Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: 11cerbero    12/06/2012    1 recensioni
Gaia è un romanzo fantasy d'azione, mirato a diventare lo Shonen letterario. Pagina Facebook: http://facebook.com/GaiaElementalWorld
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Lewis sta portando a fatica il suo migliore amico verso un posto più sicuro, quando incontra un'altra persona nella sua stessa situazione. L'uomo è incappucciato e porta sulle spalle un ragazzo svenuto, vestito al suo stesso modo.

"Siete dell'esercito?" Chiede l'uomo, la voce è profonda ma severa.

Lewis ci pensa bene prima di rispondere. Sono in difficoltà e non hanno armature. O sono civili, o sono membri speciali dell'esercito con una divisa particolare. Qualcosa gli dice che no, non è affatto così.

"A dire il vero sono stati loro a ridurci così." Risponde Lewis. È dura agire seguendo il proprio istinto per lui. Deve solo sperare che si tratti di due uomini per bene.

"Bene. Avete bisogno di aiuto?"

La voce è piatta, apatica. Non è percepibile nessuna emozione. Questo è un caso straordinario. Lewis riesce a capire che intenzione ha una persona semplicemente dall'intonazione della sua voce.

"Tu che ne dici? Ma neanche voi siete messi bene. Più avanti c'è una banca: non credo sia crollata. Forse è meglio ripararci lì per ora, è un posto ben riparato e a nessun folle in armatura verrà in mente di cercarci proprio in quel posto."

"Portami lì."

Lewis cammina con difficoltà. Non è affatto bravo nei lavori fisici. Anzi, è sempre stato un fannullone. Portare in spalla un peso morto per lui è arduo, fin troppo. La sua maglietta è ormai intrisa di sudore. L'uomo incappucciato gli si avvicina, e senza dire nulla afferra per un braccio Mikah. Dopodiché lo porta sulla spalla, insieme al suo amico svenuto. Che razza di mostro è? Lewis nemmeno riesce a immaginare quanta forza possa avere per portare sulle spalle più di centocinquanta chili.

Il portone della banca è aperto, distrutto da calci, colpi di spada e quant'altro. I pochi superstiti si sono approfittati del disastro per rubare quanti più soldi possibili. Forse sono stati i soldati, chi lo sa. L'interno però è immacolato, non ha risentito minimamente della magia distruttiva e non c'è traccia di cenere.

I due si dirigono al centro dell'enorme atrio. Il pavimento, ricoperto di mosaici, sembra rimandare all'arte araba meridionale del regno delle due Sicilie. Le grosse colonne tortile si attorcigliano verso la cupola dipinta da grandi artisti. A prima vista sembra più una chiesa che una banca. Ma non è diverso dalla realtà: a Tera l'unico vero dio era la moneta. L'uomo poggia per terra i due ragazzi, e con Lewis cerca poi di stenderli su una serie di divanetti dorati. Nel processo il cappuccio si abbassa, permettendogli di vedere il suo volto. Lewis resta molto stupito da ciò che vede: dalla voce sembrava un omaccione, un uomo duro e di mezz'età. Invece è un ragazzo, poco più grande di loro. Potrebbe avere venticinque o ventisei anni al massimo.

"Da quando è in queste condizioni?" Chiede lui. Ha i capelli corti neri, a spazzola, e il pizzetto. Gli occhi sono azzurri, dal taglio obliquo e affilato, molto particolare.

"Due giorni. Dopo aver combattuto contro uno dell'esercito è svenuto e da allora non si è più svegliato."

"Ha usato magia per la prima volta, vero?"

Dall'aspetto, carattere, modo di muoversi, vestiti sembrerebbe un maestro di arti marziali, o qualcosa del genere. È un tipo molto severo verso sé stesso. Ha il controllo su ogni movimento.

"Sì, come l'hai capito?"

"La sua circolazione magica ha avuto un blocco. Il corpo ha reagito spontaneamente addormentandosi e smettendo di produrre energia. Se fosse stato sveglio la magia si sarebbe accumulata fino a scoppiare, e avresti avuto un amico morto."

Il ragazzo esperto d'arti marziali e magia tocca delicatamente il femore di Mikah. "Ecco, ora è tutto a posto." Strano che il blocco magico si sia accumulato proprio lì.

"Come hai fatto a capirlo?"

"Usare la seconda vista è una delle prime cose che insegnano ai monaci."

Certo, è un monaco. E dal suo accento non sembra affatto del regno delle due sicilie. Sarà uno di quelli di Venexia? Lewis ne sa troppo poco per poter dirlo.

"Potresti dirmi come fare?"

Il monaco accenna a un sorriso: l'unica comparsa di sentimenti nel suo volto da quando l'ha incontrato.

"Basta concentrare ki negli occhi."

Che diamine è il ki? Forse intende l'energia magica. E anche se fosse, la mette sul facile lui. Il problema di Lewis è che non ha idea di come poter concentrare energia in un posto del genere. Certo, sa utilizzare la magia, ma a un livello bassissimo. Sa solo evocare quei pochi incantesimi che richiedono energia magica a stato casuale, senza bisogno di canalizzarlo da nessuna parte. Incantesimi d'aria pura e debole.

"Cos'è successo al tuo amico?"

"Ha perso contro un caporale."

Lewis guarda con aria preoccupata il ragazzo svenuto. "Anche lui ha combattuto contro un caporale dell'esercito?"

Entrambi i monaci sono vestiti uguali. Un lungo cappotto dall'aspetto pesante, sembrano quasi degli accappatoi. Sono di un bianco pallido, scarsamente decorate. Sotto non indossano niente, sono a petto nudo. Lewis è stupito dal gonfiore dei loro muscoli e si chiede quanto si siano allenati per raggiungere un corpo del genere.

"Sì."
"Questo è un problema. Soldati morti, due caporali sconfitti.. Ai piani alti si saprà che a Tera si trovano dei ribelli, e manderanno rinforzi sempre più forti. Dovremmo andarcene."

Lewis odia trovarsi in questa situazione. Lui è estremamente esile, un metro e settanta per cinquantacinque chili, senza un filo di muscoli. E i guerrieri che incontra sono pieni di muscoli e rabbia, capaci di fare qualsiasi cosa. È tornato improvvisamente a un mondo primitivo, dove solo il più forte può vincere. Lui è solo intelligente. Cosa può fare un uomo con la sua intelligenza in una terra di bruti?

"Hai visto superstiti?" Chiede il monaco.

Lewis sorride. "Sì, un paio. Se ne sono andati tutti, non se la sono sentiti di portare me e il mio amico svenuto. Soprattutto sapendo che ha dato grane a un caporale. Adesso non c'è più nessuno. Che stai facendo?"

Il monaco posiziona le mani in punti particolari sul corpo di Mikah. Fronte, sinistra base del collo, spalla, preme tutti quei punti e li massaggia.

"Aumento la velocità della rigenerazione del corpo. Fammi un favore, togligli la scarpa destra e massaggiagli la base dell'alluce."

Che schifo. Chissà quand'è stata l'ultima volta che Mikah si è lavato i piedi. Il ragazzo rabbrividisce. Ma è il suo migliore amico, e farebbe lo stesso per lui. O almeno così Lewis crede.

"Il mio nome è Lewis, comunque. Il mio amico si chiama Mikah."

"Io sono La Temperanza."
"E che nome è?"
"Il mio nome da monaco."

Lewis ha così tante cose da imparare. E La Temperanza è una fonte infinita di informazioni. Forse sarebbe saggio seguirlo per un po' di tempo. Ma prima bisogna vedere cosa ha intenzione di fare Mikah.

"Solitamente faccio due viaggi" Dice Lewis "Il primo per portare Mikah, il secondo per trasportare le borse. Tienilo d'occhio mentre vado a prenderle, va bene?"

Il monaco annuisce in silenzio. Lewis si affaccia furtivamente dalla porta di vetro in frantumi, dopodiché si avvia. Dovrebbe aver lasciato le borse sotto un porticato, e dovrebbe anche esserci del cibo. Il ragazzo sbava all'idea di poter mangiare un po' di tonno in scatola. Tra le cose che ha recuperato, il tonno è la più buona.

La spada tintinna mentre cammina. Il ragazzo guarda il cielo scuro. Quando si potrà sperare di vedere un po' di luce e respirare aria pulita? La città è diventata un cadavere. Scuro, putrido, fetido e divorato. Che schifo. Lewis cammina furtivo per la strada di Via Vesuvio. Centinaia di macchine elettriche, sporche e accattorciate, sono state spinte verso il marciapiede, creando un lungo corridoio di rottami. Via Vesuvio è un lungo corso pieno di negozi, senza nessun vicolo secondario. È come camminare nel fondo di una grande gola, con i palazzi alti decine di piani al posto delle rocce.

Oltre al tintinnio della spada di Lewis, si sente un altro rumore. Chi è? È il suono di passi. Cinque uomini che camminano, ma non posseggono un'armatura. Lewis corre a nascondersi. Superstiti o no, la prudenza è fondamentale per la sopravvivenza. Se solo ci fosse un appartamento dove rintanarsi, un vero e proprio nascondiglio..

"Fermi tutti. Di chi è quest'aura?" Dice una voce severa ma familiare. "Credo di conoscerla."

Lewis non può crederci. È Petre, il suo professore. Esce subito dal nascondiglio col sorriso stampato sulle labbra.

"Professore!"

Ma il sorriso scompare in fretta. Il suo lungo mantello scuro presenta uno stemma rosso. Un grosso serpente che divora la propria coda. L'uomo è accompagnato da quattro entità che difficilmente possono essere definiti uomini. Sono esseri umanoidi, privi di pelle. Come morti viventi completamente bruciati. Non hanno gli occhi, sono pelati, guardano il cielo con aria vaga. Cadaveri ustionati che camminano. Non è un buon segno.

"Oh, Lewis, che bella sorpresa. Sei sopravvissuto, dunque."

Il ragazzo non riesce a crederci. Petre fa parte dei cattivi, dei soldati, di quelli che cercano di sterminare ogni essere vivente?

"Professore.."

"Ti prego, non chiamarmi così. Non posso più essere considerato un professore, dato che tutti i miei studenti sono morti. Tutti tranne te."

Lewis fa un passo indietro, tremante. "Adesso vengo chiamato Le Bateleur. So che tu e Mikah avete rubato il libro delle Fiamme. Le cose sarebbero diverse ora, se avessi quel libro."

"Allora direi di non potermi reputare fortunato per questo incontro." Lewis sforza un sorriso, ma intanto cerca di ragionare, di trovare una via di fuga. Petre era un professore di magia, quindi è naturale che sia molto più bravo di lui negli incantesimi. Nascondersi utilizzando incantesimi d'aria sarebbe stupido, riuscirebbe a trovarlo in fretta. Allora cosa fare? Provocarlo potrebbe portare solo a una conclusione peggiore. I maghi sono uomini diversi, con un controllo sulla propria mente eccezionale.

"È stato Mikah a sconfiggere il caporale Le Chariot, vero?"

Che dovrebbe fare? Il professore non ha mai parlato di incantesimi d'attacco, quindi non sa di cosa sarebbe capace. Usa incantesimi rapidi o lenti? Vuole vederlo friggere o morire sedutastante?

"Anche lei è caporale, quindi?" Chiede Lewis. Il professore ridacchia e fa un passo avanti. I quattro cadaveri dalla pelle bruciata fanno lo seguono, titubanti.

"Stai cercando di capire se puoi combattere contro di me, vero? Sfortunatamente, sono tenente. Un grado ben più alto del caporale che hai già incontrato. Per me farti bruciare sarebbe un attimo. Ma ho bisogno di te."

Ecco uno spiraglio di luce. È pronto a negoziare, questo vuol dire che c'è una buona possibilità di venire risparmiati.

"Devi portarmi il libro delle fiamme. Ciò che succederà dopo sarà una sorpresa."

Le sue labbra si arricciano, in segno di disgusto. Oh, altro che sorpresa. Lewis sa benissimo cosa ha intenzione di fare: vuole ucciderlo in modo brutale. Non vedeva l'ora di farlo dal primo momento in cui si sono conosciuti. Ha una postazione eretta, il petto in fuori, braccia sciolte. È sicuro di sé, sa che potrebbe distruggerlo in pochi secondi. E sa che anche Lewis ne è perfettamente conscio. Quindi crede che si chinerà al suo cospetto, che non proverà nemmeno a combattere.

La tattica migliore nel combattimento è sorprendere l'avversario. Lewis gira i tacchi e scappa via, più veloce che può. Nota una risata stupita da parte del professore. L'ombra di Lewis si fa più netta e più lunga. Qualcosa di luminoso gli giunge alle spalle: sarà fuoco? Il ragazzo scarta immediatamente a sinistra, entrando in un portone di un condominio tutto consumato. Dopodiché sale di corsa le scale. Entra nel primo appartamento con la porta aperta e va in cerca di un balcone. Ignora i cadaveri sanguninanti stesi per terra, e apre la finestra, ansimando. Il professore non ha provato nemmeno a seguirlo. Se ne sta in piedi, tranquillo, e cammina. I cadaveri che lo seguono però si guardano attorno tutti svampiti. E poi lo guardano, tutti e quattro contemporaneamente: è stato scoperto. Si volta persino il professore. "Eccoti!" Urla, e lancia dalla mano una palla di fuoco. Lewis riesce a schivarlo buttandosi all'indietro. Il colpo è così forte da far crollare il balcone. Il ragazzo ansima, con gli occhi sgranati. La sua mente lavora a una velocità impressionante. Bene, ora il ruolo di quegli esseri grotteschi è chiaro: sono sentinelle. Forse anche canalizzatori di energie, enormi contenitori di carburante magico o qualcosa del genere, ma chi lo può sapere, sono solo ipotesi. Ora può fare solo due cose: rimanere in quella casa o scappare. E lo sa benissimo anche Petre: Lewis scommette che presto l'intero appartamento verrà bruciato. Vorrà dire che deve sorprenderlo. Non si aspetterà mica che si affacci di nuovo dal balcone. Deve scappare, allontanarsi il più possibile, andare da Mikah e mettersi in salvo. Ma tutto ciò non è possibile finché Petre lo insegue con quei quattro cadaveri. Sono sentinelle, e guardano in direzioni diverse. Vuol dire che ha una vista a trecentosessanta gradi. Prima di poter scappare deve trovare un modo per uccidere quelle sentinelle, ma come? Non può avvicinarsi tanto al professore per infierire fisicamente. Verrebbe scoperto subito e incenerito da una magia di fuoco. Deve colpire da lontano.. Ma certo, questa è un'idea niente male. Corre verso la cucina, aprendo ogni cassetto possibile finché non trova le posate. Non ha intenzione di preparare un banchetto per l'avversario, anche se l'idea fa sorridere Lewis. No, prende più coltelli da cucina possibili, di quelli appuntiti e duri. Non ha armi per colpire a distanza, non è capace di creare incantesimi offensivi. Le unice cose che sa fare con la magia è creare immagini fittizie, camminare silenziosmente e far levitare oggetti leggeri, come sassi o bicchieri. O, ancora meglio, coltelli. Lewis si stende per terra e striscia verso il balcone ormai distrutto. La stanza puzza di cenere e polvere. I cadaveri ambulanti hanno smesso di guardare verso di lui, cercandolo in qualche altro posto. Petre si limita ad aspettare a braccia incrociate. Quante volte Lewis l'ha visto come avversario. Ha sempre combattuto contro di lui per evitare l'espulsione o voti bassi. Ma adesso è diverso. Deve scontrarsi per sopravvivere.

Un coltello affilato rotea lentamente, volteggiando nell'aria. Lewis si concentra molto per farlo volare. Dovrebbe essere una magia semplice ma lui è sempre stato negato. Sono incantesimi per scherzi da ragazzino, non per combattere. Prende la mira, calcola la distanza, il peso del coltello, il possibile vento, il movimento delle sentinelle, e spera che vada tutto bene. La lama sfreccia nell'aria, come un proiettile. Mirare a Petre sarebbe imprudente, chissà quanti incantesimi protettivi possiede quell'uomo. E Lewis adesso ha solo due coltelli, non può sprecarli.

Il ragazzo degludisce, in ansia: ha mirato male. Il coltello sta, sì, volando ma in una direzione sbagliata, ad almeno due metri di distanza dall'obiettivo. Stringe i denti e prova a modificare la direzione del vento con l'energia magica. Ogni incantesimo rilascia una scia di energia, come una lunga corda, la coda di una stella cometa. Basta rintracciarla e.. il coltello emette una curva e si conficca sulla testa di un cadavere, che cade a terra e si sbriciola in mille pezzi.

"Evvai." Esclama soddisfatto Lewis, dopodiché si alza e scappa dall'appartamento. Come immaginava pochi secondi dopo il palazzo trema. Dev'essere successo qualcosa di terribile al posto dove si trovava prima. E sarebbe stato ancor più terribile se lui fosse rimasto lì. Dopo esser salito tre o quattro piani, Lewis si accorge di essere arrivato al terrazzo. Non si era reso conto che fosse un palazzo così piccolo. Le figure nella strada sono minuscole, distinguibili appena. Tra le file di macchine accatastate sul marciapiede si aggira il professore. Sembra essere adirato, ma non ha intenzione di entrare nel palazzo a inseguire la sua preda. Certo che no, il professore sa che Lewis è molto più veloce di un vecchiaccio pieno di dolori alla schiena. Ma allo stesso tempo sa che la sua preda apparirà per colpire ancora. E non si sbaglia. Il ragazzo afferra il secondo coltello. Dovrà prendere la mira a lungo per riuscire a colpirli. E se invece provasse a scappare? No, come potrebbe abbandonare Mikah? Eppure La Temperanza è forte, potrebbe aiutarlo. Sarebbe salvo, sarebbero salvi entrambi.

Lewis tira un sospiro. Odia essere così codardo. No, dev'essere forte e resistere per il suo migliore amico. Oppure.. può unire le due cose. Anzi, sarebbe meglio allontanarsi e farsi seguire da Petre. Così si allontanerebbe da Mikah. E quando i due saranno abbastanza lontani cosa dovrà fare? Lewis ci penserà a tempo debito.

Lancia il secondo coltello in giù, prendendo bene la mira. L'arma volteggia nell'aria ma non colpisce nessun nemico. Maledizione. Il professore si è accorto della posizione del ragazzo. La lama ha ancora la scia di energia magica, ma non ha abbastanza tempo per sferrare un nuovo attacco. Petre, piuttosto che sparargli una palla di fuoco, preferisce essere più diretto. Un'esplosione fa crollare il palazzo. L'enorme costruzione lentamente cade verso un altro appartamento, sbriciolandosi lentamente. Conosce la magia delle esplosioni e del fuoco.. un avversario maledettamente più forte di lui. Lewis è mezzo intontito e assordato, ma cerca di trovare una soluzione al problema. Cosa fare, cosa fare, cosa fare? Se non trova una soluzione alla svelta cadrà con tutto il palazzo. Mentre il terreno sotto di lui crolla e praticamente si capovolge, Lewis salta e, con un enorme sforzo e fortuna, riesce a prendere il volo per qualche metro grazie alla magia d'aria. Non avrebbe mai creduto di riuscire a fare una cosa del genere.

Lewis poggia i piedi sul palazzo di fronte, una ventina di metri più lontano da dove si trovava prima. Deve solo continuare così, e più perde tempo, più si allontana, più Mikah è in salvo. Prende il suo ultimo coltello e, facendo molta attenzione, lo lancia contro il professore. L'arma sfreccia, rotea, si fionda contro un cadavere ambulante e quest'ultimo crolla per terra e si sbriciola. Fantastico, peccato che ha finito le armi da lanciare. Il palazzo crolla ancora, e così crolla anche quello di fianco, e di fronte, e un altro ancora. Il professore è stanco di aspettare e sicuramente ha deciso che il periodo delle negoziazioni è finito.

Lewis salta da un pezzo di palazzo all'altro, aiutandosi con l'energia magica. Quanta ne ha? Pochissima, tra poco l'esaurirà. Ma va bene, si sono allontanati abbastanza dal suo migliore amico. La Temperanza si sarà accorto di tutto questo casino e avrà deciso di allontanarsi. Lewis plana lentamente verso la strada, e appena atterra comincia a correre come un pazzo per allontanarsi dalle macerie che stanno ancora crollando. Hanno praticamente creato una barriera protettiva, Petre potrebbe raggiungerlo solo arrampicandosi.

E invece no, a quanto pare Lewis si sbagliava alla grande. Le macerie si disintegrano, prendono fuoco ed evaporano. Tutto questo non ha senso, no, non senza magia. Petre avanza dal fumo emesso da tutta quella magia, sorridente.

"Il gioco è finito, Lewis. Vieni con me o vuoi morire?"

Questo è l'ultima possibilità per sopravvivere. Il professore è troppo forte, impossibile da sconfiggere nemmeno con tutta l'astuzia del mondo.

"A dire il vero.."

Il professore abbassa leggermente il labbro inferiore, interessato. Sa di star vincendo. È sicuro di se, lo è sempre stato. Adesso lo sta ascoltando attentamente, sa che è impossibile che Lewis si ribelli o che scappi ancora.

"Potrei direttamente dirti la posizione del libro, se mi lasciassi andare.."

È distratto, non si accorge di ciò che lo circonda. Ascolta solo Lewis. Quest'ultimo concentra altro residuo di energia magica. Ogni coltello ha una scia di energia magica, lunghe code di comete cadenti. Scie d'energia che vengono saldamente afferrate dal ragazzo e tirate indietro con la volontà.

"Mi ascolti bene, il libro è.."

I coltelli si infilzano nella schiena del professore, tutti e tre. "Nelle tue budella!" Grida Lewis trionfante. Il professore in preda alla rabbia si piega, lo guarda, e allunga una mano. Dubita sempre di te stesso e degli altri, non fidarti mai di nessuno, esamina la situazione. Aspettati l'inaspettabile, e avrai la vittoria. Non credere mai che gli altri siano scontati, soprattutto quando sono a un passo dalla morte. Una palla di fuoco sfreccia verso Lewis. Quest'ultimo riesce a schivarlo, ma il colpo è così forte da provocare una vera e propria esplosione quando tocca terra. Una magia combinata, sia fuoco, che esplosione.

Lewis trova il pretesto perfetto per scappare. Utilizza ogni energia residua nel suo corpo per farlo. Viene scaraventato via dallo scoppio e approfitta della forza dell'impatto come trampolino. Una volta in cielo, plana dolcemente lontano da Tera. Alza una mano in segno di saluto. "Addio professore, spero che non troverai mai il libro!"

"Sono Le Bateleur!" Urla rabbioso lui.

Lewis riesce a planare per numerosi chilometri a una buona velocità, riuscendo finalmente ad abbandonare Tera, finché non incontra un albero e ci si schianta contro, svenendo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: 11cerbero