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Autore: SvaneH    13/06/2012    3 recensioni
Era il pericolo,l’Inganno. L’uccisore di mio padre e di molte altre vite innocenti.
-Come mai qui,Artemis Gray? Sei venuta a vendicare tuo padre?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino successivo mi svegliai presto,alle cinque e mezza.
Incapace di tornare a dormire,con uno sbuffo mi alzai e,lavata e vestita,scesi a far colazione nell’apposita sala.
Entrando,ebbi una sorpresa:Loki era già lì,in piedi davanti al cesto delle marmellate e fette biscottate,in apparenza perso in contemplazione del suddetto cibo.
Mi lanciò un’occhiata -Buongiorno,Artemis. Sei una midgardiana mattiniera,a quanto pare.
Lo guardai,incuriosita -Midgardiana? Che vuol dire?
Sospirò -Terrestre. E’ un termine Asgardiano per definire voi terrestri.
-Ah. Pensavo fosse un insulto di qualche tipo.- ammisi,e lo vidi stupito.
-Perché dovrei insultarti? E’ ovvio che sono enormemente più intelligente e furbo di te,non vedo perché renderlo esplicito.
Gli lanciai un’occhiataccia mentre mi servivo di tè caldo e biscotti -Molto gentile da parte tua.- commentai,sarcastica,e lui scrollò le spalle.
Mi sedetti,continuando a osservarlo:aveva afferrato un pacchetto di fette biscottate e lo guardava come se fosse uno strano oggetto alieno.
Ma dopotutto,per lui era proprio così.
-E’ una specie di pane secco,è buono. Puoi mangiarlo,sai,non è avvelenato. Anche se credo che qualcuno ci abbia fatto un pensierino.- dissi,pungente,e mi fissò a occhi socchiusi.
-Anche se fosse avvelenato,dubito che i vostri veleni da strapazzo mi facciano qualcosa.- ribattè,e sogghignando ne prese tre pacchetti,insieme alla marmellata,e si sedette di fronte a me,cominciando a mangiare.
-Sei strana,sai. Qualcun altro al tuo posto avrebbe cercato di uccidermi senza tante cerimonie.- disse,osservandomi.
-Il fatto che non ci abbia provato non vuol dire che non ci abbia pensato.- risposi noncurante,e lo vidi sorridere,con mio grande stupore.
-Lo immaginavo. Dopotutto,chi non sogna di uccidermi? O comunque,di farmi sparire.- commentò,con un tono amaro che mi stupì ancora di più.
-Dopo tutto quello che hai fatto non puoi pretendere l’amore delle persone,sai. La gente normale ha dei sentimenti.
-Pensi che io non ce li abbia,ragazzina?
-No,ma…penso che ti manchi la compassione e la capacità di amare. Cose alquanto importanti,che ti portano a non far del male agli altri.
Mi fissò -Tu non sai nulla di me,quindi evita considerazioni idiote.
-Ti conosco quel tanto che basta da sapere cosa sei,ossia un mostro senza cuore che voleva conquistare un pianeta solo per soddisfare i suoi istinti narcisistici e megalomani di attenzione!- esclamai,improvvisamente arrabbiata verso di lui. Come si permetteva quest’uomo o dio,qualunque cosa sia,di venirmi a dire di non giudicarlo?! Aveva ucciso gente innocente,aveva ucciso mio padre,potevo giudicarlo quanto volevo,ne avevo tutto il diritto!
Lui scattò in piedi,un’espressione furiosa sul viso pallido,gli occhi ridotti a due fessure;appoggiò le mani sul tavolo e si sporse verso di me -Tu non sai niente,insulsa ragazzina. Non sai niente della mia vita,del mio carattere,del perché ho fatto quello che ho fatto. E non sarai certo tu,midgardiana poco più che bambina,a farmi la morale e a giudicarmi. Attenta a quello che dici,perché potrò essere sulla via della redenzione,ma mi ci vuole molto poco a farmi tornare indietro!- sibilò
Lo guardai,spaventata. Avevo toccato un nervo scoperto,era ovvio;da stupida avevo parlato senza riflettere,dando ascolto al rancore provato verso di lui,senza pensare a quello che già sapevo sulla sua storia.
Si rimise a sedere,senza smettere di fissarmi,gli occhi glaciali fiammeggianti.
Deglutii,quello che stavo per dire mi sembrava assurdo,ma dovevo calmarlo -Scusa.
Lui sembrò rilassarsi un attimo,ma non potei impedirmi di parlare ancora -Ti chiedo scusa,ma non puoi pretendere troppo rispetto da una ragazza a cui è morto il padre per causa tua,direttamente o indirettamente.
Fece una smorfia -Lo so che hai parlato pensando a tuo padre. Ma dopotutto ha scelto lui da che parte stare,e durante una guerra è normale morire se ti imbatti contro nemici troppo potenti.
Sgranai gli occhi -Stai giustificando la sua morte?!
-No. Non giustifico quello che ho fatto,anche se avevo i miei motivi. Dico solo che in cose del genere è ovvio che ci siano delle vittime e,per quanto possa servirti,ti dico che mi dispiace,anche se tuo padre non l’ho mai conosciuto.
Stupefatta,lo fissai. Aveva detto che gli dispiaceva? 
Mi lanciò un’occhiata -Sì,l’ho detto.- aprii la bocca,sbalordita,e stavo per chiedergli se leggesse nel pensiero,ma mi interruppe -E no,non leggo nel pensiero,sciocca ragazza:era ovvio che ti stessi ponendo queste domande. E ora taci e lasciami mangiare in pace questa roba molliccia e colorata.
La roba molliccia e colorata era la marmellata,e mio malgrado dovetti trattenere una risata nel vederlo in difficoltà a stenderla su una fetta biscottata.
-Posso farti una domanda?- ebbi il coraggio di chiedergli dopo qualche istante di silenzio.
Lui sospirò -Me ne hai appena fatta una,ma avanti,dimmi cosa vuoi sapere.
-Perché ieri sera mi hai prestato il tuo mantello?
Esitò e abbassò lo sguardo.
-Allora?- insistetti.
Chiuse gli occhi,come se gli costasse una grande fatica rispondere,e parlò -Sembravi un pulcino infreddolito e spaventato,lì davanti a me con quel ridicolo pigiama. Così ho pensato di prestartelo. Mi facevi…- si bloccò e rimase in silenzio.
-…compassione.- completai io,e lui annuì,guardandomi con uno sguardo che non avrei mai creduto possibile su di lui:un misto di dolore,sofferenza,dispiacere e speranza.
Ora capivo perché si fosse così infuriato,prima,alle mie parole.
Non era un mostro senza cuore e senza sentimenti,al contrario:forse ne possedeva troppi,ma li aveva indirizzati nel verso sbagliato,capii ripensando alla sua infanzia passata all’ombra del fratello e alla scoperta traumatica dell’adozione,per puri scopi politici,oltre che umani.
Senza riflettere,mi alzai in piedi e lo raggiunsi -Mi dispiace.- dissi,con un groppo in gola,e gli sfiorai il viso con una carezza,in uno strano tentativo di consolazione.
Mi fissò,con quegli occhi cangianti,e per un istante non capii più dov’ero.
-Ma guarda un po’ chi è già sveglio!- esclamò la voce di Tony e sussultai,allontanandomi da Loki,rendendomi conto che ci distanziava solo una manciata di centimetri.
-Ehm buongiorno ragazzi- salutai,imbarazzata,e tornai al mio posto.
-Buongiorno,piccola;buongiorno piccolo cervo- ricambiò Stark,e lo vidi lanciarci una strana occhiata.
-Quali sono i programmi di oggi?- chiesi per distrarlo,mentre gli altri prendevano posto al tavolo e cominciavano a mangiare.
-Cercare di capire i piani di Thanos. E per questo,alla riunione dovrà partecipare anche il fratellino scapestrato del nostro Mister Tuono. 
-E io? Posso assistere?- domandai
-Perché no?- ribattè Tony sorridendo,e gli feci l’occhiolino,sillabando un grazie.
 
Un’oretta più tardi,eravamo tutti nella sala riunioni,come l’aveva chiamata Clint.
I Vendicatori seduti composti attorno al tavolo,con Fury in piedi,e un po’ discosto da tutti Loki. 
Mi sedetti di fianco a lui,che alzò un sopracciglio ma non disse nulla.
Il primo a parlare,ovviamente,fu Fury -Ognuno di voi è al corrente della situazione,perciò è inutile fare un riassunto della faccenda. Siamo qui solo per avere un’idea di come sconfiggere Thanos e perché ha dei piani contro di noi. L’unico che può capirci qualcosa,qui,sei tu Loki,perciò parla pure:ti ascoltiamo.
Tutti si voltarono verso di lui,e dopo aver lanciato un’occhiata generale alle varie persone,il Dio si alzò in piedi e cominciò a parlare -Due anni fa avevo stretto un’alleanza con lui,per conquistare il vostro pianeta:mi serviva il suo aiuto,e con esso quello dei Chitauri. In cambio,gli avevo promesso l’energia del Tesseract,in seguito alla mia vittoria. Le cose non andarono come previste,io persi e Thanos rimase a bocca asciutta. In questo caso,aveva promesso di trovarmi e vendicarsi della mia mancata promessa.
Ora,lui sa perfettamente che io sono qui e vi sto aiutando -fece una smorfia,come se non credesse alle sue stesse parole- ed è solo questione di tempo prima che decida di sferrare un attacco e catturarmi. La Terra gli interessa solo come risarcimento,ma la vera cosa che cerca sono io,per vendicarsi.
Detto questo,si sedette,un’espressione impassibile sul bel viso,ma gli occhi erano fiammeggianti. 
Mi resi conto che l’intera sala pendeva dalle sue labbra,e tutti sembravano turbati dalle sue parole. Thor più di tutti.
Il primo a riprendersi fu Tony -Molto bene. Quindi,che si fa? Attacchiamo per primi?
Steve lo guardò male -Non possiamo attaccare così alla cieca,Stark. Ci vuole un piano d’attacco!!
-Io ce l’ho un piano,attacco!- ribattè il miliardario,e io ridacchiai,mentre Steve alzò gli occhi al cielo.
-Signori,questa è una cosa complicata. Ha ragione Rogers,ci vuole un piano ben congegnato. Perciò,pensiamo;e tu,Loki,esponici tutto quello che conosci su Thanos.
Il Dio sospirò,si rialzò in piedi e ricominciò a parlare.
 
Tre ore dopo,erano ancora lì,e io ormai non ne potevo più.
Decisi di uscire e farmi una passeggiata sul ponte dell’Elivelivolo;borbottai qualche parola di congedo,ed uscii.
Appoggiata al parapetto,chiusi gli occhi e mi godetti la brezza marina,meravigliosamente fresca e leggera.
Riaprii gli occhi per guardare il mare,ma quello che vidi mi lasciò senza fiato:una strana,gigantesca macchia nera volante nel cielo si stava avvicinando sempre più velocemente all’Elivelivolo. 
Rimasi un attimo a fissarla,poi corsi dentro dagli altri.
-Qualcosa ci sta attaccando!- esclamai,col fiatone,entrando nella sala come un tornado.
Tutti mi fissarono,scattando in piedi,ma Loki fu più veloce:in due passi fu davanti a me,mi afferrò i polsi e chiese,concitato -Cosa? Chi ci sta attaccando?
-Non so,è una specie di macchia nera nel cielo,ma si avvicina sempre di più…non ho visto altro,sono subito corsa qui!
Mi mollò le mani,impallidendo -Gli Skrull.
-I…cosa?!- esclamai,perplessa.
-Ti sei persa qualcosa,piccola! Ora spostati e vai in camera tua,noi usciamo.
-Cosa? Perché devo andare in camera?! Io vengo con voi!
-Non dire idiozie,Artemis. Rischieresti e basta,obbedisci a Tony.- disse Clint,afferrando l’arco.
-Ma io…
-Niente ma,signorina. E ora…vai!- Fury mi fissò,minaccioso,e obbedii.
In corridoio,li guardai correre tutti fuori,già pronti al combattimento. Con mia sorpresa,notai anche Loki.
Sospirando di frustrazione,andai in camera e mi buttai sul letto,aspettando nervosamente notizie della battaglia lì fuori.
 
Il tempo passava a rilento.
Fissavo l’orologio,le orecchie tese,in attesa di sentire le voci familiari e tanto amate dei miei amici,ma niente.
Assolutamente niente.
Ero davanti alla porta e stavo per disubbidire a un ordine diretto di Fury,rischiando l’esilio perenne in Francia,quando la porta si aprì di scatto.
Era Steve,esausto,con alcuni graffi sul viso -Siamo qui,Artemis. Tutto bene,non c’è più pericolo,puoi uscire.
Lo abbracciai,sollevata. 
-Gli altri? Stanno tutti bene,vero?- domandai,trepidante.
Sorrise,ricambiando l’abbraccio -Tutti bene.- sospirai di sollievo.
-Portami da loro che li saluto.
Pochi minuti dopo,avevo fatto il giro di tutte le camere,rassicurandomi:a parte qualche contusione e graffio,nessuno aveva riportato ferite gravi.
-E Loki? E’ in camera sua?- domandai a Steve,che mi accompagnava.
-Sì,ma non so se ti conviene andare a trovarlo. E’ successa una cosa mentre combattevamo e da allora è…strano.
-Più strano del solito,dici?
-Sì.
-Vado a trovarlo,allora. Ma è stato ferito?- chiesi,preoccupata. Ma perché mi preoccupavo per lui?
-No no,tra tutti è quello che ha avuto meno ferite,ma…non so. Sembrava scioccato.
Annuii e dopo avergli lanciato un’occhiata mi diressi verso la camera del Dio.
 
Bussai delicatamente ed entrai anche se non sentii nessun invito.
Rimasi senza parole:Loki era seduto sul bordo del letto,la testa fra le mani,con addosso solo un paio di pantaloni. Lo fissai,impalata,incapace di dire o fare alcunchè:sembrava l’immagine della disperazione.
Quando alzò la testa per guardarmi,sussultai:aveva gli occhi rossi e le guance rigate di lacrime. 
-Cos’è successo?- chiesi subito,avvicinandomi,come spinta da un impulso irresistibile che mi diceva di consolarlo.
-Niente. Non avvicinarti.
Mi bloccai,stupefatta e offesa dal tono arrabbiato delle sue parole.
-Ok. Ma almeno mi spieghi cosa ti ha ridotto così?
Lui mi guardò,ma non disse nulla. 
-Perfetto. Vorrà dire che resterò qui finchè non ti decidi a parlare.- dissi risoluta,e mi sedetti per terra di fronte a lui.
Mi fissò,dopo esserci asciugato il viso con un lembo del lenzuolo -Perché diavolo non te ne vai? Cosa ti interessa di sapere cosa ha sconvolto l’assassino di tuo padre,stupida midgardiana?
Col cuore che batteva forte,mormorai una riposta -Perché forse comincio a pensare che non sei così cattivo come vuoi far credere e che ti sia pentito di ciò che hai fatto. 
Alzai la testa,e lo vidi osservarmi attentamente.
-Non dovresti avere così tanta fiducia negli altri.
-Io non ho fiducia negli altri,ho fiducia in te.- risposi,e l’enfasi con cui pronunciai quelle parole mi stupì. Cosa mi succedeva?
-Peggio ancora. Ricorda chi sono.
-Lo so chi sei. Ma tu,lo sai?
Sorpreso,mi guardò,aprì la bocca per rispondere poi la richiuse. Fece un mezzo sorriso -Sei la prima persona che riesce a far rimanere senza parole il Dio dell’Inganno.
Sorrisi a mia volta -Sono una midgardiana molto particolare,io.
Ci guardammo,sorridendo,dopodichè mi alzai e mi sedetti di fianco a lui.
-Allora,cos’è successo?
 
 
 
Angolo autore: 
Salve popolo! Stranamente,le idee per il continuo di questa storia non sono mancate,e neanche il tempo,perciò ho postato subito il seguito. Spero vi piaccia! Ovviamente,non è finita xD
I personaggi quali Thanos e gli Skrull li ho leggermente modificati,specie il primo,rispetto alla storia originale perché sennò non ci sarei saltata fuori xD Quindi mi scuso con i veri appassionati,ma è stata una licenza poetica (?) xD
Ringrazio i lettori e in particolare chi ha recensito e inserito la storia fra le preferite,seguite e ricordate!
  
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