Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Tenebra_Incantata    13/06/2012    1 recensioni
Era una di quelle solite domeniche dove tutto sembra avere una calma apparente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una di quelle solite domeniche dove tutto sembra avere una calma apparente. Quella mattina, come sempre, mi svegliai alle 8 ,feci colazione; mi preparai ed infine scesi le scale per portare a spasso Kira, il mio adorato Pastore Tedesco. Il sole era caldo, una leggera brezza distraeva da quell'afa soffocante e il cielo prometteva bel tempo per tutto il giorno. Legai il guinzaglio al collare del cane e ci incamminammo. A pochi chilometri da casa c'è un parchetto, dove ,io e Kira, andiamo quotidianamente; poco dopo ,una distesa di campi sempre deserta. Da quando una ragazzina, qualche mese fa, fu brutalmente assassinata, nessuno osa più oltrepassare il parco. Nessuno vuol fare la sua stessa fine. La vittima si chiamava Clar Dovan, aveva solo quattordici anni e avrebbe dovuto compierne quindici il sette luglio. Purtroppo, Clar Dovan, non compierà mai i suoi quindici anni, perché qualcuno, senza nessuno scrupolo, le aveva strappato la vita, uccidendola in modo brutale. Quasi animalesco. Quando il suo cadavere fu ritrovato,il 15 marzo, era in uno stato pietoso; avevano detto i giornalisti e le autorità. Aveva segni di bruciature su tutto il corpo; sulle braccia e sulle gambe aveva tagli profondi, probabilmente causati da un coltello ; aveva subito violenze sessuali e la causa della morte era : strangolamento. Durante la settimana la nostra passeggiata mattutina era un po' più corta; percorrevamo il fiume fino a metà strada, dopo di che, facevamo dietro front e ci dirigevamo verso il parco. La domenica, invece, il nostro giro consisteva nel percorrere tutta la pista ciclabile che dava sul fiume. Alla fine della pista, dopo aver attraversato un boschetto di alberi, c'è la zona barbecue. Subito dopo, c'è il parchetto; la nostra destinazione. Kira ed io, iniziammo a incamminarci verso il fiume. Lungo la distesa di campi, che accompagna la pista ciclabile, si sentiva il frinire delle cicale, il cinguettio degli uccellini e lo scrosciare impetuoso del fiume. In quel luogo si poteva assaporare l'aria pulita, la libertà ed il profumo della natura. Scavalcammo lo steccato e abbandonai i pensieri al di fuori di quel paradiso terrestre. Tornammo a casa, che ormai, erano quasi le 11.30; sulla soglia della porta c'erano: Natasha, la mia migliore amica; Ian, il suo ragazzo; e Cale, un amico di Ian. Volevano parlarmi, così li feci accomodare e dissi loro che non aspettavo visite e di non guardare il disordine. Feci una doccia veloce e scesi nuovamente le scale per andare dagli ospiti.< < Scusatemi ragazzi, ma non aspettavo ospiti ,quindi, dovete accontentarvi di quello che ho in casa per pranzo! > >. < < Tranquilla, April, siamo venuti qua per parlare, c'è qualcosa che non ci torna della ragazzina ; > > , disse Natasha. Cale si alzò dal divano e si diresse verso di me. In quel momento pensai che fosse proprio un bel ragazzo; capelli mori, carnagione chiara e occhi neri, a stento si distinguevano iride e pupilla,magro, non tanto più alto di me e muscoloso. Mi porse la mano < < Dato che nessuno non mi ha ancora presentato, mi presento! Io mi chiamo Cale, piacere > >. << Il piacere è tutto mio, io sono April !! >> , ci stringemmo la mano e mi accorsi di star leggermente avvampando, così, distolsi la mano e lo sguardo e continuai a parlare con Ian e Natasha. << Bene ragazzi di cosa volevate parlarmi ? >> Solo allora, Ian, parlò. << Bhè siamo venuti qua per parlare di un fatto un po' strano, sai quella ragazzina? Quella che quattro mesi fa fu ritrovata senza vita nel campo ? Com'è che si chiamava? >> << Clar... si chiamava Clar >> risposi mentre mi accasciavo sull'unico divano libero. << Ecco !!! comunque siamo venuti a parlare del suo caso... Insomma ,ci sembra strano che sia uscita da sola, la sera, in un luogo così appartato! >> << Qualcuno dovrà averla pur vista dirigersi in aperta campagna, o appartarsi con qualcuno!!! >>, intervenne Cale. << Ragazzi, che ne dite se ora cucino qualcosa e ne parliamo a tavola? Sapete ho un leggero languorino dopo la camminata di stamattina. >> dissi senza pensarci due volte; sapevo che quell'argomento sarebbe durato almeno un'oretta buona. Natasha fu la prima a parlare:” Io ci sto, andiamo in cucina ti do una mano a preparare, mentre i maschi stanno di qua a parlare dei cavoli loro.” Natasha ed io ci dirigemmo in cucina; Iniziai a preparare una pentola con dentro l'acqua per fare un po' di pasta, la misi sul fuoco e lo accesi, mentre la mia amica preparava la tavola. Fu lei a parlare per prima, ancora una volta:” Ti piace non è vero?” << Chi? >> << Dai lo sai chi.. Quante persone single ci sono in questa casa, in questo momento? >> << Una sola; bhè si, Cale è carino, ma non lo conosco >>, dissi nuovamente avvampando. << Ma ti prego non dirgli niente chiaro? >> << Chiaro >>, rispose un po' scocciata natasha. L'acqua iniziò a bollire e gettai la pasta. I ragazzi erano ancora in sala, seduti ai rispettivi divani e Ian notò che Cale era stranamente silenzioso,così, parlo per primo. << Hey, tutto bene? >> << Certo >>, fu la risposta secca di Cale. << Ho capito, ti piace April non è vero? Ho visto come la guardavi prima. >> << Si, è carina, devo dire che a degli occhi stupendi... ma non la conosco. >> << Fidati, è una brava ragazza, non è una di quelle solite stronze che ti ritrovi sempre accanto. >> << E comunque, avrai tutto il pomeriggio per conoscerla un po', probabilmente non c'è né andremo prima di sera. >> Dichiarò Ian. << Speriamo che sia come dici tu, perchè è proprio carina. >> finì in bellezza Cale, giusto un secondo prima che Natasha ed io entrammo in sala per chiamarli a tavola. << è pronto >>, urlammo in coro. Ci sedemmo tutti a tavola; Ian e Cale seduti vicini alla finestra, Natasha ed io davamo le spalle alla cucina. Probabilmente era tutto programmato perchè, casualmente mi trovai di fronte a Cale. I due fidanzatini, l'uno difronte all'altro, si scambiavano continuamente occhiatine maliziose e paroline troppo smielate per i miei gusti, mentre Cale ed io avevamo entrambi lo sguardo fisso sul piatto. Entrambi con la paura di arrossire ,se avessimo incrociato lo sguardo dell'altro mentre alzavamo gli occhi. << Ragazzi, volete una camera? >>, fu la domanda di Cale, che si azzardò ad alzare lo sguardo. << Seriamente, piccioncini, se volete la camera degli ospiti è al piano di sopra, seconda porta a destra. >> dissi per scherzare, ma Natasha ed Ian ci stavano pensando seriamente, così mi affrettai a dire << Basta che non sfondiate il letto e successivamente il pavimento, sapete non sarebbe bello trovarvi sul pavimento della sala mentre fate “l'amore”. Io e Cale potremmo rimanere celebralmente lesi. >> Per la prima volta sentii Cale ridere proprio di gusto. Che risata strana che aveva. E pur si qualcosa di lui mi attraeva e mi intimoriva al tempo stesso; non saprei dire il perchè ma qualcosa in lui, suscitava in me un turbine di emozioni anche contraddittorie che, a volte, si scontravano violentemente per prendere il sopravento. Scoppiammo tutti a ridere fragorosamente. Ian si riprese per primo e disse << No, ma seriamente ci presteresti la camera, April? >> << Se la vostra voglia è così prosperosa sarò costretta a dirvi per forza di si >> dissi con un sorrisino sghembo che significava grazie ma, allo stesso tempo, anche : mi dovete un favore. << Ma mentre voi due siete su, io e Cale, che dovremmo fare? >> Dissi con un misto di amarezza e felicità. << Ma è semplice mia cara April, fate quello che faremo noi, almeno vi passa il tempo! >>, fu la pessima battutaccia di Ian. Cale alzò lo sguardo e mi fissò con i suoi occhi nero intenso. I nostri sguardi si incrociarono per qualche istante, sembrava quasi che nessuno dei due volesse distogliere lo sguardo, ma alla fine ebbi la meglio e rivolsi nuovamente lo sguardo al piatto ormai vuoto. Sapevo di essere arrossita ma, il moro davanti a me , sembrava non darci peso. Anzi, sembrava persino che fosse arrossito anche lui un pochino. Ma non poteva essere vero. Uno come lui non poteva arrossire davanti ad una come me. << Dai che scherza ragazzi, sapete com'è Ian con le sue battutine di merda! >> << Già >> << Proprio di merda >>, dissi senza mezzi termini. << No, ma a parte gli scherzi,mentre voi siete su, io ed April, che dovremmo fare scusateci? >> << Conoscetevi un po' >>, fu l'unica risposta che si senti rimbombare in tutta la stanza. Dopo di che calò il silenzio. Erano ormai le due del pomeriggio e Natasha mi aiutò a sparecchiare , mentre i due ragazzi si offrirono di lavare i piatti. In quindici minuti la cucina fu pulita e decidemmo di uscire in giardino tutti e quattro per una sigaretta. Quando rientrammo, Ian e Natasha, sparirono al piano superiore, lasciando me e Cale da soli. Eravamo in sala, seduti su due divani differenti; eravamo lì, fermi, immobili, come misere statue, eravamo senza idee. Per scogliere la tensione Cale tentò un approccio: << Complimenti, era davvero niente male la pasta di oggi. >> << La pasta per me è pasta. È impossibile che esca male >>. Cale mi guardò con uno sguardo scettico. << Perché tu vorresti dirmi che riesci a fare una pasta da schifo? >>, feci una faccia assai perplessa. << Già, la mia pasta fa letteralmente schifo. O metto troppo sale, oppure non la salo del tutto; sai sono un disastro in cucina >>. Scoppiai definitivamente a ridere dopo questa confessione e notai che Cale aveva il sorriso sulla labbra e mi fissava; cercai di smettere di ridere in quel modo, ma mi fu impossibile. Anzi, la situazione peggiorò , ero nervosa ed agitata così cominciai a ridere sempre di più finché non mi ritrovai accasciata sul pavimento senza forze per rialzarmi. Piangevo dal ridere , ridevo come una forsennata. L'unica cosa che mi fece smettere di colpo furono gli occhi di Cale; mi incantai, mi innamorai di quegli occhi. Notai che aveva una strana luce in quello sguardo tanto comprensivo. Era in piedi, dietro la mia testa, mi porse una mano per rialzarmi, l'afferrai e mi alzai. Mi sedetti sul divano e mi scusai per quella risata tanto cretina. << Non fa nulla, è bello sentirti ridere di gusto. Non pensavo avessi una risata così carina. >> Fui certa di essere diventata bordeaux in faccia, invece che rossa. Cambiai totalmente discorso. << Comunque, cos'è che non vi quadrava nel caso di Clar Dovan? >>. << A già >>, disse Cale dispiaciuto. << Quello che ci sembra troppo strano, è il fatto che, una ragazzina di quattordici anni non abbia parlato con nessuna delle sue amiche di un uscita, o per lo meno ci sembra strano che nessuna delle sue amiche non la vedesse da un po' di tempo. >> Ascoltai in silenzio finché non finì il discorso e solo allora parlai io: << Effettivamente, è strano se ci pensi; a quattordici anni dicevo tutto alla mia migliore amica, a momenti anche quando andavo in bagno, non so se rendo l'idea?! >> << E' proprio questo che non torna a nessuno di noi. >> Fu allora che mi venne un colpa di genio. << A meno che la polizia non abbia interrogato la sua migliore amica, o magari non a nemmeno sue tracce, il che sarebbe ancora più strano. >> Cale si alzò dal divano e quasi mi saltò addosso, per poco non mi venne un infarto; un po' per lo spavento e un po' per la bellezza. Mi abbracciò e avvicinandosi al mio orecchio urlò: << April, sei un genio! >> Rischiai nuovamente un infarto, credevo avrebbe sussurrato all'orecchio, non che avrebbe urlato. In quel momento riuscii a pensare addirittura che fosse un pochino schizofrenico. Suonarono alla porta, ed io sgusciai via dalle braccia di Cale per andare ad aprire. Con mia grande sorpresa trovai davanti a me Dean e Maya. Li abbracciai, chiesi loro come stavano ed entrambi risposero che stavano bene. Mi spostai per farli entrare e con la coda dell'occhio notai un “essere” che sfrecciava a tutta velocità verso la porta. Era Cale che assalì Dean, caddero a terra entrambi come sacchi di patate. Scoppiamo tutti quanti a ridere. Al piano superiore si sentì la voce di Ian che urlò:” Ragazziiii aspettatemi”. Scese le scale come un razzo e si scaraventò contro i due ragazzi. Non avevo mai visto Ian e dean fare così. Pensai che fosse Cale a causare tutto quello scompiglio. << Ian, Cale... piacere di rivedervi ahaah >>, disse maya ridendo. << Ah! ciao Maya, non ti avevamo visto >>, esclamarono in coro. Pian piano si rialzarono tutti e tre, mentre Natasha scendeva le scale. << Ciao Maya tutto bene ? È tanto che non ti vedo, che fine avevi fatto? >>, disse Natasha tutta felice. << Scusami, ma ultimamente sono stata molto impegnata; comunque io tutto bene e tu? >> << Ovvio che si >>. Ci abbracciammo tutte e tre, mi mancavano i bei tempi dove eravamo unite.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Tenebra_Incantata