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Autore: payphone    13/06/2012    2 recensioni
"Se il felice e contenti esistesse, io ti starei ancora abbracciando."
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SECONDO CAPITOLO: EPPURE MI HAI CAMBIATO LA VITA.


Immaginare è l’unica certezza che ho,
e questa solitudine che sento, sarà il prezzo per un po’ di libertà.
Eppure mi hai cambiato la vita – Fabrizio Moro.

«Signora, si sente bene?» Mentre i miei occhi riacquisiscono nitidezza noto che il gruppo di ragazzi mi ha circondato.  Dio santo, la mia testa è in preda all’emicrania e fatico a muovere le mani. Sento sapore di sangue in bocca. «È meglio che non si muova, potrebbe peggiorare la situazione.»
«Per l’esattezza sono ancora una signorina e, ora, aiutami a rialzarmi.» Non era mia intenzione ribattere in tono freddo e neutro, quel ragazzo mi stava davvero aiutando al contrario dei suoi amici che sono, da quando vedo, occupati con i loro smartphone. Molto probabilmente stanno riprendendo la scena e sicuramente finirò  sputtanata su siti come you-tube o non so. Sicuramente devo alzarmi da qui.
«Non faccia movimenti bruschi. Mi dia una mano, l’aiuto io.» Non appena la mia mano sfiora quella del giovane il mio corpo è invaso da brividi. “È per il freddo Amiee, è per il freddo.” Il ragazzo sta ancora parlando, credo con uno dei suoi amici, ma le parole mi giungono sbalzate. «Ecco, così,  faccia piano.» Posa l’attenzione su di me mentre a fatica alzo il mio peso dal marciapiede. Sento l’asfalto freddo e bagnato sotto di me; dove sono finite le scarpe? I miei piedi pulsano ad una velocità assurda, anche volendo non li avrei mai più fatti entrare in quella tortura numero trentottto.
«Puoi anche darmi del tu.» Le parole mi escono ancor prima che io abbia il tempo di organizzarle nel mio cervello. Il ragazzo fa per aprire la bocca e ribattere, ma due secondi dopo lo vedo squotere la testa e ammutolirsi. Sono più o meno alzata. È alto, sicuramente più di me, moro con gli occhi, per quanto la luce mi permetta di osservarli, castani. Una leggera barba gli incornicia il volto. Non appena il mio sguardo incontra il suo lo vedo accennare un timido sorriso.
«Scusa, credevo ti avrebbe dato fastidio.» Dice lui sorreggendomi per  i gomiti. «Piacere, io sono Zayn.»
Rimango leggermente spiazzata dalla sua presentazione improvvisa. Sono le tre del mattino, siamo a New York, io ho il corpo mezzo rotto e lui mi dice come si chiama. Sta accadendo tutto troppo velocemente. Senza che io me ne accorga vedo la sua mano tesa in avanti verso di me.
«Piacere, io sono Amiee ma chiamami pure Am.» Stringo la sua mano, ma non appena lui ricambia la stretta mi ritrovo a soffocare un lamento. Poso lo sguardo sulle mie mani, sono tutte graffiate e da molti tagli esce del sangue.
«Scusa, non era mia intenzione farti del male. Dovremmo medicarle.» Un momento, dovremmo? Sta parlando al plurale? Sta sottointendendo un “noi”? Okay, sono sotto shock, non capisco la maggior parte delle cose che sento, ma questa mi è arrivata forte e chiara.
«Amiee!» «Amiee, che ti è successo?» Sento le urla di Debs e Eleanor sempre più vicine. Il rumore dei loro tacchi è assordante, più che ragazze sembrano dei troll dentro ad una cristalleria. Vedo Debs perdere leggermente l’equilibrio, ma Eleanor è li pronta a sorreggerla. Sono brille, lo si nota subito.
«Ragazze, vi prego non urlate, sicuramente le fa male la testa, ha preso una bella botta.» Zayn ribatte ancor prima di me lasciando Debs e Eleanor un po’ perplesse. «Ragazzi» continua girandosi verso la sua compagnia che sembra essere in un modo parallelo. «Voi andate pure, io rimango con lei.»  Li sento ridacchiare tra di loro, ma poco importa, le mie orecchie ora sbollono. Zayn si lamenta delle mie amiche, ma il casino che stavano facendo i suoi di amici era ancora più fastidioso.
«Non ce n’è bisogno, Zayn, ci sono loro con me, tu vai pure a divertirti.» Sorprendo Debs e Eleanor, posizionatesi alle spalle del moro, mostrare i pollici versi in senso di approvazione con lo sguardo fisso sul suo posteriore. Non posso fare a meno di ridere.
«Sono ubriache, voi davvero rimanere con loro?» Il suo ragionamento non fa una piega. «Tu non ti reggi in piedi e nemmeno loro, non mi sembra una buona idea.»
«Sentite, piccioncini» Debs interrompe le teorie di Zayn con una voce acuta e ridicola. «Io e lei torniamo al locale.» La faccia del moro in questo momento, a quelle parole, è una cosa meravigliosa.
«Am, non fare brutti scherzi a Fi. Vai in un motel piuttosto e mi raccomando, non dimenticarti di Harry.» Si sporge in avanti dandomi una pacca sulla spalla. Dio santo se fa male, non posso fare a meno di trattenere un’espressione di dolore. «Ciao bel ragazzo.» Finisce poi ridendo con le sembianze di una iena e sfiorando le labbra di Zayn.
«Scusala, di solito non è così spinta. È...»
«L’alcol. Tranquilla, ci sono abituato.» Conclude la mia frase il moro che mi guarda leggermente divertito. Sono l’unica che non riesce a trovarci nulla di divertente in questa situazione? Sono rotta e in compagnia di uno sconosciuto. Grandioso, davvero esilarante.
Mentre con qualche difficoltà mi chino a raccimolare le cose che mi sono uscite dalla borsa Accessorize, mi rimbombano nella mente le parole di Eleanor. “Non dimenticarti di Harry.”
Ignoro anche Zayn che mi sta parlando, molto probabilmente mi sta offrendo il suo aiuto, ma ora ho in mente solamente quella frase. Francamente non credo di conoscere nessuno di nome Harry, come gli è venuta quella frase a El? “È ubriaca, avrà detto il primo nome che gli è passato di mente.”
«Il tuo telefono.» Zayn mi porge l’iphone che evidentemente mi era scivolato di mano durante la caduta. Lo volto con la paura di vedere lo schermo in mille pezzi, ma cerco già di farmene una ragione, è praticamente fuori uso. Merda. «Non è in belle condizioni.»
«Mi mancava alla lista conoscere un ragazzo perspicace in una serata di merda.» Non so perché, ma in certi istanti non riuscivo a sopportare ciò che usciva dalla sua bocca. «Scusa.» In qualche modo mi sentivo in colpa.
«È le milionesima volta che ti scusi.» Il suo tono sarcastico non faceva a meno di farmi accenare un sorriso ogni tanto.  «Vuoi prendere un caffè? Così ci fermiamo a medicarti.»
Non mi aspettavo questa proposta, ma non potevo rifiutare. La casa di Fi era distante quattro isolati e la pioggia, per quanto è diminuita, continua a scrosciare su di noi.
Un caffè caldo, datemi un caffè caldo.

Spazio\sfogo d'autrice.

Premettendo che ho cambiato idea alla fine, il titolo del capitolo e l'associazione della canzone non c'entrano molto, ma sono troppo belli per essere cambiati. 
Quindi, dopo aver perso tempo con me, perdetene un altro poco e ascoltatevi Moro che è asdfghertumnbxn.
Comunque per il resto se non vi è chiaro qualcosa chiedete pure che io vi spiego. Vale lo stesso se trovate errori di battitura o altro, così provvedo appena ho tempo a correggere.

Se volete cercami su twitter mi chiamo @__wiggleyeah. Scrivete quel che volete, anche se idiota. Due risate non hanno mai fatto male a nessuno.

Ringraziamenti.
Grazie alle due ragazze che hanno recensito il primo capito, mi ha fatto davvero piacere.
Grazie a chi ha messo tra i preferiti questa storia e a chi l'ha messa tra le seguite, se potessi vi stritolerei tutti.
Grazie a chiunque la stia leggendo silenziosamente, non abbiate paura, le recensioni mi fanno piacere.
Grazie un po' a tutti. 

Saluti.
Visto che in questi giorni ho molto tempo, domani credo già di postare il terzo capitolo, ma non vi garantisco e anticipo niente.
Taaaaanto amore ragazzi. See you soon. "ok, basta, adiò".

  
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