essendo tutti intenti a guardare altrove, nessuno si era accorto di cosa fosse successo, e vedere due colleghi urlare in quel modo li confuse e spaventò molto più di quanto non fosse accettabile per dei docenti.
La creatura, intanto, aveva ripreso le sembianze della ragazza. Severus aveva distolto lo sguardo soltanto un istante, cercando di capire cosa fosse successo da spaventare in quel modo tutti i suoi colleghi. Quando i suoi occhi si posarono nuovamente sulla ragazza, la vide allargare le labbra in quello che sembrava a tutti gli effetti un sorriso. E poi una specie di singhiozzo le scosse le spalle. Il mago, istintivamente, l’aveva capito subito, ma la sua mente si rifiutava di credere che la ragazza stesse davvero ridendo. Invece era proprio una risata quella che quel panico immotivato le stava causando. Una risata vera, spontanea, umana.
- Avada kedavra!-
Un lampo di luce verde illuminò la stanza. Lei si era voltata verso Severus, orgogliosa di potergli mostrare i suoi progressi. Non era preparata alla morte. Non la stava fronteggiando o aspettando, come quando, pochi istanti prima, guardava Silente con gli occhi colmi di lacrime. Era felice, e voleva dimostrare a Severus, unica persona alla quale la cosa potesse interessare, che ce l’aveva fatta. Era riuscita ad imparare a sorridere prima di morire.
Ma ebbe soltanto il tempo di uno sguardo complice. Col volto magro ancora illuminato dal sorriso, esplose in una nuvola luminosa. Una leggera rugiada dorata ricoprì tutti i presenti.


 
E così, siamo arrivati alla fine. Fa uno strano effetto, dopo più di un mese, selezionare la casella “completa” e concludere la storia. Non l’ho fatto per tutti gli altri capitoli, ma ora che la storia è terminata e potete avere una visione d’insieme, vi chiedo di lasciare un commento. Non per soddisfare il mio ego -cioè, insomma, anche- ma per arginare quel fiume di domande che, da brava persona insicura, continuo a pormi pure a storia conclusa. Sarò stata abbastanza brava? Originale? Coinvolgente? Credibile? E i personaggi, quei bei personaggi della Rowling, non li avrò strapazzati un po’ troppo? Io ho scritto la storia, ma le risposte ai miei dubbi le avete solo voi. 
Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno seguita e hanno commentato, le persone che hanno aggiunto la storia ai preferiti e quelle che sono passate e hanno apprezzato, pur senza lasciare un segno (e che, magari, potrebbero decidere di farlo ora, chissà…). Perdonatemi se, a volte, non ho risposto ai vostri commenti; la voglia di parlare di questa storia e della sua trama era talmente tanta che mi sono trattenuta a stento dallo spoilerare il finale. Ma ora sono qui, disponibile per discussioni, chiarimenti e spiegazioni e, finalmente, posso rispondere in maniera articolata, senza dover restare nei limiti di un “vedrai in seguito”. 
Un ultimo, doveroso ringraziamento va a Veronica, beta reader precisa e preparata, e persona straordinaria. Lei è l’unica a sapere quanto, in realtà, io sia ignorante. :)
  
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