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Autore: Savio    30/12/2006    1 recensioni
Questo è un'ipotetica storia del settimo libro di HP scritta da me ovviamente. Tutti i personaggi citati sono stati creati da J.K.Rowling e altri inventati da me con l'unico scopo di divertirmi e far divertire
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 8

Shawn

<< Chi è lei?>> chiese Harry che se ne stava ancora seduto a terra, con una gran confusione in testa.

<< Scusate,ma per un momento avevo pensato che fossero entrati degli estranei e quindi…>> disse l’uomo lasciando cadere la mazza di legno a terra dove sollevò un nugolo di povere grigiastra. << Avrei dovuto capirlo subito che era giunto il momento>>.

<< Il momento di cosa?>> si intromise Ron accigliato.

<< Dell’arrivo di Harry naturalmente>> rispose l’uomo guardando il ragazzo e massaggiandosi il viso dove cresceva una barba incolta.

<< Scusi ma lei chi è? E come sa il mio nome?>> chiese Harry sbigottito.

<< Ti dirò tutto in un luogo più appropriato, qui sta per cadere tutto a pezzi>> rispose l’uomo guardando il soffitto ammuffito. << Venite>> disse agitando la mano.

<< Io non mi muovo da qui>> disse Harry rialzandosi ed estraendo la bacchetta. << Come possiamo fidarci di lei se non sappiamo neanche il suo nome?>>.

<< Ti basti sapere che conoscevo il vecchio Albus e mi fidavo ciecamente di lui, più di ogni altra persona al mondo>> disse l’uomo fermandosi sullo stipite della porta.

Harry, Ron ed Hermione si scambiarono uno sguardo sorpreso.

<< Anche il falso professor Moody del quarto anno conosceva il professor Silente, ma alla fine abbiamo scoperto che era un traditore >> disse Hermione rivolta ad Harry. << Come possiamo sapere se quest’uomo non abbia cambiato il suo aspetto con la Pozione Polisucco o sia sotto l’effetto di qualche Maledizione?>>.

<< Astuta la ragazza>> disse l’uomo sorridendo. << Ma forse vi deluderà sapere che io sono un semplice Maganò>>.

Harry rimase perplesso dopo quell’affermazione e tuttavia trovò le parole di Hermione sensate.

<< Questo non significa nulla>> disse deciso.<< Con o senza poteri potresti rappresentare in qualche modo una minaccia>>.

<< Ma non lo sono>> disse l’uomo ormai esasperato. << Venite con me e vi spiegherò alcune cose>>.

Harry guardò nuovamente i suoi amici, entrambi con un’espressione di scetticismo dipinta in volto.<< Andiamo>> si decise alla fine.

<< Cosa?>> scattò Hermione. << Ma Harry e se…>>.

<< Cosa dovrei fare allora?>>la interrompè il ragazzo. << Non dovrei fidarmi più di nessuno secondo te?>>.

Hermione gli afferrò il braccio. << Dico soltanto che non dobbiamo fidarci della prima persona che incontriamo!>>.

<< Forse hai ragione ma se è la verità che dice, allora io gli credo e poi non ho nulla da perdere, se non volete venire potete anche tornarvene a casa>> disse Harry quasi stizzito.

<< Su via!>> disse l’uomo con voce squillante. << Naturalmente possono venire anche loro>> disse indicando Ron ed Hermione.

La ragazza guardò Harry imbronciata, poi sospirò delusa. << E va bene>>.

<< Perfetto!>> disse l’uomo sfregandosi le mani. << La mia casa si trova a pochi metri da qui, se volete seguirmi…>>.

I tre ragazzi avanzarono in coda verso la porta d’ingresso e quando uscirono una leggera brezza tiepida scompigliò i loro capelli.

Il cielo era rattoppato di candide nuvole, ma un fulgido sole, all’orizzonte, irradiava le rovine della casa con luminosi e splendenti raggi che trapassavano le ombre, dissolvendole.

Harry guardò il quadrante dell’orologio che teneva allacciato al polso sinistro: era appena scoccato il mezzogiorno.

“ Caspita come corre il tempo” pensò il ragazzo strabuzzando gli occhi.

Svoltarono l’angolo da cui erano arrivati e si ritrovarono nuovamente nel viale costeggiato da alti e robusti alberi.

<< Giornata tranquilla per questi tempi buoi non trovate?>> chiese l’uomo voltandosi per guardare il trio che lo seguiva a debita distanza.

Harry annuì in silenzio. << Non ci hai ancora detto il tuo nome>> incalzò.

L’uomo si fermò e senza voltarsi disse sbrigativo:<< Shawn, mi chiamo Shawn>>.

<< Shawn eh?>> ripetè Harry, ma quel nome non gli ricordava nulla.

Svoltarono un angolo e si ritrovarono in un vicolo chiuso tra due case in muratura in evidente stato di abbandono.

<< Questo paese è antico>> disse Shawn guardando i tre ragazzi che fissavano le pareti percorse da edera e muschio. << È stato fondato da…>>.

<< Godrick Grifondoro, lo so>> finì Harry.

<< E quella è casa mia>> disse l’uomo indicando una piccola abitazione costruita su quello che si poteva definire un rialzamento del terreno.

La dimora aveva il tetto spiovente, di un marrone scuro, e le pareti incrostate e sporche in più punti.

Ad Harry fece venire in mente la familiare Casata dei Black, quartier generale dell’Ordine della Fenice.

Nonostante l’aspetto della casa non fosse dei migliori, il giardino era ben curato, attraversato da alte siepi di pungitopo e da una moltitudine di piante dai colori sgargianti.

Shawn e i ragazzi attraversarono il vialetto di ghiaia fino ad arrivare alla porta di legno massiccio.

<< Dove ho messo la chiave?!>> disse l’uomo frugando nelle tasche. << Ero sicuro di averla con me!>>.

<< Ahloomora>> disse Hermione tenendo la bacchetta puntata sulla serratura che scattò immediatamente.

<< Grazie>> disse Shawn sorridendo. << Entrate, entrate prego>>.

Harry avanzò nell’ingresso illuminato da una fievole luce proveniente da una finta lanterna appesa al muro con un gancio.

<< Avanza un altro po’ Harry>> lo guidò Shawn. << Poi gira a sinistra, sulla parete c’è l’interruttore>>.

Il ragazzo tentennò in avanti poi tese il braccio e premette su un pulsante fosforescente.

La luce scaturì subito da un lampadario di vetro, coperto da una fitta rete di ragnatele.

<< Scusate per il disordine>> disse Shawn fissando il tavolo ingombro di ogni sorta di oggetto. << Ma non mi sarei mai aspettato la vostra visita… beh… accomodatevi>>.

Harry, Ron ed Hermione presero posto sulle vecchie sedie traballanti poste ai quattro lati del tavolo e si fissarono interrogativi.

<< Bene>> disse Shawn mettendo a riscaldare la brocca del the su una stufa incrostata. << Ti dicevo che mi aspettavo che saresti venuto, ad dire la verità sapevo già tutto>> .

<< Come faceva a saperlo?>> chiese Harry sempre più curioso.

<< Naturalmente me lo aveva detto Silente, qualche tempo fa prima che…che…lo sai cosa è successo>>.

<< Sì, ero lì>> disse Harry abbassando lo sguardo sulla tovaglia verde.

<< Mi aveva detto che saresti venuto un giorno, nella vecchia casa che era appartenuta per un po’ ai Potter, per trovare delle risposte, non ha aggiunto di più, ma mi ha fatto giurare che avrei vegliato sulla dimora e avrei impedito a chiunque di entrare>>.

<< Ma purtroppo questa mattina non è stato così, ero appena uscito per fare quattro passi e quando sono passato davanti alla casa mi è preso un colpo quando ho visto la porta aperta>> disse Shawn gesticolando.

<< Silente mi ha molto parlato di te Harry>> continuò sorridendo. << Diceva che assomigli molto ai tuoi genitori, naturalmente io non li ho mai conosciuti, mi sono trasferito qui un anno dopo il fatto>>.

<< E Silente? Come faceva a conoscerlo?>> chiese Harry appoggiando i gomiti sul tavolo.

<< Oh… mi ha tirato fuori da un sacco di guai quando ero ancora ragazzo e avrei fatto qualsiasi cosa per sdebitarmi>> rispose Shawn versando il the in una brocca di porcellana.

<< Pranzerete con me?>> chiese speranzoso.

Harry annuì, senza chiedere nulla a Ron e ad Hermione, ma i due non ebbero nulla da obbiettare.

Il pasto fu fugace e a base di bollito stantio e patate bollite, ma bastò a riempire lo stomaco di tutti.

<< Alla vostra salute>> disse Shawn alzando il calice di vino verso l’alto. << E ora un po’ di tv>>.

<< Lei ha una tv?>> chiese Ron aggrottando le sopracciglia.

<< Perché è così raro?>> chiese Hermione sarcastica.

<< Ahah! Sarò pur sempre un Maganò, ma alcuni “lussi” della vita non posso evitarli>> disse l’uomo prendendo il telecomando posto su una mensola.

<< Si è fatto tardi>> disse Harry fissando l’orologio a parete << Dobbiamo andarcene>>

<< Ma mancano soltanto dici minuti alle quattro Harry! Rimanete ancora un po’! Giusto per far compagnia ad un povero vecchio>> disse Shawn.

Alla tv stavano trasmettendo un vecchia fiction anni ’80 e le voci giungevano indistinte all’orecchio di Harry.

<< E va bene, ma soltanto altri dieci minuti>> disse tornando a sedersi comodamente.

L’immagine di un’attrice sullo schermo si bloccò improvvisamente, poi tutto diventò nero e partì la sigla di uno dei tanti telegiornali britannici accompagnata dallo slogan : “Edizione Straordinaria”.

<< Cosa sarà accaduto ora?>> disse Shawn esasperato. << Ormai ne trasmettono almeno uno al giorno>>.

Di solito apparivano giornalisti appostati sul luogo dell’incidente, ma sullo schermo ora c’era il Primo Ministro dall’aria impaurita.

<< Dev’essere qualcosa di grosso!>> disse Ron schizzando in piedi.

Il Ministro aprì la bocca, ma non scaturì altro che suoni striduli, poi una voce lo incitò a proseguire.

<< Mi dispiace….immensamente, ma devo farlo>> si decise infine con voce tremante. << Le morti, le esplosioni e gli innumerevoli disastri accaduti in questi giorni sono dovuti….a….a….ad una comunità che si nasconde ormai da molto tempo tra noi….so che sarebbe difficile credermi, ma la verità è questa>>.

<< Che cosa?!>> urlò Harry balzando dalla sedia.

<< Il fatto è che… queste persone sono estremamente pericolose e…. potrebbero anche trattarsi di conoscenti o persone care, quindi sarebbe meglio diffidare di chiunque sia estraneo e non appartenente alla vostra più stretta cerchia familiare>> proseguì il Ministro. << Ripeto che questa comunità….fa uso della….della… magia per compiere atti criminali e hanno abusato di noi anche in passato, da sempre, cancellando la nostra memoria affinché nessuno abbia ricordo di ciò che ha visto>>.

<< Questo non doveva accadere! Ora si creerà il panico!>> sbraitò Shawn guardando la tv stralunato.

<< Ora vi chiedo di aiutarmi>> disse il Primo Ministro fissando qualcuno alla sua sinistra e nascosto dall’occhio della telecamera. << Mi tengono in ostaggio e non hanno intenzione di rilasciarmi! Sono al…>>.

La trasmissione venne interrotta immediatamente e nella cucina di Shawn regnò il silenzio per alcuni minuti.

<< L’hanno costretto>> disse Harry serrando i pugni sul tavolo. << Voldemort l’ha costretto!>>.

<< Calmati, calmati ragazzo….non puoi fare nulla>> disse Shawn battendogli una mano sulla spalla.

<< Cosa accadrà adesso?>> chiese Ron perso nei propri pensieri.

Hermione alzò le spalle con aria depressa. << Chi può dirlo, nessuno potrebbe credergli e continuare la propria vita, o al contrario, diffidare di chiunque e creare un barriera impenetrabile e aggressiva verso tutti>>.

<< Dobbiamo andare ora>> disse Harry con voce rabbugliata.

<< Non è da te restarsene con le mani in mano, cosa cercherai di fare?>> gli chiese Hermione con preoccupazione.

<< Contro questo non posso niente>> rispose il ragazzo. << È giunto il momento di ricercare gli altri Horcrux>>.

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