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Autore: Drake_o    12/06/2012    5 recensioni
Harry avvertì uno strano calore appena notò la mano di Draco, i suoi occhi umidi e la matita nera che colava in righe verticali sul suo viso. Si morse un labbro, trattenendo un sorriso.
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La notte di Halloween succede qualcosa che forza i due ragazzi ad una estrema intimità. Ma non è così facile cambiare le cose da un giorno all'altro. Dopo quella notte Harry comincia ad approfondire il suo sguardo su Draco e scopre molti segreti. Harry trascina anche i suoi amici in questa sua impresa, ma non senza conseguenze.
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La storia inizia il 31 Ottobre del terzo anno di Hogwarts. I Protagonisti hanno 13/14 anni.
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(Sul mio profilo c'è una nota esplicativa sul tema di questa storia.
L' Omorashi)
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Autore: Drake_o
Beta: Boann
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Note del capitolo:
 
Trad Titolo: Non si può perdonare ciò che non si può dimenticare  
 
 




 
 
    Capitolo Diciassette
 
You Can't Forgive What You Can't Forget
 
 
draco1    
 
 

Non voglio vedere cosa succede dopo
non voglio stare nella casa di mio padre, non più
non voglio vivere con il suo debito
non si può perdonare, ciò che non si può dimenticare.
 
 
Don't wanna see what happens next, 
 Don't wanna live in my father's house no more.
 Don't wanna live with my father's debt,
 You can't forgive what you can't forget,
(Arcade fire: Windowsill)
 
 
 
 
 
 
 
"Passa un buon Natale Harry" disse Ron abbracciando l'amico "E tieni gli occhi aperti!" gli sussurrò nell'orecchio.
"Certo, anche tu Ron" disse lui.
"Buon Natale Ron! Torna presto!" disse Hermione abbracciandolo, con una punta di malinconia nella voce.

Crosta sgusciò fuori dalla tasca di Ron, senza che nessuno se ne accorgesse e scappò dentro un buco nel muro.

Ron guardò Hermione per un momento e sospirò prima di seguire Fred e George nella fiamma verde della metropolvere.
Hermione e Harry si sorrisero, rendendosi conto di essere entrambi un po' tristi per la partenza di Ron.
Si voltarono verso Draco che sedeva con le braccia conserte su una panca alla fine di un lungo tavolo. Scrutava le ultime madri e i padri ritardatari che venivano e prendere i figli il per
Natale il 24 Dicembre, con il suo solito sguardo freddo e distante.

Suo padre non aveva mandato un gufo o nessun altro tipo di messaggio. Ma Draco credeva che sarebbe arrivato come ogni anno a prenderlo alla vigilia e si era presentato nella Sala Grande per non deluderlo. Ma Lucius non era arrivato e ormai gli altri studenti erano quasi andati tutti via.
Draco riavvolgeva nella mente le parole che suo padre gli aveva detto dopo l'incontro con i Mangiamorte - a volte mi chiedo se ne sia valsa la pena - e ogni volta la sua rabbia era maggiore. Non riusciva nemmeno a ricordarsi cosa era successo dopo. Si era risvegliato nel suo letto la mattina seguente senza nessun ricordo preciso.

Il suo sguardo andò su Harry. Si guardarono per un po'. I suoi occhi non riuscivano a cambiare rotta dal verde smeraldo.
Harry si incamminò verso di lui.
"Merda!" sussurrò Draco guardando altrove.
"Non vai a casa per Natale?" chiese Harry.
Il biondo lo guardò serio.
"Che c'è? Domanda sbagliata?"
"Sul serio" disse lui gelido "Potter, vattene"
"Vuoi venire con noi a Hogsmeade più tardi?" chiese Harry cercando di cambiare argomento.
"No, grazie!" Draco si volto dall'altro lato.
"stronzo" disse Harry sottovoce.
"Come hai detto?" Draco lo guardò innervosito.
"Niente" rispose Harry alzando le sopracciglia, e tornò da Hermione.
 
"E assolutamente intrattabile!" si lamentò.
Hermione lo guardò triste. Non aveva più provato a parlare con Draco, aveva troppa paura che quello che lui aveva detto sul balcone a Firenze fosse definitivo. E fino ad ora non c'era dubbio che lo fosse. Li ignorava come se non esistessero. Hermione rimandava il momento in cui lui l'avrebbe rifiutata apertamente per sempre.
Mentre i pochi studenti che sarebbero rimasti al castello uscivano verso il cortile per la gita a Hogsmeade, Harry e Hermione videro Draco lasciare dalla sala grande.
"Draco!" Hermione non resistette e lo chiamò avvicinandosi a lui. Ma il biondo si voltò con lo sguardo tagliente "Ti ho detto di starmi lontana!" disse prima di andarsene.
Hermione si sentì bruciare gli occhi. Harry la prese per un braccio e la trascinò via.
 
Draco camminava verso la sala comune, pieno di rancore. Il fatto che suo padre non fosse venuto a prenderlo e non avesse avvertito lo fece sentire inutile e abbandonato. Anche se di voglia di vedere lui o Narcissa non ne avesse nemmeno un po'.
Girò l'angolo sovrappensiero e andò a sbattere contro qualcosa di nero che odorava di pozioni.
"Signor Malfoy, la prego di fare attenzione" disse la voce fredda di Piton.
"Mi perdoni, Signore!" disse Draco massaggiandosi il naso.
"Non tornerà a casa per Natale?" chiese l'insegnante.
"Sembrerebbe di no...Signore"
"Allora passi nel mio ufficio verso le otto stasera"
"Sì... Signore" disse il ragazzino sorpreso, sperando di non essersi guadagnato un'altra punizione per chissà cosa.
 
-*-
 
Appena raggiunse la sala comune deserta dei Serpeverde, Draco si sedette sul davanzale di pietra, davanti alla grande finestra.
Si domandò cosa gli importasse se Lucius non era venuto a prenderlo. In fondo non ci voleva tornare al maniero. Non voleva vedere quella matta di Narcissa. O peggio tutta la schiera di Mangiamorte.
Ma per quanto odiasse suo padre, Draco non riusciva a smettere di cercare di compiacerlo, di renderlo fiero di lui, di farsi amare. Si sentiva come se non sarebbe mai stato libero finché suo padre non gli avesse riconosciuto qualcosa. Anche che fosse stato solo la pacifica rassegnazione al fatto, che suo figlio non sarebbe mai diventato come lui.
 
Essere un mago infallibile, senza sentimenti, senza emozioni, senza pietà. Devoto per la vita alle Arti Oscure e a Lord Voldemort.
Trattenere tutti i suoi istinti e i suoi desideri, tranne quello di odiare e fare del male agli altri.
 Disprezzare chiunque non fosse purosangue e devoto al Signore Oscuro.
Non abbassare mai la guardia, non mostrare nessuna debolezza nel corpo e nelle parole.
Non fidarsi di nessuno, non parlare della propria vita privata o dei propri sentimenti.
Non avere amici ma solo stupide guardie del corpo, pronte a gettarsi ai suoi piedi.
 
Ecco cosa avrebbe reso Lucius fiero di lui.  Ma dopo tutto questo, lo avrebbe amato?
E lui sarebbe stato mai sé stesso così?
Se questo era amore, allora Draco non voleva avere a che fare con l'amore.
Sospirò, rendendosi conto in quel momento, che suo padre non lo avrebbe mai amato per quello che era.
Se qualcuno lo aveva mai fatto, quella era sua madre... e  Hermione e...
...Harry.
Pensando a loro il cuore di Draco si scaldò. Il modo in cui li stava tenendo lontani era disperato.
Non era solo perché suo padre era contrario, e non solo perché aveva paura che avrebbe fatto loro del male. Ma anche perché non si sentiva parte del loro mondo. Sentiva che non sarebbero mai stati amici, che quella era un'utopia lontana come un sogno. Anche se-
Ripensò a Harry, a quando quella sera gli aveva detto che in fondo avevano qualcosa in comune. Ad Halloween. Dove tutto era cominciato.
Prima di allora, Draco aveva avuto un controllo su se stesso, talmente forte e infallibile che nessuno aveva mai sospettato che fosse diverso da suo padre. Nessuno si era domandato perché non chiedesse mai niente. Era perfetto così e non lasciava trapelare un minimo segnale di debolezza. Ogni sentimento, ogni desiderio, ogni dolore era chiuso ermeticamente dentro di lui. Inoltre Lucius non lo aveva mai picchiato dentro la scuola. Lo aveva fatto a casa, ma un po' meno di frequente e sempre facendo attenzione a curare le sue ferite prima di rimandarlo in pubblico. Per i primi due anni ad Hogwarts, ad ogni visita aveva trovato un perfetto Malfoy;  a testa alta, sprezzante, prepotente, arrogante. Che denigrava come lui, tutti i mezzosangue, che non perdeva un'occasione per essere malvagio. Lucius aveva addirittura finto di frenare e rimproverare l'aggressività del figlio in qualche occasione. Solo per guadagnare la stima di qualcuno.
Poi ad Halloween del terzo anno, lo aveva visto piangere a testa bassa davanti a Harry Potter.
Quella notte Draco dopo aver visto lo sguardo di suo padre aveva capito che non la avrebbe passata liscia.
E da quella notte di due mesi prima, Harry era stato diverso. Il modo in cui lo guardava, era diverso. E Draco, per quanto cercasse di negarlo, non poteva fare finta che non fosse successo niente.
 
-*-
 
 
Il biondo Serpeverde, camminava verso la Sala Grande un po' prima dell'ora di pranzo. Sentì delle voci e si fermò dietro l'angolo.
Harry camminava a con passi nervosi nel corridoio.
"Harry!" Hermione lo rincorreva. "Vuoi dirmi che hai? "
Il ragazzo si buttò di schiena contro il muro. Aveva le lacrime agli occhi.
"E' il mio padrino!" disse seccamente.
"Chi?" Hermione sgranò gli occhi.
"Sirius Black!" rispose Harry "Ho sentito la McGrannit e il Ministro parlare di lui! Custodiva l'incanto fidelius sulla casa dei miei genitori ed era il mio padrino... E' chiaro che i miei si fidavano ciecamente di lui. E lui li ha traditi!" la voce di Harry era rotta dai singhiozzi.
Hermione lo abbracciò.

Draco si schiacciò contro il muro con uno sguardo di stupore.
"Andrò a cercarlo e lo rispedirò ad Azkaban!" disse Harry in preda alla rabbia.
Draco provò un brivido sentendo la voce rabbiosa di Harry e il suo braccio bruciò.
"Harry, è pericoloso, pensaci bene. Non è il caso." Hermione cercava di calmarlo.
"Spero che lui trovi me, allora! Dicono che mi stia cercando!"
"Non dirlo neanche per scherzo!"

Draco si sentì mancare. Black cercava Harry? Un altro Mangiamorte a piede libero!
"Non ne posso più di tutti questi misteri! Perché non me l'hanno detto subito?"
"E' per proteggerti"
"Avevo un anno quando l'ho ridotto in un'ombra! E lo farò di nuovo! Non ho paura di Voldemort!"
Il braccio di Draco bruciò di più e lui si sentì ribollire il sangue. Strinse i denti ingoiando un gemito di dolore. Ma che diavolo stava succedendo? Guardò con un occhio da dietro l'angolo del
muro e vide poco lontano i due appoggiati alla parete del corridoio.

"Harry, vedrai che lo troveranno e avrà quello che si merita."
Harry guardava il pavimento con rabbia cercando di calmarsi, annuì tristemente. Hermione girava tra le dita le dita una piccola bottiglia piena di qualcosa di argenteo, attaccata ad una catenina che aveva intorno al collo. Draco la guardò incuriosito.
 
"Draco!" qualcuno lo toccò sulla spalla e Draco teso com'era, quasi morì dallo spavento, scattando fuori dal suo nascondiglio con una mano al petto.
 "Oh scusa.. non volevo spaventarti!" disse Goyle.
"Draco?" la voce di Hermione lo gelò.
Si voltò e la ragazza era dietro di lui.
"Ci stavi spiando?" disse cupa.
"Figurati, Granger" Draco recuperò immediatamente la sua freddezza "Cosa vuoi che me ne importi delle vostre chiacchiere da Grifondoro?" disse sprezzante. Il suo sguardo cadde sulla boccetta di vetro che penzolava sullo stomaco di Hermione. Notò i filamenti argentei dentro di essa.
"Certo.. " disse la ragazza alzando le sopracciglia. "Allora scusa se ho interrotto le vostre dissertazioni filosofiche!" e si girò andandosene.
Harry che li aveva raggiunti incontrò per un momento, con gli occhi ancora lucidi, lo sguardo di Draco poi si voltò e se ne andò dietro ad Hermione.
 
"Draco, posso dirti una cosa?..."
"Levati dai piedi Goyle!" sbottò Draco e se ne andò infuriato verso la Sala Grande.
 
A cena gli studenti erano sì e no una decina, e Silente decise, per quei giorni, di far sedere tutti allo stesso grande tavolo insieme agli insegnanti.
Draco si voltava ogni tanto a guardare Harry all'estremo opposto della tavolata. Ma Harry era perso nei suoi pensieri. Perfino Silente aveva intuito che c'era qualcosa che non andava.
"Che Bello ci sono i Crackers!" disse spezzando in due un grosso biscotto dal quale saltò fuori un cappello da strega.
Anche Goyle aprì un Cracker e uscì fuori una parrucca da demone.
"Draco?"
Draco si voltò e inorridì all'amico con i lunghi capelli bianchi. "Oh Goyle, per piacere..." disse voltandosi di nuovo.
"Draco devo dirti una cosa" disse Goyle togliendosi la parrucca.
"Cosa?" disse seccato il biondo.
"E' un po' che volevo dirtela… è successo ad Halloween, poi sei stato in infermeria tutti quei giorni e mi sono dimenticato."
Draco si voltò incuriosito "Dunque?"
"Sai quella gabbia che hai in camera? Quella antica con dentro...una foglia secca?"
"Sì, e allora?"
"Allora, la notte che tu non sei tornato, dopo la festa, io sono entrato in camera e nella gabbia c'era un uccellino che cantava... Mi sono anche un po' spaventato" disse cautamente il ragazzino.

Draco lo stava fissando incredulo. Lo prese per il collo della camicia "Se questo è uno scherzo te la faccio pagare!" gridò.
Tutta la tavolata si girò verso di loro.
"Signor Malfoy" disse Piton calmo " Almeno a Natale potrebbe smettere di maltrattare i suoi compagni?"
Draco lo guardò smarrito, "Chiedo scusa, Signore" non si era reso conto di quanto aveva urlato. Lasciò andare lentamente la maglia di Goyle che con un sussulto si ricompose.
Si voltò verso Harry e vide che anche lui lo stava guardando.

Poi tornò a pensare alla gabbia.  
"E poi?" sussurrò a Goyle.
"Cosa?" chiese il ragazzo scostandosi leggermente.
"Dov'è finito l'uccellino?"
"Ah...Ha cantato per molto tempo e poi ho sentito un piccolo rumore ed è svanito." disse il ragazzo.
Draco guardò il piatto davanti a sé. Poteva essersi ritrasformata la foglia?...o forse era entrato dalla finestra.. No non era possibile.
"Di che colore era l'uccellino?" chiese ancora Draco.
"Era arancione..scuro"

"Come le foglie secche" disse il biondo quasi sottovoce.

"Sì esatto" rispose l'altro infilandosi in bocca una patatina fritta.
Un brivido lo attraversò da capo a piedi. Era sicuro che gli incantesimi di quel tipo si spezzassero quando qualcuno moriva. Quanti giorni aveva aspettato, da bambino, che quella foglia tornasse ad essere un uccellino e a cantare per lui prima di perdere le speranze! Dopo che aveva trovato la stanza di sua madre vuota. Senza che nessuno dicesse niente, senza un funerale, senza una parola. Solo quell'immagine della notte prima, quel viso grigio era l'ultima cosa che aveva visto.

Silente guardava le facce tristi dei due ragazzi. Poi guardò Piton che non sembrava di un umore migliore. La Cooman era rigida, e Lupin nemmeno si era presentato per il suo problemino con la luna piena. La McGrannit pareva perfino annoiata...
Il preside si alzò in piedi e si schiarì la voce.

"Vorrei augurare a tutti voi un buon Natale. Dato che siamo così pochi, ho deciso che in questi giorni ci uniremo tutti allo stesso tavolo. In giorni come questi mi torna sempre in mente mia madre che mi ha lasciato molti anni orsono. E ogni volta, mi dico che nessuna madre è abbastanza vecchia per morire. Ma chi di noi a questo tavolo non ha perso qualche persona cara nella vita? Vorrei che pensassimo a chi ci ha amato e a chi ci ha donato la vita. A loro vorrei dedicare questo brindisi e questo giorno. Ricordiamoci che quelle persone non ci hanno lasciato per sempre. Vivono dentro di noi nei nostri ricordi e nella forza che noi abbiamo di andare avanti.
Ai nostri padri, amici e amiche, fratelli e sorelle, ma soprattutto alle nostre madri voglio brindare. A loro, che per quanto poco siano state al nostro fianco ci hanno reso quelli che siamo, a loro e a quell'amore che non teme nemmeno la morte, io alzo il mio calice!".
Tutti lo seguirono e i bicchieri tintinnarono mentre molte voci auguravano Buon Natale.

Harry sospirò, alzò tristemente il calice e guardò verso Draco che teneva in mano il bicchiere senza particolare entusiasmo.
Non riusciva a smettere di pensare che se suo padre non lo avesse ridotto come uno straccio avrebbe visto quell'uccellino cantare di nuovo, anche se solo per una notte.
 
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Note conclusive:
E' breve ed é un capitolo di passaggio, ma servono anche questi!:)a presto! e grazie per aver letto!
 
 MUSIC: http://www.youtube.com/watch?v=p8aH3YJGhwU
  
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