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Autore: Gringoire97    12/06/2012    1 recensioni
Una ragazza molto insicura di se ha poche passioni, una delle quali è la musica. Suona la batteria. Si offre per un provino come seconda batterista. Non sa che cosa le riserva la vita. Quali nuovi sentimenti e con chi la aspettano.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Da oggi e per sempre

 

 

 

Lo guardo. Sono stupita. Devo avere gli occhi fuori dalle orbite e un sorriso smagliante perchè lui comincia a ridere. Si tiene la pancia con le mani ed è piegato in due. I denti che luccicano, bianchissimi. La gente si ferma a guardarlo, sorpresa. Uno sprazzo di gioia, ilarità ed anche incredulità in un mondo perso e desolato, nevrotico soprattutto. Non accenna a lasciare la mia mano.

-Marco, Marco! Riprendi fiato, Dio santo!- Lo incito quando diventa rosso per lo sforzo. Si ferma, lo sguardo vacuo. Fa due respiri profondi ed il suo colorito torna normale.

-Scusa! È che eri buffa!- Dice lui.

-Mi hai fatto preoccupare!- Lo rimbecco io.

-Allora mi faccio perdonare!- Si avvicina di nuovo alle mie labbra e le sfiora.

-Ehm... Ehm...- Sentiamo tossicchiare alle nostre spalle. Ci giriamo in perfetta sincronia. Dietro di noi ci sono Davide e Stella, anche loro si tengono la mano e sorridono.

-Forse vi dovremmo... ringraziare?- Accenna arrossendo Davide. Sorridiamo, pieni di una complicità particolare. Guardo Stella. Lo sguardo eloquente di chi sa che si dovrà parlare di tante cose. Ricordo che soffro di gelosia ossessivo-compulsiva. Che ho sempre desiderato essere indispensabile a qualcuno. La vedo come una compensazione al complesso di inferiorità che ha sempre fatto parte di me. Freud sarebbe orgoglioso di me, anche se io, in gran parte, non ho mai approvato le sue teorie. Quando diventai amica di Stella dovetti accettare che, ovviamente, non esistevo solo io e tantomeno ero indispensabile a lei. Fu difficile, poi, alla fine, giunsi alla conclusione che non era importante quanto io valessi per lei piuttosto quanto lei valesse per me. Ci sono stata male molte volte per questo, poi l'ho superata. La musica mi ha salvata. Quando dovevo riversare la mia rabbia da qualche parte, per non arrivare all'autolesionismo, la riversavo sui tamburi o sui tasti del pianoforte, sì, perchè suono anche il pianoforte. Penso che da oggi in poi dovrò nuovamente lottare contro l'oscura gelosia, anche questa volta, però, ne uscirò vincente. Lo so.

-Giù?- Sento qualcuno che mi scuote, mani che si agitano davanti ai miei occhi.

-Che t'è successo? T'ho steso?- Mi fa Marco, ammiccando. Mi sono di nuovo persa nel mondo dei sogni, dico. -Insomma, tutto merito mio.- Dice lui, orgoglioso.

-Mi dicono che sei modesto!- Gli strizzo l'occhio. Ci sono poche persone con le quali ho mai avuto questo tipo di rapporto così bello e profondo in poco tempo.

-Se andassimo tutti a casa mia?- Fa Marco. Mi tira su con forza dalla panchina tenendomi la mano. È inutile opporre alcuna resistenza. Primo, ci voglio andare. Secondo, sarebbe inutile lo stesso visto che mi continua a tirare imperterrito. Davide e Stella ci seguono, qualche passo indietro.

-Ora posso farlo.- Dice Marco improvvisamente.

-Cosa?- Chiedo, sorpresa.

-Tenerti per mano.- Sorride, stranamente timido.

-È così importante?- Chiedo, sorridendo. Mi chiedo se la sua risposta sarà uguale a quella che avrei dato io.

-Per me sì. Lo è sempre stato. Amo il contatto fisico con le persone che amo.- Sorride, abbassa gli occhi. - È una cosa che non ho mai detto a nessuno, io attraverso le mani che si stringono insieme, come una morsa, comunico le mie emozioni. Se tremano, se sono ferme, se vogliono rassicurare o far sorridere.-

-Ed è per questo che hai delle mani così belle.- Rispondo io, seria. Sorride, di nuovo, orgoglioso più che mai.

-Proprio ciò che volevo sentire.- Dice.

-Sei anche tu alle prese con il complesso d'inferiorità?- Lo prendo in giro io.

-Non ci scherzerei troppo, anche se ora sto bene.- Capisco che si rivolge a me. Mi guarda. Ha gli occhi lucenti. Ridono con lui. Lui legge nei miei il disperato bisogno di essere importante. Si ferma, mi prende il viso fra le mani, lo stringe forte.

-Ascolta bene, ci sarà tempo per conoscerci, per amarci. Se tu ci stai, io ci sto. Tu sei importante. Tu lo sei, capito? Non voglio sentirti nominare complessi, faresti tornare in terra, fra noi Freud, e non ne ho alcuna intenzione. Hai capito bene? Mai più. So come ci si sente a non essere accettati, fidati di me. Ne usciamo insieme. Tu, per me, sei importante.- Parla in tono concitato, sottovoce, capisco la serietà e l'affetto con cui dice questo. I miei occhi si riempiono di lacrime. Sorridono. Ha già capito tutto di me. Lo abbraccio e questa volta quello ad essere goffo è proprio lui. Mi stringo forte a lui. È il mio grazie silenzioso. Mi stringe forte anche lui. Affonda la testa fra i miei capelli.

-Sono io che ti devo ringraziare.- Dice. Mi chiedo per che cosa e forse un giorno me lo dirà. Mi stacco da lui. Gli prendo io la mano ossuta e piena di anelli. Anche la mia lo è. Non voglio illudermi che lui mi terrà con se per tanto tempo. È famoso, bello come il sole e tante fan attraenti al seguito, perchè proprio io? Bassa ed un po' sovrappeso. Quasi per nulla attraente. Ma, insomma, chi vivrà vedrà, e io questa storia, come vada vada, me la voglio godere. Svolta in una piccola via, alberata e tranquilla. Sembra uno scorcio da dipingere in un quadro. Bella, ordinata, pulita. Esattamente come il lucido portone che Marco sta per aprire. Ci sono già stata un po' di volte da quando conosco Marco. Saliamo una rampa di scale a piedi e giungiamo alla lucida porta di casa sua. Entriamo e ci ritroviamo nel salone disordinato. Ci sono maglioni, pantaloni, calzini sparsi ovunque. Mi butto sul divano, Stella si siede accanto a me. Marco su un bracciolo e Davide che si dirige rapido in cucina a prendere da bere. Sa già che io non bevo e così mi porta l'acqua. Marco si accende la sigaretta. Lo fulmino con lo sguardo ma di certo non posso negare che è attraente. Tira un paio di boccate e poi me lo ritrovo davanti. Sa di fumo e di un'aspra fragranza, il suo profumo, il mio amatissimo suo profumo. Mi ritrovo le sue labbra candide incollate alle mie, sa di fumo, ma non mi dispiace, si può fare.

-Basta!- Gli dico.-O morirò!- Sorride divertito ed alza un sopracciglio.

-Non voglio farti morire.- Dice lui. Drin. Drin. Mi squilla il telefono. Mi alzo di scatto. Sorpresa. Mi allungo verso il giacchetto e prendo il telefono.

-Pronto?- Dico, assonnata.

-Giuliaaaaa! Giu!- Dice una voce concitata all'altro capo del telofono -Pronto? Pronto? Mi sentite?- Dice un'altra voce.

-Ehi! Ragazze! Si vi sento!- Sono Pina e Roberta, in una chiamata a tre. Sorrido, contenta che mi abbiano chiamato proprio ora che ho Marco accanto. Attento, ascolta la nostra conversazione. Ho lo sguardo su di me anche di Davide e Stella.

-Ehi! Devi raccontarci tutto!- Dicono loro, curiose.

-Vi ho detto ciò che è successo!- Dico – Sono stata presa per essere la seconda batterista di Marco dopo un provino.-

-Dove sei? Dove sei?- Chiedono quasi in sincronia.

-Aspettate un secondo e lo scoprirete.- Passo il telefono a Marco e sorridente perchè ha già capito comincia a parlare.

-Le mie ballerine!- Dice allegro, con un sorriso intuibile anche attraverso il telefono. -Come state?- Sento le urla di Roberta e Pina anche se non è inserito il vivavoce.

-B-b-b-bene.- Dicono.

-Beh, spero di vedervi presto. Mettetevi d'accordo con Giulia, ok?- Dice – Allora a presto!- Le congeda. Mi passa nuovamente il telefono, sorridendo.

-Grazie!- Dicono loro, entusiate.

-Beh, sono stati solo pochi minuti. La prossima volta proverò a fare qualcosa di più, ok?- Dico io, soddisfatta del successo.

-Ti lasciamo a lui, mi raccomando eh!- Salutano ed attaccano il telefono.

-Grazie- Dico rivolgendomi a Marco.

-Figurati. Potresti invitarle qui!- Dice lui. Ho gli occhi fuori dalle orbite.

-Senti, ma se gli facessimo un regalo di compleanno? È fra pochi giorni!- Dico io.

-Perfetto allora.- Dice lui, sorridente.

-Non so come ringraziarti.- Sono così felice!

-Oh sì che lo sai!- Dice lui. Io lo rimprovero con lo sguardo, poi vedendo il suo sguardo supplichevole lo bacio.

-Affare fatto allora!- Qualche tempo dopo, fra una canzone accennata e qualche risata, Davide e Stella ci lasciano soli.

-Sono contento che tu sia contenta.- Dice Marco, riflettendo.

-Ora posso dire di non essere mai stata più contenta. Perchè ho te-Azzardo- Perchè posso suonare con te, per te, per Stella e Davide.-

-Io non ti abbandonerò! Capito? Non pensare che lo farò- Dice lui, convinto.

-Perchè io, Marco? Perchè fra tante adulatrici e fan meravigliose hai scelto la bassa e tozza Giulia?- Dico io.

-Perchè non sei adulatrice, sei carina, forse un po' più di carina, e, soprattutto, sei intelligente.- Risponde lui serio.

-Carina? Ma dove Marco? Sii serio...- Mi interrompe.

-Sono serissimo!- Dice lui.-Niente complessi di inferiorità.- Mi tira su il mento per farmi guardare dritto nei suoi occhi castani come i miei. -Mai più voglio sentire che non sei brava, intelligente o carina. O meglio, quando avrai questi momenti di sconforto, chiamami, ti aiuterò. Da oggi non esite più un tu e un io per i problemi. Da oggi siamo noi. Noi, in tutto e per tutto. E preciso, non solo per i problemi, anche per le gioie.- Capisco che non scherza più. E quando esce con me per accompagnarmi a casa mi rendo conto di quanto desidero che tutto questo continui all'infinito, da oggi per sempre. “Da oggi e per sempre”, queste parole mi echeggiano nella mente, mentre stringo la mano, ricambiata da lui. Quando scorgo il portone di casa mi rattristo eppure ho voglia di raccontare tutto a mamma come sempre. Stacco la mia mano dalla sua, lui mi stringe e mi saluta con un altro bacio. Poi, mi giro verso il portone.

Da oggi e per sempre, Giulia, ricordatelo, comunque andrà!”, penso mentre mi avvio per le scale. 

  
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